Ritorno nella Valle II

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view post Posted on 10/10/2011, 10:12
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Stregone/Strega quasi professionista

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Mi è piaciuto molto il dialogo madre-figlio di Shizuka con Ian!! Veramente stupendo... e sono molto curiosa di vedere la crociera!! Che sorprese ci riserverai?

Grazie.
 
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fufu1973
view post Posted on 10/10/2011, 13:50




CITAZIONE
Propongo che sia consolato da una biondina romana ;)

allora.. vediamo... in questo periodo.. fammi controlla l'agenda...consolare Ian... Sì, Sì, Sì, ho tempo!!!!!!!!
il problema e il dopo, non è che lo consolo per darlo bellillo bellillo ad un'altra, che se lo ritrova nuovo e tirato a lucido grazie a me e ai miei sacrifici!!!
se addento l'osso io non lo mollo più!!!! :D
meglio di no và.. facciamolo consolare da una sana di mente, che è meglio!! ;)
 
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view post Posted on 10/10/2011, 16:12
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Alùra! è ovvio che sì che la Fulvia mi consoli Ian...ma Tomo chi mo' consola??? (parlo bene romano, n'è?).

Vabbé...

Buona lettura! :lol: Grazie dei vostri commenti, vi adoro!



Capitolo Tredicesimo

“Il concerto”



"Gli eventi si succedono in modo del tutto imponderabile, talvolta.
Ci sono momenti in cui la nostra esistenza è un mare di noja, eventi che renderebbero preferibile lo stesso soccombere. In altri, invece, il tempo vive ritmi incalzanti quanto il cuore. Sembra non volere smettere di correre, di sperare in qualcosa di meglio.

Non so ancora che cosa succederà, su questa nave, ma una cosa è certa: non riapproderemo “uguali” a prima.
Se la mini tournèe dovesse risultare un disastro, è probabile che noi non si imbracci più una chitarra. Abbiamo sempre tenuto in gran conto l’opinione del pubblico, nonché le emozioni che suscitiamo in chi ci ascolta.

Se, come auspico, riusciremo, chiederò ad una certa ragazza di uscire di nuovo con me. La porterò dove più le piace, le racconterò per filo e per segno ciò che ho fatto e come ho suonato.
Vorrei fosse fiera di me.

Abbiamo chiamato il complesso “Borderline”: in fondo, siamo tutti un po’ fuori di testa. L’idea è stata di mio fratello Masashi e dice che sei stata tu ad ispirargliela, visto che dici sempre che non siamo normali."

Masumi rimase con un dito sospeso sull’invio.
La mail era indirizzata a Laura e la chiusura non poteva certo dirsi <scritta da un amico per un’amica>.
Ma, ormai, non aveva nulla da perdere. Temporeggiare avrebbe potuto significare perderla.
Per sviarla da eventuali “sospetti” aggiunse:

“P.S. Ti racconto una cosa che ti farà sorridere: tuo fratello Tomo e Sayaka sono finiti nella stessa stanza. Pare che il direttore della nave-albergo li abbia erroneamente scambiati per una coppia regolarmente sposata e, ora, non essendoci disponibilità di altre camere, i due saranno davvero costretti a dormire insieme. Curioso, vero? Io credo che quei due stiano molto bene insieme e, forse, provano già dell’attrazione l’uno per l’altra. Ora debbo salutarti. Mi aspettano sul palco. Suoniamo tra mezz’ora e vedo tuo fratello con un diavolo per capello.
A presto, Masumi.”


