Ritorno nella Valle II

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view post Posted on 12/10/2011, 16:09
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Capitolo quindicesimo

“Buon Natale, Sayaka!”



Tomo entrò in sala prove a gran velocità.
“Cazzo, che freddo!” esclamò “Fuori si gela! Siamo già abbondantemente sotto zero!“
Depose di fianco alla batteria di Masashi la Gibson J 200 che aveva portato con sé.
Il posto vuoto del fratello di Masumi comunicava una assenza che faceva male.
“Vediamo di darci da fare, usando la base registrata.” propose il violinista mettendo una mano sulla spalla di Hayami.
Questi rimase inerme, quindi si dispose ad eseguire gli ordini di Sakurakoji senza batter ciglio.
“Che espressione hai?” chiese prima di dare l’attacco Tomo “Non hai detto una sola parola, dacché sei entrato.”
“Perché non hai fatto altro che blaterare tu.” rispose Masumi, accendendosi una sigaretta.
“A giudicare dalla tua faccia trasognata, Laura non ti ha liquidato con un due di picche.” ridacchiò l’amico “Ne sono lieto. Del resto, se sei ancora vivo, la sorellina deve aver raccontato solo cose piacevoli a mamma e papà.”
Abbozzò il primo accordo, arpeggiando la canzone di Laura.
Masumi schiacciò subito il mozzicone e prese la sua chitarra.
“Io sono perso per tua sorella.” dichiarò senza mezzi termini “E voglio conquistarla. Voglio averla nella mia vita, capito?”
“Bene.” sottoscrisse Tomo “Vedi di trovare il modo di mantenerti, allora. Noi Sakurakoji amiamo le persone indipendenti.”
“Ed è questo che mi piace di lei.” disse Masumi “E’…nel pieno del suo splendore fisico e intellettuale, oramai.”
“Oh-Oh…” ridacchiò il violinista “E’ della mia sorellina che si parla o di una femme fatale?”
“Io non la deluderò mai.” soggiunse Hayami.
Il pensiero di Tomo, per qualche motivo, corse a Sayaka.
Eseguirono il primo pezzo con grande intensità: il front-man rimarcò parola per parola ogni pezzo della canzone scritta da Laura.
Immaginava di averla davanti e si imponeva di offrire quella performance netta e pulita che ella si aspettava.
Sakurakoji si fece trascinare dal ritmo incalzante di una voce maschile con incredibili inflessioni blues e diede anch’egli il meglio di sé.
Alla fine, Masumi applaudì il chitarrista e, a margine, se stesso.
“Con Masashi, sarebbe stato perfetto.“ si disse con rammarico, ma non espresse quel pensiero.
Prima di passare al brano successivo, porse a Tomo una delle sue sigarette e sedette a terra per riposare un istante:
“Parliamo sempre di me, ma…è dal nostro approdo che non parliamo di una certa cosa.”
Sakurakoji lo fissò come se cadesse dalle nuvole.
E, in effetti, dalle nuvole cadde davvero.
“Tu e Sayaka” riprese Masumi “ce l’avete fatta, finalmente.”
“Ma di che parli?” chiese Tomo interdetto.
I battiti del suo cuore si erano fatti incalzanti.
“Andiamo…” ironizzò Hayami “avete dormito nella stessa stanza. Avete condiviso lo stesso letto.”
“Guarda che viviamo già sotto lo stesso tetto.” si trincerò il violinista “Pensi che, per fare certe cose, noi si debba attendere una crociera di lavoro?”
Masumi inarcò le sopracciglia:
“Io ero completamente fatto, ma Masashi era più savio di me. Guarda che vi ha visti bene.”
“Cosa…ha visto?” chiese con un fil di voce Tomo.
Il front-man dei Borderline diede una boccata alla sigaretta:
“Ma perché cavolo continui a negare?! Un uomo e una donna, nudi sullo stesso letto e che ci danno dentro, non sono fantasie da…omosessuale!”
Sakurakoji si passò una mano sulla faccia.
“Secondo me, ti sei fatto qualcosa, assieme al tabacco.” dichiarò sconcertato “Secondo la tua teoria, avrei fatto sesso con Sayaka? E perché diamine non me ne ricorderei?!”
Masumi trasecolò, comprendendo finalmente che l'amico era in buona fede.
“Mezza canna e una bottiglia di vodka ti hanno mandato il cervello in pappa.” disse scuotendo la testa "E’ pazzesco che non ricordi un bel nulla.”
Tomo negò prontamente:
“E’ più facile che tuo fratello abbia sognato questa assurdità. Io sono fedele a Kaori, capito? È lei che amo!”
Masumi lasciò correre.
Se non avesse visto quegli occhi antracite perdersi un istante, avrebbe di certo approfondito, ma comprese alla perfezione che non era il momento giusto.

