Quel bacio che non ti ho mai dato...

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view post Posted on 31/7/2011, 16:25
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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* Quel bacio che non ti ho mai dato... *

A short novel by
Laura Heller S.




Sono trascorsi sette anni.
Dal giorno della prima della Signora delle Camelie - in un freddo giorno di gennaio - son passati sette lunghi anni.
Per tutto questo tempo, non ho avuto che la tua immagine negli occhi, le tue parole nelle orecchie, questo amore senza speranza per te nel cuore.
Forse, sono l'ultimo dei romantici o, forse, l'ossessione di mio padre è diventata la mia.
Come lui, anche io sono qui ad implorare l'amore della dèa scarlatta.
Poco importa se nulla ancora è deciso.
Tu sei l'unica dèa che io riconosca, Maya Kitajima.
Ho aspettato che crescessi, che ti <orientassi> in modo del tutto spontaneo in direzione dell'amore, così come fanno le ragazze della tua età.
Oggi, hai vent'anni ed io, pur avendone undici più di te, continuo a sentirmi un perfetto idiota.
Perché il tuo sguardo è ancora così innocente da bloccarmi.
Per non parlare della paura che possa trattarsi solo di un sogno.
Sei qui, vestita di un abito scarlatto che io ti ho donato per questa serata così speciale e non riesco proprio a controllare il tremore che la tua vista mi provoca.
Sei così bella e splendente che, per quanto ami la volta celeste, non riesco a vedere che te.
Contemplare te, unica stella.
"Grazie dei suoi regali." mi dici un poco imbarazzata.
Ma non ne sembri sorpresa.
"Non è ancora finita." sussurro con voce suadente "C'è una famosa orchestra jazz, su questa nave e, se me lo permetti, vorrei poter ballare con la ragazza più bella della festa."
"La più bella?..." ripeti.
Il tuo tono di voce è basso.
Dov'è finita l'agguerrita ragazza che sbraita di non volermi vedere neppure da lontano?
Vorrei davvero non esistesse più...
Vorrei che tutto questo fosse vero, Maya.
Ti prendo per la vita, senza neppure attendere che tu mi dia il tuo assenso e ti porto al centro della pista da ballo, dove le stelle splendenti meritano di stare.
Sei morbida al tatto, chibichan.
Quando ti ho vista uscire dalle mani della truccatrice, ti ho inquadrato per bene: ho visto il tuo collo sottile, ho visto i tuoi seni non più accennati, ho visto le tue gambe snelle di giovane donna.
Possibile che non te ne sia accorta?
Ed ora che ti stringo a me mi accorgo anche della morbidezza della tua pelle, abilmente celata da questo tessuto così leggero.
Vorrei davvero poter essere altrove, adesso.
E mi balena in mente uno <scherzo cattivo>, qualcosa che farà male più a me che a te.
Sono stanco di ballare ed è ora di ritirarci in cabina.
Una cabina a disposizione - io e te - l'abbiamo.
Ed è quella che Shiori Takamiya ha scelto per me e lei, perché ci sollazzassimo anzitempo.
Possibilmente - nel mio caso - dopo aver bevuto in abbondanza.
Ce ne vuole di whisky perché la mia fidanzata ufficiale susciti in me ciò che tu provochi a me.
Se solo potessi, ti amerei all'istante, anche in mezzo agli applausi scroscianti di questi guardoni che non ci han tolto gli occhi di dosso per tutta sera.
Ti faccio strada e scendiamo sotto coperta.
Ti sento turbata, come se "attendessi" una mossa qualsiasi da parte mia.
Che debbo fare, chibichan?
Non ho neppure il tempo di riflettere che siamo già davanti alla doppia porta: oltre c'è l'inferno o, forse, un inatteso paradiso.
Entriamo e vedo che il tuo turbamento aumenta e che, con tutta probabilità, non è in relazione a me.
No, non può essere.
Perché mai dovresti essere turbata al pensiero che io e Shiori avremmo potuto dividere questa suite matrimoniale?
E' tutta una mia illusione, come al solito e, presto, mi sveglierò.
Ti guardo per un'ultima volta come se volessi spogliarti davvero e usare quell'orribile letto, ma, poi, mi vien da sorridere, ché il tuo viso di ragazzina non è cambiato.
Rammento di nuovo La Signora delle Camelie e ti dò la buonanotte.
Chiudere quella porta produce un tonfo simile a quello di una pietra tombale che ricade, ineluttabile, sull'erba.
Sarà così anche per me, Maya?
Continuo a chiedermelo anche sul ponte: ho trovato una sdraio e, anche se è freddo, non mi disgusta l'idea di trascorrere questa notte a guardare il cielo.
Il marinaio addetto alla distribuzione dei liquori ha appoggiato del brandy sul tavolino ed io mi sento quasi felice: tu sei a pochi passi da me ed io potrò, bevendo, sognarti come e nei termini che più mi aggradano.
Vorrei fare l'amore con te, Maya.
Sto, per l'appunto, gustandomi il primo panciuto di brandy ed ecco che mi riappari innanzi.
E' l'effetto dell'alcool?
E' l'ennesima illusione?
Da quando ho scoperto di amarti, non distinguo più la realtà dal sogno e, se sono con te, è solo sogno.
Hai tolto i vestiti che ti ho regalato: hai reindossato i vecchi abiti e il tuo viso è segnato dalle lacrime.
"Per gli dèi, che cosa è accaduto, adesso?" ti chiedo alzandomi dalla sdraio.
"Io..." balbetti "non posso dormire...non in quella stanza."
Sgrano gli occhi e mi dò dell'idiota senza neppure sapere perché.
"La ringrazio" prosegui "per questa serata e per i regali, ma...non posso accettarli..."
Fai per andartene, dopo avermi messo in mano la busta con gli abiti e la chiave, ma, stavolta, la voce mi esce.
Eccome se mi esce.
E' un imperativo categorico, quello che giunge ai tuoi orecchi:
"Fermati! Voglio sapere che cosa è successo! Perché sei così sconvolta?"
Non ti dò neppure il tempo di rispondere, perché io SO che cosa non va. So perfettamente che cosa ti ha fatto fuggire da quella stanza e credo coincida con ciò che ha dato i brividi a me, Maya.
"Non...avevo alcuna intenzione di usare la suite...con Shiori." confesso rosso fino all'attaccatura dei capelli.
Sciocco!
Perché ti giustifichi?
Non posso neppure guardarti e, allora, mi limito a prendere la chiave che mi hai messo in mano e a lanciarla giù, nelle onde di questo mare scuro.



