Sono sempre stata tua, ff ispirata a Dragon Ball

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albalau
view post Posted on 6/8/2012, 09:59




Ciao! Questa fanfiction è ispirata ai personaggi di Dragon Ball. Non ho seguito la storia originale, ho solo cercato di mantenere più in linea possibile i personaggi. Non so se ci sono riuscita, ma spero possa piacervi.




Capitolo 1


La notte era scesa nella grande città. Stranamente, come non accadeva da tempo, il silenzio la faceva da padrone, facendo udire perfettamente solo il frinire dei grilli. Infatti, era appena giunta l'estate, ma diversa dalle altre. Quell'anno, per l'appunto, un anomala ondata di caldo si era abbattuta sulla regione e molti abitanti, per sfuggire a quell'innalzamento di temperatura, avevano preferito dirigersi verso le località di villeggiatura.
Molti, non tutti.
-Allora ti muovi?-
Una voce risuonò nell'oscurità. Una mano arrivò prontamente a tappare quella bocca.
-Urla un po' di più, così non ci metteranno molto a scoprirci.- lo rimproverò il compagno.
Il primo annuì, scusandosi con lo sguardo.
-Dai, adesso continuiamo, che manca poco.-
Le due figure avanzarono nella loro scalata, non difficile a dire la verità.
-Mi chiedo ancora perché non hai voluto che volassimo.-
-Molto semplice, idiota. Sai benissimo che ci avrebbe sentiti e se vogliamo che il nostro piano abbia successo, non ci sono alternative.-
-Sarà, ma sarebbe stato più facile.-
Il suo interlocutore non rispose, si limitò a sbuffare. Continuarono per alcuni minuti, fino a che non giunsero alla meta. Sbirciarono dalla finestra lasciata socchiusa e videro il ragazzo addormentato all'interno.
-Bene, tutto come prevedevo. Passami quel secchio.-
-Senti...e se si arrabbia?- tutta la baldanza e la sicurezza che aveva provato prima, stava vacillando all'improvviso.
A quel punto, l'altro sbottò.
-Sei il solito cacasotto Kaharot! Cosa vuoi che ci faccia!- era esasperato.
-Vegeta, tu non sai quanto mio fratello può essere pericoloso.- rispose leggermente impaurito.
Vegeta piegò le labbra in un ghigno.
-Non farà un bel niente contro il suo principe.- disse sicuro di se.
Goku, o Kaharot come lo chiamava solo il principe, fece come ordinato e diede a Vegeta il secchio ricolme di cubetti di ghiaccio.
Lentamente fecero scorrere la finestra ed entrarono. Si posizionarono a lato del letto e rovesciarono di colpo l'intero gelido contenuto sul povero malcapitato che, colto di sorpresa in un momento tanto vulnerabile, balzò in piedi, annaspando, quasi gli mancasse l'aria.
-Ma por...che...chi cazzo è stato!- sbraitò adirato.
Poi le sue orecchie colsero delle risa. Accese la luce sul comodino e sbarrò gli occhi.
-Voi! Ma che...Io vi ammazzo!!!-
Saltò giù dal letto pronto ad afferrarli, ma i due si rivelarono più svelti e in un attimo furono fuori dalla finestra.
-Piaciuto lo scherzetto Radish?- domandò tra le risa Vegeta.
-Vegeta! Goku! Questa me la pagate!- gli urlò contro.
-Ahahahah! Non credo!- e così dicendo sparirono nell'oscurità.
Radish non li seguì, sarebbe stato troppo facile prendersela con quei due mocciosi. La sua vendetta sarebbe stata più sottile, doveva attendere solo il sorgere del sole. Si volse e guardò il letto, completamente fradicio.
-Maledetti marmocchi, ma vedrete.-

La mattina seguente, dopo aver trascorso il resto della notte su una collina, i due combina guai varcarono la soglia di casa. Tutto era in silenzio, nemmeno una mosca volava.
-Vegeta non mi piace.- disse Goku.
-Non dire scemenza Kaharot.- gli rispose.
-Uff! Ma la smetti di chiamarmi così?-
-No!-
Avanzarono di un paio di passi, quando una figura si materializzò davanti a loro.
-Si può sapere che avete combinato, razza di scemi?-
La furia che aveva posto la domanda, era una bambina di circa dieci anni, la stessa età di Goku e due anni meno di Vegeta. Aveva i capelli molto corti, di un insolito color azzurro cielo, come gli occhi. Al contrario, i due ragazzini possedevano capelli e occhi neri.
-Allora? Rispondete!-
Goku, nel vederla, era indietreggiato di un passo. Quando si arrabbiava le incuteva la stessa paura del fratello. Vegeta, invece, non si mosse. Al contrario assunse la sua solita aria di superiorità, incrociando le braccia sul petto e sfidandola con lo sguardo.
-Niente che ti riguardi.- le rispose.
-Direi il contrario, caro il mio principino. Tuo padre e quello di Goku sono furenti.- lo informò.
Un sorriso compiaciuto comparve sulle sue labbra quando vide Vegeta abbandonare la sua aria di superiorità a quelle parole.
-A quanto pare siete in un mare di guai. Ben vi sta.- così dicendo diede loro le spalle e se ne andò in salone.
Mica voleva perdersi la lavata di testa che li aspettava!
-Ve...Vegeta...- balbettò Goku, ormai terrorizzato all'idea di subire l'ira paterna.
-Muoviti.- ordinò.
Anche Vegeta era preoccupato, anche se cercava di non darlo a vedere. Affrontare il Re in persona non era uno scherzo nemmeno per lui, suo figlio.
Accidenti a Radish! Era solo uno stupido scherzo e lui smuoveva mari e monti!
Entrarono insieme nel salone. Erano tutti li. Ma il loro sguardo fu calamitato dalle due figure davanti alla vetrata. Due uomini, dal fisico possente, li fissavano con severità.
Quello più avanti aveva una profonda cicatrice sulla guancia. Era Bardak, il padre di Goku. L'altro, invece, non portava segni di lotta, almeno non visibili. Una barba e dei baffi gli coprivano parte del viso, i capelli erano rivolti verso l'alto, come quelli del figlio, ma lo sguardo era ancora più glaciale di quello del primo. Ma ciò che li impaurì maggiormente, era l'ondeggiare nervoso delle loro code.
-Stavolta non ce la caveremo con una ramanzina.- disse a bassa voce Vegeta, rivolto all'amico.
-Fuori tutti, questa faccenda la discuteremmo tra noi quattro.- la voce del sovrano, di cui il figlio portava lo stesso nome, risuonò nella stanza, imperiosa, come la sua posizione imponeva.
Radish inchinò la testa in direzione del suo sovrano e si accinse ad uscire.
-Vieni pulce. Meglio non assistere allo spettacolo.-
Bulma lo fulminò con lo sguardo.
Ormai erano molti anni che loro cinque vivevano a casa sua. La loro navicella si era schiantata praticamente nel loro giardino quando lei non aveva ancora due anni. Non avendo la possibilità di ripartire, il padre della ragazzina, si era offerto di ospitarli, fino a che non avesse trovato un modo per aiutarli a ritornare su loro pianeta di origine. Fu così, che la piccola Bulma si ritrovò a crescere fianco a fianco con degli alieni, o meglio dei sayan. Si, era quello il nome del popolo al quale appartenevano e col tempo aveva anche scoperto che in casa sua c'era niente di meno che il re in persona, con suo figlio, il principe Vegeta. L'altro uomo, Bardak, era la sua guardia personale, o almeno così credeva, ed era affiancato da suo figlio maggiore, Radish di cinque anni più grande di lei e dal figlio minore, Goku.
Col tempo aveva anche imparato a conoscerli. Goku era un bambino solare, a volte ingenuo, ma un ottimo amico. Su di lui si poteva sempre contare. Radish era simile al fratello, ma mai farlo arrabbiare. Trovava sempre il modo per farla pagare al malcapitato, poco importava chi fosse, ma meglio se si trattava di Goku. Ma con lei si era sempre dimostrato molto protettivo, quasi come se fosse sua sorella.
Vegeta...lui era completamente diverso dagli altri due compagni. Aveva l'aria perennemente imbronciata, taciturno e tendeva spesso ad isolarsi. Inoltre era tremendamente orgoglioso. Non si piegava davanti a niente e a nessuno, solo con suo padre era costretto a chinare il capo.
Voleva un gran bene a tutti e tre, facevano parte di lei.
Ma ora...ora stava odiando Radish con tutta se stessa. Aveva ragione ad essersi arrabbiato, ma non era il caso di scomodare il padri per una sciocchezza simile. Per di più, perché anche lei sapeva cosa spettasse ai due amici. I sayan non andavano per il sottile quando venivano trasgrediti degli ordini, neanche con i loro figli.
-Vedi di starmi lontano.- gli intimò passandogli a fianco.
Uscendo, guardò Goku e Vegeta. Il primo aveva lo sguardo terrorizzato e tremava leggermente. Il secondo...lui si stava dimostrando degno del suo titolo.
Immobile, impassibile, guardava dritto negli occhi il padre, senza farsi intimidire.
A prima vista. Lei lo conosceva meglio di chiunque altro, anche del re stesso. Lo fissò negli occhi e vide il timore in essi, ma mai, a qualunque costo, l'avrebbe dato a vedere.
Abbassò lo sguardo, sentendo un forte calore nel petto. Sentì la mano di Radish prendere la sua, invitandolo a seguirlo. Volse gli occhi verso il ragazzo e vide in lui la stessa paura che provava lei. Si era pentito di quel colpo di testa.
Mentre uscivano, entrambi speravano che la punizione che attendeva i due ragazzini non fosse troppo cruenta.
 