***


Tomo uscì dalla sala prove sconcertato.
“Che cazzo si mette a raccontare quell’imbecille di Masashi?!” si chiedeva furente “Raccontare le sue storielle a Masumi, persino!”
Nonostante il freddo polare, si accorse di essere sudato non poco.
Si allentò il nodo della sciarpa di colore rosso, nel vano tentativo di ripristinare un respiro regolare.
Fissò la neve all’angolo della strada, cercando di ricordare.
Non rammentava un accidenti di niente della mattina <ufficialmente> trascorsa a dormire sulla nave Astoria.
La mano sinistra sulle labbra, percepiva un colpevole vuoto.
Ricordò di quando Sayaka aveva scherzato sul sesso spinto consumato nella loro cabina.
“Ma No…” si disse “Era evidente come il sole che stava scherzando.”
Strinse gli occhi e gli parve di ricordare due labbra morbide sulle sue.
“Mi sto autosuggestionando.” dichiarò a voce alta.
“Parli da solo, <capo>?” chiese la Otori alle sue spalle “Mi daresti un passaggio?”
“E il lavoro?” chiese il ragazzo sconvolto dal trovarsela d'improvviso davanti.
“Finito!” esclamò allegramente Sayaka “Oggi è la vigilia di Natale! Abbiamo chiuso la rosticceria alle dieci!”
Abbassò i toni.
“Che sciocca,” pensò tra sé “è del tutto evidente che trascorrerà la vigilia coi suoi e, vista l’amicizia fra le loro famiglie, incontrerà Kaori.”
Si passò una mano tra i lunghi capelli.
“Ti chiedo scusa.” disse piano “Fa’ conto che non ti abbia chiesto nulla. Vado a prendere la metro.”
Tomo pensò alla sua situazione e ne ebbe pena.
“Puoi stare da noi, se ti fa piacere.”propose il violinista “Io vado <anche> per vedere Ian.”
La specifica rallegrò un poco l'attrice, che, però, finì per declinare la gentile offerta:
“No, Tomo, io non sono parte della tua famiglia. Non sarebbe appropriato.”
E si diresse, con la schiena un po’ curva, verso il sottopasso poco distante.

***


“Scusa, Tomo, dov’è Sayaka?”
La voce di Laura e, a seguire, quella del tutto simile di sua madre fecero trasalire il ragazzo.
Chino davanti all’albero di Natale, stava controllando che tutti i pacchetti fossero al loro posto.
Sua sorella ispezionò critica la lunga fila di doni:
“Le hai fatto un regalo anche quest’anno? Ma non ti rassegni proprio, eh?”
Si riferiva a Kaori e Tomo non aveva mancato di pensarla anche quel Natale.
Shizuka guardò la figlia con rimprovero.
“E non hai fatto niente per Sayaka!” continuò imperterrita Laura “Fai proprio schifo, lo sai?!”
Il violinista si vergognò, incrociando il volto freddo di suo fratello Ian.
“Lei” disse riferendosi alla sua inquilina “è solo una affittuaria. Ficcatelo nella testa.”
E picchiettò il dito sulla fronte di Laura con una certa forza.
“Ehi!” esclamò quest’ultima “Sei fuori di testa, per caso? Se è per questo, neppure Kaori è la tua donna.”
“Ma siamo amici di vecchia data, ok?” dichiarò Tomo fuori di sé.
Di nuovo, provò la devastante sensazione di qualche ora prima: sentiva chiaramente di aver commesso un errore imperdonabile, sulla nave Astoria.
Ian gli si appressò e, come se gli leggesse nel pensiero, disse tagliente:
“E’ dura da accettare, quando sei tu a commettere una cazzata, eh?”
“Ma che ne sai? Che cosa vuoi?” chiese strattonandolo.
“Voi due!”
La voce ferma del padre li colse impreparati:
“E’ la vigilia di Natale. Tra poco gli Hayami saranno qui ed io vi ordino di assumere il sorriso di ordinanza o ve le darò di santa ragione.”
Ian scosse la testa indignato.
"Avevo promesso alla mamma di starti a sentire, di tollerarti, ma proprio non ci riesco!" dichiarò con espressione inequivocabile "Tu...ti comporti come se io non esistessi: Kaori ti ha ottenebrato del tutto la mente e, ora che è libera, la consideri già tua proprietà! Ignori del tutto i miei sentimenti a riguardo!"
Shizuka prese il figlio maggiore per mano, invitandolo, col suo sguardo dolce, a riflettere sulle parole.
“Non posso fermarmi, papà!” disse Tomo spiazzando tutta la famiglia “Debbo correre a casa!”
“Oh, così mi piaci! Gli dèi ti siano propizi!” rise Laura salutandolo con la manina.
Anche negli occhi di Ian brillò, per un fugace istante, un guizzo soddisfatto.
Shizuka si avvicinò a suo marito:
“E’ giusto così, caro. Non so cosa sia successo, ma credo che Tomo e Sayaka debbano chiarirsi.”
“Anche Tomo è capace di compiere cazzate. Questa è la prima di una lunga serie, temo.” dichiarò Miro non del tutto convinto.
“Penso che ne abbia commessa una bella grossa.” disse Shizuka, che non aveva la più pallida idea della portata della vicenda “Nostro figlio, solitamente tranquillo, sta rivelando una caparbietà fuori del comune. Chissà da chi accidenti l'avrà ereditata?"

