Ed eccomi.
Il capitolo di oggi sarà breve, ché posterò, in contemporanea, anche quello nuovo di "Ritorno nella Valle".
Buona lettura.
Haru, perché non dai una occhiata - anche le altre lettrici, se vogliono - al mio topic su "Amore ed altri sentimenti nei racconti di Laura Heller S."?
Ci ho messo su un po' di frasi significative dei miei ultimi racconti per usarli come spunti di riflessione.
Mi permetto di segnalartelo perché tu sei sempre molto precisa (e risottolineo per l'ennesima volta che non sei affatto inopportuna e che le tue sottolineature sono non soltanto pertinenti, ma di grandissimo aiuto.
Quindi, grazie.
Riguardo al tuo messaggio, posso rispondere anche qui, visto che la curiosità riguarda un po' tutti ed è molto interessante.
Ho pensato che, nelle famiglie altoborghesi, vestendosi per la cena con giacca, cravatta e abiti di lusso (nel caso delle signore), le calzature fossero d'obbligo.
Magari, come dici te, chiediamo ad Eger, che è una esperta di "tradizioni nipponiche".
Buona lettura, mia cara!
L'uomo della bibita in lattina getta la maschera
"E' vero." sorrise Maya "Lei sa chi sono io, ma io non so chi sia lei."
Gli prese una mano, sconcertandolo.
"Non l'ho mai ringraziata a sufficienza per i suggerimenti ed anche per l'affettuosa compagnia."
"Anche adesso?" chiese Eysuke sorpreso "Persino ora che le ho detto di lasciarsi alle spalle il suo sogno d'amore?"
"Lei cerca soltanto di aprirmi gli occhi." rispose Maya "Certo, mi aspettavo che lei mi facesse coraggio, ma comprendo la situazione."
"Non la penserebbe così, se sapesse chi sono."
Fu allora che Maya la vide.
Shiori, col viso tumefatto d l'andatura altalenante, incedeva verso di loro.
Eysuke si girò un poco.
Consapevole di essere sul punto di venire smascherato, provò il desiderio di fuggire, ma si rese conto che "non era più tempo".
Così pensò.
"Signor Eysuke," disse, infatti, la Takamiya prima di rivolgere uno sguardo di pietra a Maya.
"Signor...?" ripeté l'attrice sgranando gli occhi azzurri "Lei è...il padre di Masumi?!"
"Non osare neppure chiamarlo per nome!" sibilò Shiori "Tu sei un essere inferiore, una profittatrice in cerca di protettori, una rubamariti!"
Fece per schiaffeggiarla, ma una mano, prontamente, la bloccò.
"Signor Eysuke..." mormorò la Takamiya incredula.
"Mi dipingono come un uomo privo di scrupoli, ma, in tutta onestà, non ho mai sopportato la violenza fisica. In una donna, poi, è inaccettabile."
"Ma," protestò la nipote dell'imperatore "io sono la futura sposa di suo figlio! Come può prendere le difese di questa...creatura."
"Questa creatura, come la chiama lei, è la futura dèa scarlatta." sottolineò l'anziano.
"Quindi," concluse Shiori rinfrancata "lei la considera al pari di un buon affare e basta, giusto? Capisco, il capolavoro scomparso aspetta di essere rimesso in scena da oltre vent'anni. La sensei Tsukikage, poi, non vuol saperne di voi. Lei fa tutto questo solo per gli affari, è così?"
Eysuke tacque.
"Inizialmente era così, ne convengo." rispose secco "Ma io sono un uomo di gusti semplici e mi piace la compagnia delle persone semplici."
Shiori disse qualcosa di incomprensibile tra i denti e fece per andarsene.
"Lei e suo figlio avete stipulato un regolare contratto davanti al nokodo. Un contratto blindato!" rimarcò "Credete di potervene uscire così, senza pagarla in qualche modo?"
"Mio figlio è su un letto di ospedale ed è grave." l'interruppe Eysuke "Spero vorrà perdonarmi, signorina, se non me ne importa una beneamata cippa del suo contratto blindato."
La Takamiya scomparve nel corridoio bianco.