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albalau
view post Posted on 6/8/2012, 13:15




Capitolo 2


Erano ormai da quasi mezz'ora chiusi in cucina e nessuno dei due si decideva ad uscirne. Il primo, Radish, si sentiva in colpa per aver interpellato l'intervento paterno, ma che comunque sapeva essere necessario. La seconda, Bulma, terrorizzata dall'idea di veder feriti i suoi più cari amici. Anche se erano i rispettivi padri, era a conoscenza delle rigide regole che re Vegeta aveva imposto a tutti loro, ma per una marachella le sembrava esagerato.
Stava per chiedere a Radish se non era il caso di andare a vedere che succedeva, quando due figure, passando davanti alla porta della cucina, attirarono la sua attenzione.
Il Re, seguito da Bardak, la stavano oltrepassando. Fu il padre di Radish a fermarsi e a rivolgersi direttamente al figlio.
-Portali in camera.- gli ordinò, prima di sparire insieme al sovrano.
Senza attendere un minuto di più, si precipitarono nel salone, ma appena varcata la soglia, si bloccarono. Goku era steso a terra, visibilmente sofferente e faticava ad alzarsi. Vegeta era piegato sulle ginocchia, ma a differenza del più giovane, nessun lamento usciva dalla sua bocca.
Radish corse dal fratello, aiutandolo ad alzarsi.
-Mi spiace davvero Goku.- disse affranto.- Se solo avessi immaginato...-
-Non preoccuparti Radish, va tutto bene.- gli rispose, facendo apparire un accenno di sorriso sul volto.
Il maggiore fece un segno affermativo con la testa, per poi mettere a sedere il bambino sul divano. In seguito si volse per raggiungere il suo principe, ma questi lo gelò sul posto con uno sguardo. Lui non aveva bisogno di nessuno!
Lo vide alzarsi a fatica e drizzare la schiena.
Bulma, per tutto il tempo, non era riuscita ad emettere fiato. Provava un gran dolore nel vedere i suoi più cari amici feriti. Infatti le loro magliette erano lacerate sulla schiena e profonde ferite facevano capolino dai brandelli degli indumenti, imbrattando il tessuto di sangue. Ma perché erano stati così violenti? Cosa volevano dimostrare in quel modo?
Guardò vegeta, che in quel momento si era girato per uscire dalla stanza. Lo fissò negli occhi, cercando di trasmettergli il suo stato d'animo. Lui si fermò davanti a lei, non staccando le iridi nere da quelle cristalline della bambina. Non comprese il messaggio, anzi lo male interpretò. Pensava che lei stesse mostrando pietà per lui e questo non lo accettava. Nessuno provava quel sentimento per il principe dei sayan!
Distolse bruscamente lo sguardo, oltrepassandola, senza degnarla di una sola parola.
Bulma si sentì ferita da quell'atteggiamento. Sapeva, lo aveva visto. Vegeta aveva travisato il messaggio, completamente. Ma ora non c'era tempo per occuparsi del suo amico, aveva una faccenda più importante da portare a termine. Infatti, la rabbia si stava facendo strada in lei e niente sarebbe riuscita a trattenerla.
-Dove sono andati i vostri padri?- domandò con voce alterata a Goku.
-Penso da tuo padre, ma non ne sono sicuro.- gli rispose a fatica.
Senza aggiungere altro, si voltò, pronta a partire all'attacco. Radish, intuendo quello che aveva in mente, cercò di fermarla.
-Non fare sciocchezze Bulma. Saranno ancora alterati.-
La bambina voltò solo la testa.
-Pensi che me ne importi qualcosa? Tutto questo è dovuto solo a te.- gli rinfacciò con astio.
Il giovane abbassò il capo.
-Lo so pulce e me ne dispiace, davvero.-
-Allora se non sei disposto tu ad esporti per avere spiegazioni, lo farò io. A volte sei proprio un codardo, Radish.- lo rimproverò.
A quell'accusa, il ragazzo si alterò.
-No che non lo sono! Se questa è stata la punizione che li aspettava, io non posso farci nulla.-
-Potevi stare zitto e arrangiarti per i fatti tuoi!- accusò ancora la bambina.
Radish non rispose, sapeva che aveva ragione, ma non comprendeva che il loro gesto poteva rivelarsi fatale.
Non sentendo nessuna replica, Bulma uscì, diretta al laboratorio del padre.
Trovò i due sayan effettivamente li. Stavano discutendo col dottor Brief, genio fenomenale, su qualcosa che non riuscì ad afferrare, ma che poco le importava, al momento. Altre erano le sue priorità. Si piazzò davanti al Re, puntando le mani sui fianchi e sfidandolo con uno sguardo furente.
-Perché! Non era necessario quella violenza!- gridò.
Il sovrano, colpito e non poco dall'irruenza e ferocia dimostrata, non spiaccicò parola. Fu Bardak ad intervenire. Posò le sue grandi mani sulle spalle dell'esile bambina, costringendola dolcemente a voltarsi.
-Adesso calmati.- disse mostrandole un sorriso, così simile a quello del figlio.
Bulma non si fece abbindolare e si scostò violentemente.
-Ma hai visto in che condizioni li avete lasciati?-
-Dovevano essere puniti per la loro leggerezza.- questa volta su Re Vegeta a parlare.
Bulma sgranò gli occhi. Ma a che cosa stava dicendo? Fu sempre Bardak ad illuminarla.
-Ora siediti, che ti spiego a cosa si riferiva.- e la condusse verso una sedia poco distante.
La piccola non protestò, almeno in quel caso. Voleva, desiderava sapere il perché di quella ferocia.
-Ascoltami bene. La punizione che gli è stata inflitta non era dovuta allo scherzo a Radish. Avessero fatto solo quello, sarebbe stato lui a prenderle per averci scomodato.- confessò Bardak.
-E allora...perché...- chiese confusa.
-Hanno volato e questo poteva essere pericolo per tutti. Per la vostra incolumità e per la nostra.- vedeva che non aveva afferrato il messaggio e così si spiegò meglio.- Se qualcuno sapesse della nostra presenza, saremmo tutti in pericolo, tu e la tua famiglia per primi. E vedere due bambini volare è il modo migliore per farci scoprire.-
Bulma sgranò gli occhi. Ora aveva capito tutto. Ma non si arrese.
-Anche se poteva essere rischioso, non era necessario.- disse, abbassando però, il tono di voce e abbandonando la rabbia.
-Invece si.- s'intromise il Re.- Dovevano capire il pericolo corso fino in fondo.-
Bulma non replicò. Anche lei aveva compreso. Silenziosamente si alzò, allontanandosi in silenzio. Non sapeva che i due uomini la stavano osservando.
-Per lei è stato un duro colpo. Sai anche tu quanto sia affezionata a Vegeta e Goku e vederli così...deve averla scossa.- disse Bardak al suo signore.
-Già, ma così ha compreso meglio la situazione di tutti noi. E adesso torniamo al lavoro.- fu la risposta.
Il dottor Brief aveva assistito in silenzio a tutta la scena. Fino a quel momento, non aveva mai spiegato alla figlia quanto precaria potesse essere la permanenza dei sayan sulla Terra. Non era intervenuto quando Bardak lo aveva informato della punizione che attendeva i due bambini, era giusto che se la vedessero loro, solo non era prevedibile la reazione di Bulma. Era orgoglioso di come aveva affrontato i due sayan, senza farsi intimidire, per difendere i due amici. Ma era altrettanto fiero di lei per l'atteggiamento avuto dopo la spiegazione.
-Brief.- il sovrano lo richiamò, interrompendo le sue riflessioni.
-Cominciamo e speriamo bene.-

Ormai erano diversi minuti che era ferma davanti a quella porta chiusa. Sapeva che Radish si stava occupando di Goku, ma Vegeta non aveva voluto nessuno. Come prevedeva, era deciso a leccarsi le ferite da solo, ma non aveva fatto i conti con lei.
Timidamente bussò alla porta, ma, come si aspettava, non ricevette risposta. Allora abbassò la maniglia, respirò a fondo, ed entrò. Le tende erano state tirate, riducendo in penombra la stanza. Vagò con lo sguardo qualche istante, poi vide colui che stava cercando. Vegeta era sdraiato sul letto, prono. La maglietta, o quello che ne restava, era a terra, così che lei poté vedere chiaramente le ferite sulla sua schiena. Sussultò.
Erano profonde, molto profonde. Non avevano ancora smesso di sanguinare e lui non si era curato di fermare il liquido rosso che colava ai lati. Sapeva che lui l'aveva sentita entrare, ma ancora non accennava a parlare, per cui si sentì autorizzata ad avvicinarsi. Strinse la cassetta del pronto soccorso che teneva tra le braccia e, molto piano, si sedette sul bordo del letto.
-Vattene! Non ho bisogno di nessuno.- furono le prime parole che udì da lui.
Sospirò. Esattamente il comportamento che si aspettava.
-Allora, devo dedurre che riuscirai a medicarti da solo.- rispose ironica.
Sapeva che il modo migliore di affrontarlo era attaccarlo o prenderlo in giro.
-Ti ho detto di uscire!- urlò, sollevando il capo dal cuscino di scatto.
-Invece da qui non mi muovo. Almeno fino a che non avrò disinfettato quelle ferite.- insistette Bulma.
La guardò gelido. Lui non voleva la pietà di nessuno, men che meno della sua. Bulma intuì i suoi pensieri.
-La mia non è pietà. Anche se voi sayan guarite in fretta e siete immuni dalle malattie terrestri, le infezioni possono colpire chiunque. Voglio solo fare in modo che non succeda.- gli spiegò.
Vegeta sbuffò, ma alla fine si arrese.
-Fa come ti pare.-
Tornò con la testa sul cuscino, voltandola di lato e lei cominciò a passare la garza imbevuta di disinfettante sulla schiena del ragazzino. Vegeta sobbalzò leggermente, ma non emise un soffio. Bulma procedeva con lentezza e accuratezza.
-Ho parlato con tuo padre e con quello di Goku.- lo informò.
Il corpo di Vegeta si irrigidì per un attimo. Come aveva soltanto pensato di affrontare quei sayan da sola? Era solo un incosciente!
-Mi hanno spiegato.- disse, ignorando la rigidità dell'amico.
-Non avresti dovuto, non ti riguardava.- la rimproverò.
-Sarà...ma grazie a questo, ho capito molto di più su di voi.-
Il silenzio tornò nella stanza. Ormai Bulma aveva terminato il lavoro e così si alzò, pronta ad andarsene.
-Per un paio di giorni non sforzarti.- poi si corresse.- Ma che te lo dico a fare...Nemmeno se ti rompessi una gamba riusciresti a stare fermo.-
A quella puntualizzazione, Vegeta sorrise leggermente. Lo conosceva davvero bene, quella ragazzina. Bulma aveva già aperto la porta, quando giunse alle sue orecchie una parola che mai si sarebbe aspettata udire da lui. E il cuore fece una capriola nel suo petto.
-Grazie.-
Si voltò di scatto, incredula. Non la stava guardando, ma avvertiva che la tensione che aveva percepito fino a poco prima era svanita. Un ampio sorriso comparve sul suo viso.
-Di niente.- rispose dolcemente, lasciandolo solo a riposare.
Appena chiuse la porta, ci si appoggiò contro. Portò la mano al petto, socchiudendo gli occhi. Era la seconda volta in quel giorno che il suo cuore accelerava i battiti e ogni volta c'era di mezzo Vegeta.
Non capiva, che significava? Forse...si, gli voleva bene, ma ne voleva anche a Radish e Goku e con loro non succedeva una cosa simile. Scosse la testa, imputando il suo strano stato alla vicenda della mattina. Si, doveva essere così.
Ancora non lo sapeva, ma quel giorno, in lei, era sbocciato il primo germoglio di un sentimento che l'avrebbe, inesorabilmente, legata a lui.
 
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view post Posted on 7/8/2012, 07:02
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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La storia è interessante. Non mi intendo per nulla di cartoni della nuova generazione. L'ultimo che ho visto è stato Saylor Moon, quando avevo vent'anni. Per il resto, come penso tu abbia compreso dalle recensioni che sto scrivendo, riciclo il vecchio corso.
E' come una coperta di Linus.
Non pensavo che Dragon Ball si prestasse a racconti di questo taglio.
Mi piace. Hai strutturato bene i due capitoli: il ritmo episodico è sempre il mio preferito.
Aspetto di leggere il seguito, in modo da poter scrivere qualcosa di più articolato.
Grazie di averlo postato! :wub:
 
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albalau
view post Posted on 7/8/2012, 07:23




L'idea di scrivere su Dragon Ball mi è venuta dopo aver letto molte ff su Efp. E poi, ammetto che mi piace moltissimo! Infatti lo seguo ( non mi perdo una replica...) da quando avevo sei anni...
Solo che seguire la trama originale non è molto il mio forte, per cui spazio su altri lidi.
Sono contenta che i primi capitoli ti piacciano, speriamo anche gli altri.
Un bacio!
 