***


L’appartamento era avvolto nell’oscurità.
Si sentivano solo le note di Let It Snow e la voce calda di Frank Sinatra provenire dalla stanza di Sayaka.
Tomo bussò piano e, non avendo risposta, fece per entrare.
L'amica, però, si trovava nella soffitta scoperta qualche giorno prima.
La trovò sdraiata alla stregua dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, gli occhi ambrati fissi al cielo e alla neve che cadeva e, pian piano, ricopriva parte del lucernario.
Di fianco a lei, il vecchio giradischi appartenuto a sua madre e l’alberello di Natale alto cinquanta centimetri, riportato agli antichi splendori.
Un angelo di cristallo trasparente, invece, era appeso sul tetto.
“Vuoi congelarti?” disse facendola trasalire.
Ella rivelò un viso un po’ umido.
Tomo deglutì dispiaciuto:
“Stai bene?”
“Benissimo.” rispose in assoluta sincerità “E’ il primo natale sereno, dopo un milione di anni.”
E rise tra le lacrime, che avevano ripreso a scendere.
In quella vecchia soffitta fredda, non c’erano orchi, ma ricordi di una famiglia felice e quei ricordi, per quanto non suoi, avevano il potere di confortarla.
Poi, era arrivato persino Tomo: i suoi desideri potevano dirsi del tutto soddisfatti.
Egli sedette a fianco a lei e l’abbracciò con calore.
“Stupida.” le disse piano “Saresti dovuta venire a casa dei miei. Ti hanno cercato tutti.”
Gettò uno sguardo all’alberello:
“Vedo che hai sostituito le palline andate distrutte e le lucine fulminate. Mia madre ne sarebbe felice.”
Tirò indietro il ciuffo con una mano, visualizzando un pacchetto regalo.
“Ok. Sono uno stronzo.” dichiarò “Ed è ufficiale.”
Partirono le note di White Christmas.
“Posso aprirlo?” chiese Tomo.
Sayaka annuì rossa fino alle orecchie:
“E’ solo un pensiero. Il meglio verrà il giorno del tuo compleanno!”
Egli disfece l’involucro con una certa ansia: aveva sempre amato i regali.
Tirò fuori una bella sciarpa di lana di colore rosso e bianco.
“E’ fantastica!” esclamò dandole un buffetto sulla guancia “Sei una parrucchiera, sei una sarta provetta, sei una brava attrice e un’ottima studentessa. Ah, sai anche cucinare. Cos’altro non sei?”
“Non sono Kaori.” rispose Sayaka spiazzandolo.
Tomo scosse la testa:
“Non lo sei e non ho mai pensato dovessi <esserlo>.”
L’abbracciò stretta, senza sapere neppure perché, quindi le sussurrò all’orecchio se fosse suo desiderio ballare sulle note di Sinatra alla stregua di due settantenni ormai dimentichi di bislacche convenzioni.
Ella assentì e, come qualche tempo prima, appoggiò con tenerezza il capo alla sua spalla, lasciandosi dondolare da una musica rilassante e familiare.


CONTINUA DOMANI!...



Su Franz...non so fino a che punto riuscirei a descrivere scene osé...capite perché, no? :lol:
 
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fufu1973
view post Posted on 13/10/2011, 09:40




Tomo non ci stà capendo nulla e, secondo me, verso Kaori non prova amore, è una fissazione la sua!
dopo tanti anni passati a desiderarla non si rende conto che non è più lei che vuole!
ma, come ho già detto a quell'età bisogna sbatterci il grugno, e si accorgerà presto che stà prendendo una grossa cantonata!
stà rischiando, perchè Sayaka, buona e comprensiva, non potrà aspettarlo per sempre, anche lei è giovane e bisognosa d'amore!!!
vedremo....la scena finale proette bene, speriamo abbia una folgorazione, anche se non sò come reagirà quando ricorderà tutto! è cocciuto il ragazzo...
 
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view post Posted on 13/10/2011, 13:25
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Anche secondo me Tomo ha iniziato ad innamorarsi di Sayaka ed ormai il suo amore per Kaori è ormai un ricordo. I flash che ha della notte sull'Astoria sono destinati ad aumentare. Chissà come reagirà poi?
 
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view post Posted on 13/10/2011, 16:09
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Eccomi. Scusate se partecipo poco dei vostri commenti! il lavoro mi strema, oltre ad occuparmi per buona parte della giornata. Verranno tempi migliori...

Buona lettura!

P.S. Volete un Tomo alle prese con la prima caXXXXX? eccovelo!

Capitolo Sedicesimo

“Il primo errore di Tomo”



