Ritorno nella Valle II

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LauraHeller
view post Posted on 28/9/2011, 14:54 by: LauraHeller
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Ed eccoci al terzo capitolo della nuova saga.

Grazie, Barbara, di aver letto ancora, di sopportare le mie intemperanze artistiche!


Capitolo Terzo

“Quando l’amore è un <problema>“



“Ma perché hai trattato Ian in quel modo?”
La domanda di Eriko suonò come uno schiaffo, alle orecchie di Chigusa.
“E tu perché ti ostini a spiare?” chiese di rimando.
La sorellina le si era parata davanti, con l'aria più corrucciata che mai.
I suoi occhi intensi riflettevano quelli del cielo in tempesta.
“Ian è un bravo ragazzo, che ha raggiunto un suo equilibrio e tu provi in ogni modo a tormentarlo!” continuò arrabbiata "Se non sei riuscita in tanti anni a tentarlo neppure di striscio, un motivo ci sarà!"
“Non tormento nessuno e ho solo detto ciò che penso.” si limitò a dire Chigusa “Sono sempre stata onesta, con quei ragazzi. Siamo cresciuti insieme e Ian è il mio primo amore. Ho sbagliato a non palesare prima i miei sentimenti. Ho sbagliato a non togliermi la maschera la notte di Halloween. Ora, se non ti spiace, preferisco assumere un atteggiamento onesto, piuttosto che paludarmi ipocritamente dietro ad una amicizia: è così che agiscono gli adulti.”
Il riferimento alla stessa Eriko era evidente.
“Se non fosse stato per i rimbrotti di Tomo e Masumi, gli avrei già confessato ciò che provo da tempo.” proseguì la figlia maggiore di Rika, passandosi una mano sulla fronte “Ma entrambi mi hanno consigliato di tacere per il bene di <zia> Kaori! Tutti pensano al <suo> bene, come fosse una fragile creatura incapace di reggere gli assalti della vita. Ora mi son rotta i coglioni, se permetti.”
Le prese una mano con forza:
"Anche io sono fragile, Eriko! Sto soffrendo, sebbene non lo dia a vedere. Il mio dolore non merita, forse, considerazione quanto il tuo? Se solo immaginassi che cosa provo quando avvicino Ian! C'è un tale trasporto, una tale emozione! Quando mi guarda negli occhi, mi sento strangolare. I miei muscoli non riscono quasi a muoversi! Lo amo da quand'era un adolescente e, ora che è cresciuto, non si può dire che questo sentimento sia venuto meno. Credo che lo amerò per sempre."
La sorella minore scosse i capelli neri.
“Ma cosa speri di ottenere, sputandogli in faccia la verità?” chiese smorzando i toni “Ian non ti amerà mai. E’ ossessionato da quella svenevole idiota. Non capisco cosa possa piacerle…”
“Te l'ho detto: gli uomini sono attratti dalle donne da proteggere.” rispose Chigusa “Pensa a Miro, che si è avvicinato alla mamma quando era sola. Le donne indipendenti e forti di carattere come me non hanno scampo.”
Emise un sospiro triste, quasi rassegnato.
"Ma Miro e la mamma" rimarcò Eriko "si sono lasciati e lui le ha preferito una donna coi fiocchi, rammentalo. Shizuka Kaikei è quella che porta i pantaloni in casa Sakurakoji."
Si accese una sigaretta con lentezza studiata, emettendo una nuvola di fumo sopra di lei.
“Ciò nonostante,” riprese la sorella maggiore “non è mio intento rinunciare senza provare. C’è qualcosa, in Ian, che mi fa stare bene. Non è solo un bel ragazzo dietro al quale si nasconde il nulla assoluto. Ha dei begli spunti, sa parlare bene e possiede un gran senso dell’umorismo. E, poi, quando fa l'amore è straordinario...”
“Secondo me,” obiettò Eriko “vedi in lui il riflesso di Miro.
"Ma come puoi pensarlo?" chiese Chigusa scandalizzata "Io non potrei mai provare trasporto per un uomo che mi ha fatto da padre. Tu eri appena nata, ma io ricordo bene quel periodo. Miro è stato realmente mio padre!"
"Ian, al confronto, è solo uno che se la tira grandemente.” dichiarò l'altra contraddicendosi nel modo più puerile.
Chigusa ridacchiò:
“Così non gli rendi giustizia. E’ incredibile come voi ragazze più giovani passiate dall’adorazione all’odio. Tu, sorellina, fai quasi paura: fino a due secondi fa, sembravi volermi sbranare perché ho trattato male il tuo protetto ed ora lo disprezzi. Devi deciderti, non trovi? Anche perché, con la confusione che palesi, non potrai mai elaborare una strategia di conquista.”
Eriko arrossì colta in fallo.
“La volpe che non arrivò alla pergola disse del frutto che era rancido.” chiosò la maggiore.
“Di’ quel che vuoi.” ringhiò l’altra “Ma io ho molte più chance di te di conquistare Ian.”
Chigusa la fissò con attenzione.
Non aveva idea di quel che intendeva dire, ma immaginò non fosse nulla di buono.
“Buon lavoro, allora.” disse semplicemente "Spero tu riesca, per lo meno, a capire che ad ogni azione corrisponde reazione."

