AVVERTENZA! WARNING! Questa storia NON mi piace.
E' piana, senza pathos. Pazienza.
Tutti i miei ardori, comprenderete, li sto riservando alla Valle.
"La Resa dei Conti"
Ff. breve, liberamente ispirata al capitolo XXV di "Garasu no Kamen " di Suzue Miuchi
Scritto da Laura Heller S.
Masumi prese a braccetto la sua "fidanzata " e la condusse alla luce del sole.
La reazione della giovane fu del tutto simile a quella di un vampiro: si ritrasse disguastata, come se quell'esplosione di vita costituisse uno smacco al suo stesso esistere.
"Non credere che io ti lasci andare, Masumi-sama." diss'ella con rinnovato disprezzo nella voce "Non accadrà mai. Non permetterò a quella creatura insignificante che è Maya Kitajima di avere la meglio su di me. Io mi chiamo Shiori Takamiya, rammentalo."
Il Presidente Hayami le sorrise, gli occhi dischiusi di chi sa di andare comunque incontro ad un destino di amore.
Non importava in che modo.
Non importava con quale sacrificio.
"Non potrai mai acquistare il mio cuore." le rispose con assoluta fermezza "Finora, sono stato poco chiaro, nei tuoi confronti. Il mio errore è stato avallare gli errati princìpi che già la tua famiglia ti aveva inculcato. Avrei dovuto, invece, farti uscire dal guscio, farti assaporare la vera gioia di vivere, che non si acquista a prezzo della vita altrui, ma solo essendo fieri di se stessi. Tu hai molte cose di cui andar fiera, Shiori, ma sembri ignorarlo, perché ti fa comodo pensare di avere qualcuno alle spalle. Sei incapace di prenderti cura di te stessa e, in questo senso, si può ben dire che l'offesa maggiore alla tua persona te la procuri autonomamente."
"Quante belle parole!" ironizzò la donna "E tutto per autoconvincerti di agire per il meglio e lavarti la coscienza. Ma resta il fatto che tu e tu solo mi hai illusa, dicendomi di gradire la mia presenza, di desiderare la mia compagnia."
"Sono stato onesto, con te." obiettò Masumi "Quando l'ho detto è stato perché l'ho pensato. Eri una donna assolutamente incantevole. E, per un folle istante, ho pensato davvero di poter dimenticare l'unica donna che abbia mai amato."
"Ed ora?" lo interruppe Shiori "Debbo sembrarti una vecchia isterica, se mi preferisci addirittura quella ragazzina stolta e senza bellezza!"
Il viso di Hayami si fece chiaro, come fosse stato attraversato da un raggio di sole.
"La sua stoltezza è la sua voglia di vivere. La sua stoltezza è la sua povertà." disse amaro "Tu odi una persona che non ha nessuno alle spalle. Una persona che non ha mai chiesto favori ai potenti. Eppure, il suo talento è emerso in modo meraviglioso."
"Tu sei il donatore di rose scarlatte!" urlò la Takamiya "E' solo grazie a te se lei si trova dov'è ora, competendo addirittura con Ayumi Himekawa!"
"Non sono stata io a scoprirla." disse Masumi fermo "La sua sensei, la signora Tsukikage, ne aveva individuato le potenzialità assai prima che io mettessi gli occhi su di lei."
Si sentì avvampare sino alle orecchie.
"Come artista, naturalmente." rettificò pronto.
"Sei un pervertito! " lo offese Shiori "Ella era solo una ragazzina! E tu già provavi passione sensuale."
"Ho atteso con pazienza che crescesse e, puoi crederci, l'attesa, la sofferenza provata non sono state vane, visto che ella, oggi, mi ricambia in modo meraviglioso. Non c'è vero amore che non passi per il soffrire."
"Stai cercando di dirmi che la mia pena non è paragonabile alla tua?" chiese scioccata Shiori.
"Tu mi rammenti Catherine di Cime Tempestose." sorrise Masumi, staccando una rosa bianca da un cespuglio. Si sentì trafiggere, ma non fece una piega: "Sei così abituata ad avere tutto, da puntare i piedi per convincere chi ti sta intorno a contentare anche ogni tuo piccolo desiderio. In tal modo, non assaporerai mai il piacere della vita."
Ella si accorse che la sua mano era ferita. Ciò nonostante, le labbra di Masumi erano ancora arcuate, il suo sguardo benevolo e dolce.