“Che accidenti sei venuta a fare qui la mattina di Natale?!”
La domanda di Tomo, perentoria quanto scortese, colse Kaori di sorpresa ancora una volta.
“Posso entrare?” chiese ella debolmente.
Teneva in mano una busta voluminosa ed egli comprese che doveva trattarsi del regalo di Natale.
Il ragazzo le fece largo non del tutto convinto.
“Ti sei accorciato i capelli.” diss’ella debolmente “E sembri anche molto dimagrito. Mangi regolarmente, almeno?”
“Non sono un morto di fame.” dichiarò il violinista offeso “E mangio quando mi pare. Se uno suona per buona parte della giornata, non ha tempo per pensare ai pasti.”
“Tu e Masumi state dandoci dentro.” sorrise la figlia di Maya “Vi ho visti montare il palco, nella palestra dell’Itotsuboshi: eravate ilari come due ragazzini.”
“Kaori,” l’interruppe Tomo “non più di un mese fa, ti ho pregato di non farti più vedere. Sappi che non ho cambiato idea. Inoltre, non so per quale bislacco motivo tu sia qui.”
“Volevo vedere come te la cavavi e, poi, desideravo sapessi che non riesco a dimenticare.” confessò la ragazza.
Sakurakoji deglutì, spingendo con una certa forza la porta affinché si chiudesse.
Kaori pensò l’avesse sbattuta perché infastidito dalla sua presenza e prese a tacere.
Ispezionò le foto appese alle pareti e constatò che la sua non c’era più.
“Beh, stai facendo sul serio.” disse laconicamente.
Il ragazzo armeggiava ora in cucina con le tazze del caffè:
“Che hai detto, scusa?”
Ne uscì col vassoio e un porta cioccolatini stracolmo.
“In America è così che si usa: caffè e cioccolato.” spiegò “Ma immagino che tu, tradizionalista come sei, non approvi.”
“Mi piace tutto ciò che fai, Tomo.” sussurrò la giovane, guardandolo negli occhi “E io sono meno tradizionalista di quel che pensi.”
Sakurakoji tacque un istante:
“C’è stato un momento in cui l’ho pensato.”
Le mani di Kaori tremavano visibilmente.
Il rumore del piattino che urtava contro la tazza innervosiva il ragazzo.
“Sei sicura di star bene?” le chiese.
“Starò bene quando avremo parlato.” disse la Hayami schiarendosi la voce.
“Io non ti odio.” la prevenne Tomo “Me ne sono andato di casa e dall’orchestra perché era penoso vederti con Ian. Cerco di farmene una ragione e, se voglio lasciarmi alle spalle questa storia a senso unico, è meglio che ci si veda il meno possibile.”
Bevve il caffè e si alzò dal divano, incapace di reggere il suo sguardo.
“Non voglio che mi dimentichi.”
Tomo si girò di scatto verso di lei.
“Che cosa hai detto?” domandò di nuovo con un fil di voce.
“Non faccio altro che pensare a quel bacio.” confessò la giovane Hayami “E, se debbo dirla tutta, penso di averlo aspettato da cinque anni a questa parte. La tua adorazione per me, piuttosto palese, mi ha sempre rassicurata. Sapevo che, girato l’angolo, tu eri lì a proteggermi. Quando mi hai detto di starti lontana, io mi sono sentita persa. Sono andata a cercare Ian, il giorno dopo, e gli ho chiesto di fare l’amore.”
Le braccia di Tomo, in piedi davanti al divano, divennero di piombo.
Pian piano si abbassarono, facendo rovinare la tazzina sul pavimento.
“E…”soggiunse debolmente “lo avete fatto?”
“Io…l’ho chiamato col tuo nome.” rispose Kaori “Del tutto consapevolmente. Sapevo di fargli del male e ho desiderato fargliene, perché fosse chiaro una volta per sempre che non è lui che amo.”
Il cuore di Sakurakoji parve andare in pezzi. Batteva così forte da procurargli una nausea latente.
Succedeva sempre così, quando provava forti emozioni.
Ella si alzò e lo raggiunse di fianco al divano.
“Sono stata una stupida.” dichiarò “Ho dato per scontato che fossi al mio fianco, che ci saresti rimasto per sempre.”
Si aggrappò al suo avambraccio, come a cercare una disperata rassicurazione.
“Io ti amo, Tomo.”
Si stupì ella medesima della sua confessione:
“Mi manchi così tanto. La Scarlet Orchestra, senza di te, è priva della sua anima. E lo sono anche io.”
Egli si sentì venir meno: la prese per mano, stringendola con forza disperata.
Dimenticò del tutto che Sayaka riposava in camera sua.
“Ora,” disse debolmente Kaori “c’è una ragazza che condivide la sua vita con la tua. Non so a che punto siano giunti i vostri rapporti, ma non tarderanno ad evolversi, perché tu sei un ragazzo buono e ti affezioni facilmente. Se dovesse succedere, se fosse già accaduto, io…”
Tomo la attirò a sé per baciarla.
“Non dire cose come questa.” sussurrò sulle sue labbra “Non ho mai avuto altre donne, nella testa, ad eccezione di te. Tu sei la sola che io ami…”
Di nuovo, le mani di entrambi si cercarono ansiosamente.
Consapevoli del silenzio che li circondava, lontani dalle pareti indiscrete della Scuola, si chiusero nella stanza del ragazzo, col chiaro intento di realizzare ciò che, nella loro fantasia, avevano fatto più volte.
Per Tomo si trattava davvero della realizzazione di un sogno lungamente accarezzato.
Il viso di Kaori era una musica da tradurre in note. Il suo corpo, una melodia da eseguire con delicatezza e rispetto.
Tutto quel tempo non era trascorso invano.
Sentirla tremare sotto di lui, sorridere fiduciosa - cosa che non aveva mai fatto con Ian - lo faceva sentire finalmente sicuro di se stesso.
L’inesperienza presunta fu del tutto <dimenticata>, complice l’ansia di <trovarla> sempre più appassionatamente, sempre più intimamente.
Era certo, adesso, che Ian poteva considerarsi un capitolo chiuso, nella vita della Hayami.
Se ne apriva uno più grande e Tomo ne era protagonista assoluto.
L’euforia e il desiderio scorrevano in parallelo, sotto pelle.
Affondare le labbra su quella pelle morbida, sfiorarla in ogni punto gli dava alla testa.
Così anche Kaori, che non aveva ritenuto neppure possibile, fino a qualche ora prima, di concedersi ad un uomo con tanta facilità: perché Tomo, stavolta, era l’uomo giusto.
Così si diceva, mentre scivolavano in un sonno esausto e delizioso, finalmente l’uno nelle braccia dell’altra.

