Capitolo nono
"Di che cosa parla, signorina Mitzuki?" chiese Hijiri con gravità "Sa delle cose di cui, evidentemente, sono all'oscuro."
Ella si mosse sulla sedia sovrappensiero: pareva incerta.
L'<uomo ombra> di Masumi Hayami le aveva detto chiaramente di lavorare ancora per l'azienda: Saeko non conosceva i suoi retroscena esistenziali e rivelare ciò che aveva scoperto poteva costituire la scelta sbagliata, se non addirittura ancor più lesiva degli interessi dell'ex Presidente.
"Sto parlando di una delle persone più vicine al signor Masumi. Sulla carta, per lo meno. Voci di corridoio sempre più insistenti lo danno per scontato: sarà lui a prenderne il posto."
Karato Hijiri impallidì:
"Ha detto che collaborava col signor Hayami solo <sulla carta>. La sua affermazione è piuttosto forte: confesso che mi ha dato i brividi. Significherebbe che non ci si può fidare neppure delle persone a noi più vicine."
Mitzuki si tirò su gli occhiali, un gesto di ironia che, sovente, si concedeva quando era sua intenzione scacciare i pensieri molesti.
"Oh, sì." confermò "Io lo so più di chiunque altro, <godendo> di una sorella che appartiene a questa categoria di persone: arrivista, impicciona e chissà cos'altro..."
"No..." sorrise forzatamente Karato "Non è possibile. Stiamo parlando di un <fratello>: hanno fatto tutto insieme. Le scuole, lo sport, i primi passi dentro questa azienda..."
"Certo, un <fratello gemello perfetto>." rise la segretaria "Tranne che su un punto: quello, per denaro e potere, sarebbe disposto a contrarre non uno, ma mille matrimoni d'interesse. Per Eysuke è il top: conosce l'azienda come Masumi ed è spietato come lui non è..."
"Si prenderà in carico Shiori Takamiya?" ripeté sconcertato Hijiri "La ragazza non è in sé; non potranno mai essere <una famiglia normale>."
Mitzuki lo fissò con semplicità, quindi sollevate le spalle, commentò:
"Il signor Masumi non è cresciuto in una famiglia <normale>: tra Eysuke e Aya Fujimura non c'era alcun affetto...nessuno slancio solidale: lui ordinava e la signora obbediva. Al punto di sacrificare suo figlio pur di dargli la possibilità di sfondare nel mondo della finanza. Mi sono sempre chiesta chi fosse meglio, tra i due."
"Questo giudizio non piacerebbe al signor Masumi." mormorò con serietà il collaboratore ombra.
"Dico solo la verità." rispose senza indugi Saeko "Se uno ha un figlio, deve fare di tutto per proteggerlo e non solo...garantirgli una posizione. La natura del signor Masumi non è mai stata ...spietata. E, da quando ha incontrato Maya Kitajima, ha fatto un cambiamento senza precedenti, ritornando ad essere il ragazzo di buon cuore che era prima di entrare in azienda."
Hijiri annuì, ricordando tanti episodi del passato: il vasto mare nel cuore di Masumi, che prima intravedeva appena, cominciò ad apparirgli nitidamente.
E si tingeva, in alcuni punti, di scarlatto, come se grondasse di amore e disperazione.
Quanto doveva avere sofferto nel tentativo di apparire ciò che non era!
Con il disprezzo di Maya perennemente sulle spalle!
Hijiri si passò una mano sulla fronte, sconcertato:
"E' certa di quanto mi ha riferito?"
"Assolutamente." disse Mitzuki "E, per quanto ne so, <lui> si è già presentato ufficialmente a casa di Ryu Takamiya col beneplacito di Eysuke Hayami. Shiori non è in sé: cederà."
***
Seiichi Hokuto, con fare nervoso, sedette nella piccionaia del teatro Daito di Shibuya, dove stavano per iniziare le prove per lo spettacolo del due di gennaio.