si conclude sabato prossimo.

 
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Yayoi
view post Posted on 31/7/2011, 21:45




Che bella! Sembra di starci, su 'quel' ponte!! :wub:

Speriamo tu riesca a finirla per sabato :D
 
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view post Posted on 1/8/2011, 07:18
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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E' un omaggio al volume 47, romantico e canonico, scritto apposta per le lettrici di murasaki.
No senso di soffocamento esistenziale (per quello, ho la Valle), ma solo grande passione che desidera venire allo scoperto.
Credo che questa storia, ormai, stia evolvendo al meglio. La Miuchi sensei pare aver ritrovato il senno. Sperem---:sick:
Ce la farò. La parte conclusiva l'ho già scritta. Non mi convince solo la velocità con cui l'ho chiusa. Mi piace scrivere, ma non banalità. Anche quando il finale è romantico.
 
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view post Posted on 1/8/2011, 13:17
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Che bello sapere che hai già scritto la fine.
Aspetto allora sabato prossimo per la seconda parte.
 
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view post Posted on 6/9/2011, 23:02
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cramen

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Ma siamo gia' a settembre quando posti il seguito? Ti pregooooooo
 
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view post Posted on 6/8/2015, 16:15
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Sette anni.
Sono passati altri sette anni e io sono qui, sulla spiaggia di Izu, nell’angolo recondito in cui, quella notte in mare, sognavo di condurti.
Le lune si sono avvicendate veloci, al pari dei battiti del cuore. Amarti è stato come non farlo, tanto era spontaneo. A chi crede che l’amore è qualcosa di complesso rispondo che no, non è così. È rinnegare o, peggio ancora, respingere il Fato a essere l’atto più abominevole. Si strazia non solo il proprio cuore, ma anche l’altrui.
E io so bene che cosa significhi questo. Perché, dopo quella notte sull’Astoria, tutto ha preso a girare al contrario, Maya.
Ci eravamo detti tutto ciò che era necessario.
Tu che smettevi di odiarmi; io che ti chiedevo di aspettare.
Mi hai aspettato davvero: sono stato io quello che non ha mantenuto la promessa.
“E’ stato divertente, ragazzina.”
Così ti ho detto qualche giorno dopo la nostra romantica parentesi.
“Ora ho da fare, se vuoi scusarmi…”
Così ho ribadito, due fiati dopo.
E ho tranciato il tuo, di fiato; ho blindato il mio cuore col filo spinato, recitando la parte che più mi è consona.
Scarafaggio, assassino, affarista senza scrupoli.
Son tornati ad essere gli appellativi più consoni alla mia persona.
Se non altro, la mia massima aspirazione alla solitudine è stata realizzata: non potevo sposarmi con una matta. E, alla fine, eccomi qui, a 38 anni, single ambìto come lo ero all’epoca, qualche ruga d’espressione in più attorno agli occhi azzurri, la voce arrochita da un numero incalcolabile di sigarette.
Fumo anche ora, uccidendo la brezza del mare e gli odori che avrei dovuto, oggi, condividere con te.
Mi manchi, Maya.


