Maya Kitajima diventa adulta

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view post Posted on 2/3/2011, 17:18
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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“Maya Kitajima diventa adulta”


Racconto breve ispirato al capitolo XX di Garasu No Kamen di Suzue Miuchii



“Essere adulti è un privilegio.
L’ho capito in questi anni.
Si è trattato di una attesa snervante, quasi una ossessione.
Salvo, poi, accorgermi che tutto era già scritto e tu eri lì, in attesa, esattamente come me e proprio della stessa cosa.



Il privilegio dell’essere adulti è dar voce all’istinto, agire consapevolmente, assumersi responsabilità d’ogni sorta.
E’ così che farò, d’ora in avanti.
Non sono andata con Kusunoki perché non ne avevo desiderio alcuno.
Il mio posto era al tuo fianco e, pertanto, dovunque tu ti trovassi.
Mi hai spogliato di ogni sadica certezza derivante da uno status sociale insormontabile.
Mi hai rivestita della dignità che <non era mio diritto avere>, regalandomi un posto nel mondo.

Ma ci credevi?

Ci sono stati momenti in cui ti ho visto così lontano, così preso dalla realtà estranea del bel mondo in cui vivi, che mi son sentita persa.
Mi dici di voler cercare te stesso al di fuori delle corti e delle stoffe preziose, ma ci vivi ancora.
E tieni la mano di una donna che non sono io.
E’ giusto.
Anche io piango la perdita, la malattia, tutto ciò che, agli occhi dell’uomo, è amaro.
Pur sapendo che molte di queste cose sono una illusione, una presunta corruzione della natura, non posso impedirmi di soffrire a causa dell’umana tracotanza.



I fiumi e l’aria mormorano parole di saggezza anche adesso, mi suggeriscono la verità all’orecchio, ma io non l’odo.
Anche io non odo più le voci del cielo e della terra.”





“E’ questa la dèa?”
La domanda dell’uomo, formulata con tono piano e cadenzato, la restituì al reale.
“Solo la dèa che vive lontano dall’altra metà della sua anima…” rispose Maya fissandolo intensamente negli occhi, un rossore improvviso sul volto sottile.
“E, così, gli dèi conoscono l’infelicità.” parve rammaricarsi Masumi, mentre prendeva un pezzo di legno e lo lanciava nel camino acceso.
“Izu è fredda, in questa stagione. Ed è stato un lungo inverno, ragazzina.”
L’attrice non poté fare a meno di sorridere dell’espressione bislacca, ché erano agli inizi di ottobre e faceva ancora relativamente caldo.
Finse, però, di non cogliere il senso di quelle parole appassionate.
“Non ho avuto altri che te, nella testa. La maschera del donatore di rose scarlatte è stata comoda, per un certo periodo. Ma, poi, mi ha completamente stremato.”
La guardò con tale desiderio da destare in lei forte imbarazzo. Rise di cuore per scacciarlo:
“Guardandoti e desiderando di amarti, ho compreso perché un uomo e una donna auspicano la totale nudità. E’ inebriante pensare che, per il tramite del contatto fisico, si raggiunga, in qualche modo, l’anima della persona amata. Sfiorarla con le dita, raggiungere uno stato di totale appagamento dei sensi entrando in lei. Ti sconcerta, chibichan? Eppure, dovevi aver capito come me che i nostri abbracci erano preludio d’altro.”
“No.” sussurrò Maya “non ho capito nulla, Hayami-san. Pensavo di venire ad Izu già adulta, ma scopro che è lei <il tramite>, il mezzo che mi consentirà questo passaggio di status.”
Si diresse alla vetrata per osservare il mare della sera.
“E’ qui che ho raccolto tutto ciò che mi parlava di te, Maya. Ho ammassato tesori preziosi, in questo posto. Tutto ciò che mi ha permesso di sopravvivere e di acquisire un senso.”
“Un senso…? Lei, Hayami-san?” ripeté l’attrice.
“Maya, “ riprese Masumi “Io attendo questo momento da sette anni. Però, non credo che diventare adulti significhi necessariamente fare del sesso. E’ più quello che dicevi poc’anzi: assumersi delle responsabilità, avere il coraggio di essere qualcosa di più che una macchina sottomessa al sistema.”
La giovane attrice palesò un volto perplesso:
“Però, Hayami-san, non capisco perché questo imbarazzo tra noi. Non dovrebbe sussistere,t ra le due anime gemelle, è così?”
“Forse,” provò a spiegare lui “ci blocca il fatto di vivere ancora una sorta di precarietà.”
Maya annuì.
“Quando lo dirà a suo padre?” chiese titubante.
“Presto, ma non mi preoccupo di questo evento potenzialmente nefasto.”
Si diresse nuovamente verso il camino, appoggiando entrambe le mani allo scaffale ligneo soprastante:
“Ritienimi pur un ingenuo, ma credo ne sarà addirittura contento. In fondo, ha avuto modo di conoscerti e trovarti simpatica, in questi ultimi mesi.”
Il suo sguardo si perse nel vuoto, mentre, tra sé e sé, dava dell’imbecille ad Eysuke, reo, pur davanti a tanto talento, di non ammettere la verità: e, cioè, che anch’egli subiva il fascino dell’arte e, soprattutto, delle interpreti della dèa.
“Essere adulti, forse, non è un privilegio…” sospirò piano la giovane attrice.
“Però,” rise Masumi “non è proprio così che dice la battuta di Akoya!”
“Il regista ci ha portati nei posti più strani per provare le scene clou del capolavoro scomparso.” raccontò Maya “Dice che questo dramma narra i sentimenti degli uomini di ogni generazione. Li immortala come fossero dei modelli, degli schemi precostituiti.”
“Non è divertente pensare a se stessi come ad archetipi privi di originalità.” disse Masumi, tornando a guardarla.
“Vorrei davvero seguire un copione, in questo momento.”
E le parole di Maya furono così cariche di sentimento da indurre il giovane Hayami ad arrossire nel modo più plateale.
“Allora,” mormorò l’uomo con tono basso “non ci resta che riprendere da dove abbiamo interrotto. Eravamo ad un paio di abbracci soffocanti. Solo che ci trovavamo in mezzo alla strada e non si poteva fare molto altro.”
“Cosa dovrei fare per…rompere il ghiaccio?” chiese l’attrice.
“Ho sempre amato ballare.” rispose Masumi “Ma, sinora, l’ho sempre fatto con donne di cui mi è importato relativamente.”
Si diresse verso l’impianto HI-FI, posto poco distante ed estrasse un disco in vinile:
“Mi piace questo complesso occidentale. Si chiamano Dire Straits. Non so se tu…apprezzi…”
Partirono le note di Wonderful Tonight e Maya, di nuovo, tornò ad abbracciarlo.