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albalau
view post Posted on 7/8/2012, 13:03




Capitolo 3

Il sole era già sorto da qualche ora, ma ancora non accennava ad alzarsi dal letto.
Ripensava ancora agli avvenimenti del giorno prima, sentendosi frastornata, ma non più tanto per quello accaduto ai due cari amici, ma a quello che aveva avvertito dopo l'incontro con Vegeta.
Ma da quando le faceva quell'effetto?
Erano cresciuti insieme, loro due e Goku, ne avevano combinate di tutti i colori, ma mai una volta si era sentita in quel modo. La sera precedente non si era soffermata più di tanto a pensarci, ma si sa, la notte a volte fa emergere pensieri che non si dovrebbero avere.
Si mise a sedere sul letto, ringraziando mentalmente che fosse domenica e che sua madre non le avrebbe rotto per andare a scuola.
Lentamente si avviò in bagno per lavarsi il viso, ma mentre fissava l'acqua, un ricordo improvviso si affacciò alla sua mente.

Erano allo stagno, lei con i tre alieni. Goku era stato sfidato dal fratello per vedere chi fosse il più forte tra i due e, riluttante, il più piccolo aveva accettato. Vegeta se ne stava in disparte, disteso sotto un albero. Bulma, invece, aveva preso posto vicino ai due combattenti. Non voleva perdersi nulla di quello scontro. E quando mai le sarebbe ricapitato!
Stavano lottando da qualche minuto, quando un colpo lanciato da Radish e schivato da Goku, si diresse verso di lei, ad una velocità impressionante. Poi un'esplosione, che bruciò una gran parte dell'erba del prato.
-Bulma!- gridò con angoscia Radish, mentre correva verso la macchia scura, seguito da un terrorizzato Goku.
Si guardarono intorno con affanno.
-No...no...Non può essere stata colpita...- la voce del più grande tremava.
-Si...hai ragione...deve essersi spostata...- fu la risposta del fratello, che era altrettanto terrorizzato.
Continuarono a vagare con lo sguardo per qualche altro attimo, quando una risata li costrinse a sollevare la testa.
-Siete veramente due incapaci. E io dovrei affidare la mia vita a voi?-
Vegeta li guardava divertito, ma con una sorta di rimprovero nella voce. Accidenti a loro, ma non potevano stare più attenti? Ancora poco e lei ci avrebbe rimesso la pelle!
Radish si preparò a ribattere, quando la leggera polvere dovuta al contatto della sua sfera di energia col terreno si dissolse, facendogli ingoiare tutto. E sospirare di sollievo.
Bulma era sana e salva, aggrappata al collo di Vegeta, che la teneva sospesa per aria. Il suo principe, si era subito accorto del pericolo da lei corso e l'aveva protetta.
La bambina, che non si era conto di nulla a parte il grande frastuono, alzò la testa, incrociando il viso dell'amico.
-Ma cosa...- chiese intontita.
-Ho appena salvato la tua pelle, mocciosa.- le rispose senza troppa grazia il principe.
Bulma si risentì molto di quell'appellativo e, incurante, o meglio, ignara del tutto di essere per aria, mollò il collo dell'amico, puntando i pugni sui fianchi.
-Come osi rivolgerti così a me! Razza di maleducato!- gridò in preda all'ira.- Altro che principe! Appena lo saprà tuo padre...- ma lui la interruppe.
-Ti conviene reggerti, se per caso non vuoi sfracellarti al suolo.-
Solo a quel punto guardò verso il basso, vedendosi sospesa e l'unico che le impediva di cadere era l'amico. Agì d'istinto. Ributtò le braccia al collo del suo salvatore, stringendolo forte.
-Ti prego, ti prego Vegeta! Non mi lasciare!- urlò terrorizzata.
Lei non lo vide, ma un leggero sorriso fece capolino sul viso del bambino.
-Tranquilla, non ti lascio.- sussurrò.

Tornò di colpo alla realtà. Quel giorno ancora non lo aveva capito, ma qualcosa, come la sera prima si era smosso in lei.
Scosse la testa da quei pensieri e si preparò per raggiungere la cucina per la colazione.
Scese le scale, nessun rumore proveniva dalla casa. Guardò sospettosa in giro, era davvero strano. Da quando quei sayan abitavano in casa sua, non c'era mai stato silenzio. Per un motivo o per l'altro, trovavano sempre il modo di discutere. Non tanto il Re e Bardak, ma i ragazzi si. Esplorò le varie stanze in cerca di qualche presenza, ma erano tutte vuote. Ma dove diamine erano tutti?
All'improvviso un rumore proveniente dall'esterno, le fece intuire che forse erano tutti li. Uscì in giardino e rimase a bocca aperta.
Una grande navicella faceva bella mostra di se e suo padre era indaffarato, sotto gli occhi dei due sayan più potenti, a rifinire nemmeno lei sapeva cosa.
-Buongiorno pulce!- la salutò Radish allegramente.
Lei gli lanciò un'occhiataccia, mica lo aveva ancora perdonato!
Radish se ne accorse e cercò di sanare quella piccola frattura.
-Dai, non vorrai tenermi il broncio ancora per molto. Per favore...- lo disse in maniera così buffa, che la piccola Brief scoppiò a ridere, con tanto di lacrime.
-Va bene, ma non farlo più, se ci tieni alla vita.- era stupido minacciarlo in quel modo, dato che con un solo dito avrebbe potuto far saltare l'intera città, ma a lei faceva piacere pensare di averli in pugno, o quasi...
Goku li raggiunse, ma subito Bulma notò qualcosa di strano nel suo atteggiamento.
-Come stai?- gli chiese, ma poi, visto che non le rispondeva, indagò di più.-Qualcosa non va, Goku?-
-Tra non molto lo saprai.- disse soltanto, prima di allontanarsi nuovamente e mettendosi al fianco di suo padre.
Lo guardò ancora per qualche minuto, aspettando almeno una replica da Radish, ma inutilmente. Vide anche il secondo amico allontanarsi e lasciarla sola.
Notò una cosa che prima le era sfuggita. Vegeta non c'era, come suo padre.
Che stavano combinando?
La voce della madre la risvegliò da quei pensieri. La raggiunse in cucina, vedendo...
Caspita! Che confusione!
Sua madre aveva praticamente svuotato tutto gli armadietti della cucina, senza contare il frigorifero e la dispensa.
-Scusa...ma che stai facendo?- le domandò perplessa.
-Semplice bambina! Preparo d mangiare!- rispose come se fosse la cosa più logica del mondo. E tu mi devi aiutare, per favore. Non credo di riuscire a finire in tempo.- le disse.
-Finire in tempo, per cosa?- indagò la figlia.
Ma la donna non le rispose, era tornata al suo lavoro. Completamente immersa.
Bulma scosse la testa, sconsolata. Sua madre, quando si buttava a capofitto in qualche cosa, perdeva la testa e non ascoltava più. Riluttante, si accinse ad aiutarla...
Passarono in quella maniera l'intera giornata e quasi la ragazza non si accorse che era sopraggiunta la sera. Lo fece, quando lo sguardo le cadde fuori dalla finestra e vide il cielo imbrunire.
-Mamma.- chiamò.
-Dimmi, tesoro mio.-
-Ma come mai non si è fatto vedere nessuno?- chiese, conscia dell'appetito fuori norma dei sayan.
-Avranno ancora da terminare i preparativi.- disse tranquillamente.
A quella risposta, le cadde il cucchiaio dalle mani.
-Che...che preparativi...- balbettò.
La donna giunse la mani sul petto, ed esclamò.
-Ma per la partenza!-
Bulma non riusciva a credere alle sue orecchie. Partenza? No, loro non potevano...
Lasciò di corsa la cucina e raggiunse il padre in giardino. Questa volta vide il Re al suo fianco, non Bardak.
-Ditemi che state combinando.- ordinò imperiosa.
I due si voltarono. Vedendola così agguerrita e confusa, compresero che la parte più dura della giornata era giunta.
Fu Re Vegeta a parlare.
Si diresse verso di lei, posando le sue grandi mani sulle gracili spalle della bambina.
-Ascolta Bulma.- cominciò.- L'altra sera, dopo diversi anni, siamo riusciti a captare un messaggio proveniente dal nostro pianeta, Vegeta-sei. Dalle informazioni giunte, non se la passano bene, non da quando hanno perso ogni mia traccia. Come ben sai, io sono il Re e il mio compito è quello di vigilare sia sul mio regno, che sui miei sudditi. Tuo padre ci aveva già informato di aver sistemato la nostra navicella, ma fino a quella comunicazione, non conoscevano le coordinate giuste per Vegeta. Ci dispiace molto, ma dobbiamo partire.- non sapeva in che altro modo dirglielo.
Conosceva molto bene il legame che la piccola di casa aveva instaurato con i tre sayan più giovani, come sapeva che questa notizia l'avrebbe ferita. Infatti, le lacrime cominciarono a fare capolino da quegli occhi così azzurri che da sempre l'avevano conquistato.
-Non...non...potete...andarvene...- balbettò.
Il Re, allora, abbandonò la sua regale posizione, inginocchiandosi davanti a lei e prendendole il viso tra le mani.
-Non è un addio. Torneremmo, te lo prometto.-
Bulma non rispose, gli gettò le braccia al collo, singhiozzando. Sapeva che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato, ma non credeva che sarebbe stato così doloroso.
La notte era calata. Più buia del solito, senza luna.
La famiglia Brief era tutta riunita davanti alla navicella. Bardak, con il suo Re, erano di fronte a loro.
-Grazie per tutto quello che avete fatto per noi.- disse il guerriero, chinando il capo.
-No, dovere. La vostra presenza è stata importante per noi. Spero sia stato lo stesso.- rispose il geniale scienziato.
-Voi ci avete dato molto, non lo dimenticheremmo.- fece Re Vegeta di rimando.
Si strinsero la mano, con vigore.
-Fate attenzione.- la voce, leggermente incrinata della sposa del dottore, si udiva appena.
-Si, mia signora.- Bardak si inchinò nuovamente e il Re sorrise appena.
Non pensavano di essere entrati così in profondità nelle loro vite, ma altrettanto aveva fatto quei terrestri. Gli erano riconoscenti e, se mai avessero avuto bisogno di aiuto, loro glielo avrebbero dato senza batter ciglio.
Bulma, che aveva già salutato i due sayan più adulti, si avvicinò ai suoi cari amici.
-E così ve ne andate.- disse con una disinvoltura che non possedeva.
-Almeno le finanze dei tuoi saranno al sicuro. Sai, con quello che mangiamo...-rispose Radish, cercando di sdrammatizzare.
Ma la bambina aveva sentito un'incrinatura nella voce, che non gli apparteneva. Era triste per lei, ma anche per loro.
D'istinto gli cinse il busto con le braccia, stringendolo.
-Mi mancherai, scimmione.- sussurrò.
Radish sorrise, ricambiando quella stretta.
-Anche tu, pulce.-
Poi toccò a Goku venire stretto dall'amica.
-Non dimenticarmi.- gli disse.
-Mai. Te lo giuro.-
Una volta allontanatasi dall'amico, Bulma cercò con lo sguardo Vegeta. Per tutto il giorno non l'aveva visto e avrebbe voluto parlargli prima della partenza. Ma non era in vista. Possibile che non volesse salutarla?
Re Vegeta, Bardak, Radish e Goku cominciarono a salire sulla navicella, quando Vegeta li raggiunse. Passò vicino ai Brief senza dire una parola, poi sorpassò Bulma. Ma lei non voleva lasciarlo andare via così.
-Vegeta!- gridò.
Il ragazzino si fermò, senza voltarsi.
-Che vuoi?- chiese con indifferenza.
Bulma non si fece intimidire da quel tono, ormai lo conosceva troppo bene. Questo suo modo di reagire, significava soltanto che anche a lui dispiaceva partire, come a lei del resto.
Lentamente si avvicinò a lui, portando le mani intorno al suo torace e accostando il petto alla sua schiena
-Mi mancherai.- disse piano, comportando un sussulto da parte dell'amico.
Vegeta si sentiva strano, come la sera prima. Come mai, la sua amica, solo adesso gli faceva quell'effetto? Il cuore che batteva veloce, un calore mai provato espandersi nel suo petto. Se avrebbe considerato quelle sensazioni come i terrestri, significava che le voleva bene. E forse...No forse. Lui teneva a lei, le voleva bene, ma mai lo avrebbe ammesso apertamente.
La sentì scostarsi da lui e girargli intorno. La vide togliersi una collanina, stringerla in pungo, prendere la sua mano e deporla nel palmo.
-Così ti ricorderai di me.- disse prima di dargli un lieve bacio sulla guancia e correre via.
Vegeta era scosso, che gli stava accadendo?
-Principe, stiamo per partire.- gli disse Radish, destandolo dal torpore che lo aveva avvolto.
Continuò ad avanzare, ma sentiva un peso sul cuore. Lasciarla, al contrario di quello che aveva sempre pensato, era la cosa più difficile che avesse fatto.
Il portellone si chiuse alle sue spalle. Lentamente prese posto a fianco di Goku, che lo guardava intensamente, quasi volesse leggere dentro di lui, capire il perché di quello sguardo quasi triste. Anche, se forse, il motivo lo conosceva.
L'amico vide che il suo principe stringeva qualcosa in mano, un qualcosa che lui si mise al collo, nascondendolo accuratamente sotto la sua tuta.
In quel momento comprese tutto e sorrise. Finalmente, anche il principe dei sayan, dimostrava di tenere a qualcuno. Infatti, fino a quel momento, Vegeta aveva fatto in modo di non mostrare i suoi sentimenti, anche se era poco più di un bambino. La sua posizione lo imponeva, il suo rango.
Non disse nulla, come gli altri. Vegeta-sei li attendeva, ma nei loro cuori speravano di far presto ritorno sulla Terra, da quella famiglia che era stata tanto importante per loro.
Bulma guardò la navicella decollare, la sua scia illuminare l'oscurità della notte e continuò ad osservare il cielo anche dopo la sua scomparsa.
Una parte di lei se ne era andata con loro, si augurava solo di poterli rivedere tutti.
In particolare, di rivederlo. Quel principe, tanto silenzioso e schivo, che però sentiva essere entrato nel suo cuore.