L'aria che tirava non era delle migliori: i volti degli attori parevano tesi e soprattutto quello della dèa scarlatta non poteva dirsi <concentrato>: da sempre, Maya viveva con grande intensità sia la sua vita interiore sia quella di tutti i giorni, da cui traeva costante ispirazione.
Era la vincitrice della competizione, ma non poteva ancora definirsi felice a causa della posizione precaria del suo promesso sposo.
Hajime Onodera, circondato da alcuni suoi studenti, entrò in sala in quel momento, rompendo un equilibrio già precario.
"Che diavolo ci fai qui?" quasi ringhiò Kuronuma scendendo dal palcoscenico e dirigendosi verso il regista.
"Fatti una tisana, Ryuzo..." rise l'altro "Ne ho il diritto, visto che supervisiono per conto del Presidente..."
"Supervisioni?" ripeté l'uomo "E a quale titolo?"
Onodera si schiarì la voce:
"Questo teatro è a uso specifico della compagnia Ondine, di cui sono direttore artistico. Non dimenticare che tu e il tuo gruppo state beneficiando della <carità> della Daito Art Productions..."
Kuronuma stava per mettergli le mani addosso, ma subito fu fermato da Sakurakoji, cui era corsa dietro la stessa Maya.
"Signor Onodera," cominciò l'interprete di Isshin "non la credevo in grado di dire cose tanto spiacevoli. Noi tutti, qui, stiamo impegnandoci strenuamente per la buona riuscita dello spettacolo."
"E la <mia> compagnia è senza un teatro." disse il regista sornione "Quindi, come la mettiamo?"
"Se solo volesse, lei godrebbe di tutti i teatri della Capitale!" fremette Yuu serrando i pugni.
"Basta!" urlò a quel punto Maya, che se ne era rimasta nascosta dietro le sue spalle "Questo teatro era stato messo a disposizione da Masumi..."
"Masumi non è più un Hayami." rispose Onodera "Non è nessuno. L'ho visto bere, poco distante da qui. Il vostro amore ha portato solo distruzione e voi siete qui del tutto abusivamente."
"Bene." disse la ragazza, che non credeva ad una sola parola "Questo significa che neppure al <suo> Presidente interessano più i diritti di rappresentazione de La Dèa Scarlatta."
"Il <mio> Presidente" motteggiò il regista "sa benissimo che, testarda come sei, non cederai mai quei diritti alla Daito. Tanto vale che ve ne andiate fuori dalle scatole..."
Un lampo di indignazione passò negli occhi di Maya Kitajima:
"E' musica, per le mie orecchie. Non starò in questo teatro un secondo di più. Reciterò anche all'angolo di una strada, se necessario, ma mai, <mai> in una struttura che appartenga al <suo> caro Presidente!"
Seiichi strinse i pomelli della poltrona sconcertato:
"Maledetto avvoltoio. E' facile, quando si ha una miserabile posizione, aver la meglio sui deboli..."
Hiromi, seduta lì di fianco, sorrise:
"E' arrivato il momento. Giochi bene le sue carte."
"E' gente disperata." ironizzò il manager "Senza un teatro, dove vuoi che rappresentino lo spettacolo...?"
"Potrebbero farlo per la strada..." disse con cipiglio disgustato la segretaria "Maya Kitajima l'ha appena detto e ne sarebbe capace: tra l'altro, lo ha già fatto."
Seiichi portò una mano alla fronte, quindi, lasciata Mitzuki al suo posto, decise di palesarsi.
Discese con velocità i gradini che separavano la piccionaia dalla platea e, dopo essersi schiarito la voce, si mostrò:
"Buon pomeriggio, signori."
Diede uno sguardo incoraggiante a Maya: la sua mano, ritta e rivolta nella sua direzione, pareva incitarla a calmarsi.