Edited by LauraHeller - 27/3/2011, 17:27
 
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view post Posted on 2/3/2011, 17:31
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Lauretta .......... ma come mi piace questa breve storia

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Dolce Super Romantica e Bellissima

BRAVA ................. Come al solito sei grande!
 
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view post Posted on 2/3/2011, 17:35
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Non ho messo "continua", ma continua, Mara! Caspita, sei stata supervelox! Grazie, mia cara!

Ho deciso di postare qui le storie in chiave serioso-filosofica di Garakamen, oltre che i miei cavalli di battaglia!
 
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view post Posted on 2/3/2011, 18:05
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Hi hi hi passavo di qui per caso al momento giusto image
 
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sackerina
view post Posted on 2/3/2011, 18:40




eccomi girovagando prima di cena....bell'aperitivo questa ff...ci voleva prima di prepar la cena...belle come sempre le tue storie, non mi stancherei mai di leggerle
 
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view post Posted on 2/3/2011, 19:18
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Laura, ma come fa Masumi a sopportare che Maya gli parli di diventare adulta e gli dia ancora del lei, chiamandolo "hayami - san"? A me creerebbe disagio, mi sentirei quasi pedofilo! :..Mah, forse è realistica la situazione, visto il livello evolutivo dei bradipi in Gnk, ma il tutto mi lascia un filino perplessa!......
 
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view post Posted on 2/3/2011, 20:44
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Ma no, tesoro, che vai a pensare? I giapponesi sono molto rispettosi e tengono tanto alle formalità, specie se si tratta di persone altolocate come il nostro...penso che Maya lo chiamerà "signor Hayami" anche dopo il loro matrimonio! ...:lol:
 
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view post Posted on 2/3/2011, 22:02
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....anche dopo il matrimonio?!?..Bleah! :sick:
 
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view post Posted on 7/3/2011, 17:24
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***