***


Sayaka si alzò dal letto con una espressione beata sul viso.
Ne discese con il fermo intento di andare a preparare una colazione abbondante: appena poggiato il piede sul pavimento, rabbrividì.
Quella in cui dormiva era l’unica stanza nella quale non vi fosse parquet o moquette. Il freddo marmo, in quell’inizio inverno che si preannunziava rigidissimo, ricordava, nella sua spigliata fantasia, certe atmosfere ossianiche.
Uscì fuori dalla sua camera, constatando che tutto era avvolto da innaturale silenzio.
Raccolse i vestiti di Tomo, sparsi un po’ dappertutto e se ne stupì, ché, di solito, non era così disordinato.
In cucina, prese ad armeggiare con tazzine e bricco del caffè: su un piccolo vassoio, dispose i biscotti al cioccolato che piacevano a Tomo, acquistati apposta, insieme ad un piccolo presente, per il suo imminente compleanno.
Girandosi verso il tavolo da pranzo, l’ultima persona che si aspettò di vedere fu Kaori.
Le labbra le tremarono impercettibilmente, ché ella indossava la felpa degli Iron Maiden di Sakurakoji e, con tutta probabilità, sotto non indossava un bel nulla.
Era scalza come lei, ma gli occhi color ambra emanavano un tale calore, una tale soddisfazione da lasciarle pochi dubbi.
“Buon giorno.” disse rompendo gli indugi.
Kaori ricambiò con un bel sorriso.
“Ho appena preparato il caffè.” proseguì Sayaka, che, intanto, ringraziava il cielo di indossare il suo pigiama più casto, con tanto di conigli di peluche ai piedi.
Fece scivolare piano una tazzina sul tavolo, che Kaori accolse tra le mani con viso grato.
“Tomo non mi aveva detto che la sua coinquilina era una ragazza così gentile.” disse piano.
Sayaka annuì.
“Non particolarmente gentile, se non te ne ha parlato.” rimarcò “Debbo pur ringraziarlo, visto che mi consente di vivere qui nonostante sia una scassapalle di professione.”
Aprì la bocca al sorriso, scusandosi:
“So che vieni da un ambiente molto elevato. Ti chiedo perdono, se mi sono espressa in modo triviale.”
Kaori negò col capo, constatando invece che la ragazza che aveva davanti appariva piuttosto distinta, al di là dell’aspetto trasandato.
“Studi musica o recitazione?” chiese curiosa la Hayami.
“Voglio fare l’attrice.” rispose Sayaka, giocherellando col cucchiaino dello zucchero.
“Sembreresti molto portata.” intese lodarla l’altra “Sei molto carina.”
La Otori ringraziò con un sorriso stretto, mentre la figura scura di Tomo, in accappatoio, si affacciava in cucina.
Strinse i pugni sotto il tavolo, avvertendo un imbarazzo devastante.
Sakurakoji s’avvide del fatto che non riusciva a guardarlo neppure in viso e provò una forte inquietudine.
“I miei biscotti preferiti!” esclamò alla vista delle buffe ciambelline bicolore.
Si sedette e prese a mangiarne con gusto.
Nel mentre, guardava di sottecchi la sua coinquilina, all’apparenza tranquilla, ma che si rivolgeva sempre e solo a Kaori.
“C’è…qualcosa che non va, Sayaka?” le chiese serio “Di solito, non sei così formale.”
La figlia di Maya guardò i due ragazzi, stringendo un poco gli occhi: si sentì letteralmente scomparire, ma preferì attribuire la cosa all’imbarazzo dovuto alla scarsa conoscenza.
“Va tutto bene.” sorrise la Otori “Debbo preparare la cartella. Ho appuntamento con Tolstoji, alla nove e trenta.”
“E’ il giorno di Natale” dichiarò il violinista, soffocando una risata.
“Già.” sottoscrisse Sayaka “Ma lo studio non aspetta nessuno! La biblioteca agnostica è aperta 365 giorni all’anno, rammenti?!”
Si congedò piuttosto repentinamente. Troppo perché Tomo non se ne avvedesse.
Quando uscì dalla sua stanza, stretta nel cappotto a tre quarti, aveva un’aria decisamente più rilassata.
E anche quell’eccesso di tranquillità suonò strano all’orecchio attento del violinista.
“Che bel soprabito!” esclamò Kaori, che, nel mentre, si era rivestita.
Il colore blu scuro faceva risaltare ancora di più i lunghi capelli ramati.
“L’ho comprato per una occasione importante.” spiegò Sayaka “A proposito, buon compleanno, Tomo.”
Estrasse dalla borsa un pacchetto, lasciando a bocca aperta gli astanti.
“Non aspettarmi, stasera.” disse al suo coinquilino.
“A parte il fatto che è Natale, il martedì è la tua serata libera…” si stupì il violinista “Di solito, lo passi a studiare.”
“Ho un appuntamento.” dichiarò la ragazza “Divertitevi voi, piuttosto.”

CONTINUA DOMANI!...

 
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view post Posted on 13/10/2011, 17:00
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Stregone/Strega quasi professionista

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Alla fine di una giornata di adrenalina... (giornata che non è ancora finita... e temo per il prosieguo) mi tocca anche leggere della ca....ta di Tomo...
Laura sei impagabile ed impareggiabile!
 
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view post Posted on 13/10/2011, 21:24
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Grazie, tenshi...Tomo la sta scontando amara questa qua. Ad oggi, nei capitoli che ho già scritto non ne è ancora uscito...
 
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Yayoi
view post Posted on 13/10/2011, 22:29




Dopo la bella scena delle feste natalizie mi è arrivata una secchiata gelata!