"Perché lo hai fatto?" gli chiese debolmente "Perché ti sei procurato del dolore?"
"Perché era mio desiderio coglierla." rispose Hayami "E, pur soffrendo, ho realizzato in modo autonomo un mio piccolo capriccio. La vita va presa in questo modo, Shiori: vuoi qualcosa? Devi esser pronto a guadagnartelo, anche sacrificandoti."
"E' una filosofia da poveracci." si intromise la tata, che portava con sé due tazze di tea per Shiori e Masumi "Non sta bene che una ragazza di buona famiglia si faccia venire i calli alle mani per ottenere qualcosa che può avere col minimo della pena. Soprattutto, una come la signorina, che deve mantenere un tenore di vita elevato anche in virtù del suo posto in società."
Il Presidente della Daito scosse il capo. Emise un piccolo sospiro, convinto che tutto il suo discorso era destinato ad arenarsi tristemente.
"Non dar loro retta." disse, ma si rendeva conto che era impresa disperata "Puoi sfruttare le tue possibilità economiche in modo da essere soddisfatta della vita che conduci. Puoi aprire una attività tua, fare ciò che più ti piace, Shiori! Pensa alle tue orchidee. Potresti riprendere gli studi di botanica che hai interrotto a causa della tua presunta anemia e guarire del tutto da fantasmi che non esistono. Sono gli spettri del vizio e dei capricci che i tuoi parenti hanno inteso comunicarti!"
"Faccio chiamare la polizia!" minacciò la tata con indignazione. Le mani le tremavano vistosamente "Lei è un mentecatto! E, quando suo padre verrà a sapere che non intende più sposare la signorina, la pagherà cara! Finge di dimenticare di non essere figlio naturale del signor Eysuke? Pensa che il patriarca Hayami non revocherà l'adozione?"
"Non lo farà." disse Masumi tranquillo "E, se anche lo facesse, sa che ciò comporterebbe la fine della sua Azienda. Io <sono> la Daito, allo stato attuale. E, per quanto faccia, mio padre non è immortale. Egli è perfettamente consapevole che il futuro passa attraverso me e la mia discendenza."
Lasciò casa Takamiya con passo deciso, desideroso di raggiungere il teatro in cui sapeva di trovare Maya.
Si sentiva completamente libero, Masumi, e finalmente felici e orgoglioso di qualcosa che non fosse la buona riuscita di un affare.
"Non mi importa della decisione di Eysuke." disse tra sé "Ho sacrificato vent'anni della mia vita per compiacerlo. Il mio primo scopo era togliergli la società così da fargliela pagare: mi aveva spogliato dei sogni dell'infanzia, aveva causato la morte di mia madre. Ora che ho conseguito l'obiettivo, lotterò per ciò che conta più di tutto: tu, chibichan."
Il Kid's Studio, assediato dai giornalisti da molti giorni, gli parve l'edificio più sontuoso del mondo, il posto in cui la principessa del regno dell'arcobaleno regnava incontrastata.
Quella principessa reggeva il suo cuore saldamente da ben sette anni.
Masumi teneva un bouquet di rose scarlatte tra le braccia.
"Signor Hayami," urlò qualcuno "posso domandarle per chi sono le rose che ha con sé?"
Egli sorrise, lasciando tutti sbigottiti.
Nessuno aveva mai visto la dentatura di Masumi Hayami.
Per lo meno, nessuno lo aveva mai visto sorridere.
"Sono qui" disse "per fare una proposta di matrimonio alla dèa scarlatta!"
"Che sta dicendo?" l'incalzò un altro cronista "Lei sta scherzando, è così?"
"Non sono mai stato così serio!" rispose il Presidente della Daito.
Pur preda dello sconcerto, i giornalisti gli corsero dietro.
L'androne del Kid's pullulava ormai di curiosi in cerca di scoop e di flash: Masumi fu ritratto sotto ogni profilo.
Quando entrò nella sala principale, dove si svolgeva la prova generale per lo spettacolo dimostrativo di Maya, egli la cercò subito con lo sguardo.
Rimase fermo, in attesa che la scena terminasse.
Cercò una sedia defilata e la trovò, ché non desiderava disturbarla in alcun modo.
La vide fronteggiare Yuu Sakurakoji e notò subito che il suo viso era triste, cupo.