Hayami si avviò sul palcoscenico con passo spedito e le gote arrossate.
“Sei andato a chiamare Laura?” chiese Tomo già vestito con gli abiti più controcorrente che avesse e il ciuffo liscio che, secondo il volere di Sayaka, era “spalmato” su metà della faccia.
“Ma che dici?!” arrossì Masumi “Perché dovrei? Pensa, piuttosto, alla tua parrucchiera personale. Non passerà molto tempo che finirai col beneficiare anche dei suoi massaggi!”
Il violinista, fece per lanciargli addosso il jack, ma non lo fece.
Si chinò sull’amplificatore per regolare i bassi: sentiva gli occhi di Sayaka su di sé, mentre un sorriso sicuro, tipico di chi sa di essere circondato da gente che gli vuol bene, affiorava dal viso affilato.
Voleva che fosse soddisfatta di lui e della sua performance.
Desiderava apparire seducente ai suoi occhi.
L’avrebbe guardata solo nel momento in cui avrebbe smesso di suonare.
La Otori, dal canto suo, era in subbuglio quanto Tomo.
Il suo cuore era un crocevia di sentimenti indistinti.
Da un lato, la certezza di significare qualcosa, per il violinista; dall’altro il timore che la felice parentesi di vita vissuta insieme potesse terminare da un momento all’altro.
Se Tomo avesse ottenuto di essere ricambiato da Kaori, non ci sarebbe stato più spazio per lei.
La cosa le doleva non poco. Non poteva più nascondere a se stessa di essere innamorata del più giovane dei fratelli Sakurakoji.
Sapeva bene che, per carattere, sarebbe stato auspicabile palesarsi. Tacere equivaleva a vivere in un limbo intollerabile. Prima o poi, avrebbe dovuto affrontare quel loro <problema>.
Tomo avrebbe potuto risponderle <no>, indipendentemente da Kaori, ma Sayaka non ne era del tutto persuasa.
Forse, aveva qualche chance. L’imbarazzo che egli provava, ogni volta che ella si trovava nei paraggi, era piuttosto palese e sintomatico di qualcosa di non del tutto chiaro.
Sakurakoji suonò per tre ore di fila con tutta la passione che aveva in corpo: cantava, accennava qualche passo di danza come fosse davvero nato per il palcoscenico.
Sayaka non poteva fare a meno di guardarlo con occhi languidi e, quando abbozzò con la chitarra acustica, il pezzo scritto da Laura, si commosse profondamente, perché il nome “Franz”, per volere di qualcuno, era stato trasformato in “Sayaka” e Masumi lo eseguì in modo così intenso che le si strinse quasi il cuore.
“Non posso tacere.” disse quando si spensero le luci sul palco.
Raggiunse i Borderline dietro le quinte e li trovò gasatissimi.
Appena la vide, Tomo divenne rosso come un peperone.
“A chi è venuta l’idea di cambiare il titolo della canzone di tua sorella?” gli chiese a bruciapelo Sayaka.
“Non indovini?” si intromise il più piccolo dei fratelli Hayami, che vedeva con simpatia la possibile <nuova> coppia.
La Otori scosse il capo:
“Se è così, ti ringrazio.”
“Spero tu non sia offesa.” disse Sakurakoji distogliendo lo sguardo e deponendo, nel mentre, la Gibson J. 200 di Masumi nella custodia. Era sempre lui ad occuparsi degli strumenti: li trattava come fossero reliquie e i fratelli Hayami gli lasciavano volentieri quell’ufficio.
“Ti va di venire a bere con noi?” chiese Masumi a Sayaka, mettendole una mano sulla spalla.
Ella sorrise grata e seguì il gruppo al bar.
“Alla salute!” esclamò Masumi “E a Masashi, che ci ha aiutati ad agguantare il successo e che, ora, si prepara a lasciarci nel baratro!”
Bevve avidamente il bicchiere di vodka lemon che il barista gli aveva piazzato davanti.
“Il banco è quasi chiuso.” ridacchiò l’uomo “Ma, visto che siamo alla fine della crociera e viste, soprattutto, le emozioni che mi avete regalato, vi lascio le chiavi della cantina…”
I volti dei quattro ragazzi si illuminarono.
“Facciamo un gioco!” propose Masashi “L’ho visto in Notting Hill: raccontiamoci le nostre disgrazie. Quella che risulterà la più veritiera e commovente, sarà premiata con questa bottiglia di Dom Perignon del ‘67!”
“Macché Dom Perignon?!” esclamò Sayaka scuotendo la testa “E’ vino italiano, quello!”
Tomo ridacchiò, immaginando che ella non avrebbe raccontato nulla di sé.
Il motivo era del tutto comprensibile.
