| Capitolo 5
Si era svegliata presto, quella mattina, e di buon umore. Come non accadeva da tempo. La sera prima, dopo la piccola discussione avvenuta con i sayan, si era rinchiusa nella sua stanza, evitando di scendere per la cena. Era infuriata! Come si permettevano di prenderla in giro, dopo tutto il tempo che avevano passato lontani? Lei era stata in ansia per loro! Però...durante la notte aveva ripensato a tutti i bei momenti passati con quegli alieni e, si rese conto, di essere felice che fossero tornati. Poco importava il motivo. Si alzò e si fece velocemente una doccia. Nonostante non ne avesse assolutamente voglia, doveva tornare ai suoi doveri di presidente. Una smorfia apparve sul suo viso. Le sue intenzione sarebbero state ben diverse, passare l'intera giornata con gli amici ritrovati. Ma non poteva. Indossò un tailleur grigio perla, con la gonna che le arrivava fino al ginocchio e un leggero spacco dietro. La camicia bianca, abbottonata con cura, completava il tutto. Legò i capelli in un basso chignon, prese la giacca e scese in cucina per consumare il suo caffè quotidiano. Uno dei tanti. Arrivata alla soglia, però, gli giunse alle orecchie un suono concitato di posate, segno tangibile che i sayan si erano già lanciati sulla succulenta colazione, che per certo, gli aveva preparato la padrona di casa. Sorrise. Per il tempo che erano stati ospitati nella sua casa, aveva odiato quel loro modo di fare, così confusamente chiassoso e, in un certo senso, animalesco. Ma dopo la loro partenza, tutto era tornato alla normalità e lei si era sentita, improvvisamente, privata di qualcosa. Solo che adesso...si, ora erano di nuovo da lei. Entrò come nulla fosse, prese la sua tazza e vi versò dentro il liquido scuro che le serviva per affrontare la giornata. Prese posto sullo sgabello accanto al bancone della cucina, accavallando le gambe e mettendosi a leggere il rapporto che avrebbe sottoposto all'attenzione del consiglio quella mattina. Non si era resa conto che il frastuono di poco prima era scomparso. Tutti gli ospiti, Re e guardia personale compresi, si erano bloccati, una volta che aveva fatto la sua comparsa. Non avevano perso di vista ogni suo movimento, o meglio, ogni sua movenza. Si erano incantati ad ammirare l'ancheggiare dei suoi fianchi, messi in evidenza dalla gonna stretta, le sue gambe, che sembravano di seta, il suo comportamento composto e professionale, sicura di se. In particolare Radish. Era rimasto colpito. Il giorno prima non aveva notato “certi” cambiamenti, che ora gli apparivano evidenti. Le sue forme erano sbocciate, donandole, anche se forse lei sembrava non accorgersene, una carica seducente che mai aveva visto in nessuna donna. Aliena o sayan. Dopo qualche attimo, però, anche lei si accorse dello strano silenzio che avvolgeva la stanza. Alzò gli occhi dalle carte e voltò il capo. Spalancò gli occhi per la sorpresa. Lo sguardo di tutti era fisso su di lei e apparivano...sorpresi? Affascinati? -Qual...qualcosa non va?- chiese incredula. Tutti riabbassarono il capo sul piatto, continuando a mangiare. Bulma, al contrario, continuava ad osservarli, non comprendendo ancora il loro comportamento. Poi, d'un tratto... -AHHHH!- gridò, facendoli sobbalzare.- Non avete la coda!- Per poco a Radish e Goku non andò di traverso il cornetto, Bardak sputò il contenuto della sua tazza, mentre il Re abbassò il capo. L'unico che non sembrava aver avuto alcuna reazione era Vegeta, ma a guardarlo bene... -Ma quando è successo?- chiese ancora la ragazza. -Diciamo...che è una storia lunga.- rispose Bardak. Bulma aveva notato qualcosa di diverso dopo la sua domanda, sembravano tristi, ma anche arrabbiati. Doveva assolutamente capirne il motivo, ma era cosciente che con loro doveva andare per gradi. Girare intorno all'argomento e poi centrare il punto. Si sistemò meglio sullo sgabello, fissandoli. -Non mi avete ancora raccontato niente sul vostro pianeta. Come l'avete trovato? Non dovrebbe essere cambiato molto negli anni che siete stati qui. Siete...- venne bruscamente interrotta. -Chiudi quella bocca!- esclamò furioso Vegeta, alzandosi in piedi di scatto. La ragazza rimase basita. Non tanto per il tono duro con il quale gli aveva rivolto quelle parole, ma per quello che lesse nei suoi occhi. Rabbia, frustrazione, dolore. Il suo sguardo la trafiggeva, inchiodandola. -Basta Vegeta!- lo riprese il padre, ma il ragazzo non lo ascoltò nemmeno. In seguito si volse per uscire, non riusciva a restare in quella stanza. Ma prima parlò ancora. -Non intrometterti in cose che non ti riguardano, donna.