***


Accordate le chitarre, Masumi e Tomo, con Masashi alla batteria, abbozzarono un pezzo dei Pink Floyd, “Mother”.
“Per le cover dei Gun’s Roses” stava dicendo Sakurakoji al front-man “potrei usare la chitarra col doppio braccio. Ricordi il remake di Knocking on heaven’s door?”
Hayami annuì, portando una sigaretta alla bocca.
Tomo scartabellò tra i numerosi spartiti posizionati sul palchetto e, involontariamente, ne fece cadere uno.
Ne uscì fuori una foto che lo lasciò di sasso.
Piegatosi sulle ginocchia, la prese con dita tremanti.
"E, così," disse con un fil di voce "...<la ragazza> è lei…”
Si trattava di Laura Sakurakoji, sua sorella.
Masumi sorrise:
“Tombola.”
Tomo si raddrizzò, porgendogli l'istantanea.
“E' tempo perso, dammi retta. Non credo neppure che le piacciano i maschi.”
Pareva giustificarsi con l'amico, ma, in verità, era molto preoccupato.
Il fascino di Masumi era un fatto e Laura, pur avendo dalla sua brillantezza d'intelletto, era pur sempre una ragazzina priva di esperienza.
“E’, forse, lesbica?” si intromise Masashi, ammiccando “Questo sì che sarebbe figo…”
“Laura NON è lesbica!” disse suo fratello, dandogli una sgomitata.
“Che casino…” fece Sakurakoji, scuotendo la testa “Siamo in un caos terribile. Sei come tuo nonno: non potevi sceglierti una che fosse più vecchia?!”
“E tu?” chiese di rimando Hayami “Per imitare tuo padre la vecchia l‘hai scelta tu!”
Scoppiarono a ridere.
“Il fatto che non stia con Franz Heller è già qualcosa.” disse Masumi quasi sollevato “Quel ragazzo è molto piacevole. Proprio il tipo che piace a lei.”
“Non ci metterei la mano sul fuoco.” disse Tomo rubandogli la sigaretta dalle labbra.
Assaggiò il sapore dolciastro del fumo:
“Ma che accidenti è…? Pensavo fosse tabacco.”
Glielo restituì.
“Sei uno tutto d‘un pezzo, eh?” chiese divertito Masumi.
“Certo che no!” rispose prontamente il violinista prestato alla chitarra “Ma, se mio padre mi vede entrare con questo odore addosso, mi chiude in camera per due settimane. Dice che troppi spinelli gli hanno bruciato un terzo dei neuroni.”
I fratelli Hayami scoppiarono a ridere.
"Di' quel che vuoi," affermò Masumi con convinzione "ma non ce lo vedo proprio lo zio a farti la morale! E' troppo libero di vedute per condannare uno stupidissimo spinello..."
Tomo stava per replicare, quando un messaggio giunse sul suo cellulare.
Dopo averlo letto, i membri della band si avvidero del suo turbamento.
"Se abbiamo finito," si scusò "io andrei.”
Masumi scosse il capo:
“Perché ho la sensazione che tu stia per vedere la <zietta>?”
Tomo non gli diede retta e si precipitò all’uscita.
Le andò incontro col fiatone evidente ed ella comprese che doveva aver corso per le scale.
Gli rivolse, quindi, un sorriso così incantevole da lasciarlo ammaliato.
“Ti chiedo scusa per ciò che ti ho detto davanti all’ufficio del prof, ma anche per Chigusa.” disse subito “Lei è molto protettiva nei miei confronti, ma è una brava ragazza.”
Si piegò sulle ginocchia esausto, lasciando scivolare un poco la tracolla della chitarra:
"Per quanto mi riguarda, sono davvero ad un bivio...artistico. Voglio cimentarmi seriamente col rock ed è l'unico motivo per cui ho lasciato la Scarlet Orchestra."
La giovane Hayami strinse gli occhi.
“Non sta a te scusarti." sussurrò ignorando l'ultima parte della sua dichiarazione "In ogni caso, non sono offesa. Sono venuta, Tomo, per chiarire la <natura> delle battute che mia nipote ha scambiato con Ian.”
Sakurakoji arrossì.
“E’ piuttosto palese anche per una zuccona come me che tu nutra dell’interesse nei miei riguardi…” cominciò Kaori vergognandosi ella stessa grandemente “Ti ho visto crescere. Anche io, benché più vecchia, sono cresciuta insieme a te e Ian. Sei come un fratello e mi duole averti causato pena.”
Il ragazzo deglutì: il fiato pareva mancargli di nuovo.
Quand’ella ebbe terminato, egli tirò fuori ogni capacità interpretativa in suo possesso pur di toglierle ogni dubbio:
“Credo che ci sia un errore. Io non sono innamorato di te. Non so cosa possa averti detto Ian, ma non ho mai dichiarato di amarti.”
Le sue parole caddero alla stregua di una pietra tombale sul cuore della giovane Hayami.
Si sentì turbata e, a tratti, delusa.
“Ian mi ha detto che ti piace un‘altra, in verità." disse imbarazzata "Le mie sono conclusioni autonome. Non…ti interesso, dunque…?”
“Le battute che il tuo ragazzo ha lanciato” la prevenne il violinista “sono dettate da gelosia. Mio fratello è pazzo di te e il fatto che non siate stati insieme fomenta le sue paure, i suoi dubbi.”
Ella si girò per sfuggire agli occhi color antracite del ragazzo:
“Questo è un argomento che, se permetti, non vorrei affrontare con te.”
“Naturalmente.” sottoscrisse Tomo “Infatti, ho espresso il mio parere per rassicurarti riguardo <a me>.”
Kaori continuò a dargli le spalle, mentre Sakurakoji, non visto, tirava un sospiro di sollievo: era chiaro come il sole di essere riuscito a convincerla.
“E, così, ciò che pensa Ian è vero: stai per metterti con Chizu.” mormorò dopo un poco “State bene insieme.”
“Cos…?” balbettò il giovane figlio di Miro.
“E’ quanto mi ha raccontato.” gli disse la ragazza “Sostiene che, per quanto non lo ammettiate, voi avete una relazione molto intensa.”
Il violinista sgranò gli occhi antracite, ma Kaori non ne comprese il motivo.
Una gran rabbia prese campo nel cuore di Tomo: rabbia furia, cieca.
Se non fosse stato buono per temperamento, di certo le avrebbe sbattuto in faccia la verità.
E cioè che suo fratello le stava mentendo, che si era portato a letto una infinità di donne prima e dopo di lei, che egli - Tomo - era fedele ad una sola donna: a Kaori Hayami.
Ma non lo fece.
Tacque ancora una volta, socchiudendo gli occhi in modo significativo: era certo che, prima o poi, la ragazza avrebbe capitolato di suo.
Non le avrebbe fatto pressione.
Semplicemente, si sarebbe reso indispensabile.
Dato che non riusciva a dimenticarla neppure volendo, tanto valeva seguire il consiglio di Chigusa e perseverare con la tecnica della goccia che corrode il sasso con sadica lentezza.