Invece, la Otori diede il meglio di sé, narrando di avventure maledette in Paesi straordinari ed esotici. L’ammirazione di Masashi Hayami, da sempre innamorato di letture relative a viaggi dell’anima, montò alle stelle non appena ella aprì bocca.
Tomo fissò la sua compagna di appartamento con una sorta di velata apprensione:
“Sembra che tu e il nostro batterista siate piuttosto in sintonia!”
“Impossibile non esserlo!” urlò Masashi entusiasta “La tua amica è un genio, nell’arte del raccontare! La sua storia, poi, è stata davvero commovente.”
“Devi capirlo.” rincarò Masumi del tutto brillo “Se è geloso anche di un gay dichiarato, è indicativo, no? Non passerà molto tempo, vedrai…”
“Non passerà molto tempo per cosa?” chiese Tomo scocciato, un occhio ai due ubriachi, uno a Sayaka, che inviava un messaggio dal proprio cellulare.
L’unica a essere lucida era proprio lei.
Trascorsero a bere e a sparare ciarle fino all’alba.
L’approdo al porto di Yokohama era previsto per mezzogiorno e pensarono, col minimo di raziocinio loro rimasto, di trascorrere quel tempo morto a dormire, così da smaltire la colossale sbornia.
“Ehi, piccioncini!” urlò Masumi rivolgendosi a Tomo e a Sayaka “Dormite di nuovo insieme, eh?”
Il violinista, completamente fuori di sé, barcollò in modo vistoso e la Otori lo sorresse con prontezza.
“Pesi troppo!” rise sentendosi persa.
Temeva davvero che egli rovinasse pesantemente per terra.
“Va tutto bene!” esclamò Tomo in un lampo di lucidità “Basta che tu mi metta a letto!”
Ella annuì e, con fatica estrema, riuscì ad aprire la cabina e a condurre il ragazzo a ridosso della branda.
Nella foga di tirarlo giù, cadde sopra di lui.
“Cazzo, quanto ho bevuto.” diss’egli portando una mano alla fronte.
L’altra, invece, indugiava ancora sulla schiena di Sayaka.
La ragazza provò a rialzarsi, ma Tomo la trattenne a sé: occhi negli occhi, si fissarono per un interminabile istante.
“In vino veritas.” asserì il violinista, cercando le sue labbra.
Sayaka, che non aveva idea di che cosa avesse detto, rimase con gli occhi aperti per qualche istante: sentì un tocco morbido e delicato sulla bocca, cosa ben strana in un uomo che si dicesse del tutto ubriaco.
Fu proprio quella sensazione di grande familiarità ad indurla ad assecondarlo.
In un istante, il bacio si fece più esigente, così come le mani.
“Non dovrei.” pensò tra sé la ragazza “E’ come se stessi approfittando della sua debolezza.
Ama Kaori: è per lei che, finora, ha condotto una vita da eremita penitente. Però, io adoro Tomo. Amo tutto quello che fa e vorrei che egli mi ricambiasse. Lo desidero con tutte le mie forze.”
Si sedette sopra di lui, privandosi degli abiti che la ricoprivano nella parte superiore del corpo.
Sakurakoji, allora, la indusse a sdraiarsi di fianco a lui e, terminò di svestirla.
C’era qualcosa, negli occhi color antracite, che non convinceva del tutto Sayaka: era completamente brillo, ma percepiva anche un fondo di apparente sobrietà.
Difatti, il quesito posto in quel frangente così intenso dal punto di vista emotivo le diede l’idea di una persona del tutto consapevole di ciò che stava facendo.
“Non sei mai stata con un uomo, è così?”
Ella annuì rossa in viso.
“Allora, siamo proprio sulla stessa barca. In ogni senso.”
E le cercò di nuovo le labbra, ebbro del tutto per effetto dell’alcool e del piacere galoppante.
Provarono entrambi - più o meno consapevolmente - una gioia sottile ed irresistibile, mista ad ansietà. Si accorsero, infatti, di desiderare quell’amplesso con pari intensità e da parecchio tempo, forse.
Si erano detti molte mezze parole.
Si erano rivolti troppi sguardi indagatori.
Probabilmente, attraverso uno di essi, si erano visti dentro, accorgendosi che, tra loro, poteva anche funzionare.
Tomo sfiorò con la bocca ogni centimetro della pelle di Sayaka.
Non una parola uscì da essa, ché l’orecchio era teso a sentire altro: i sospiri di lei, l’approvazione espressa dalla condiscendenza di un corpo ferito più volte.
L’ebbe in pieno e, che fosse ubriaco oppure no, la percepì nitida.
“Sei così bella.” le disse soltanto ed ella gli sorrise con una dolcezza che abbassò del tutto ogni sua blanda resistenza.