- Bulma rimase a guardare la soglia dalla quale Vegeta se ne era andato, ancora incredula. Ma cosa gli stava accadendo e, sopratutto, cosa era successo per provocargli tanta sofferenza in quegli anni? Stava per domandarlo ai sayan rimasti, quando la voce della madre giunse alle sue orecchie. -Bulma, tesoro! È arrivato Yamcha!- cinguettò. La ragazza si riscosse e, silenziosamente, raccolse le sue cose ed uscì a capo chino. I presenti la guardarono. Erano in pena nel vederla in quelle condizioni. Vegeta aveva reagito nel modo in cui si aspettavano, solo che non doveva essere così duro con lei. In quel momento Goku decise che avrebbe parlato con il suo principe. Non doveva assolutamente trattarla così. Lanciò uno sguardo al fratello, che comprese. Fece un segno di assenso col capo, lo avrebbero fatto insieme. Ma poi, una certa curiosità li invase. -Chi è Yamcha?- domandò Radish. La signora Brief, giunse le mani sul petto, allargando ancora di più il suo solito sorriso. -Oh, quel caro ragazzo!- esclamò con aria sognante.- Esce da qualche tempo con la mia bambina e sono quasi fidanzati. Manca solo l'annuncio ufficiale, ma credo che non tarderanno.- Ecco un altro problema! I quattro sayan si guardarono negli occhi simultaneamente. Chi lo avrebbe detto a Vegeta? E come sarebbero riusciti ad impedirgli di agire? Le cose si complicavano sempre di più!
La mattinata era trascorsa tranquilla. Non aveva molto da fare quel giorno, capitava sempre così dopo ogni incontro con il consiglio d'amministrazione. Questo non l'aveva mai infastidita, anzi occupava quel tempo per dedicarsi a progetti personali, dato che non sempre ne aveva l'occasione. Ma quel giorno...quel giorno proprio non ci riusciva. I suoi pensieri, le sue emozioni andavano continuamente a quella mattina e a Vegeta. Il suo comportamento, i suoi occhi...non riusciva a scacciarli, intristendola sempre di più. Ma che diavolo era successo su Vegeta-sei? Non riusciva a darsi una risposta, l'unica cosa che aveva compreso è che era qualcosa di terribile. -Bulma, posso?- una voce gentile la riscosse. Alzò la testa e vide Lunch fare capolino dalla porta. -Si, dimmi.- le rispose, cercando di apparire naturale. Cosa ben difficile in quel momento. -Volevo avvisarti che c'è Yamcha sulla due. Ti ho chiamata ma non mi hai risposto.- Sospirò. Yamcha, il suo quasi fidanzato. Non aveva voglia di sentirlo, ne vederlo. Quella mattina era riuscita a comportarsi come al solito, non doveva preoccuparlo, anche perché, sapeva, le avrebbe fatto un terzo grado da manuale, ed era meglio che non sapesse dei suoi ospiti. Uscivano da quasi sei mesi. Si erano incontrati, per caso, ad una conferenza e subito avevano provato una forte simpatia l'uno per l'altra. In seguito, dopo varie uscite, il loro rapporto era divenuto sempre più profondo. Ora formavano la coppia più invidiata della città, se non della regione, ma il grande passo, che molti attendevano trepidanti, non era stato ancora fatto. Oh, se fosse stato per lui sarebbero sposati già da un paio di mesi, era lei a non volerlo. Non ancora per lo meno. Prima di tutto veniva il suo lavoro. Lo aveva spiegato a Yamcha e lui, sembrava, aver compreso. -Però, promettimi che appena sarai libera da quella stupida clausola, mi dirai di si.- le disse, un giorno. Lei non aveva risposto, limitandosi a sorridere. C'era qualcos'altro che le impediva di rendere felice il ragazzo, ma non si spiegava cos'era. O forse, lo sapeva, ma non voleva ammetterlo. Un speranza, racchiusa nel cuore fin da bambina. Solo una speranza, almeno fino al giorno prima. Fino al suo ritorno. -Bulma?- la chiamò nuovamente la segretaria. -Si, scusami Lunch. Digli...digli che sono occupata e che lo richiamerò.- La segretaria la guardò attentamente. Non era la solita Bulma. -Va...va tutto bene?- le chiese incerta. Bulma si sforzò di sorridere. -Si, tranquilla.- Rimasta nuovamente sola, appoggiò la schiena alla poltrona, girandosi per ammirare il panorama. Lo faceva spesso, in particolare quando era triste o nervosa. I suoi pensieri tornarono a Vegeta e un impeto di rabbia la colse, ripensando a come era stata trattata. Ma come si permetteva? Prima la insulta, poi l'aggredisce e infine le impone di farsi gli affari suoi? Ah, ma il caro principino ancora non aveva capito con chi aveva a che fare. Si alzò di scatto, nuovamente padrona di se e delle sue emozioni. Non voleva parlare? Bene, ci avrebbe pensato lei. Era orgoglioso e testardo? Lei lo era molto di più.
