I Believe I Can Fly

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TOPIC_ICON12  view post Posted on 23/4/2011, 19:53
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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I Believe I Can Fly



Avevo intenzione di brandire la penna per scrivere una storia dolceamara, ma, se c’è di mezzo la vita vissuta - questa vita vissuta - il calamo, seppur fluido, si blocca e le maschere che indosso divengono una, amore mio.
Amore da mezzo secondo, amore da tutta una vita.
Devo bloccarti su questo foglio di carta prima che sia tardi; sul palcoscenico, prima che ogni comparsa abbia fatto il suo ingresso; in questa stagione, prima che il vento d’autunno porti via le foglie estive e le assurde speranze che non voglio e non posso nutrire.
Mai più.
Ho seppellito nel mio cuore anni di frustrazione quasi inconsapevole, pensando di non dover più osare chiedere alcunché alla vita, ad eccezione di questa rassegnazione intensa, scaturita da infondati sensi di colpa.
Non mi è concesso.
La realtà è solo una: ed ha l’odore di un “figlio” che ho voluto fortemente, il suo sorriso fiducioso, una età che mi chiede di regalargli illusioni. Perché le serbi in cuore, a corredo speranzoso, quando la sua realtà diverrà insopportabile.
Quando avevo i suoi anni, io già conoscevo la “verità“: per sopravviverle, mi sono cucita addosso indumenti che tutt’ora non mi abbandonano, care immagini dell’infanzia andata, maschere da teatro che si sono infrante una volta - quando ho accettato il precostituito - e poi han finito per riincollarsi per sempre - nel momento in cui alla mia comoda realtà ho voluto fare ritorno.
La menzogna che mi accompagna quando salgo sul palcoscenico è dolce e mi rende sopportabile l’arcano destino.
Di padre in figlio.
Io non credo nell’esistenza di un “destino”; credo, piuttosto, nel fatto che un figlio subisca l’influenza di chi lo ha generato e, in seguito, educato.
Ma ritengo di non essere stata oggetto di reale amore.
E, se devo chiedere perdono agli dèi, non posso che addurre queste motivazioni, che poi sono i peccati altrui e non i miei.
Per mia madre costituivo soltanto un’ancora di salvezza, il serbatoio delle sue speranze giovanili disattese. Ma, nonostante questo, non ha mai preteso che io volassi via realmente dal suo nido. Mi ha soffocato meglio che ha potuto.
Ma più mi soffocava, più io brillavo e procedevo per la mia strada.
Sbagliando, sovente.
Mio padre - pur con tutto l’amore che posso nutrire per lui - l’ho visto così poco che, adesso, mi pare di non averlo conosciuto affatto. Chiuso anch’egli nel suo mondo di poeti e navigatori e santi, ha finito per mollare tutto e a interessarsi d’altro.
Non c’è tempo per sentirne la mancanza: egli vive contemplando quel divino che ogni uomo auspica e, quando si è relativamente giovani come lo sono io, si intravede appena o, forse, fa paura.
E così, da sempre, priva di punti di riferimento stabili, vivo distratta da innumerevoli intrallazzi che mi addolciscono l’esistere e mi danno la sensazione di avere un valore, di essere viva. La felicità è indossare una maschera, lasciare furtivamente qualcosa di me nelle mani di chi, dal nulla, è diventato “tutto”.
Così, non posso dire di essere infelice se guardo un ragazzo sensibile come Yuu e penso, in tutta onestà, di poter costruire una vita con lui.
Mi va bene.
A patto che mi regali l’illusione dell’assoluto che ho perseguito per tutta la vita e non ho mai agguantato.
E ci faccio un figlio. Ci costruisco una famiglia che è solo mia.
Per tutto questo tempo, ho desiderato ardentemente offrirti qualcosa, farti vedere che anche io potevo essere qualcosa per te. Ho recitato per te solo.
E ho vinto una battaglia che in molti davano persa.
Per lo meno, su quel palco virtuale dove si ritiene di poter rappresentare ogni individuo.
Ma, per me, è diventato “la vita“, ha surclassato la vita. Al punto da arrivare a filosofeggiare sulla dèa scarlatta come se fosse davvero una divinità, un fatto di fede, una speranza colorata di rosso.
Non esiste.
La verità è che le nostre vite si sono incrociate in una valle dei susini dell’illusione.
La verità è che non ha mai avuto fondamento questo sentimento pazzesco nato come una beffa del destino. Sì, forse saremo pure anime gemelle, Masumi, ma non è detto che queste anime gemelle siano destinate a vivere realmente insieme. Ci siamo guardati, ci siamo “annusati“, ma le nostre vite vere e reali continuano ed ora che il sipario è calato, su questo “capolavoro già scomparso”, voglio solo tu sappia che la brevità di questo amore mai nato non ne ha leso la forza né la passionalità.
E, dolcemente, ne serberò il ricordo.
Per sempre.


 
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view post Posted on 25/4/2011, 09:17
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L’anima si manifesta trasformandosi in una vita. Mentre la vita si cela diventando un’anima.

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meravigliosa anche questa storia... in ciò che scrivi si rivela emozione pura... sei davvero magica!
 
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1 replies since 23/4/2011, 19:53   53 views
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