***


Il sole era già alto nel cielo, quando Tomo si ridestò nel suo letto.
Si accorse della sua nudità, convincendosi di avere decisamente esagerato con l’alcool e ridacchiò al pensiero di suo padre.
Sayaka uscì in accappatoio dalla stanza da bagno. I lunghi capelli ramati, gocciolanti, erano trattenuti a stento da un piccolo asciugamano di cotone.
“Ma…” balbettò il ragazzo, coprendosi fino alla cinta “Che diavolo è successo?”
“Vediamo…” ci pensò su la Otori “Abbiamo fatto l’amore? Abbiamo fatto sesso spinto?”
E rise, ignara.
“Stai scherzando, suppongo.” disse Tomo guardandola negli occhi.
Ella deglutì.
“Ovvio che io stia scherzando.” mormorò piano “Pensi che vada a letto col primo violinista che mi offra una stanza in affitto?”
Il ragazzo emise un sospiro di sollievo.
“Chi mi ha spogliato?” chiese debolmente “Spero non tu.”
“Forse, è stato Masashi.” ridacchiò Sayaka, il cui cuore sembrava piombato in una morsa di gelo.
“Non sono il tipo da fare cazzate. Ma posso aver rimosso!” proseguì Tomo, che pareva alla ricerca disperata di qualcosa da mettersi addosso.
“Non lo sei, stai tranquillo.” disse la ragazza sedendosi sul letto e togliendosi l’asciugamano dalla testa “Sei votato ad un’unica donna e per lei preservi la tua…verginità. Giusto! Bravo ragazzo.”
Sedette sul letto a gambe incrociate, mentre Tomo la fissava ancora con sconcerto.
Quel gesto costituiva un tentativo estremo di rammentare qualcosa del recente passato al ragazzo con cui aveva fatto l’amore per la prima volta.
“Che magro trofeo.” pensò tra sé la Otori “Ma, almeno, posso essere fiera di essere stata insieme all’unico uomo che abbia desiderato... e amato.”

CONTINUA DOMANI!...

 
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view post Posted on 10/10/2011, 16:29
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Stregone/Strega quasi professionista

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............... sono senza parole............ col cavolo che era consapevole...
Povera Sayaka!!!
Quanto ci farai soffrire adesso?!
 
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fufu1973
view post Posted on 10/10/2011, 17:12




noooooo!!! ma non è possibile!! stò rimbambito non ricorda nulla!!!
altro che ubriaco, era proprio su un'altro pianeta!!
povera Sayaka fare l'amore per la prima volta con il ragazzo che ami e che il giorno dopo non ricorda nulla, ed è pure sollevato quando lei l'asseconda dicendo che è vero che non è successo niente!
ora lui se la deve proprio sudare di brutto se la vuole!
ma mannaggia, sono proprio arrabbiata, ora la ceretta fattela fare da quella gatta morta di Kaori, magari te li strappa uno a uno quei pelacci incolti, ingrato! <_<
non vedo l'ora che il cervello gli ritorni in sede e si mangi le mani capendo che idiota che è stato!
 