Vegeta continuava il suo allenamento senza sosta. Ci mancava solo quell'impicciona! Ma chi si credeva di essere? Come si permetteva di chiedere quelle cose? Era vero anche che lei fosse allo scuro di tutto, ma comunque, non erano fatti suoi. Senza contare...
Appena uscito dalla cucina, si era diretto nella sua stanza, la stessa di quando era bambino. Doveva sbollire la rabbia che si era nuovamente impossessata di lui. Succedeva ogni volta che qualcuno nominava il suo pianeta. Sentiva ancora quelle ferite, bruciavano sulla sua pelle come fossero state fresche. Andò alla finestra, cercando di calmare il suo spirito, fissando quel cielo azzurro, che anche di rado su Vegeta-sei si vedeva. Quando gli era mancato. Come i suoi occhi, i suoi capelli, dello stesso colore terso. Sentì il suo cuore rallentare i battiti e la calma tornare ad invadere il suo animo. Fino a che non abbassò lo sguardo. Vide Bulma uscire e camminare verso un...un uomo? Concentrò l'attenzione su di loro, sui loro movimenti. Il giovane le sorrise e le circondò la vita con un braccio, attirandola verso di se. Vide le labbra dei due incontrarsi, il bacio approfondirsi. In seguito salirono in macchina e partirono. No, questo era troppo! Con un gesto dettato dalla rabbia, strappò la tenda. Come si permetteva quell'insulso terrestre! Lei era...lei era... Non terminò il pensiero, dandosi dello stupido. Ma a lui che importava?
Scagliò un'altra sfera di energia, che colpì il muro. -Lei non mi interessa. Non è niente, solo un'amica. Impicciona, ma solo questo!- gridò a voce alta. -Io direi il contrario.- Si voltò di scatto, trovando Goku ad osservarlo serio. -Che cazzo vuoi Kaharot.- ringhiò. -Sapere come stavi. È tutto il giorno che sei chiuso qua dentro.- rispose con semplicità, ma non muovendosi dalla sua posizione. -Sto bene.- sibilò. Goku non era per niente convinto. Guardò la stanza ed era completamente distrutta. Segno tangibile che il suo principe stava sfogando la sua frustrazione. -Sarà...Comunque stai attento a non far saltare la casa.- Vegeta si fermò all'istante, fulminandolo. -So controllarmi meglio di te, terza classe.- sbottò. Ecco, c'eravamo di nuovo. Quando Vegeta rimarcava la loro differenza, significava solo che era al limite dell'ira. L'unico modo per calmarlo, era sfidarlo. -Questo non lo nego, ma che ne dici di un avversario, invece di menar le mani a vuoto?- propose, ben conscio che stava rischiando grosso. Un ghigno apparve sul viso dell'altro. L'amico voleva prenderle? L'avrebbe accontentato. -Ma poi non andare a piangere dal paparino se ti faccio troppo male.-
Non era ancora arrivato il tramonto, che Bulma era già a casa. Con una scusa aveva delegato i suoi pochi compiti a Chichi, dicendo che non si sentiva molto bene. L'assistente non aveva battuto ciglio, sapeva quanto stressata fosse l'amica, ma non dimenticò di rammentarle l'appuntamento del giorno seguente. -Non preoccuparti. Vi ho promesso una festa coi fiocchi e così sarà.- Solo che adesso...come faceva con quei tre? Del Re e di Bardak non doveva preoccuparsi, ma restavano sempre i ragazzi. Sventolò una mano sul viso per scacciare quei pensieri. Una cosa alla volta. Prima Vegeta, poi il resto. Entrò nel salone di corsa, ma non vide nessuno, a parte Radish. -Ciao piccola!