Dovrei esservi avvezzo, suppongo.
Poi, mi viene in mente una cosa – una cosa stupida, banale: mi alzo, scuotendo dai pantaloni arrotolati la sabbia sottile e, lanciato un ultimo sguardo al mare, decido di guadagnare la via di casa.
Faccio due passi e lo vedo: sembra sia rimasto nella stessa posizione da quel giorno in cui ho provato ad ucciderlo. Mi pare di vedere ancora il sangue rosso rubino sul suo collo diafano, così come la ciocca di capelli castani a terra.
“Sei vestito come ieri.” Mi viene da dirgli, ma non lo dico.
Il mio viso è interrogativo e lui, col volto stanco e segnato al pari del mio – ha trentotto anni come me, credo – mi lascia senza parole:
“Signore, mi prendo io Maya Kitajima.”
“Di nuovo?”
E’ un copione vecchio. Ti piace giocare, ogni tanto? Sai che ti odio quando fai così. Mi dici cose che dovrei dire io.
“Questa litania è vecchia e nojosa. Intendi per perpetuarla ancora a lungo? Ogni anno, in questo giorno, mi dici che andrai da lei, che ti rivelerai come il donatore di rose scarlatte. Io provo ad ammazzarti e tu demordi. Sono stanco, Hijiri.”
Egli arcuò le labbra significativamente.
Afferma che oggi è diverso, che è l’anniversario di quel giorno maledetto.

L’appuntamento mancato.