Capitolo 4

Un giovane donna, con passo leggermente affrettato, era entrata nella grande hall dell'azienda. Molti impegni la attendevano quel giorno, uno in particolare, però, la metteva in ansia. Aveva studiato ogni stratagemma possibile per annullare la clausola che il padre era stato obbligato a sottoscrivere, ma vani erano stati i suoi sforzi.
Si fermò per un istante, sospirando, per poi riprendere il cammino.
Entrò nell'ascensore che portava all'ultimo piano, ripassando mentalmente il discorso e le idee che si era preparata. Sperando che tutto andasse per il meglio.
Il campanello dell'ascensore che indicava che il piano era stato raggiunto, tintinnò e le porte si aprirono.
-Buongiorno, presidente.- la salutò una voce di donna.
Bulma alzò la testa, incrociando il volto sorridente, ma teso, della sua assistente.
-Buongiorno a te Chichi.-
Insieme si diressero nell'ufficio presidenziale. Una volta dentro, la giovane poté abbandonare la sua aria sicura.
-Non ce la faccio più!- esclamò sedendosi sulla poltrona dietro la scrivania.
-Lo so, ma fatti coraggio. Ancora un anno e dopo sarai libera.- cercò di consolarla Chichi.
-Mi chiedo ancora come abbia fatto mio padre a farsi incastrare in questo modo. Fortuna che è un genio!- non si dava ancora pace.
Chichi la guardò senza ribattere. Capiva perfettamente che cosa stesse passando e come si sentiva.
Bulma girò la sedia verso la vetrata e si perse a contemplare il panorama. Ripensò per l'ennesima volta alla sua situazione.
Due anni prima, quando lei era appena diciottenne, suo padre, il geniale dottor Brief, presidente dell'imponente Capsule Corporation, si era ammalato e il medico, dopo accurati controlli, gli aveva proibito ogni tipo di affaticamento, sia fisico che mentale.
Proprio in quel periodo, la società stava affrontando una delle più complicate fusioni e nessuno del suoi collaboratori era in grado di portare a termine l'affare. L'unica in grado di farlo, l'unica che conosceva perfettamente il modo d'agire giusto e che aveva l'intelligenza per farlo, era la figlia dello scienziato, Bulma. Solo che l'uomo non aveva considerato l'opposizione di alcuni membri influenti del consiglio di amministrazione. Consideravano la ragazza troppo giovane per prendere la carica di presidente di un'azienda tanto importante, ma il dottore, dopo estenuanti trattative che avevano minato molto seriamente la sua salute, era riuscito a convincerli. Ma aveva dovuto cedere su una clausola. L'operato della figlia sarebbe stato giudicato dal consiglio una volta al mese, almeno fino al raggiungimento dei ventun anni.
Così Bulma si era ritrovata presidente, almeno così sembrava. Infatti la ragazza aveva scoperto, dopo circa tre mesi dal suo insediamento, che gli oppositori alla sua carica, miravano a rilevare l'intera società, per farne quello che più desideravano. La sua fortuna, però, era che si trattava solo di quattro persone su dieci e fino a che lei si sarebbe dimostrata un buon presidente, non potevano agire apertamente. E lei non poteva accusarli di niente, non aveva prove.
-Mi stai ascoltando?- la voce della sua assistente interruppe quelle riflessioni.
-Si, Chichi. Scusami, ma oggi sono tesa.- le rispose.
-Lo capisco, ma fatti coraggio. Ormai manca poco e non dovrai più sostenere quest'esame.-
Bulma si alzò dalla poltrona, posando le mani sulla scrivania.
-C'è solo una cosa che non capisco. Una volta guarito, mio padre avrebbe potuto annullare questa clausola, ma non l'ha fatto.- era in preda hai dubbi ormai.
-Forse...non ha potuto?- ipotizzò Chichi.
-Già...mi chiedo solo come abbia potuto farsi fregare così.-
Il loro discorso venne interrotto da alcuni colpi alla porta.
-Avanti.- disse Bulma.
-Presidente, l'aspettano.- la informò la segretaria.
Una smorfia di disgusto apparve sul suo viso.
-Arrivo subito, Lunch.- rispose, avviandosi.

Finalmente la riunione era finita. Ore e ore di trattative, di trabocchetti celati, di falsi bilanci smascherati. Non ne poteva più! Ma fortunatamente per lei, tutto si era risolto e il consiglio, a maggioranza, si era complimentato per il suo operato.
Per il momento comandava ancora lei.
-Io vado a casa. Occupati tu, insieme a Lunch del resto. Se ci sono problemi, chiamami.- disse a Chichi uscendo dal suo ufficio.
-D'accordo. E vedi di riposare. Sai che con quelle serpi dobbiamo sempre stare all'erta.- le rispose.
-Lo so. E voi ricordate la festa di dopo domani a casa mia. Ci divertiremmo!- esclamò, cercando di risollevare il morale nero dovuto alla giornata.
-Contaci! Faremmo un pigiama party da urlo!- l'euforia di Lunch le fece sorridere.
Quella ragazza era stata una manna dal cielo. Il suo entusiasmo, la sua allegria avevano alleggerito, e non poco, il clima teso che si era instaurato in quell'edificio.
-Sono davvero fortunata ad avere un'assistente e una segretaria come voi.-