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view post Posted on 10/10/2011, 19:09
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Sì, è un rimba. E le cazzate non sono finite, temo. Ecco perché c'è da aver paura soprattutto delle acque chete... Grazie, ragazze!
 
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Yayoi
view post Posted on 10/10/2011, 22:29




La cosa peggiore che può capitare ad una ragazza, soprattutto la prima volta!!!
Veramente un magro trofeo! Che tristezza infinita!
Tomino mi ha perso 100 punti!!! :(
Ma se ne accorgerà.... anche perchè le acque chete sono pericolosissime!!!

CITAZIONE
non è che lo consolo per darlo bellillo bellillo ad un'altra, che se lo ritrova nuovo e tirato a lucido grazie a me e ai miei sacrifici!!!

Fulvia, devi smetterla di farmi ridere quando Gigetto dorme, che poi lo sveglio e io che cosa gli racconto???
Che metti in agenda Ian per tirarlo a lucido???




 
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view post Posted on 11/10/2011, 10:36
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Ho recuperato tutti i capitoli, Laura.

Kaori non ho capito proprio che tipo sia, prima sembra una ragazza dolce poi una con dei complessi tremendi.
Nel senso che non capisco il fatto di non aver voluto fare l'amore con Ian. Come dicevo o ha subito dei traumi, oppure non è mai stata veramente innamorata di lui, ma di Tomo. Nel secondo caso mi pare chiaro che stia perdendo Tomo per come si è comportata.
Infatti ad un certo punto Kaori era delusa del fatto che lui le aveva detto che non la amava, mentre poi quando lui le confessa di amarla si tira indietro.
Chissà cosa ci nascondi? Va beh vedremo come evolverai il suo personaggio.
(A meno che no si tratti di una persona che abbia bisogno un dottore, ma di un bravo dottore)

Ha ragione Shizuka quando dice che fa bene chi si conserva casto fino alla storia importante. Così come esistono coppie che decidano di mantenersi caste fino ad una occasione importante. Solo che deve essere una cosa che i due decidono insieme, non può essere una decisione unilaterale.

Per l'ultimo capitolo ci sono rimasta male, povera Sayaka! Speriamo che Tomo recuperi la memoria, forse può trovare qualche indizio nella stanza.
 
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view post Posted on 11/10/2011, 16:10
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Ed eccomi.
Posto di volata, ché ho il rientro e ci si vede stasera a nove e mezza!


Capitolo quattordici

“La <soffitta> segreta”