“<che ne sarà di noi, che ne sarà>? E’ una domanda quasi filosofica, tanto induce ai più tetri pensieri, ma io non voglio rifletterci neppure. Non stasera, per lo meno. La danza, il nostro primo ballo, mi ispira sensazioni positive. Non voglio credere che il mio futuro sia privo i questo. Ora lo so: potrei anche morirne.”
Così pensava Masumi, mentre si riscopriva infastidito del proprio atteggiamento inconcludente nei confronti di Maya. Ella lo prevenne.
“Hayami san, che ne è di Shiori Takamiya?”
La domanda dell’attrice lo colse realmente di sorpresa: gli uomini non riescono a pensare a più cose contemporaneamente. La loro testa è suddivisa in compartimenti stagni. Impensabile, sovraccaricare i neuroni.
“Mi ha sempre stupito.” disse Hayami, squadrandola da capo a piedi.
“Che cosa?” l’incalzò Maya curiosa.
“Che una ragazza giovane e fisicamente insignificante racchiudesse ed esternasse tanta forza.” rispose il suo interlocutore.
“La ringrazio di avermi dato dell’insignificante! Ma il motivo è solo uno, credo: io sono Akoya.” rispose l’attrice con calore “E c’è un po’ di Akoya in tutte le donne che amano.”
“Dillo ancora.”
E la richiesta di Masumi risuonò, appassionata, nella grande sala.
C’era un mondo di elementi in tempesta, a due passi da loro, oltre quel balcone immerso nell’oscurità incalzante.
Il fuoco ardeva vigoroso.
Il Presidente della Daito si stupì di non aver toccato né brandy né sigarette. Quando Maya era con lui, il pensiero dell’autodistruzione non lo toccava per nulla.
“Talvolta,” riprese lui “mi chiedo perché chi soffre per amore desideri pazzamente di annullarsi, di soccombere per effetto delle stesse fiamme che ardono nel suo cuore.”
“Forse,” disse la giovane, titubante “perché quelle fiamme sono tutto ciò che l’amore non riamato potrebbe produrre.”
“E…se scoprisse che quello stesso amore che l’ha fatta soffrire, oggi, è perfettamente ricambiato?”
Masumi si sentì uno stupido:
“Ti risponderei che l’ho sempre saputo. Ho intravisto da subito <qualcosa>, nei tuoi occhi. Ed è in virtù di quel <quid> che le mie speranze hanno avuto un seguito, nonostante tutto…”
“Si riferisce alla signorina Shiori?” chiese Maya.
A malincuore, egli annuì:
“Ho sbagliato tanto nei confronti della mia…fidanzata, quanto nei miei.”
Sospirò profondamente, appoggiando la testa alla parete come chi appare stremato dalla confessione appena rilasciata.
“E’ una donna splendida,” proseguì “piacente e colta come poche. O, almeno, così credevo prima della faccenda dell’assegno.”
“Che cosa l’ha reso dubbioso, Hayami san?” domandò Maya incerta.
Masumi ci pensò su.
“Una sera,” prese a raccontare “ci ritrovammo a cena, in uno dei tanti ristoranti di lusso della Capitale: davanti a un cielo opaco e senza stelle, mi confessò candidamente di preferire le sfavillanti luci artificiali e, di conseguenza, tutto ciò che è opera dell’uomo. Capisci cosa significa per uno che, da bambino, andava per planetari, illudendosi che le stelle splendessero sul serio?!”
La fissò con tanto trasporto da indurla ad arrossire:
“Tu, invece, mi hai soddisfatto in pieno. Da sempre.”
Maya abbassò la testa, mentre il Presidente della Daito la riattirava a sé.
“Ho sempre avuto molto amore per le bellezze della natura.” le sussurrò sulle labbra “Talvolta, provo immenso fastidio per tutto ciò che disturba il normale ciclo degli esseri viventi.”
“Una stella è fatta per splendere.” aggiunse Maya ispirata “Ma noi, a Tokyo, non sappiamo neppure come è fatta. E trovo pazzesco che persone come Shiori, conosciute ed additate come <sensibili>, vivano senza che il minimo dubbio le scuota.”
“Ti prego,” la supplicò Masumi “non parliamone più. Gli dèi non ce lo perdonerebbero. Sono stati prodighi di tante occasioni d’incontro, ultimamente e vorrei che non ne sprecassimo più alcuna.”
Maya sorrise.
“Allora,” riprese l’uomo “sei arrivata a comprendere la dèa scarlatta?”
La giovane attrice alzò entrambe le spalle:
“Si possono comprendere gli spiriti, ma il problema resta l’interpretazione. Io non sono brava come Ayumi, non ho la sua istruzione né la sua grazia. A volte, ho la sensazione di essere una sciocca bamboletta. Ha presente le sculture kokeshi? Sono grezze, dozzinali, proprio come me.”
“Ma esprimono benevolenza.” la corresse Masumi “E gli dèi hanno l’apparenza che gli uomini danno loro; quindi, a ben vedere, si tratta di una <interpretazione> arbitraria. Un dio esprime autorità, è vero, ma chi può dire se danzino o fluttuino nell’aria? Essi non hanno corpo, quando vivono sparsi negli elementi. Li permeano, ma non li incarnano. Lo stesso è per gli spiriti.”
“Non ci avevo pensato.” sussurrò Maya tra sé e sé.
“Perché tu pensi a forme umane.” le disse Masumi come se le leggesse nel pensiero.
“Hayami san, lei è un uomo straordinario…Non credevo avesse compreso così bene lo spirito del capolavoro scomparso.”
“Forse,” rise il Presidente della Daito “dovresti recitare la dèa scarlatta con me!”
“Non sarebbe una cattiva idea.”
Ma il volto dell’attrice si rabbuiò, ché il pensiero corse a Yuu, con la gamba ancora immobilizzata.
“E’ davvero un Isshin pregevole.” soggiunse Masumi.
“Io penso davvero che lui ritenga di essere la mia anima gemella.” disse Maya.
“Ti manca, è così?” le domandò l’altro “Mi ha detto Hijiri che, alle prove, ti ha vista piangere solo sentendo nominare il suo nome. Tu sei presa da quel ragazzo. Vorrei che lo ammettessi davanti a me e definitivamente, Maya.”
La richiesta di Masumi suonò agli orecchi della ragazza come una sorta di schiaffo morale.
“No.” rispose perentoriamente “Egli è stato come una sorta di primo amore, il primo ragazzo che mi avesse fatto battere il cuore. Ma la nostra confidenza è più tipica dei fratelli che degli amanti.”
Lo fissò e, nel mentre, ne cercò la mano:
“Ho pianto molto per lei, Hayami san, quando ancora credevo di provare odio e, in seguito, scoprendo di nutrire dei sentimenti d’amore.”
“Mi sembra impossibile.” disse a sua volta Masumi “Odio e amore, così come bene e male, sono le due facce dello stesso essere. Solo che è quasi beffardo scoprirlo così.”
“Che cosa viene <dopo>, adesso?” chiese Maya.
“Beh,” rispose Masumi “suppongo che dovremmo iniziare col darci del <tu>“.