Finalmente era giunta a casa. Casa, dolce casa.
La prima cosa che fece entrando, fu togliersi le scarpe.
Dio, come detestava i tacchi!
Cioè, le piacevano, ma tenerli tutto il giorno e, dopo lo stress subito, anche i suoi piedi avevano bisogno di un po' di tregua.
Si diresse, senza controllare se ci fosse qualcuno in casa, nella sua stanza. Appena entrata, si spogliò e recò nel bagno adiacente e aprì l'acqua della doccia. Ecco cosa ci voleva per togliere di dosso la tensione accumulata.
Il getto d'acqua portò subito l'effetto desiderato. La tensione, pian piano scomparve, rilassandola completamente. Una volta terminata la doccia, andò nella stanza, si mise un paio di pantaloni della tuta e una maglia, non troppo aderente. Lasciò i capelli sciolti, permettendo alla leggera brezza di asciugarli, poi, una volta asciutti, si limitò solo a legarli in una bassa coda. Passando davanti allo specchio, però, si fermò. Una cornice, con una foto scattata molto tempo prima, faceva mostra di se. Ritraeva lei e i suoi più cari dopo una giornata trascorsa in campagna. Con le dita la sfiorò.
Radish, Goku, Vegeta. Quanto le mancavano!
Poi guardò la sua immagine e quella che rifletteva lo specchio. Era cambiata e molto.
I capelli le erano cresciuti, arrivando fin sotto le spalle, lunghezza che adesso le permetteva di legarli. Ma quello non era l'unico cambiamento, anche il suo corpo era mutato, inevitabilmente. Si chiese, per un momento, come fossero cambiati loro. Quei tre bambini alieni, che erano stati tanto importanti per lei e che, con dolore e tristezza, aveva visto partire dieci anni prima.
Sospirò.
Nonostante avesse promesso di tenersi in contatto, mai una volta li aveva sentiti. Una fitta si propagò nel suo petto. Stavano bene? E...li avrebbe mai rivisti?
Un altro sospiro.
Non doveva pensarci. Aveva superato a fatica la loro “scomparsa” e adesso non poteva ricaderci.
Uscì dalla stanza e si avviò in cucina, certa ormai di trovare la madre. Si sbagliava, era deserta. Con una leggera smorfia, si accinse ad aprire il frigo e prese una mela. Da quando il padre aveva avuto i suoi problemi di salute, avevano preso l'abitudine di scomparire e, con suo immenso disappunto, senza avvisare. Doveva essere una di quelle volte.
Addentando il frutto succoso, scese verso il laboratorio del padre. Da qualche giorno aveva cominciato a lavorare ad una nuova invenzione e voleva terminarla il prima possibile e sottoporla al giudizio paterno, una volta che l'uomo fosse rientrato.
Mentre passava davanti a quella che un tempo era stata la palestra dei sayan, avvertì dei rumori provenire dall'interno.
“Strano. Non dovrebbe esserci nessuno.” pensò.
Rimase per qualche attimo in attesa, ma i suoni ovattati, continuavano a giungere alle sue orecchie. Allarmata dall'idea che qualcuno si fosse intrufolato in casa, si accinse a controllare il codice di accesso alla camera speciale, ma con sorpresa, notò che non era stato manomesso.
No! Qualcosa non tornava di sicuro!
Velocemente digitò la password, sbloccando la porta. Senza pensarci troppo, entrò, non curandosi di quello che avrebbe trovato all'interno.
Un bagliore improvviso l'accecò, facendole completamente perdere il senso dell'orientamento e, di seguito, sentì solo un forte rumore.
-A quanto pare il vizio non lo perdi.- una voce giunse alle sue orecchie, costringendola ad aprire gli occhi che aveva precedentemente serrato.
-Ma cosa...- stava per chiedere, ma venne bloccata.
-Ho appena salvato la tua pelle, mocciosa.-
Bulma rimase pietrificata. Quelle parole, le stesse di quel giorno. Quella voce che non aveva dimenticato, anche se adesso era più profonda.
Alzò la testa di scatto, i suoi occhi si ritrovarono risucchiati in due iridi, scure come la notte, profonde come l'universo. E i propri si riempirono di lacrime.
-Non...non...siete...sei...tu...- balbettò.
-A quanto pare.- fu la risposta.
Un grido di gioia uscì dalle sue labbra e buttò le braccia al collo del suo “salvatore”, stringendolo come non faceva da tempo.
-Vegeta!-
Il principe rimase completamente spiazzato da quello slancio, che per poco non perse la presa della ragazza. Ma non era solo quello. Com'era cambiata in quegli anni!
Si, era normale che accadesse, ma non si aspettava in quel modo. Le sue forme premute sul suo corpo solido e muscoloso, aveva acceso in lui un qualcosa che non avvertiva da tempo. E ciò non gli piaceva, non doveva.
Si ricompose all'istante, doveva allontanarla, prima di commettere qualche sciocchezza.
-Ora basta, staccati.- disse stizzito.
La giovane, sentendo quel tono, si infastidì. Allentò le braccia, fissandolo infuriata.
-Ma come ti permetti a trattarmi così! Per dieci e dico, dieci anni non ti fai sentire e adesso mi riprendi, no, ti da fastidio che io sia felice?- portò le mani sui fianchi, pronta a dare battaglia.- Sei sempre il solito scontroso, indisponente che ricordavo. Altro che principe! Se ti da tanta noia, lasciami andare!-
Per poco Vegeta non scoppiò a ridere per quell'esternazione. No, si era sbagliato. Non era cambiata poi tanto.
-Tranquilla che era mia intenzione, ma se vuoi posso accelerare le cose. Ma ti avviso che ti farai male.-
Solo a quel punto Bulma si guardò intorno e, sopratutto, in basso. Sbiancò.
Si trovava e qualche metro di altezza e solo Vegeta le impediva di precipitare. D'improvviso ributtò le braccia al collo del ragazzo, stringendolo nuovamente, ma per la paura.
-Non lasciarmi, ti prego!- disse concitata.
Un flash attraversò la mente di Vegeta, ricordando una scena molto simile avvenuta quando erano bambini. Rispose allo stesso modo.
-Non ti lascio.- mormorò, ma lei, dato il terrore che aveva, non lo udì.
Scese piano, fino a che i loro piedi toccarono il pavimento. Bulma, sentendosi sicura, si allontanò da lui, ma non riuscì a dire nulla, che altre due persone catalizzarono la sua attenzione.
-Accidenti Bulma! Stai bene?-
Si voltò di scatto, sentendo la felicità inondarla per la seconda volta.
-Goku! Radish! Ci siete anche voi!-
Come aveva fatto con Vegeta, saltò al collo del più giovane, che ricambiò quella stretta con gioia.
-Sono contento di vederti!- esclamò Goku.
-Ehi! Guarda che ci sono anch'io!- si lamentò Radish.
Bulma si staccò dall'amico e corse incontro al fratello.
-Radish, che bello!-
-Già, pulce. Anche se non so se posso ancora chiamarti così.- le disse quando si separarono.
-Puoi chiamarmi come vuoi, capellone.- poi si ricordò.- A proposito, ma quando siete tornati?-
Fu Goku a rispondere, portandosi come al suo solito, la mano sulla testa.
-Siamo atterrati questa notte.-
La ragazza si accigliò.
-Stanotte? E quando pensavate di dirmelo?- sbottò contrariata.
-Dai, calmati adesso. Era nostra intenzione, ma tuo padre ci ha detto che oggi avresti avuto una giornata pesante e che era meglio che aspettassimo.- si giustificò Radish.
-Ma quante storie! Ci hai visto o no?- chiese Vegeta infastidito.
-Tu taci!- Bulma si voltò, puntando un dito minacciosamente verso il petto del sayan.- Non mi hai nemmeno salutata, anzi, pareva ti desse fastidio che fossi entrata.-
-La cosa che mi ha fatto perdere le staffe, è che tu ti cacci sempre nei guai. Se non mi fossi accorto della tua presenza, la sfera di Kaharot ti avrebbe uccisa! Tu non mi hai ringraziato, quindi smettila di fare la permalosa.- Vegeta cominciava ad arrabbiarsi sul serio.
Ma possibile che non capiva?
-Io faccio la permalosa? Ha parlato il solito egocentrico e orgoglioso principe! Sei tu quello che non ascolta mai nessuno e fa ti testa propria!- ribatté lei.
-Possibile che quei due non cambino mai?- domandò Radish al fratello che, in risposta, alzò le spalle rassegnato.
-Ora finitela. Sembrate due bambini di cinque anni.- qualcuno interruppe il loro battibecco.
I ragazzi si voltarono. Sulla porta si stagliavano due figure, uno era Bardak, l'altro Re Vegeta.
Avanzarono nella stanza, fino a fermarsi di fronte alla giovane.
-Ci siete tutti...- mormorò Bulma.
Poi si ricompose e chinò il capo.
-Bentornato, Re Vegeta. Bentornato, Bardak.-
Quell'atteggiamento serio e rispettoso, li colpì.
-Sei cambiata Bulma.- la elogiò il Re.
-Non poi tanto. Ricordi cosa facevano quando siamo entrati?- gli rammentò Bardak.
-Già...ma con noi si. Se ricordi tu, amico mio, dieci anni fa aveva ben poco rispetto per il mio rango.- disse Vegeta.
-Ma era una bambina.- rispose l'uomo.
-E molto impertinente.-
Bulma era strabiliata da quello scambio tra loro. Ma ce l'avevano tutti con lei? Decise di andarsene, altrimenti rischiava di mandare a quel paese anche il Re in persona.
Senza dir nulla, li oltrepassò, lasciando i presenti senza parole per il suo comportamento.
-Pulce, dove vai?- le domandò Radish.
-Lontano da qui, lontano da voi. Oppure, sayan, principi o re, vi mando al diavolo tutti quanti. E non vorrei offendere nessuno.- rispose, mentre la porta si richiudeva dietro di se.
-Sempre la solita.- dichiarò Vegeta.
-Credo che questa nostra permanenza si rivelerà molto più interessante dall'altra volta.- asserì Bardak, ammirando il comportamento di Bulma.
Non era davvero da tutti sfidarli in quella maniera.
-Hai ragione.- rispose con una nota di divertimento nella voce il Re.
Ma,poi, tornò serio.
-Comunque non dimentichiamo il motivo del nostro ritorno. La loro intera esistenza dipende da noi.-
 
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albalau
view post Posted on 8/8/2012, 12:13




Capitolo 5

Si era svegliata presto, quella mattina, e di buon umore. Come non accadeva da tempo.
La sera prima, dopo la piccola discussione avvenuta con i sayan, si era rinchiusa nella sua stanza, evitando di scendere per la cena. Era infuriata!
Come si permettevano di prenderla in giro, dopo tutto il tempo che avevano passato lontani? Lei era stata in ansia per loro!
Però...durante la notte aveva ripensato a tutti i bei momenti passati con quegli alieni e, si rese conto, di essere felice che fossero tornati. Poco importava il motivo.
Si alzò e si fece velocemente una doccia. Nonostante non ne avesse assolutamente voglia, doveva tornare ai suoi doveri di presidente. Una smorfia apparve sul suo viso. Le sue intenzione sarebbero state ben diverse, passare l'intera giornata con gli amici ritrovati. Ma non poteva.
Indossò un tailleur grigio perla, con la gonna che le arrivava fino al ginocchio e un leggero spacco dietro. La camicia bianca, abbottonata con cura, completava il tutto. Legò i capelli in un basso chignon, prese la giacca e scese in cucina per consumare il suo caffè quotidiano. Uno dei tanti.
Arrivata alla soglia, però, gli giunse alle orecchie un suono concitato di posate, segno tangibile che i sayan si erano già lanciati sulla succulenta colazione, che per certo, gli aveva preparato la padrona di casa.
Sorrise.
Per il tempo che erano stati ospitati nella sua casa, aveva odiato quel loro modo di fare, così confusamente chiassoso e, in un certo senso, animalesco. Ma dopo la loro partenza, tutto era tornato alla normalità e lei si era sentita, improvvisamente, privata di qualcosa. Solo che adesso...si, ora erano di nuovo da lei.
Entrò come nulla fosse, prese la sua tazza e vi versò dentro il liquido scuro che le serviva per affrontare la giornata.
Prese posto sullo sgabello accanto al bancone della cucina, accavallando le gambe e mettendosi a leggere il rapporto che avrebbe sottoposto all'attenzione del consiglio quella mattina. Non si era resa conto che il frastuono di poco prima era scomparso.
Tutti gli ospiti, Re e guardia personale compresi, si erano bloccati, una volta che aveva fatto la sua comparsa. Non avevano perso di vista ogni suo movimento, o meglio, ogni sua movenza. Si erano incantati ad ammirare l'ancheggiare dei suoi fianchi, messi in evidenza dalla gonna stretta, le sue gambe, che sembravano di seta, il suo comportamento composto e professionale, sicura di se.
In particolare Radish. Era rimasto colpito. Il giorno prima non aveva notato “certi” cambiamenti, che ora gli apparivano evidenti. Le sue forme erano sbocciate, donandole, anche se forse lei sembrava non accorgersene, una carica seducente che mai aveva visto in nessuna donna. Aliena o sayan.
Dopo qualche attimo, però, anche lei si accorse dello strano silenzio che avvolgeva la stanza. Alzò gli occhi dalle carte e voltò il capo.
Spalancò gli occhi per la sorpresa. Lo sguardo di tutti era fisso su di lei e apparivano...sorpresi? Affascinati?
-Qual...qualcosa non va?- chiese incredula.
Tutti riabbassarono il capo sul piatto, continuando a mangiare. Bulma, al contrario, continuava ad osservarli, non comprendendo ancora il loro comportamento. Poi, d'un tratto...
-AHHHH!- gridò, facendoli sobbalzare.- Non avete la coda!-
Per poco a Radish e Goku non andò di traverso il cornetto, Bardak sputò il contenuto della sua tazza, mentre il Re abbassò il capo. L'unico che non sembrava aver avuto alcuna reazione era Vegeta, ma a guardarlo bene...
-Ma quando è successo?- chiese ancora la ragazza.
-Diciamo...che è una storia lunga.- rispose Bardak.
Bulma aveva notato qualcosa di diverso dopo la sua domanda, sembravano tristi, ma anche arrabbiati. Doveva assolutamente capirne il motivo, ma era cosciente che con loro doveva andare per gradi. Girare intorno all'argomento e poi centrare il punto.
Si sistemò meglio sullo sgabello, fissandoli.
-Non mi avete ancora raccontato niente sul vostro pianeta. Come l'avete trovato? Non dovrebbe essere cambiato molto negli anni che siete stati qui. Siete...- venne bruscamente interrotta.
-Chiudi quella bocca!- esclamò furioso Vegeta, alzandosi in piedi di scatto.
La ragazza rimase basita. Non tanto per il tono duro con il quale gli aveva rivolto quelle parole, ma per quello che lesse nei suoi occhi.
Rabbia, frustrazione, dolore.
Il suo sguardo la trafiggeva, inchiodandola.
-Basta Vegeta!- lo riprese il padre, ma il ragazzo non lo ascoltò nemmeno.
In seguito si volse per uscire, non riusciva a restare in quella stanza. Ma prima parlò ancora.
-Non intrometterti in cose che non ti riguardano, donna.-
Bulma rimase a guardare la soglia dalla quale Vegeta se ne era andato, ancora incredula. Ma cosa gli stava accadendo e, sopratutto, cosa era successo per provocargli tanta sofferenza in quegli anni?
Stava per domandarlo ai sayan rimasti, quando la voce della madre giunse alle sue orecchie.
-Bulma, tesoro! È arrivato Yamcha!- cinguettò.
La ragazza si riscosse e, silenziosamente, raccolse le sue cose ed uscì a capo chino.
I presenti la guardarono. Erano in pena nel vederla in quelle condizioni. Vegeta aveva reagito nel modo in cui si aspettavano, solo che non doveva essere così duro con lei. In quel momento Goku decise che avrebbe parlato con il suo principe. Non doveva assolutamente trattarla così. Lanciò uno sguardo al fratello, che comprese. Fece un segno di assenso col capo, lo avrebbero fatto insieme. Ma poi, una certa curiosità li invase.
-Chi è Yamcha?- domandò Radish.
La signora Brief, giunse le mani sul petto, allargando ancora di più il suo solito sorriso.
-Oh, quel caro ragazzo!- esclamò con aria sognante.- Esce da qualche tempo con la mia bambina e sono quasi fidanzati. Manca solo l'annuncio ufficiale, ma credo che non tarderanno.-
Ecco un altro problema!
I quattro sayan si guardarono negli occhi simultaneamente. Chi lo avrebbe detto a Vegeta? E come sarebbero riusciti ad impedirgli di agire?
Le cose si complicavano sempre di più!

