| Non prenderò questo detto molto comune alla lettera.
Quando lo dico, non mi riferisco, semplicemente, a chi dei due amanti si fa desiderare di più e meglio. Parlo proprio della fuga di uno dei due o di entrambi, se i caratteri sono affini.
Ho superato i 40 anni. Da molto tempo, mi interrogo sul senso della vita e dell'esistenza umana in genere.E pare che abbia capito, forte delle mie esperienze di vita, ciò che è meglio per me. E che, per inciso, corrisponde con quello che la gente comune ripugna.
Premesso che son sempre appartenuta a quella categoria di donne che, piuttosto che pregare un uomo di stare con lei, preferirebbe chiudersi in totale castità in un convento.
Detto questo, suppongo di non potere stare con nessun uomo che non mi garantisca la libertà di cui necessito. Non potrei tollerare un uomo geloso o perennemente attaccato.
Ho bisogno dei miei spazi. Forse perché sono cresciuta a casa della nonna, dove spazi ce n'erano pochi e tutti condivisi con terzi.
Ho bisogno di respirare e di fare le mie scelte. E, quando non coincidono con chi mi sta accanto, fuggo.
Non è vigliaccheria. Nel momento in cui scelgo la fuga, invero, io opto per la sopravvivenza, per ciò che è necessario al mio spirito. Significa, per certi versi, che il mio sentimento è finito.
Ed è per questo motivo che, dopo un periodo di crisi, alcuni anni fa io e il mio compagno storico siamo tornati insieme. Ho capito che era la persona giusta quando, affrontate una serie di difficoltà, non ho mai desiderato allontanarmene. Per carattere, lo avrei scaricato senza colpo ferire. Non l'ho fatto. L'ho tenuto vicino e, complice il suo essere indipendente, abbiamo ripreso la nostra vita insieme, con nostro figlio, coi ritmi di una coppia normale.
Ecco il mio segreto per una vita di coppia felice: non il sesso folle, che pur ci vuole, ma il rispetto degli spazi altrui, la complementarietà, l'indipendenza (ecco, indipendenza è il top).
Che ne pensate?
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