- la salutò. -Si, ciao. Dov'è Vegeta?- domandò concitata. Radish si girò per guardarla meglio, inarcando un sopracciglio. Quell'aria battagliera la conosceva bene e significava solo guai. Per chi, era ancora da vedere. Sperava non per lei. -Senti Bulma, forse è meglio che per oggi lo lasci stare.- -Lo lascio stare un corno! Mi deve una spiegazione per come mi ha trattata!- Ok, il problema era serio. Doveva convincerla a desistere. -Ultimamente Vegeta è irascibile, ci farai l'abitudine.- cercò di sdrammatizzare. -Radish, non attacca. Dov'è!- non demordeva. Il ragazzo, a quel punto, sospirò. Anche a costo di farsi del male, sarebbe andata da lui. -Si sta, per come dire, allenando con Goku.- Appena ebbe finito la frase, Bulma sparì così velocemente come era arrivata. Radish alzò gli occhi al cielo. -Speriamo vada tutto bene.-
-Allora, ne hai abbastanza?- chiese il principe al suo sottoposto. Goku era inginocchiato a terra, con parecchie ferite che gli laceravano la tuta da combattimento. Ma nemmeno Vegeta era messo bene. -Per oggi si.- rispose sorridendo.- Compimenti, devo dire che sei migliorato. Ho faticato a stare dietro ai tuoi movimenti.- -Era logico.- si vantò.- Ma anche tu non sei male. Avessimo solo un posto più sicuro per sfogare la nostra intera potenza!- -Potremmo chiederlo al dottore. Può darsi che riesca ad escogitare qualcosa.- propose Goku. Vegeta lo guardò un istante, stupendosi per quell'idea improvvisa. -Sai che non sei così tanto stupido?- Si sorrisero. Finalmente Vegeta si sentiva rilassato e il merito era di Goku. Per quanto odiasse ammetterlo, quel ragazzo lo conosceva bene. O quasi. Si, perché nessuno era in grado di entrare con profondità in lui, non lo permetteva. -Che diavolo state facendo!- quel grido li raggiunse facendoli voltare. Bulma era sulla porta, con le mani sui fianchi e l'aria battagliera. Goku impallidì lievemente. Conosceva quell'espressione, quella foga, quella furia. Adesso erano davvero nei pasticci. -Mi volevate far saltare la casa? Ma dico io, siete impazziti?- Avanzò fino a fermarsi davanti a loro. -Non farla tanto lunga. Non è successo niente.- drammatizzò Vegeta. Bulma lo guardò con ira, gli occhi azzurri sembravano mandare fulmini. In seguito, puntò gli occhi su Goku. -Vai a medicarti. Muoviti!- Il ragazzo non se lo fece ripetere. Scattò fuori, lasciando il suo principe da solo con lei. Ma non era preoccupato per la sua incolumità. Vegeta non le avrebbe mai fatto del male e Bulma sapeva come difendersi da lui. -Ora veniamo a noi.- gli disse risoluta. Vegeta la fissava. Nessuna espressione traspariva, ne dal suo viso, ne dai suoi occhi. -Che diavolo vuoi ancora.- -Parlare.- disse semplicemente. L'aveva capito appena vista. Voleva una spiegazione, voleva sapere. Ma lui non era dell'umore. Fece, invece, una cosa, spinto unicamente dalla voglia di farla tacere, dalla rabbia provata nel vederla tra le braccia di un altro, dal desiderio che lo divorava dal giorno prima e che non lo aveva fatto dormire la notte. La prese per un polso, attirandola a se. Poi, le mise una mano tra i capelli, afferrandola con forza. -Tu parli troppo.- le sussurrò roco, prima di impossessarsi delle sue labbra, coinvolgendola in un bacio infuocato.