La mattinata era trascorsa tranquilla. Non aveva molto da fare quel giorno, capitava sempre così dopo ogni incontro con il consiglio d'amministrazione. Questo non l'aveva mai infastidita, anzi occupava quel tempo per dedicarsi a progetti personali, dato che non sempre ne aveva l'occasione.
Ma quel giorno...quel giorno proprio non ci riusciva. I suoi pensieri, le sue emozioni andavano continuamente a quella mattina e a Vegeta. Il suo comportamento, i suoi occhi...non riusciva a scacciarli, intristendola sempre di più. Ma che diavolo era successo su Vegeta-sei? Non riusciva a darsi una risposta, l'unica cosa che aveva compreso è che era qualcosa di terribile.
-Bulma, posso?- una voce gentile la riscosse.
Alzò la testa e vide Lunch fare capolino dalla porta.
-Si, dimmi.- le rispose, cercando di apparire naturale. Cosa ben difficile in quel momento.
-Volevo avvisarti che c'è Yamcha sulla due. Ti ho chiamata ma non mi hai risposto.-
Sospirò. Yamcha, il suo quasi fidanzato.
Non aveva voglia di sentirlo, ne vederlo. Quella mattina era riuscita a comportarsi come al solito, non doveva preoccuparlo, anche perché, sapeva, le avrebbe fatto un terzo grado da manuale, ed era meglio che non sapesse dei suoi ospiti.
Uscivano da quasi sei mesi. Si erano incontrati, per caso, ad una conferenza e subito avevano provato una forte simpatia l'uno per l'altra. In seguito, dopo varie uscite, il loro rapporto era divenuto sempre più profondo. Ora formavano la coppia più invidiata della città, se non della regione, ma il grande passo, che molti attendevano trepidanti, non era stato ancora fatto. Oh, se fosse stato per lui sarebbero sposati già da un paio di mesi, era lei a non volerlo. Non ancora per lo meno. Prima di tutto veniva il suo lavoro. Lo aveva spiegato a Yamcha e lui, sembrava, aver compreso.
-Però, promettimi che appena sarai libera da quella stupida clausola, mi dirai di si.- le disse, un giorno.
Lei non aveva risposto, limitandosi a sorridere. C'era qualcos'altro che le impediva di rendere felice il ragazzo, ma non si spiegava cos'era. O forse, lo sapeva, ma non voleva ammetterlo. Un speranza, racchiusa nel cuore fin da bambina. Solo una speranza, almeno fino al giorno prima. Fino al suo ritorno.
-Bulma?- la chiamò nuovamente la segretaria.
-Si, scusami Lunch. Digli...digli che sono occupata e che lo richiamerò.-
La segretaria la guardò attentamente. Non era la solita Bulma.
-Va...va tutto bene?- le chiese incerta.
Bulma si sforzò di sorridere.
-Si, tranquilla.-
Rimasta nuovamente sola, appoggiò la schiena alla poltrona, girandosi per ammirare il panorama. Lo faceva spesso, in particolare quando era triste o nervosa.
I suoi pensieri tornarono a Vegeta e un impeto di rabbia la colse, ripensando a come era stata trattata. Ma come si permetteva? Prima la insulta, poi l'aggredisce e infine le impone di farsi gli affari suoi? Ah, ma il caro principino ancora non aveva capito con chi aveva a che fare. Si alzò di scatto, nuovamente padrona di se e delle sue emozioni.
Non voleva parlare? Bene, ci avrebbe pensato lei.
Era orgoglioso e testardo? Lei lo era molto di più.

Vegeta continuava il suo allenamento senza sosta. Ci mancava solo quell'impicciona! Ma chi si credeva di essere? Come si permetteva di chiedere quelle cose?
Era vero anche che lei fosse allo scuro di tutto, ma comunque, non erano fatti suoi.
Senza contare...

Appena uscito dalla cucina, si era diretto nella sua stanza, la stessa di quando era bambino. Doveva sbollire la rabbia che si era nuovamente impossessata di lui. Succedeva ogni volta che qualcuno nominava il suo pianeta. Sentiva ancora quelle ferite, bruciavano sulla sua pelle come fossero state fresche. Andò alla finestra, cercando di calmare il suo spirito, fissando quel cielo azzurro, che anche di rado su Vegeta-sei si vedeva. Quando gli era mancato. Come i suoi occhi, i suoi capelli, dello stesso colore terso. Sentì il suo cuore rallentare i battiti e la calma tornare ad invadere il suo animo. Fino a che non abbassò lo sguardo.
Vide Bulma uscire e camminare verso un...un uomo? Concentrò l'attenzione su di loro, sui loro movimenti. Il giovane le sorrise e le circondò la vita con un braccio, attirandola verso di se. Vide le labbra dei due incontrarsi, il bacio approfondirsi. In seguito salirono in macchina e partirono. No, questo era troppo! Con un gesto dettato dalla rabbia, strappò la tenda. Come si permetteva quell'insulso terrestre! Lei era...lei era...
Non terminò il pensiero, dandosi dello stupido. Ma a lui che importava?

Scagliò un'altra sfera di energia, che colpì il muro.
-Lei non mi interessa. Non è niente, solo un'amica. Impicciona, ma solo questo!- gridò a voce alta.
-Io direi il contrario.-
Si voltò di scatto, trovando Goku ad osservarlo serio.
-Che cazzo vuoi Kaharot.- ringhiò.
-Sapere come stavi. È tutto il giorno che sei chiuso qua dentro.- rispose con semplicità, ma non muovendosi dalla sua posizione.
-Sto bene.- sibilò.
Goku non era per niente convinto. Guardò la stanza ed era completamente distrutta. Segno tangibile che il suo principe stava sfogando la sua frustrazione.
-Sarà...Comunque stai attento a non far saltare la casa.-
Vegeta si fermò all'istante, fulminandolo.
-So controllarmi meglio di te, terza classe.- sbottò.
Ecco, c'eravamo di nuovo. Quando Vegeta rimarcava la loro differenza, significava solo che era al limite dell'ira. L'unico modo per calmarlo, era sfidarlo.
-Questo non lo nego, ma che ne dici di un avversario, invece di menar le mani a vuoto?- propose, ben conscio che stava rischiando grosso.
Un ghigno apparve sul viso dell'altro. L'amico voleva prenderle? L'avrebbe accontentato.
-Ma poi non andare a piangere dal paparino se ti faccio troppo male.-

Non era ancora arrivato il tramonto, che Bulma era già a casa. Con una scusa aveva delegato i suoi pochi compiti a Chichi, dicendo che non si sentiva molto bene. L'assistente non aveva battuto ciglio, sapeva quanto stressata fosse l'amica, ma non dimenticò di rammentarle l'appuntamento del giorno seguente.
-Non preoccuparti. Vi ho promesso una festa coi fiocchi e così sarà.-
Solo che adesso...come faceva con quei tre? Del Re e di Bardak non doveva preoccuparsi, ma restavano sempre i ragazzi. Sventolò una mano sul viso per scacciare quei pensieri. Una cosa alla volta. Prima Vegeta, poi il resto.
Entrò nel salone di corsa, ma non vide nessuno, a parte Radish.
-Ciao piccola!- la salutò.
-Si, ciao. Dov'è Vegeta?- domandò concitata.
Radish si girò per guardarla meglio, inarcando un sopracciglio. Quell'aria battagliera la conosceva bene e significava solo guai. Per chi, era ancora da vedere. Sperava non per lei.
-Senti Bulma, forse è meglio che per oggi lo lasci stare.-
-Lo lascio stare un corno! Mi deve una spiegazione per come mi ha trattata!-
Ok, il problema era serio. Doveva convincerla a desistere.
-Ultimamente Vegeta è irascibile, ci farai l'abitudine.- cercò di sdrammatizzare.
-Radish, non attacca. Dov'è!- non demordeva.
Il ragazzo, a quel punto, sospirò. Anche a costo di farsi del male, sarebbe andata da lui.
-Si sta, per come dire, allenando con Goku.-
Appena ebbe finito la frase, Bulma sparì così velocemente come era arrivata. Radish alzò gli occhi al cielo.
-Speriamo vada tutto bene.-