"Lo squalo dell'alta finanza..." ridacchiò Onodera "Che fai qui? Scendi per banchettare anche tu con questi...perdenti...? Vincitori che non hanno neppure un teatro!"
"Banchettare <con> te?" chiese Seiichi, i due occhi azzurri glaciali e pieni di disgusto "Con te che sei il lustrascarpe dei potenti? Fai la voce grossa solo perché non hai ricevuto ancora ciò che ti meriti. Ma la pacchia finirà anche per te..."
"Oh-oh..." motteggiò il regista della Ondine "Uno che ha la yakuza al soldo viene a far la morale <a me>?"
"Tu credi di sapere tutto, vecchio bifolco, ma non sai niente." sibilò Seiichi "Presto te ne accorgerai."
Si rivolse a Ryuzo Kuronuma ed era come se volesse dire ad Onodera che non si intratteneva a interloquire con chi non merita considerazione alcuna:
"So che deve prima consultare la sensei, ma sappia che ogni mio teatro è a vostra disposizione. Da adesso, fino alla rappresentazione ufficiale de La Dèa Scarlatta."
Gli occhi di Maya brillarono per un istante, ma si incupirono subito: Masumi le aveva raccontato che il mandante del suo attentato, mesi prima, era proprio Seiichi Hokuto.
"Non lei..." balbettò "Non è possibile...Passeremmo dalla padella alla brace..."
"Sta' zitta, Kitajima." l'interrupper Ryuzo Kuronuma, gli occhi ridotti a fessure "Sarò chiaro, con lei, signore. Non firmerò nessuna carta che la signora Tsukikage non approvi. Ma sarei fuori luogo o pazzo, se le dicessi che non ho bisogno di un supporto: siamo a novembre inoltrato e il cast non può rischiare di ammalarsi, visto che si preannuncia un inverno assai freddo..."
"Ma, signore...!" obiettò Maya.
"Non potrei essere più d'accordo." disse Seiichi rivolgendo alla prim'attrice un'altra occhiata rassicurante "Non intendo mettervi sotto contratto contro la vostra volontà."
"Sei un imbecille, Ryuzo..." rise Onodera "Ti stai mettendo nelle mani di quel mafioso che ha attentato alla vita di Masumi..."
"Stai attento a come parli." sibilò Hokuto "Potrei sguinzagliare la yakuza <anche> contro di te..."
Maya prese a tremare, sconcertatissima:
"Signor Kuronuma, la prego..."
Ma il regista non le diede retta e, fatto un fischio, incitò il cast e gli operai ad iniziare a riprendere quanto apparteneva loro per traslocare nel teatro che Seiichi avrebbe indicato.
La fidanzata di Masumi osservava il profilo del presunto <salvatore> e non sapeva che cosa pensare: l'esperienza le aveva insegnato a non fidarsi delle apparenze.
Per anni, aveva odiato il suo uomo, credendolo responsabile d'ogni nefandezza possibile ed era stata drasticamente smentita.
Seiichi si accese una sigaretta guardando altrove: aveva usato l'accendino con la sinistra e tenuto il fumo sull'angolo della bocca, come chi è in procinto di parlare, ma si tiene tutto per sé.
Quel gesto le ricordò tanto Masumi.
"Non posso...fidarmi di lei." disse la giovane "Quella sera, il mio fidanzato stava per essere ucciso dai mafiosi...Ho avuto molta paura: se lui non mi avesse difeso, avrebbero fatto a pezzi anche me."
"Sono al corrente di tutto questo." mormorò Seiichi con tono quasi lugubre, come se gli mancasse l'aria "La notizia era su tutti i giornali, ma, se può valer qualcosa la mia parola, sappia che si può sbagliare, che si può pagare un prezzo molto alto per la propria presunzione. Io sto mettendovi a disposizione il mio teatro e non chiedo nulla in cambio. Glielo giuro sul mio onore, signorina. Non intendo farvi del male."