Capitolo 6
Goku entrò nel salone, dove sapeva che avrebbe trovato il fratello. Stancamente si sedette sul divano, stando comunque attento a non sporcarlo, viste le sue condizioni non proprio perfette. -Il principe te le ha suonate, eh!- constatò Radish. Il ragazzo si portò una mano alla nuca, sorridendo. -Ammetto che è molto migliorato. Se continua così, mi dovrò dar da fare per aumentare la mia forza, altrimenti rischio la pelle.- -Così impari.- lo rimproverò.- Eravamo d'accordo di affrontarlo insieme, ma hai voluto fare di testa tua.- -Sai anche tu che era meglio così. Anche se non sembra, so come prenderlo e non ribatto alle sue provocazioni, come fai tu.- gli rispose tranquillo. Radish sbuffò, ma conscio che il fratello aveva ragione. Più di una volta lui e il principe erano venuti alle mani, perché non aveva saputo trattenersi dalle frecciatine che gli lanciava. -Cambiando argomento...hai, per caso, incontrato Bulma?- chiese leggermente preoccupato. -Incontrato? Praticamente mi ha spedito fuori dalla stanza degli allenamenti.- spiegò.- Non è cambiata per niente in questi anni. Sempre la solita despota.- A quel punto, Radish scattò in piedi. -L'hai lasciata sola con Vegeta? Ma sei impazzito, per caso!- Goku lo guardò, senza scomporsi minimamente. -Per quanto sia infuriato, cosa che non era più, non le farà mai niente.- -Quanto è scemo mio fratello!- esclamò, passandosi una mano sugli occhi.-A parte che, forse, non ti rendi conto che parliamo di Vegeta.- Goku inarcò un sopracciglio. -Idiota! Sai perfettamente cosa prova lui per lei, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura. Sai, inoltre, quanto è orgoglioso...Ma dopo quello avvenuto stamattina?- lo delucidò. -Come ti ho detto, non riuscirebbe mai a farle del male, nemmeno costretto.- ribatté deciso il minore. -Conosci Bulma e, per quanto sia cresciuta, ha dato prova di non aver mutato il suo carattere, anzi.- ribadì Radish.-Senza contare che non le venga in mente la bella idea di dire che è fidanzata.- -Quasi fidanzata.- lo corresse Goku. -Quasi o è, non fa differenza. Come ben sai, Vegeta ormai è una bomba ad orologeria, dopo quello che è accaduto su Vegeta-sei e non aspetta altro che una provocazione, anche piccola, per esplodere.- Goku rimase in silenzio, soppesando le parole di Radish. Sfortunatamente, si rese conto che aveva ragione. Vegeta, nel corso di quegli anni, era notevolmente cambiato. All'inizio, ovvero appena sbarcati sul loro pianeta, non ci avevano fatto particolarmente caso. Il principe era stato separato da loro, per via della carica che ricopriva e loro, come terze classi, non erano degni di stare al suo fianco, a meno che richiesti dallo stesso. I primi due anni erano trascorsi così, almeno in apparenza. Nessuno dei tre era riuscito a dimenticare quello che li aveva uniti sulla Terra e gli incontri, rigorosamente segreti, erano continuati. Vegeta si lamentava spesso dei ferrei e rigidi protocolli di palazzo e spesso si domandava se a suo padre facevano veramente piacere quelle regole. Dal canto loro, Radish e Goku, si lamentavano delle scadenti condizioni di vita alle quali erano costretti. Vegeta si era informato e neanche a lui la cosa piaceva. I guerrieri sayan, aveva scoperto, erano suddivisi in base al loro livello combattivo. Per primi, come logico, venivano i membri della famiglia reale, anche se non si disdegnavano alcuni combattenti inferiori che dimostravano capacità fuori dalla norma. Per secondi venivano i soldati, con livello al di sotto dei reali, ma pur sempre molto forti da poter affrontare qualsiasi nemico e difendere la propria gente. Infine arrivavano i guerrieri di terzo livello. E li spiccavano, con disappunto del principe e del loro Re, Goku e Radish, compreso Bardak. Per molto tempo i due ragazzi si erano allenati, con l'aiuto dello stesso principe, per migliorare la loro condizione. In un periodo relativamente breve per i loro canoni, senza che nemmeno se ne accorgessero, il loro livello era aumentato a dismisura, fino a giungere a quello che avevano i soldati di secondo. A quel punto, con piacere, il Re in persona li aveva nominati guardia personale del principe e Bardak, che si era già contraddistinto molto nelle missioni affidate, suo consigliere. Ma la cosa a molti non era andata giù, anzi. Sopratutto a Napa, colui che doveva difendere personalmente il sovrano. Non accettava l'idea che il suo Re avesse preferito delle insulse terze classi, per quanto forti potevano essere. Era stato questo che l'aveva convinto ad allearsi con quegli esseri. Tanto potenti, tanto crudeli che... -Ci sei ancora o sei precipitato nel tuo mondo- la domanda di Radish lo riscosse. -Si, scusa. Stavo pensando.