Non è che si può avere tutto e subito.......... le cose bisogna sudarsele.
Tanti auguri, Tomino. Hai un sacco da lavorare :D
 
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view post Posted on 14/10/2011, 08:06
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Ohi Ohi leggendo il capitolo prevedevo dolori per Tomo e con il tuo commento Laura lo confermi.
Chissà che farà Kaori non appena scoprirà che cosa è successo con Sayaka? Una scenata come minimo, ma forse anche peggio. (Alla fine abbiamo scoperto che lei non era veramente innamorata di Ian. Poteva svegliarsi prima però)
 
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fufu1973
view post Posted on 14/10/2011, 09:30




nooo!!!! povera Sayaka, un'incubo e dei peggiori!!!
ma porca miseria che autocontrollo, mi ha fatto una tenerezza!! ma mi piace!! mi piace come stai "impicciando" la storia, và tutto a favore di Sayaka, perchè la mia soddisfazionbe sarà quando lui ricorderà perchè secondo me il problema non sarà la reazione di Kaori ma proprio la sua!
Kaori non potrebbe usare la cosa contro Tomo, perchè lui non ricorda veramente nulla e poi non stavano mica insieme, è lui che si troverà a fare i conti con i suoi reali sentimenti e a quel punto dovrà veramente sudarselo tanto questo amore! per quanto Sayaka sia buona e cara, ha ricevuto una coltellata in pieno petto e certe ferite sono dure a guarire!
Laura bellissimo, veramente mi piace tanto!
 
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view post Posted on 14/10/2011, 16:11
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Grazie, Fulvia, sei gentile. Mi piace come sta venendo fuori questa vicenda.
Haruka, Kaori deve maturare molto. Si sta rivelando una personalità complessa. Più artistica di quanto non si pensi, ma poco matura nell'ambito dei sentimenti.


Capitolo Diciassettesimo

"Una solitudine in comune"



Sayaka sedeva al bar con la cartella dei libri appoggiata alla sedia.
“Ma cosa ci faccio qui?” si chiedeva passando il dito sul bordo del bicchiere.
Aveva chiesto un analcolico, ma la tentazione di bere qualcosa di forte era grande.
Prese il cellulare e accese il display per verificare che la messaggeria fosse libera:
“Idiota…perché mai dovrebbe cercarti? In fondo, non hai fatto trasparire il minimo dubbio.”
Si disse di essere fiera di se stessa e del proprio self control.
Sapeva bene di chi era innamorato Tomo e quella donna, finalmente, la ricambiava.
La sensazione di essere piaciuta al più giovane dei fratelli Sakurakoji si era rivelata una illusione: maturata nella solitudine assoluta, aveva finito per <legarsi> ad un uomo che mai l’aveva inteso vederla come possibile compagna.
Non era trascorso molto tempo dall’arrivo a casa di Tomo ed era costretta ad ammettere che, in un mese, era passata dalla semplice stima ad una forma di affetto sempre più profonda e devastante
L’episodio sulla Astoria, poi, le aveva sconvolto del tutto la vita.
Non osò confessarsi ancora di amarlo.
Lo avesse fatto, non avrebbe retto alla farsa.
Gettò uno sguardo al ragazzo che sedeva a pochi metri da lei e il profilo gli rammentò subito Sakurakoji.
“Ma quello…” balbettò “è Ian, il ragazzo di Kaori…o, forse, dovrei dire <il suo ex>.”
Teneva una mano davanti alla bocca, come se stesse zittendosi autonomamente e fissava il bancone lucidato a specchio.
Davanti a lui una bottiglia di liquore, presumibilmente Bourbon, già smezzata.
“A quanto pare, la piccola Kaori, prima di concedersi al fratellino, deve avergliene rivelato l’intenzione.” disse amaramente.
Recuperò la cartella e gli andò accanto.
Ian incontrò subito il suo sguardo serio:
“Posso fare qualcosa per te?”
Sayaka si stupì del suo tono gentile, così inusuale negli ubriachi.
Suo padre era un alcolizzato violento e, di certo, non le si era mai rivolto con tanta deferenza.
“Solo parlare, se ti Va.” disse Sayaka.
“Suppongo” riprese Ian “che tu sia stata <cacciata> di casa.”
“Non ufficialmente.” dichiarò laconica l’aspirante attrice.
“Già…” ridacchiò il ragazzo “…ho sempre pensato che gente come mio fratello e Kaori, nel loro stupido tentativo di far sentire ogni cosa e persona a loro agio, risultino terribilmente impacciati. Col loro atteggiamento, finiscono per fomentare le altrui insicurezze.”
“Non sempre l’affabilità è una dote per chi …la subisce.” sottoscrisse Sayaka.
Gettò uno sguardo alla bottiglia:
“Reggi bene l’alcool. Riesci ancora a fare discorsi lucidi.”
“Ho avuto compagnia fino a due secondi fa.” rispose Ian “Io sono ancora al primo dito di Bourbon. Residui di americanismo ereditati dai miei genitori.”
La fissò con attenzione:
“Torni dai tuoi, stanotte?”
Sayaka negò debolmente.
“Non potrei, visto che sono andata via di casa.” disse.
“Già.” strinse le labbra Ian “Del resto, una ragazza che cerchi una stanza, pur avendo la famiglia nella Capitale, deve avere delle forti…motivazioni.”
La vide fissare il bicchiere:
“Allora, chi è che ti ha fatto del male? Magari, se dividi la tua sofferenza con un disgraziato come me, ti sentirai meglio. So di non essere Tomo ed è piuttosto palese che tu sia innamorata del fratellino, ma, se ti va, sono disposto ad ascoltarti.”
Sayaka lo fissò nei grandi occhi azzurri.
Dopo due secondi, accantonato del tutto l’orgoglio, prese a singhiozzare piano, suscitando in Sakurakoji profonda pena.
Succedeva sempre così: quando si trovava davanti una persona sincera, sofferente, le veniva spontaneo condividere il proprio dolore, riviverlo anche. Dopo, riusciva quasi a sentirsi un po' meglio.
“Mio padre.” raccontò con tono soffocato “Ho addosso i segni del bastone e il mio braccio sinistro è un po’ storto…”
Non riuscì ad aggiungere altro, distrutta psicologicamente dal pensiero di tanta cieca violenza.
“Siamo messi bene.” disse Ian sconcertato “Ti sei mai chiesta perché cazzo veniamo al mondo?”
Ella scosse il capo.
“Sei tu a porti una domanda di tal fatta?” chiese la Otori, le braccia strette intorno alla vita come a proteggersi “I tuoi genitori si amano così tanto!”
Egli le sorrise disarmato:
“Ma ciò non mi ha messo al riparo dalla devastante sensazione di sentirmi <sbagliato>.”
Coprì gli occhi azzurri con una mano.
La sua disperazione era del tutto evidente e, per qualche strana alchimia, ebbe il potere di asciugare le lacrime dell’attrice.
“Ho fatto un sacco di errori.” spiegò Ian “Mi sono sempre sentito una sorta di divinità, ma adesso mi accorgo di essere vuoto. Non c’è nulla che, alla sera, mi aspetti. Nulla per cui sorridere. Tutto mi cade dal cielo, demotivandomi: la bellezza che tutti mi attribuiscono, la parte del cavaliere del fuoco ne I Quattro Cavalieri, le ragazze più desiderabili. Dammi pure del viziato, ma vorrei vivere una vita normale. Mio padre si è costruito una carriera da solo ed ha, vicino a sé, la donna che rappresenta tutto il suo vissuto, artistico e non. Pensavo anche io di avere una evoluzione del tutto simile, con Kaori Hayami a fianco.”
Ci pensò su un istante:
“Hanno fatto l’amore, ne sono certo. Ed è probabile che lo abbiano rifatto un centinaio di altre volte. Succede sempre così, quando realizzi il tuo sogno e hai accanto la donna giusta. Io ho avuto un milione di relazioni, ma nessuna mi ha mai fatto sentire come Kaori, con la quale, guarda caso, non ho fatto sesso.”
Il cuore di Sayaka era stretto in una morsa d'angoscia.
“Dobbiamo andare avanti.” gli disse alzandosi dallo sgabello e recuperando la tracolla.
“Dove andrai, ora?” chiese Ian un po’ preoccupato.
“Faccio un giro fino all’una e, poi, vedo di tornare a casa di Tomo.” spiegò la ragazza asciugandosi le lacrime “Ci vediamo domani a teatro. Io concorro per ruolo del cavaliere della terra, lo sai?”
Ian la guardò piacevolmente sorpreso.
“Abbi cura di te.” le disse con sincera convinzione “E, se hai bisogno di qualcosa, fammi un fischio.”

