Buon Primo Maggio

Buon Primo Maggio,
compagne e compagni.

Ma anche a chi, non sentendosi più rappresentato dai politici attuali, ha smesso di sentirsi tale.

Io mi sento ancora così: è un fatto di fede. Se la gente è merdosa, non significa che lo sia l’idea.

Così, buon Primo Maggio ad ogni compagno, anche a chi ha abiurato.

In fondo, come biasimarlo?

Pare si torni alle elezioni.
E il panorama non potrebbe essere più scandaloso dell’attuale: con i Cinquestelle impediti a governare causa furbissima legge elettorale; con i partiti xenofobi sulla cresta dell’onda. La vittoria del Centrodestra in Friuli è l’ultimo scempio. E fa male.

Allora, questo è il risultato di un periodo lungo più di vent’anni: dalla “Milano da bere” è scaturito tutto questo. I frutti del craxismo li raccogliamo tutti oggi.
Con un ex segretario mai ex, venuto per dare il colpo di grazia alla sinistra.

Si è iniziato dalla scuola, con la creazione di soggetti abulici, mai portati a pensare o ad autocritica.
In tal senso, la dittatura più subdola era lo scopo. Ci siamo caduti dentro come polli.

Del resto, sfido chiunque a farsi dare dell’anarchico o del sovversivo. In Italia, il clima è questo: se protesti per i tuoi diritti, sei al limite del reato; se sei ladro coi soldoni, te la cavi e resti tale.
Per tutta la vita.

I Cinquestelle sono già un fallimento politico: quel loro reddito di cittadinanza che li aveva portati a livelli record nel Meridione, beh, son bastati due secondi per accorgersi che era una colossale bolla elettorale. Dove avrebbero trovato il denaro senza una lotta all’evasione fiscale seria, senza una corretta retribuzione dei già occupati, senza investire nel mondo del lavoro per creare posti di lavoro?

E smettiamola di dire che gli italiani vogliono stare a casa e non fare niente. Non siamo tutti così. Nella stragrande maggioranza, non siamo affatto così.

E vogliamo lavorare.