- rispose con voce grave. Il fratello lo scrutò, comprendendo pienamente cosa avesse occupato la sua mente. Sospirò, stancamente. -Va bene, lasciamo stare. Ma adesso andiamo a vedere che non sia accaduto l'irreparabile.- Goku annuì col capo, alzandosi dal divano. Ma mentre stavano per uscire, Vegeta fece la sua comparsa. Entrò tranquillamente nel salone, senza prestare loro attenzione. In due, lo guardavano con ansia e preoccupazione. Dopo qualche minuto, Vegeta, stanco di quel continuo esame, si voltò dalla loro parte. -Allora? Che volete?- Radish si schiarì velocemente la voce. Doveva andare direttamente al punto? Guardò nuovamente il principe e comprese, dal suo sguardo duro, che non valeva la pena girarci attorno. -Come...come è andata con...Bulma?- Vegeta si voltò verso la porta finestra, guardando il giardino. -Non le ho fatto niente, se ti preme saperlo.- dichiarò. Ma poi un sorriso, simile ad un ghigno, si affacciò sul suo volto. E la cosa non piacque a nessuno dei due ragazzi. -Vegeta...che è successo?- indagò, ma con precauzione Goku. -Tranquilli. Per un po' non mi darà rogne.- dichiarò. Il ragazzo stava per proseguire con un'altra domanda, sempre più in ansia per l'amica, quando dei rumori lo costrinsero a dissuadere dall'intento. Si accorse che provenivano dal giardino e andò verso la grande vetrata del salone per capirne la natura. -Ma che stanno combinando?- chiese a Radish, dato che era quello rimasto più in casa e a contatto con loro in quelle ore. -Bunny sta preparando una festa per il nostro ritorno. Ha in mente una grigliata di carne e non so che altro. Quella donna è veramente una forza della natura!- esclamò ridendo. -Si, ma...come li ha conciati?!- rispose sconcertato. Radish, non capendo a cosa si riferisse, lo affiancò. Per prima cosa rimase sorpreso di vedere negli occhi del fratello tanto stupore, senza contare la bocca spalancata. Poi anche lui spostò lo sguardo in giardino e...che gli venisse un colpo! -Non...non...ci...credo...- Se precedentemente le parole dell'amico non lo avevano minimamente interessato, l'atteggiamento del fratello catturò completamente l'attenzione di Vegeta. -A cosa non credi.- -Gu...guarda anche tu.- disse solo. Vegeta seguì la direzione del dito di Radish e vide... La bottiglia che aveva in mano cadde a terra, bagnando il pavimento e i suoi piedi. Il giardino era stato allestito in grande stile. I tavoli decorati con tovaglie fiorite, festoni appesi ai rami degli alberi. I padroni di casa correvano da una parte all'altra per terminare il lavoro, l'uomo un po' più lentamente, ma la donna saltellava di tavolo in tavolo con un sorriso perennemente stampato in volto. Che fosse strana lo sapevano, ma in quella circostanza sembrava quasi impazzita! Ma non era stato tanto quello ad stupirli, bensì i due addetti alla carne. Dietro alla griglia spiccavano, con tanto di grembiule rosa con delle farfalline stampate, Bardak e il Re Vegeta! -Qui stiamo rasentando il ridicolo!- esclamò Vegeta, seguito dall'annuire degli altri due. -Pensa se qualcuno lo sapesse.- disse Radish scuotendo il capo. -Però dobbiamo ammettere che quella donna sa come convince chiunque. Ora capisco da chi ha preso Bulma.- constatò Goku. I tre, dopo questa frase, continuarono a guardare all'esterno. Radish e Goku, ripresi, sorridevano, ma Vegeta rimaneva impassibile. Bulma...Quando l'amico l'aveva nominata, aveva ripensato a quello che aveva fatto. Non doveva, ma non era riuscito a farne a meno. Inoltre si rese conto che ben presto lei avrebbe preteso una spiegazione, figuriamoci se si sarebbe arresa, e lui non sarebbe riuscito a tirarsi indietro.