-Allora, ne hai abbastanza?- chiese il principe al suo sottoposto.
Goku era inginocchiato a terra, con parecchie ferite che gli laceravano la tuta da combattimento. Ma nemmeno Vegeta era messo bene.
-Per oggi si.- rispose sorridendo.- Compimenti, devo dire che sei migliorato. Ho faticato a stare dietro ai tuoi movimenti.-
-Era logico.- si vantò.- Ma anche tu non sei male. Avessimo solo un posto più sicuro per sfogare la nostra intera potenza!-
-Potremmo chiederlo al dottore. Può darsi che riesca ad escogitare qualcosa.- propose Goku.
Vegeta lo guardò un istante, stupendosi per quell'idea improvvisa.
-Sai che non sei così tanto stupido?-
Si sorrisero. Finalmente Vegeta si sentiva rilassato e il merito era di Goku. Per quanto odiasse ammetterlo, quel ragazzo lo conosceva bene. O quasi. Si, perché nessuno era in grado di entrare con profondità in lui, non lo permetteva.
-Che diavolo state facendo!- quel grido li raggiunse facendoli voltare.
Bulma era sulla porta, con le mani sui fianchi e l'aria battagliera. Goku impallidì lievemente. Conosceva quell'espressione, quella foga, quella furia. Adesso erano davvero nei pasticci.
-Mi volevate far saltare la casa? Ma dico io, siete impazziti?-
Avanzò fino a fermarsi davanti a loro.
-Non farla tanto lunga. Non è successo niente.- drammatizzò Vegeta.
Bulma lo guardò con ira, gli occhi azzurri sembravano mandare fulmini. In seguito, puntò gli occhi su Goku.
-Vai a medicarti. Muoviti!-
Il ragazzo non se lo fece ripetere. Scattò fuori, lasciando il suo principe da solo con lei. Ma non era preoccupato per la sua incolumità. Vegeta non le avrebbe mai fatto del male e Bulma sapeva come difendersi da lui.
-Ora veniamo a noi.- gli disse risoluta.
Vegeta la fissava. Nessuna espressione traspariva, ne dal suo viso, ne dai suoi occhi.
-Che diavolo vuoi ancora.-
-Parlare.- disse semplicemente.
L'aveva capito appena vista. Voleva una spiegazione, voleva sapere. Ma lui non era dell'umore. Fece, invece, una cosa, spinto unicamente dalla voglia di farla tacere, dalla rabbia provata nel vederla tra le braccia di un altro, dal desiderio che lo divorava dal giorno prima e che non lo aveva fatto dormire la notte.
La prese per un polso, attirandola a se. Poi, le mise una mano tra i capelli, afferrandola con forza.
-Tu parli troppo.- le sussurrò roco, prima di impossessarsi delle sue labbra, coinvolgendola in un bacio infuocato.


Capitolo 6

Goku entrò nel salone, dove sapeva che avrebbe trovato il fratello. Stancamente si sedette sul divano, stando comunque attento a non sporcarlo, viste le sue condizioni non proprio perfette.
-Il principe te le ha suonate, eh!- constatò Radish.
Il ragazzo si portò una mano alla nuca, sorridendo.
-Ammetto che è molto migliorato. Se continua così, mi dovrò dar da fare per aumentare la mia forza, altrimenti rischio la pelle.-
-Così impari.- lo rimproverò.- Eravamo d'accordo di affrontarlo insieme, ma hai voluto fare di testa tua.-
-Sai anche tu che era meglio così. Anche se non sembra, so come prenderlo e non ribatto alle sue provocazioni, come fai tu.- gli rispose tranquillo.
Radish sbuffò, ma conscio che il fratello aveva ragione. Più di una volta lui e il principe erano venuti alle mani, perché non aveva saputo trattenersi dalle frecciatine che gli lanciava.
-Cambiando argomento...hai, per caso, incontrato Bulma?- chiese leggermente preoccupato.
-Incontrato? Praticamente mi ha spedito fuori dalla stanza degli allenamenti.- spiegò.- Non è cambiata per niente in questi anni. Sempre la solita despota.-
A quel punto, Radish scattò in piedi.
-L'hai lasciata sola con Vegeta? Ma sei impazzito, per caso!-
Goku lo guardò, senza scomporsi minimamente.
-Per quanto sia infuriato, cosa che non era più, non le farà mai niente.-
-Quanto è scemo mio fratello!- esclamò, passandosi una mano sugli occhi.-A parte che, forse, non ti rendi conto che parliamo di Vegeta.-
Goku inarcò un sopracciglio.
-Idiota! Sai perfettamente cosa prova lui per lei, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura. Sai, inoltre, quanto è orgoglioso...Ma dopo quello avvenuto stamattina?- lo delucidò.
-Come ti ho detto, non riuscirebbe mai a farle del male, nemmeno costretto.- ribatté deciso il minore.
-Conosci Bulma e, per quanto sia cresciuta, ha dato prova di non aver mutato il suo carattere, anzi.- ribadì Radish.-Senza contare che non le venga in mente la bella idea di dire che è fidanzata.-
-Quasi fidanzata.- lo corresse Goku.
-Quasi o è, non fa differenza. Come ben sai, Vegeta ormai è una bomba ad orologeria, dopo quello che è accaduto su Vegeta-sei e non aspetta altro che una provocazione, anche piccola, per esplodere.-
Goku rimase in silenzio, soppesando le parole di Radish. Sfortunatamente, si rese conto che aveva ragione. Vegeta, nel corso di quegli anni, era notevolmente cambiato.
All'inizio, ovvero appena sbarcati sul loro pianeta, non ci avevano fatto particolarmente caso. Il principe era stato separato da loro, per via della carica che ricopriva e loro, come terze classi, non erano degni di stare al suo fianco, a meno che richiesti dallo stesso.
I primi due anni erano trascorsi così, almeno in apparenza. Nessuno dei tre era riuscito a dimenticare quello che li aveva uniti sulla Terra e gli incontri, rigorosamente segreti, erano continuati.
Vegeta si lamentava spesso dei ferrei e rigidi protocolli di palazzo e spesso si domandava se a suo padre facevano veramente piacere quelle regole. Dal canto loro, Radish e Goku, si lamentavano delle scadenti condizioni di vita alle quali erano costretti. Vegeta si era informato e neanche a lui la cosa piaceva. I guerrieri sayan, aveva scoperto, erano suddivisi in base al loro livello combattivo.
Per primi, come logico, venivano i membri della famiglia reale, anche se non si disdegnavano alcuni combattenti inferiori che dimostravano capacità fuori dalla norma.
Per secondi venivano i soldati, con livello al di sotto dei reali, ma pur sempre molto forti da poter affrontare qualsiasi nemico e difendere la propria gente.
Infine arrivavano i guerrieri di terzo livello. E li spiccavano, con disappunto del principe e del loro Re, Goku e Radish, compreso Bardak.
Per molto tempo i due ragazzi si erano allenati, con l'aiuto dello stesso principe, per migliorare la loro condizione. In un periodo relativamente breve per i loro canoni, senza che nemmeno se ne accorgessero, il loro livello era aumentato a dismisura, fino a giungere a quello che avevano i soldati di secondo. A quel punto, con piacere, il Re in persona li aveva nominati guardia personale del principe e Bardak, che si era già contraddistinto molto nelle missioni affidate, suo consigliere. Ma la cosa a molti non era andata giù, anzi. Sopratutto a Napa, colui che doveva difendere personalmente il sovrano. Non accettava l'idea che il suo Re avesse preferito delle insulse terze classi, per quanto forti potevano essere. Era stato questo che l'aveva convinto ad allearsi con quegli esseri. Tanto potenti, tanto crudeli che...
-Ci sei ancora o sei precipitato nel tuo mondo- la domanda di Radish lo riscosse.
-Si, scusa. Stavo pensando.- rispose con voce grave.
Il fratello lo scrutò, comprendendo pienamente cosa avesse occupato la sua mente.
Sospirò, stancamente.
-Va bene, lasciamo stare. Ma adesso andiamo a vedere che non sia accaduto l'irreparabile.-
Goku annuì col capo, alzandosi dal divano.
Ma mentre stavano per uscire, Vegeta fece la sua comparsa. Entrò tranquillamente nel salone, senza prestare loro attenzione. In due, lo guardavano con ansia e preoccupazione. Dopo qualche minuto, Vegeta, stanco di quel continuo esame, si voltò dalla loro parte.
-Allora? Che volete?-
Radish si schiarì velocemente la voce. Doveva andare direttamente al punto? Guardò nuovamente il principe e comprese, dal suo sguardo duro, che non valeva la pena girarci attorno.
-Come...come è andata con...Bulma?-
Vegeta si voltò verso la porta finestra, guardando il giardino.
-Non le ho fatto niente, se ti preme saperlo.- dichiarò. Ma poi un sorriso, simile ad un ghigno, si affacciò sul suo volto.
E la cosa non piacque a nessuno dei due ragazzi.
-Vegeta...che è successo?- indagò, ma con precauzione Goku.
-Tranquilli. Per un po' non mi darà rogne.- dichiarò.
Il ragazzo stava per proseguire con un'altra domanda, sempre più in ansia per l'amica, quando dei rumori lo costrinsero a dissuadere dall'intento. Si accorse che provenivano dal giardino e andò verso la grande vetrata del salone per capirne la natura.
-Ma che stanno combinando?- chiese a Radish, dato che era quello rimasto più in casa e a contatto con loro in quelle ore.
-Bunny sta preparando una festa per il nostro ritorno. Ha in mente una grigliata di carne e non so che altro. Quella donna è veramente una forza della natura!- esclamò ridendo.
-Si, ma...come li ha conciati?!- rispose sconcertato.
Radish, non capendo a cosa si riferisse, lo affiancò. Per prima cosa rimase sorpreso di vedere negli occhi del fratello tanto stupore, senza contare la bocca spalancata. Poi anche lui spostò lo sguardo in giardino e...che gli venisse un colpo!
-Non...non...ci...credo...-
Se precedentemente le parole dell'amico non lo avevano minimamente interessato, l'atteggiamento del fratello catturò completamente l'attenzione di Vegeta.
-A cosa non credi.-
-Gu...guarda anche tu.- disse solo.
Vegeta seguì la direzione del dito di Radish e vide...
La bottiglia che aveva in mano cadde a terra, bagnando il pavimento e i suoi piedi.
Il giardino era stato allestito in grande stile. I tavoli decorati con tovaglie fiorite, festoni appesi ai rami degli alberi. I padroni di casa correvano da una parte all'altra per terminare il lavoro, l'uomo un po' più lentamente, ma la donna saltellava di tavolo in tavolo con un sorriso perennemente stampato in volto. Che fosse strana lo sapevano, ma in quella circostanza sembrava quasi impazzita!
Ma non era stato tanto quello ad stupirli, bensì i due addetti alla carne. Dietro alla griglia spiccavano, con tanto di grembiule rosa con delle farfalline stampate, Bardak e il Re Vegeta!
-Qui stiamo rasentando il ridicolo!- esclamò Vegeta, seguito dall'annuire degli altri due.
-Pensa se qualcuno lo sapesse.- disse Radish scuotendo il capo.
-Però dobbiamo ammettere che quella donna sa come convince chiunque. Ora capisco da chi ha preso Bulma.- constatò Goku.
I tre, dopo questa frase, continuarono a guardare all'esterno. Radish e Goku, ripresi, sorridevano, ma Vegeta rimaneva impassibile.
Bulma...Quando l'amico l'aveva nominata, aveva ripensato a quello che aveva fatto. Non doveva, ma non era riuscito a farne a meno. Inoltre si rese conto che ben presto lei avrebbe preteso una spiegazione, figuriamoci se si sarebbe arresa, e lui non sarebbe riuscito a tirarsi indietro.