Era qualcosa che esulava dallo spettacolo: Maya era un libro aperto, per lui.
Non poteva non accorgersene.
Pareva impacciata, timorosa di qualcosa.
"Andiamo, chibichan." disse tra sé "Dov'è finita la tua energia? Sembra quasi tu abbia paura. Ma io sono qui. Io sono tuo, per sempre."
Comprese in un istante che <quello> poteva essere una giustificazione plausibile alla di lei tristezza.
Fissò il bouquet di rose e, pur sapendo che i giornalisti fissavano la scena con ingordigia da dietro i vetri divisori, si levò in piedi e si diresse verso il centro della sala, dove Maya e Sakurakoji stavano, per l'appunto, recitando.
Kuronuma, benché sorpreso, non disse una parola.
I fiori che egli recava con sé erano una dimostrazione inequivocabile di chi egli fosse.
Maya, che si era accorta per prima del suo arrivo, rimase a bocca semidischiusa.
Il suo cuore prese a battere all'impazzata, ché sapeva già cosa stava per dire, cosa stava per chiederle.
Solo Yuu si limitò a rivolgergli uno sguardo pieno di disapprovazione.
"Noi siamo dei professionisti." disse infatti "Le pare il caso piombare qui come fosse il padrone dell'universo intero ed interrompere una prova di questa importanza?"
"Hai perfettamente ragione." sottoscrisse Masumi "Ma prometto di togliermi di mezzo, non appena avrò detto ciò che devo alla signorina Kitajima."
Le tese la mano ed ella, scioccando gli astanti, accondiscese e gli porse, a sua volta, la sua.
Il Presidente della Daito la portò alle labbra e, mentre sospirava piano, chiuse gli occhi azzurri come a lodare gli dèi.
"Ti ringrazio di avere accettato." disse piano "Ti prometto che, da questo momento in avanti, la mia vita non sarà più separata dalla tua."
Il brusio in sala aumentava.
Gli occhi di Kuronuma, pur dietro le lenti spesse, brillarono significativamente.
"Hayami-san," sussurrò Maya, accogliendo il bouquet tra le braccia"io sono molto felice. Ho realizzato il mio sogno più grande. Ora posso dirlo."
Non riusciva ad aggiungere altro.
"Mi hai cambiato la vita." disse Masumi "Chiunque vi fosse riuscito sarebbe stato il naturale destinatario del mio cuore."
"Crede che una farsa di questa portata possa giovare allo spettacolo?" chiese Sakurakoji con tono isterico "Lei sembra dimenticare un piccolo particolare e, cioè, che sono innamorato di Maya quanto lei e che, più volte, le ho chiesto di dividere la sua vita con la mia."
"Ma Maya non si è mai fidanzata con te." replicò Masumi seccamente "Sono dispiaciuto del dolore che ti abbiamo arrecato, Sakurakoji-kun, ma questo è quanto. Comprendo assai bene il tuo dolore, ma posso assicurarti che, se sono qui oggi è perché ritengo di avere sofferto a sufficienza. Non ho mai pensato ad altre che a lei. Se non mi credi, chiedi a Shiori. Tu, invece, ti sei guardato - e a ragione! - intorno, cercando di rifarti una vita. Ma il mio pensiero non si è mai allontanato da Maya. Era del tutto ovvio che, quando avessi scoperto i suoi reali sentimenti, avrei fatto di tutto per stare con lei e concretizzare una relazione che, all'inizio, recava tutti i connotati della disperazione."
Yuu deglutì sconfitto.
"Non devi sentirti defraudato!" esclamò Masumi con più veemenza "Un vero uomo accetta anche il rifiuto e, se possiede un' anima buona, come credo sia la tua, gli si apriranno altre porte. Tu meriti di essere amato davvero e non credo che un surrogato di amore possa farti piacere."
"Perdonami, Yuu." pianse Maya, che ancora teneva la sua mano dentro quella di Hayami.
Questi si rivolse al regista:
"Mi scuso dell'interruzione. Le prometto che non accadrà più."
Kuronuma sorrise piano e guardò Masumi fino a che non scomparve in fondo al salone, dove i giornalisti lo attendevano.
Si rivolse, quindi, ai suoi due attori di punta:
"Avanti! Non è ancora finita! Si torna a provare!C'è La Dèa Scarlatta da conquistare!"
Fine.