Bulma era ancora impalata al centro della stanza. Non riusciva a crederci. Era... Crollò in ginocchio, ripensando a quello che era appena accaduto... Sentiva ancora Vegeta che premeva le labbra sulle sue, aveva avvertito l'istante in cui superava la sua barriera, facendo incontrare le loro lingue. In quel momento non aveva capito più nulla. Avvertiva solo il suo calore, il suo sapore, ma anche la sua irruenza. Si, perché quello non era stato un bacio dolce, anzi, le aveva dato l'impressione che volesse conquistarla, dominarla. E lei aveva ceduto a quell'assalto, ricambiando, involontariamente, quel bacio. Dopo istanti, che a lei erano sembrate ore, lui si era allontanato. I suoi occhi neri e immensi, erano puntati nei suoi. Sembrava scavarle fin dentro l'anima e le parole, che per un primo momento voleva dirgli, rimasero imprigionate. Vegeta la lasciò andare, indietreggiando di un passo. -Perché.- sussurrò solamente lei. Il distacco, che in un primo momento si era dissolto, ricomparve nello sguardo e nell'atteggiamento del principe. -Semplice. Tu non sei capace di tenere a freno la lingua, nemmeno se imposto. Questo mi sembrava il metodo migliore per ridurti al silenzio.- poi la guardò con soddisfazione.- E credo di esserci riuscito.- Non ci credeva. Lui aveva fatto questo solo per...solo per... Abbassò la testa, ferita. Era molto meglio quando le urlava contro, come quella mattina, che questo. Non lo guardò, sentì solo che la stava oltrepassando. Poi la porta che si chiudeva alle sue spalle. A terra, ora, poteva dar sfogo a quello che sentiva. Lacrime amare scesero sul suo volto. Come aveva potuto trattarla così! Non lo accettava, non da lui. Lui che... Alzò la testa di scatto. Che pensieri faceva? Si, gli voleva bene, gliene aveva sempre voluto, ma quel che aveva fatto, come le parole rivolte, erano un insulto. Eppure...come avrebbe voluto risentire le sue labbra! Scosse la testa. Via quei pensieri. Vegeta l'aveva insultata, denigrata con quell'atteggiamento e, cosa più importante, calpestato la loro amicizia. Si rimise in piedi, decisa. Non gliela avrebbe fatta passare liscia, parola sua! Mentre partiva verso l'uscita, un secondo pensiero la colse. Yamcha! Si bloccò, rendendosi conto di una cosa importantissima. In tutto quel tempo, non l'aveva mai pensato. Men che meno quando Vegeta la stava baciando. No, no, no! Non andava niente bene! Lei lo amava, certo che lo amava. O no? Scosse la testa, scacciando quei pensieri. Si, lo amava di certo! E non meritava questi dubbi da parte sua, non per colpa di quel principe presuntuoso ed egoista, che credeva che bastasse così poco per metterla a tacere. Vegeta voleva cominciare una guerra? Bene. Lei lo avrebbe accontentato, perché nessuno cerca ne di dominare, ne di zittire Bulma Brief! Poco importa di chi si tratta. E sarebbe riuscita anche a scoprire che cosa era accaduto sul loro pianeta per stravolgere in quella maniera il comportamento dell'amico. E Vegeta in persona lo avrebbe fatto. In un modo o nell'altro. Uscì quasi correndo dalla stanza degli allenamenti, diretta nel salone, perché sapeva che li sicuramente l'avrebbe trovato, ma si ritrovò, all'improvviso, la madre davanti. -Bulma, tesoro! Non sapevo fossi già a casa!- esclamò saltellando. La ragazza sbatté le ciglia sorpresa e preoccupata. Quando sua madre si comportava così, voleva solo dire che stava combinando qualcosa. -Si, mamma. Ma non pensare di incastrarmi in qualche cosa, che adesso ho da fare.- rispose, decisa a non farsi fregare. Bunny, per niente intimorita da quell'atteggiamento, la prese sotto braccio. -Ma tesoro mio, tu sei indispensabile!- cinguettò, come al solito. Bulma inarcò un sopracciglio. -Indispensabile per cosa?- -Ma per la festa! Dobbiamo onorare i nostri ospiti!- La figlia non fece tempo a ribattere, che si ritrovò trascinata da lei in giardino. E quello che vide...Ma come diamine ci era riuscita! Non tanto per gli addobbi, era un'esperta, ma per la mansione affidata a Bardak e al Re. Poi con quei grembiuli! Si avvicinò a loro di soppiatto, sbucando con la testa alle loro spalle. -Ma sapete che vi donano?- gli chiese cercando di apparire più seria di quello che era in realtà. I due sayan la fulminarono con lo sguardo, ma lei loro occhi, Bulma lesse un certo imbarazzo e mortificazione. Come aveva fatto la madre a convincerli! Mistero! Meglio non rincarare la dose. Ci teneva ancora alla vita! -Manca ancora molto?- domandò. Il Re grugnì, mentre Bardak sbuffò. -Ok, ok, ho capito. Me ne vado.- disse, notando il palese disagio di entrambi. Lentamente indietreggiò, ma riuscì comunque a sentire le loro parole. -Quella ragazza è sempre più impertinente.