Continua!…



Edited by LauraHeller - 27/3/2011, 17:26
 
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view post Posted on 7/3/2011, 22:20
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bellissime questi due capitoli, Laura le tue storie sono sempre affascinantiiiii.....
 
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view post Posted on 9/3/2011, 16:42
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Inizio molto romantico. Soprattutto questa frase.
CITAZIONE
“La ringrazio di avermi dato dell’insignificante! Ma il motivo è solo uno, credo: io sono Akoya.” rispose l’attrice con calore “E c’è un po’ di Akoya in tutte le donne che amano.”
“Dillo ancora.”
E la richiesta di Masumi risuonò, appassionata, nella grande sala.

Una domanda che mi sono fatta dopo il primo capitolo è stata quella che fa Maya.

CITAZIONE
“Hayami san, che ne è di Shiori Takamiya?”
La domanda dell’attrice lo colse realmente di sorpresa: gli uomini non riescono a pensare a più cose contemporaneamente. La loro testa è suddivisa in compartimenti stagni. Impensabile, sovraccaricare i neuroni.

La seconda affermazione mi sembra un dato di fatto, ma Masumi non ha risposto in modo esauriente alla domanda.
É già rinchiusa in manicomio, vero?
 
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view post Posted on 9/3/2011, 17:08
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Scrivendo di Maya e Masumi, mi sono accorta che il casino vissuto da ognuno di noi "in piccolo", nelle storie inventate diventa un ...caos.
Spero di continuare questa vicenda domani...ma ho anche la Valle...ssigh...
 
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view post Posted on 9/3/2011, 18:05
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cramen

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superlativa.....mi piace un casino...le tue storie hanno un so che di magico..ti avvolgono e ti proiettano dentro e vivi le sensazioni dei personaggi stessi.....posta presto, lavoro eccellente
 
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view post Posted on 15/3/2011, 17:11
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Solo ora ho letto il secondo capitolo

anche questa volta veramente un bellissimo lavoro lauretta - oramai sono dipendente dai tuoi lavori di scrittrice hi hi hi!

i personaggi che descrivi semrano veramente reali!

Aspetto il seguito - eccellente come l'inizio !
 
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view post Posted on 19/3/2011, 11:19
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cramen

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Ma Laura dove sei?????? Perché non continuiiiiiiiiiiii
 
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