Bulma era ancora impalata al centro della stanza. Non riusciva a crederci. Era...
Crollò in ginocchio, ripensando a quello che era appena accaduto...
Sentiva ancora Vegeta che premeva le labbra sulle sue, aveva avvertito l'istante in cui superava la sua barriera, facendo incontrare le loro lingue. In quel momento non aveva capito più nulla.
Avvertiva solo il suo calore, il suo sapore, ma anche la sua irruenza. Si, perché quello non era stato un bacio dolce, anzi, le aveva dato l'impressione che volesse conquistarla, dominarla. E lei aveva ceduto a quell'assalto, ricambiando, involontariamente, quel bacio.
Dopo istanti, che a lei erano sembrate ore, lui si era allontanato. I suoi occhi neri e immensi, erano puntati nei suoi. Sembrava scavarle fin dentro l'anima e le parole, che per un primo momento voleva dirgli, rimasero imprigionate.
Vegeta la lasciò andare, indietreggiando di un passo.
-Perché.- sussurrò solamente lei.
Il distacco, che in un primo momento si era dissolto, ricomparve nello sguardo e nell'atteggiamento del principe.
-Semplice. Tu non sei capace di tenere a freno la lingua, nemmeno se imposto. Questo mi sembrava il metodo migliore per ridurti al silenzio.- poi la guardò con soddisfazione.- E credo di esserci riuscito.-
Non ci credeva. Lui aveva fatto questo solo per...solo per...
Abbassò la testa, ferita. Era molto meglio quando le urlava contro, come quella mattina, che questo.
Non lo guardò, sentì solo che la stava oltrepassando. Poi la porta che si chiudeva alle sue spalle.
A terra, ora, poteva dar sfogo a quello che sentiva. Lacrime amare scesero sul suo volto. Come aveva potuto trattarla così! Non lo accettava, non da lui. Lui che...
Alzò la testa di scatto. Che pensieri faceva? Si, gli voleva bene, gliene aveva sempre voluto, ma quel che aveva fatto, come le parole rivolte, erano un insulto. Eppure...come avrebbe voluto risentire le sue labbra!
Scosse la testa. Via quei pensieri. Vegeta l'aveva insultata, denigrata con quell'atteggiamento e, cosa più importante, calpestato la loro amicizia.
Si rimise in piedi, decisa. Non gliela avrebbe fatta passare liscia, parola sua!
Mentre partiva verso l'uscita, un secondo pensiero la colse.
Yamcha!
Si bloccò, rendendosi conto di una cosa importantissima. In tutto quel tempo, non l'aveva mai pensato. Men che meno quando Vegeta la stava baciando.
No, no, no! Non andava niente bene!
Lei lo amava, certo che lo amava. O no? Scosse la testa, scacciando quei pensieri.
Si, lo amava di certo! E non meritava questi dubbi da parte sua, non per colpa di quel principe presuntuoso ed egoista, che credeva che bastasse così poco per metterla a tacere.
Vegeta voleva cominciare una guerra? Bene. Lei lo avrebbe accontentato, perché nessuno cerca ne di dominare, ne di zittire Bulma Brief! Poco importa di chi si tratta. E sarebbe riuscita anche a scoprire che cosa era accaduto sul loro pianeta per stravolgere in quella maniera il comportamento dell'amico. E Vegeta in persona lo avrebbe fatto. In un modo o nell'altro.
Uscì quasi correndo dalla stanza degli allenamenti, diretta nel salone, perché sapeva che li sicuramente l'avrebbe trovato, ma si ritrovò, all'improvviso, la madre davanti.
-Bulma, tesoro! Non sapevo fossi già a casa!- esclamò saltellando.
La ragazza sbatté le ciglia sorpresa e preoccupata. Quando sua madre si comportava così, voleva solo dire che stava combinando qualcosa.
-Si, mamma. Ma non pensare di incastrarmi in qualche cosa, che adesso ho da fare.- rispose, decisa a non farsi fregare.
Bunny, per niente intimorita da quell'atteggiamento, la prese sotto braccio.
-Ma tesoro mio, tu sei indispensabile!- cinguettò, come al solito.
Bulma inarcò un sopracciglio.
-Indispensabile per cosa?-
-Ma per la festa! Dobbiamo onorare i nostri ospiti!-
La figlia non fece tempo a ribattere, che si ritrovò trascinata da lei in giardino. E quello che vide...Ma come diamine ci era riuscita!
Non tanto per gli addobbi, era un'esperta, ma per la mansione affidata a Bardak e al Re. Poi con quei grembiuli!
Si avvicinò a loro di soppiatto, sbucando con la testa alle loro spalle.
-Ma sapete che vi donano?- gli chiese cercando di apparire più seria di quello che era in realtà.
I due sayan la fulminarono con lo sguardo, ma lei loro occhi, Bulma lesse un certo imbarazzo e mortificazione. Come aveva fatto la madre a convincerli! Mistero!
Meglio non rincarare la dose. Ci teneva ancora alla vita!
-Manca ancora molto?- domandò.
Il Re grugnì, mentre Bardak sbuffò.
-Ok, ok, ho capito. Me ne vado.- disse, notando il palese disagio di entrambi.
Lentamente indietreggiò, ma riuscì comunque a sentire le loro parole.
-Quella ragazza è sempre più impertinente.- sussurrò il sovrano.- Ma non capisce in che razza di situazione siamo? Io, sovrano di un grande pianeta, relegato al grado di cuoco.-
-Suvvia Vegeta. Se non ricordo male, tu stesso ti sei proposto di aiutare.- rispose Bardak, nel medesimo tono.
-Hai ragione, ma non pensavo a...questo.- ribatté, indicando la griglia e i grembiuli.- Odio il rosa!-
Bardak si trattenne dal ridere in faccia al suo sovrano. Come Bulma.
La ragazza abbandonò definitivamente la sua posizione, andandosi a sedere ai piedi di uno degli alberi che adornavano il giardino. Sua madre le aveva chiesto di aiutarla, ma a quanto pareva, tutto era sotto controllo. Sayan compresi.
Chiuse gli occhi, godendosi il fresco che il tramonto stava portando, almeno fino a che non avvertì una presenza al suo fianco. Si voltò, incrociando il viso sorridente di Goku.
-Ciao!- la salutò.- Posso?-
-Si, siediti pure. Anzi, sono contenta che tu sia qui.- rispose sorridendo all'amico.
Restarono in silenzio per qualche minuto, poi fu lei a rompere il silenzio.
-Scusa per prima.-
-Non preoccuparti. Sai, ho imparato che è meglio obbedire quando una certa furia arriva e di da degli ordini.- disse, per poi scoppiare a ridere.
La sua ilarità la contagiò, rasserenandola. Da tempo non rideva così di gusto.
-Hai avuto problemi con Vegeta?- chiese Goku, rammentando le parole del principe.
Ma subito si pentì di aver posto quella domanda. Il viso di Bulma si adombrò e un lampo di rabbia passò nei suoi occhi. Decise di cambiare immediatamente argomento.
-E come va? Tuo padre ci ha detto che hai preso il suo posto alla Capsule Corporation.-
Bulma sospirò. Altro argomento scottante, comprese Goku.
-Diciamo bene. Se non fosse per quella stupida clausola.- gli rispose.
-Quale clausola?- indagò il ragazzo.
A quel punto, Bulma gli spiegò tutto, sia dei problemi avuti dal padre, che del raggiro fatto e gli espose anche i suoi dubbi.
-Però fino a che il consiglio a maggioranza ti approva, non dovresti avere problemi.- constatò, dopo il discorso.
-Speriamo, anche se temo che abbiano in mente qualcosa di poco chiaro. Comunque continuerò a tenerli sotto controllo. Non si sa mai- gli rispose.
-E se avessi bisogno di una mano...conta su di me.- affermò allegro.
-Allora sono in una botte di ferro! Chi oserebbe mai intralciare dei sayan?-
-Nessuno!- esclamò, scoppiando entrambi in una sonora risata.
Il buon umore creato dai due ragazzi, inspiegabilmente rallegrò tutti. Radish raggiunse il fratello, incuriosito, visto che era appena arrivato.
-Allora vedo che vi state divertendo.-
-Già, scimmione.- disse Bulma tra le lacrime.
-Ehi pulce! Quando la smetterai di chiamarmi così?- chiese fintamente oltraggiato.
-Mai!-
Radihs sorrise. Odiava quell'appellativo, nessuno doveva permettersi. Nessuno, a parte lei.
Una figura fece la sua apparizione, spegnendo in un attimo l'allegria di Bulma.
Vegeta avanzava con passo deciso, senza degnare nessuno di uno sguardo. La ragazza lo seguì con gli occhi, stringendo i pugni e trattenendosi dall'andare da lui. I due fratelli lo notarono e intervennero. Meglio evitare una litigata davanti al sovrano.
-Lascialo stare, almeno per qualche giorno. Deve nuovamente ambientarsi a questo pianeta e per lui non è facile.- le disse Radish.
-Posso farvi una domanda?- attese che annuissero.-Perché è diventato così ostile con tutto e tutti?-
Goku e Radish si guardarono, indecisi se rivelarle la verità o meno. Fu Bardak a risponderle, inserendosi nel discorso.
L'attenzione dell'uomo, appena Vegeta aveva varcato la soglia del giardino, si era concentrata su Bulma e sul suo atteggiamento. Subito aveva capito che era accaduto qualcosa tra i due, lei non riusciva a mascherare i suoi sentimenti come loro.
-Dovrai chiederlo a lui.-
Bulma si voltò, incrociando lo sguardo serio del sayan.
-Ma se non apre bocca, anzi. Lo fa solo per attaccare.- rispose, ricordando perfettamente cosa era accaduto solo pochi minuti prima.
-Ascolta Bulma. Sono successe molte cose in questi anni, avvenimenti che hanno mutato radicalmente il modo di essere del principe, ma nessuno di noi ha il permesso di parlare. Per cui non insistere con i miei figli.- poi si inginocchiò al suo fianco.- Dagli tempo. Se il vostro legame è ancora così forte, vedrai che sarà lui stesso ad aprirsi. Nessuno l'ha mai capito e compreso come te.- finì sorridendo.
Bulma tornò con gli occhi sull'amico. E va bene, avrebbe ascoltato Bardak e sarebbe rimasta in attesa di quel momento. Con la speranza che arrivasse presto.
 
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Kristal Campanile
view post Posted on 24/2/2015, 18:17




ma farai un nuovo capitolo o è finita? ti prego dimmi di si :D
 
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6 replies since 6/8/2012, 09:59   699 views
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