Si augurava solo che “quella goccia” non ci mettesse molto, visto che l’atteggiamento dolce ed arrendevole di Kaori lo tratteneva a fatica dal compiere gesti inconsulti.
Tomo era più simile a Miro di quanto egli stesso non realizzasse: pur essendo praticamente privo di esperienza, prendeva ogni aspetto della vita con grande passione, assaporandolo nel modo dovuto.
“Perché non ho la sua faccia?” si chiese a voce alta, pensando a Ian.
“Che intendi dire?” domandò la ragazza a sua volta.
“Io somiglio a mio nonno.” rispose Tomo “Sai, il tedesco, il marito della bisnonna...”
“Quello che si chiamava Ian?” fu la perplessa affermazione della cantante.
Sakurakoji annuì:
“Pazienza…”
“Tu hai un sacco di qualità, caro.” lo prevenne Kaori “Che importanza vuoi che abbia somigliare a uno o all’altro genitore? Sia Miro che Shizuka sono persone meravigliose e hanno avuto dei figli splendidi.”
Quando Kaori e Tomo si separarono, Chigusa, che parlava nel parcheggio con degli amici, raggiunse subito la <zia>.
Le pareva sollevata e, per un istante, sperò che Sakurakoji le avesse aperto il suo cuore.
“Era Tomo, quello che ho visto?” domandò ammiccante.
La giovane Hayami annuì, sorridendo trasognata.
“Volevo chiarire una cosa e, finalmente, se ne è presentata l’occasione.” rivelò, le mani una dentro l’altra come chi non sta nella pelle.
“Fantastico…” sorrise Chizu a labbra strette “Quindi, ora <sai> e, a giudicare dalla tua espressione, sembri contenta e neanche del tutto sorpresa.”
“Io…ero convinta che Tomo mi amasse!” esclamò Kaori, mentre gli occhi azzurri della nipote si facevano sempre più sbarrati per la gran sorpresa.
“E…” balbettò “…non è così?”
“Ma no!” disse la Hayami contenta “E’ te che ama!”
“Me.” fece Chigusa, il viso girato verso destra, ma lo sguardo fermo sulla bocca di Kaori, come a leggerne il labiale.
Aveva pronunciato un monosillabo, ma non si capiva bene se si trattava di una domanda.
Aprì e chiuse la bocca in un decimo di secondo per accogliere e razionalizzare quella assurda, bislacca verità.
“Ed è Tomo? <quel> Tomo che te lo ha detto? Ti ha spiegato che <ama me>?”
“Oh, no di certo! Tu sai com’è fatto!” minimizzò la giovane Hayami “E’ timidissimo. Però anche Ian me lo aveva accennato tempo fa.”
“Che cosa?” chiese l’attrice.
“Al fatto che tu e Tomo avete una relazione non ancora ufficiale.” rispose convinta Kaori.
“Figlio di puttana…” masticò tra sé Chigusa.
Si tolse gli occhiali da sole, rivelando i suoi occhi di colore azzurro intenso:
“Ascoltami bene, tesoro, non è vero. Quel che ti ha detto Ian è falso, capito? Non c’è neppure attrazione, tra me e Tomo. Non potremmo mai, visto che ci consideriamo fratelli…Tomo è il figlio di Miro. Come puoi anche solo sospettare una stronzata di tale portata?”
“Ma…” balbettò Kaori “allora…”
“Non te lo immagini proprio chi possa essere?”
La Hayami mostrò, in quel frangente, grande ottusità e miopia, ché il suo pensiero corse ad Eriko.
Per fortuna, il suono del cellulare della Hijiri interruppe la penosa conversazione.
Letto il nome del più giovane dei Sakurakoji, Chizu si congedò dalla figlia di Maya con passo deciso.