- sussurrò il sovrano.- Ma non capisce in che razza di situazione siamo? Io, sovrano di un grande pianeta, relegato al grado di cuoco.- -Suvvia Vegeta. Se non ricordo male, tu stesso ti sei proposto di aiutare.- rispose Bardak, nel medesimo tono. -Hai ragione, ma non pensavo a...questo.- ribatté, indicando la griglia e i grembiuli.- Odio il rosa!- Bardak si trattenne dal ridere in faccia al suo sovrano. Come Bulma. La ragazza abbandonò definitivamente la sua posizione, andandosi a sedere ai piedi di uno degli alberi che adornavano il giardino. Sua madre le aveva chiesto di aiutarla, ma a quanto pareva, tutto era sotto controllo. Sayan compresi. Chiuse gli occhi, godendosi il fresco che il tramonto stava portando, almeno fino a che non avvertì una presenza al suo fianco. Si voltò, incrociando il viso sorridente di Goku. -Ciao!- la salutò.- Posso?- -Si, siediti pure. Anzi, sono contenta che tu sia qui.- rispose sorridendo all'amico. Restarono in silenzio per qualche minuto, poi fu lei a rompere il silenzio. -Scusa per prima.- -Non preoccuparti. Sai, ho imparato che è meglio obbedire quando una certa furia arriva e di da degli ordini.- disse, per poi scoppiare a ridere. La sua ilarità la contagiò, rasserenandola. Da tempo non rideva così di gusto. -Hai avuto problemi con Vegeta?- chiese Goku, rammentando le parole del principe. Ma subito si pentì di aver posto quella domanda. Il viso di Bulma si adombrò e un lampo di rabbia passò nei suoi occhi. Decise di cambiare immediatamente argomento. -E come va? Tuo padre ci ha detto che hai preso il suo posto alla Capsule Corporation.- Bulma sospirò. Altro argomento scottante, comprese Goku. -Diciamo bene. Se non fosse per quella stupida clausola.- gli rispose. -Quale clausola?- indagò il ragazzo. A quel punto, Bulma gli spiegò tutto, sia dei problemi avuti dal padre, che del raggiro fatto e gli espose anche i suoi dubbi. -Però fino a che il consiglio a maggioranza ti approva, non dovresti avere problemi.- constatò, dopo il discorso. -Speriamo, anche se temo che abbiano in mente qualcosa di poco chiaro. Comunque continuerò a tenerli sotto controllo. Non si sa mai- gli rispose. -E se avessi bisogno di una mano...conta su di me.- affermò allegro. -Allora sono in una botte di ferro! Chi oserebbe mai intralciare dei sayan?- -Nessuno!- esclamò, scoppiando entrambi in una sonora risata. Il buon umore creato dai due ragazzi, inspiegabilmente rallegrò tutti. Radish raggiunse il fratello, incuriosito, visto che era appena arrivato. -Allora vedo che vi state divertendo.- -Già, scimmione.- disse Bulma tra le lacrime. -Ehi pulce! Quando la smetterai di chiamarmi così?- chiese fintamente oltraggiato. -Mai!- Radihs sorrise. Odiava quell'appellativo, nessuno doveva permettersi. Nessuno, a parte lei. Una figura fece la sua apparizione, spegnendo in un attimo l'allegria di Bulma. Vegeta avanzava con passo deciso, senza degnare nessuno di uno sguardo. La ragazza lo seguì con gli occhi, stringendo i pugni e trattenendosi dall'andare da lui. I due fratelli lo notarono e intervennero. Meglio evitare una litigata davanti al sovrano. -Lascialo stare, almeno per qualche giorno. Deve nuovamente ambientarsi a questo pianeta e per lui non è facile.- le disse Radish. -Posso farvi una domanda?- attese che annuissero.-Perché è diventato così ostile con tutto e tutti?- Goku e Radish si guardarono, indecisi se rivelarle la verità o meno. Fu Bardak a risponderle, inserendosi nel discorso. L'attenzione dell'uomo, appena Vegeta aveva varcato la soglia del giardino, si era concentrata su Bulma e sul suo atteggiamento. Subito aveva capito che era accaduto qualcosa tra i due, lei non riusciva a mascherare i suoi sentimenti come loro. -Dovrai chiederlo a lui.- Bulma si voltò, incrociando lo sguardo serio del sayan. -Ma se non apre bocca, anzi. Lo fa solo per attaccare.- rispose, ricordando perfettamente cosa era accaduto solo pochi minuti prima. -Ascolta Bulma. Sono successe molte cose in questi anni, avvenimenti che hanno mutato radicalmente il modo di essere del principe, ma nessuno di noi ha il permesso di parlare. Per cui non insistere con i miei figli.- poi si inginocchiò al suo fianco.- Dagli tempo. Se il vostro legame è ancora così forte, vedrai che sarà lui stesso ad aprirsi. Nessuno l'ha mai capito e compreso come te.- finì sorridendo. Bulma tornò con gli occhi sull'amico. E va bene, avrebbe ascoltato Bardak e sarebbe rimasta in attesa di quel momento. Con la speranza che arrivasse presto.
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