***


In quel momento, Tomo apriva il frigorifero con l’intento di recuperare un cola light.
Scorse, non senza sconcerto, una piccola torta di compleanno, opera certa di Sayaka e il suo cuore ebbe un sussulto.
Gettò uno sguardo alla finestra e si accorse che stava nevicando copiosamente.
“Dove cazzo sarà finita?” si chiese a voce alta.
Aveva riaccompagnato a casa Kaori subito dopo cena, dal momento che non gli sembrava giusto imporre la sua presenza alla coinquilina.
Il <problema> si era presentato in modo del tutto repentino: ora che lui e Kaori si amavano alla luce del sole, ora che stavano insieme, come avrebbero organizzato la loro vita in comune?
Se la Hayami fosse riuscita a convincere il padre ad andare a vivere con lui, sarebbe stato perfetto.
Ma, a quel punto, la presenza di Sayaka non sarebbe più stata accettabile.
Anche perché, ora, aveva saputo, per il tramite di Masumi, di avere fatto l’amore con lei.
Il pacchetto che ella gli aveva consegnato prima di uscire era ancora sul tavolo.
Lo prese per aprirlo: era un cd di Karajan con una sola esecuzione, l’Adagietto di Mahler. Accompagnava il disco una monografia autografata dallo stesso Maestro.
“Come diavolo l’avrà avuta?” si chiese Sakurakoji “Deve esserle costato un accidenti!”
Armeggiò col cd e ne lesse la breve storia sul retro, quindi rigirò tra le mani il biglietto, in busta chiusa, che lo accompagnava.
Odorava di vaniglia, l’essenza che Sayaka usava al posto del profumo.
Sorrise debolmente, mentre lacerava la carta un po’ perplesso:

“Di tutto ciò che ho pensato, recuperando questo pezzo di storia della musica, ti racconto solo quel che di bislacco mi ha ispirato: vorrei sentirti suonare come si deve, magari in marsina, ma suppongo che i tuoi progetti siano altri. Avrai il mio sostegno in ogni caso. Anche come rocker hai tutta la mia stima, ammirazione...affetto! Grazie di esserci.”