Io che vado a schiantarmi a centoventi all’ora sulla curva a gomito, quella che pare fatta di rocce dolomitiche. Stavo correndo giusto da lei, qui, in questa ansa che è solo mia. Lei mi aspettava, ma io non sono mai arrivato.
Ero atteso in ospedale, dove, vivo per miracolo, mi sono voltato indietro dicendomi che era meglio così, che, per quanto non volessi in alcun modo Shiori, non potevo comunque sbatterle in faccia la mia felicità. Così ho deciso di soffrire con lei e di mollare il mio sogno d’amore.
Per sempre.
Credevo che così fosse.
“Lei è qui, signore.” Mi dice Hijiri facendo un passo in avanti.
Anche le sue scarpe sono consunte: non ho un ufficio normale. Il mio ufficio è la spiaggia, talvolta il mare e lui, per raggiungermi, è costretto a camminare molto. Le sue scarpe si sono rovinate e glielo faccio notare con uno sguardo di sufficienza.
“Lei è qui.” Ripeto poi.
Il mio cuore, all’inizio, non ha colto. Come se le mie orecchie fossero <scisse>, disconnesse.
“Lei è sempre qui.” Mi corregge “Non se ne è mai andata.”
Le mie gambe si fanno di piombo: il mio desiderio, ‘tosto che farmi volare, mi affossa, mi uccide dentro, mi impedisce di camminare.
“Basta un passo, solo uno. Essere felici è diritto di ognuno, non una colpa. Lo sapeva, signor Masumi?”
Lo dici a me proprio tu? Tuo padre ti ha tolto persino il diritto di esistere, figuriamoci quello d’essere felice.
“Che sia qui non le suscita nulla? Davvero il suo amore di anime soccomberà al senso di colpa?”
Deglutisco: ho male alla gola. Troppo fumo o, forse, l’aria di mare. Il mare di dicembre è impietoso e tossisco.
Stavo per replicare e la vedo.
Figuretta scarlatta.
Non è cresciuta di un pollice, ma il suo aspetto si è fatto ardito, quasi sfrontato. I tratti abbozzati della giovane donna di allora si sono scavati sul volto espressivo.
La tua dèa scarlatta fu straordinaria: me la ricordo bene. Ti ho vista trionfare su Ayumi e, subito dopo, rinunciare alla grandezza. Per causa mia.
Un’altra colpa, un’altra tegola.
Alla fine, non ho saputo regalarti alcunché né farti felice, Maya.
“Perché sei venuta?”
È ritta, magrissima, di fianco a Hijiri, tanto più alto di lei. Sei cresciuto come un gigante, Hijiri. Ai suoi occhi, di sicuro.
“Un’opportunità.” Risponde semplicemente lei “E un bacio.”
Vedo che la sagoma del mio ex collaboratore si allontana. Invero, pare dileguarsi nel buio, da ombra qual è.
“Sei qui per un bacio?” ripeto con un fil di voce.
Le tue doti d’attrice sono cresciute, ragazzina. Ora, hai il coraggio di sostenere lo sguardo di un uomo fatto.
“Per il bacio che non mi ha mai dato.” Ribadisce lei “Un abbraccio può essere frainteso; un’espressione può essere male interpretata. Ma non un bacio. Un bacio vero, Hayami-san.”
Cosa ti fa pensare che io sia in grado di farlo? Questa spiaggia che ho amato ora tramuta in sabbie mobili. Affondo i piedi, vado sempre più in basso e nessuno mi aiuterà. Mi chiedi un bacio e io non sono neppure in grado di uscire fuori da questa fossa.
“Il nostro tempo è scaduto, chibichan.” Dico.
“Il tempo si è fermato.” Mi corregge Maya “Per tutto questo tempo, è come se avessi atteso su quell’auto. La mia anima non può muoversi da qui, non può neppure pensare di stare lontana da te.”
Ora che mi dà del <tu> mi sento ancora più perso. Non dovresti abbattere queste barriere. Io ho faticato per ergerle.
Mi si avvicina, mi prende per un braccio come quella mattina, all’alba, sulla nave. È piena notte, ma il suo tocco mi rimanda al sole che s’alza sull’orizzonte. Ne avverto il calore. Accanto a lei è solo calore.
È fuoco.
La guardo negli occhi e mi dico che sette anni son stati brevi. Si sono dissolti ora, qui, davanti ai nostri piedi.
Le prendo il mento con due dita e la bacio.
La bacio sul serio.
Non un bacio timido, ma un bacio subito impetuoso, scioccante per entrambi.
Quattordici anni per un bacio, Maya.
Ha rotto l’equilibrio innaturale eretto dai miei sensi di colpa e ora chiede solo di uscire.
Ne avrò la forza?
Neppure il tempo di chiedermelo che la tua mano stringe la mia e i miei ragionamenti, a questo punto, iniziano a languire.
“Ricominciamo da sette anni fa e da questa spiaggia.” Mi dice “Tu non devi arrivare con alcuna auto perché sei già qui. Non ci sarà incidente e io non dovrò allontanarmi per le prove. Ricominciamo, Masumi.”
“Andiamo a vedere le stelle, ragazzina?” le chiedo con le guance in fiamme mentre sento la sua testa – tenera - posarsi sull’avambraccio. Ora siamo a braccetto.
“Sì.” Mi dice lei “Ricominciamo dal terrazzo. Ricominciamo dalle stelle. Poi, sarà la volta dei piedi nudi sulla spiaggia bianca; i piccoli granchi e la schiuma delle onde…”
Le cingo poi le spalle con il mio braccio; lei, col suo, mi cinge la vita e camminiamo così, allacciati:
“Non sarai venuta mica per una visita d’istruzione al museo di storia naturale naturale…”
“E’ probabile.” Mi dice e cerca ancora le mie labbra, labbra che io non nego. Non posso negare.
Mi pento in un istante della mia pusillanimità: la felicità è un attimo. Basta un solo gesto sbagliato per lasciarla scivolare via.
Oggi, mi rendo conto di essere stato salvato da una dèa. La mia dèa.

FINE

 
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view post Posted on 6/8/2015, 22:26
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Stregone/Strega professionista

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Aspettavo la conclusione di questa breve storia. Vista la premessa che l' avevi già impostata da un po' mi sto chiedendo solo se tu l'abbia cambiata, ma probabilmente non ha importanza, se non per te stessa.
Bellissimo questo finale, anche un po' inaspettato, perché la lettura lascia pensare ad un' altra conclusione, più infelice... invece no!!
Ma quanta amarezza iniziale! La fai sentire in modo così netto!
Anch'io percepisco una lieve vigliaccheria in Masumi, anche se in parte posso comprenderlo; in fondo, era facile nascondersi dietro l'ombra dell'ammiratore, no? Era facile amare Maya da quella distanza. Tra i due è davvero lei quella più coraggiosa, almeno in alcuni frangenti. Intenso, bellissimo pezzo, anche spiazzante, ma è questo il bello delle tue storie, non sono mai come ti aspetti che siano.
 
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view post Posted on 7/8/2015, 14:45
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Mi piace molto l'imprevedibilità. La vita mi ha insegnato molto: fra queste, che non è quasi mai "credibile". A volte, ti accadono cose al limite dell'assurdo, se ci pensi. O cose talmente normali da sembrare incredibili. Come aprire il cuore ad un nuovo amore dopo un'immane delusione. E' un piccolo, "poco credibile" miracolo, no?
;)
 
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