“Tu sei fuori! Le hai detto che ti piaccio???” esordì appena girato l’angolo.
Tomo, che era davanti a lei, ridacchiò:
“E’ stata Kaori a fare tutto. Lo sai come è fatta! Comunque, è meglio così, no? Almeno, non daremo preoccupazioni né a lei né a Ian.”
“Ma che dici, deficiente?” si spazientì la ragazza.
Prese l’amico per il braccio, come se lo strattonasse:
“Perché cazzo sei così ingenuo?! Non riusciremo mai a coronare il nostro sogno. Dobbiamo agire di concerto, se vogliamo separare quei due nel modo più indolore possibile.”
“Chi sarebbe l’angelo, tra noi?” chiese ironicamente Sakurakoji.
“Voglio bene alla <zietta>“ dichiarò sinceramente la figlia maggiore di Rika “Anche se è schifosamente svenevole. Desidero che stia bene, ma, di certo, ciò che voglio di più è Ian!”
Tomo si passò un dito sulla punta del naso:
“Sto diventando matto, Chizu: dal punto di vista emotivo, vivo alti e bassi allucinanti, alternando sicurezza e fragilità. Poc‘anzi, dichiaravo di volere Kaori Hayami ad ogni costo. Adesso, sentendoti parlare e solo pensando che è qui dietro a sbaciucchiarsi il suo Ian, sento di avere perduto ogni speranza.”
Alzò le spalle, rassegnato.
“Se non ce ne fosse?” chiese “Sto dietro a Kaori da quando avevo quindici anni.”
“Ma, <allora>, non eri ancora un uomo!” l’interruppe Chigusa esasperata dalla sua indecisione.
Il violinista sgranò gli occhi antracite:
“Scusa, che intendi dire?”
“Ma è chiaro,” rispose pronta la ragazza “ne avrai fatta di esperienza da allora…”
“Esperienza?…” chiese ancora Tomo.
Chigusa batté il palmo della mano sulla fronte chiara:
“Sono una deficiente. Io conosco anche il colore delle tue mutande. E tu non mi hai mai parlato delle tue esperienze sessuali. Posso dedurre solo una cosa. Ed è la più terrificante, per me! Ma perché diamine non somigli a tuo padre?!”
Sakurakoji scoppiò a ridere.
“Perché” rispose “ho anche una madre ed è probabile che somigli a lei, no?”
“Tomino, ascolta…” fece Chigusa con tono implorante “promettimi che farai il macho e ti porterai via la tua bella…Raccontale che hai avuto una montagna di donne come quel porco di tuo fratello…FAI qualcosa!”
“Ma io non voglio mentire a Kaori.” ribatté il ragazzo con calma “Non sono mai stato con una donna. Dov’è il problema?”
“Il problema” sottolineò la figlia di Rika “sta nel fatto che le santarelline come Kaori amano i maschi navigati. Cercano protezione e guida…lei non è come me.”
Tomo scosse la testa:
“Tu sei molto meglio di come ti descrivi.”
“Devo trovare una soluzione: basta solo pensare. Stasera mi chiudo in camera mia e ci penso su.” dichiarò Chigusa “E debbo anche tenere a bada Eriko! Quella ragazzina è un demonio coi fiocchi ai capelli.”


CONTINUA!...

 
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