Gettò lo sguardo sull’orologio a parete, che segnava le due e mezza. Era una notte freddissima ed egli ebbe i brividi, quando udì la chiave girare nella toppa con inconsueta discrezione.
Di solito, quando rientrava, Sayaka faceva un gran rumore.
“Finalmente!” diss’egli alzandosi “Ero preoccupatissimo!”
“Non dovevi.” sorrise la ragazza “Te l’ho detto: avevo un appuntamento e mi hanno riaccompagnata.”
“Chi…ti ha riaccompagnata?” chiese Tomo perplesso.
“Amici.” rispose vaga Sayaka.
Additò il cd sul tavolo:
“Spero ti sia piaciuto. Ora vado in camera. Farò piano, domattina.”
Sakurakoji si mosse nervoso.
“Non preoccuparti: Kaori non c’è.” disse come a giustificarsi “Non devi cambiare atteggiamento o, peggio ancora, sentirti a disagio perché lei è la mia ragazza, adesso.”
Sayaka ebbe la sensazione di deglutire un sasso.
“Tomo, il problema dovremo pur affrontarlo, prima o poi.” fece debolmente “Magari non stanotte, visto che siamo esausti, ma sappi che non l’avrò con te se vorrai mandarmi via.”
Il violinista s’avvide in quel momento dei suoi occhi rossi.
“Non…pensarci neanche.” balbettò cupo in viso “Non è stato un sacrificio, per me, riaccompagnarla a casa subito dopo la cena. Abbiamo tutto il tempo per stare assieme.”
“Grazie.” disse Sayaka “Ma so bene come vanno queste cose ed è ovvio che una donna desideri passare la notte con il proprio compagno, nel giorno del suo compleanno.”
Si avviò nella sua stanza, lasciando addosso al violinista un senso di gelo spaventoso e ingestibile quasi.

Il giorno dopo, Tomo si alzò di buon’ora e, per la prima volta dopo quasi due mesi di convivenza, non trovò la colazione sul tavolo.
“La sensazione del focolare spento è devastante.” disse ridacchiando tra sé con una certa amarezza.
Ripensò anche ai suoi occhi gonfi, agli <amici> che l’avevano riaccompagnata qualche ora prima, a come s’era messa carina per uscire.
Strinse la mano sinistra a pugno:
“Ma che intenzioni hai? Perché sei diventata d’improvviso così fredda?”
Si diresse in camera di Sayaka e bussò con una certa energia, ma, non ricevendo risposta, si apprestò ad aprirla.
Vide che il vecchio divano era del tutto privo di coperte, come se ella non avesse riposato e i libri, in ordine sulla scrivania assieme a qualche vestito piegato, gli comunicarono la netta sensazione che ella stesse per andarsene.

CONTINUA LUNEDI'!

 
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Yayoi
view post Posted on 14/10/2011, 21:34




cavolo, Cavolo, CAVOLO!!!!

Lui non si capisce più cosa vuole......
Eccerto, anni persi a sbavare per chi non ti considera e poi quando arriva quella giusta manco ti accorgi che passa.......e la lasci passare!!! Un vero classico! BRAVO!!! Sei un GENIO :angry:

Sayaka è........ troppo brava! Troppo autocontrollo!!! Alle 2:30 di notte doveva fare a Tomino carino carino una "piazzata" che non se la scordava più!!! Estiq!

Dopo questo capitolo, potrei fortemente innamorami del dolce Ian........ ma per par condicio, resisto e lo lascio a Fulvia! :D
 
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view post Posted on 15/10/2011, 19:22
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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L'inesperienza, nei ragazzi, causa anche cose come questa. L'immaturità sentimentale ha i suoi pro e i suoi contro. Anche Tomo crescerà. Soffrendo, ma crescerà...Non so se Fulvia ti lascerà tenere Ian. Una cosa è certa. Sta uscendo fuori un bel personaggio, in questi giorni...e la sua idea di amicizia...beh, è tutta ereditata da cotanto padre! :wub:
 
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fufu1973
view post Posted on 16/10/2011, 08:30




Il mio Ian è favoloso!!!! cavolo se non fossi già innamorata persa mi innamorerei adesso, subito!!!
Quanto è dolce, e sincero, e sensibile!! amore della casa!!!!!
devi trovare una ragazza che è un'angelo per lui, bella, dolce e intelligente!!!io quando ci sono le scene con Ian mi sciolgo sulla sedia, solo ad immaginare quegli occhi e i sentimenti che traspaiono come se fossero specchi da quei due fanali azzurri!!
Barbara, se ti vuoi innamorare fai pure, ma da amica te lo sconsiglio perchè potresti soffrire, sai lui ama me!!!:D
Tomo è rimbambito si sa!! anche io penso che è stato talmente tanti anni dietro a Kaori che ora non si rende conto che il sentimento che nutriva per lei è mutato!
Però mi dispiace che pur avendo ricordato, o meglio, avendo saputo quello che è successo tra lui e Sayaka, non abbia affrontato l'argomento con lei, oltretutto ha visto che lei è molto triste ed è facile capire perchè, lui tiene a lei, anche se ora pensa che la vuole come amica, e quindi deve trovare il coraggio di parlare con lei di quella notte!!
a quel punto Sayaka potrebbe anche togliersi la soddisfazione di tirargli una chitarrata in faccia!! :D
 
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view post Posted on 16/10/2011, 19:19
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Infatti, Ian sta cambiando parecchio. Sono contenta che tu riconosca il personaggio di Sakurakoji senior come "tuo". E' un tipo con grandi potenzialità e sto scoprendolo pian pianino...
Tomo è un ragazzo pieno di complessi.
Come dicevo ieri, l'immaturità sentimentale ha i suoi pro e i suoi contro. Un minimo di esperienza e sicurezza, in frangenti come questo, aiuta. E lui non possiede né l'una né l'altra.
A domani, col nuovo chapter...di nuovo Ian in gran spolvero!
 
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view post Posted on 17/10/2011, 12:52
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Anche a me e piaciuto molto lo Ian di questo capitolo, e sto sudando freddo pensando a quello che potrebbe succedere a Tomo.
In attesa dei prossimi sviluppi ....
 
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