E' una primavera anomala, questa.
Trentadue gradi oggi non soltanto nella inquinatissima Milano, ma persino in quel piccolo angolo di Paradiso che è la Val d'Aosta. E trentuno a Bolzano.
I venti di Phoen, per fortuna secchi, hanno spazzato in parte anche la Pianura Padana.
Ho tenuto la cucina ben chiusa e la temperatura si è mantenuta gradevole.
Lo stesso non si può dire per lo studio, rimasto aperto tutta mattina (*), in cui il calore ha dominato fino a pochi istanti fa.
Ora che il sole è calato, la brezza è meno infuocata e posso permettermi di far cambiare l'aria.
Spero di dormire bene.
C'è odore di terra bagnata.
E' probabile che qualche temporale si sia abbattuto non distante da qui. O, forse, è il vicino - quello con l'asino aspirante suicida - che ha aperto l'irrigatore per dar da bere alle terre assetate.
Comunque, già da domani si registrerà una tregua: quattro gradi in meno.
Mercoledì, i gradi in meno saranno dodici.
Prepariamoci ad una cronica bronchite.
(*) L'Andrea è davvero convinto che, quando fa caldo, la soluzione sia aprire ogni pertugio. Se ci fosse una botola con accesso al rifugio antiatomico, aprirebbe anche quella.