Il patriarca degli Hayami, allora, tornò a rivolgersi a Maya:
"Ecco, era questo che intendevo quando ti dicevo, poc'anzi, di andar via da questo posto. Ci saranno paparazzi appostati ovunque e, presto, riceverò la visita di Ryu Takamiya. Stare qui, per lei, è una inutile perdita di tempo, oltre che una sofferenza morale inaudita: questa gente non mancherà di sottolinearle, ogni volta, quanto inadeguata ed inferiore sia. Masumi, ne sono certo, vorrebbe saperla al Kid's, a provare per lo spettacolo che s'avvicina a grandi passi."
Maya negò con la testa.
"Mio figlio non morirà." la rassicurò l'anziano "Sarei pronto a sfidare gli inferi pur di riportarlo in vita e, inoltre, credo che sia suo preciso intento poter assistere alla rappresentazione."
"Sì." mormorò l'attrice "Masumi me lo ha promesso. Mi ha promesso di venire alla prima. Noi...ci sposeremo subito dopo, lo sa?"
E nascose il viso tra le mani.
Eysuke trattenne a stento le lacrime; solo gli dèi erano testimoni di quanto egli avesse desiderato, anche solo una volta, udire quelle stesse parole dalla signora Tsukikage.
Ma il "premio" alla sua devozione, costituito dall'amore di quella donna così straordinaria, non era mai stato riscosso, ché l'anziano si era macchiato della colpa più abietta.
Piuttosto che supportare, come anche il vecchio Genzo aveva fatto, aveva fatto terra bruciata attorno all'attrice. L'aveva condotta alla rovina.
Peggio ancora, aveva istruito suo figlio ad essere il suo degno successore. Privare Masumi del suo cuore equivaleva a trovare giustificazione al proprio abietto atteggiamento.
"Voglio vederlo." lo implorò Maya, mettendosi in ginocchi. Eysuke sgranò gli occhi per lo stupore.
"La prego, signor Hayami. Mi faccia vedere Masumi soltanto per una volta. Prometto di non disturbarlo, di non chiedere più nulla sino a che lo spettacolo non sarà terminato.
L'anziano le prese entrambe le mani e l'aiutò a sollevarsi.
"Maya-chan," disse teneramente "io sono un uomo maldestro, un risaputo essere privo di cuore e di sentimenti. Non mi chieda di essere quello che non sono. Ho trascorso metà della mia vita a tramare contro il prossimo e, probabilmente, l'unica persona con la quale ho mostrato un aspetto <diverso> e inusuale del mio carattere è lei. Ho sempre stimato i genii. E lei è uno di questi..."
"...io...un genio?" ripeté l'attrice.
Egli lasciò cadere il discorso e le fece strada.
Entrarono entrambi in camera, in religioso silenzio.
Sia Maya che Eysuke avevano indossato i camici sterili, come da protocollo ospedaliero.
La giovane deglutì.
Nel momento in cui i suoi occhi azzurri misero a fuoco la sagoma di Masumi, presero a lacrimare irrefrenabilmente.
L'anziano Hayami la informò che il trauma cranico era gravissimo e sussistevano gravi lesioni interne.
Non pronunciò alcuna sentenza di morte, ma a Maya parve fosse inevitabile.
Sentì le forze abbandonarla e un tremore si impadronì di lei, scuotendola con violenza.
"Solo la dèa può compiere miracoli." disse allora Eysuke "Lei è un essere umano, Maya-chan. In quanto tale, non può fermare il moto degli astri né bloccare la vita degli uomini per evitare di farli morire."
La guardò con una intensità paurosa:
"Però, sei stata capace di rivoluzionare l'esistenza di mio figlio Masumi. Attraverso l'arte, lo hai salvato salla promessa di infelicità che io - stolto! - avevo emesso per lui."
Si diresse stancamente verso uno sgabello metallico e sedette. Stavolta, i suoi occhi indugiarono sull'erede della famiglia: era <difficile> anche per suo padre immaginarlo inerme. Egli era, solitamente, nervoso anche nel sonno.
Eysuke ne sorrise:
"Non credo che Maya Kitajima possa restituire la vita ad un morente, ma la dèa a cui lei dà voce sì. Lei può tutto. Fammi credere ancora nella dèa scarlatta, ragazzina."
Al sentirsi chiamata con lo stesso appellativo con cui soleva rivolgersi a lei Masumi, l'attrice si sciolse definitivamente in lacrime e il vecchio patriarca, suo malgrado, la imitò.
continua!...