Sayaka stava facendo ordine tra le sue cose, quando s’accorse che, sul tetto, appena a destra del lucernario, era appena visibile una piccola botola.
“Non ci posso credere…” disse, prendendo una sedia e sollevandosi per guardare oltre il vetro parzialmente coperto di ghiaccio.
Sopra di lei c’era il tetto dell’edificio, ma anche una piccola stanza, probabilmente ricavata dal vano ascensore ed era, con tutta probabilità, agibile.
Mise dei libri sulla sedia, così da sollevarsi di più e, finalmente, sfiorò con una mano, l’apertura fino a smuoverla.
Poiché parecchi strati di pittura da pareti era stata passata nel corso degli anni, quel gesto non si presentò per nulla agevole.
Nella foga, Sayaka finì per rovinare sul pavimento, lanciando un urlo che fece trasalire Tomo.
Egli entrò in camera preoccupato.
“Che è successo?” chiese, aiutandola a tirarsi su.
La maglia di Sayaka si sollevò un poco, rivelando un vistoso livido sulla schiena:
“Come…accidenti te lo sei fatto questo?" esclamò il violinista con raccapriccio "Devi farti vedere da un medico!”
“E’ stato giusto adesso.” mentì la ragazza “Volevo tirar giù quella.”
E indicò la botola sul tetto.
“Non mi rammentavo neppure della sua esistenza.” sospirò Sakurakoji “Una volta, era il mio rifugio segreto. La mamma veniva a lavorare ai suoi articoli in questo appartamento e mi portava con sé.”
Salì sulla sedia e, essendo assai più alto di Sayaka, non ebbe bisogno dell’ausilio dei libri.
Egli fece pressione piano, mostrandole che l’apertura era dotata di una scaletta leggera e retrattile.
Polvere e pezzi di intonaco si depositarono per tutta la stanzetta e Tomo si rallegrò per la prima volta del fatto che fosse decisamente angusta: non ci avrebbero messo molto a ripulirla.
“Ma questo…” disse Sayaka felice “è il paese delle meraviglie!”
Volò su per la scala, entusiasta come una ragazzina e si ritrovò in un ambiente poco più grande della sua stanzina, con finestre e un altro lucernario.
Il freddo era terribile, visto che non passava alcun riscaldamento.
“Ci potresti ricavare un vano aggiuntivo!” esclamò, invitando Tomo a salire.
Egli ubbidì, sorridendole.
“Dovremmo dotarlo di un camino o di una stufa.” disse scettico “Però, se ritieni possa servirti…”
Aveva parlato con grande spontaneità, come se la presenza della ragazza costituisse ormai un punto fermo.
Era parte della sua <famiglia>, visto che le consentiva addirittura di usufruire di spazi non necessariamente cedibili.
La ragazza si compiacque della sua spontaneità e gli rivolse un sorriso grato e gentile.
“Dovremmo comunque dare uno sguardo a quel baule laggiù. Magari, ci sono effetti personali dei tuoi.” sottolineò Sayaka, avviandosi verso l’enorme cubo di legno scarlatto.
Il violinista annuì:
“Inizia pure, mentre io vado a recuperare due maglioni.”
Egli era in maglietta a mezza manica e fumi di vapore acqueo fuoriuscivano dalla bocca di entrambi.
Sul baule erano impresse sapientemente le iniziali di Miro e Shizuka.
Al lato del coperchio, invece, la firma dell’autore del mobile, Shigeru Kaikei, si leggeva con grande chiarezza.
Sayaka estrasse subito un bouquet di rose scarlatte essiccate ad arte. C’erano quaderni, cd, floppy disk.
Le parve per un istante di ripercorrere una esistenza non sua.
Forse, si rammaricava scioccamente di non aver vissuto lei stessa quella vita.
Si immaginò una coppia di innamorati - i genitori di Tomo - vivere in quella casa, amarsi in quella casa e sentì una latente invidia.
“C’è gente che nasce destinata all’amore.” sussurrò piano.
Il violinista le mise in testa un maglione.
“Ma è il tuo.” protestò Sayaka, riconoscendo la felpa degli Iron Maiden che gli piaceva tanto.
“Non vorrai che metta le mani e il naso nel tuo armadio!” disse Tomo scandalizzato. Rivolse uno sguardo all’interno della cassapanca:
“Allora, trovato qualcosa di carino?”
Ella rispose che c’erano giocattoli, quaderni e anche una piccola chitarra.
“Non posso crederci che sia finita qui.” rise il violinista “Ti ho mai detto che mio padre suonava, da ragazzo? Lui e la mamma passavano serate intere a cantare, anche quando noi eravamo bambini. Credo di essermi innamorato degli strumenti a corda solo ascoltando le sue pietose esecuzioni. Desideravo disperatamente offrire alla mamma una performance che fosse migliore!”
Sayaka rise forte.
Le pareva quasi di immaginarli.
Tomo estrasse un album di fotografie.
“Nel giorno del mio secondo compleanno,” raccontò “io brandivo già questa chitarra, che è stata costruita da un liutaio e, pertanto, non è un giocattolo.”
“Maddai…” fece la ragazza sorpresa “è una storia bellissima. Dovevi essere innamorato della tua mamma.”
Il suo viso parve addolorarsi un attimo:
“Ma, poi, quando ti sei avvicinato al violino?”
“Uno o due anni dopo, credo.” rispose Tomo passandosi una mano dietro al collo.
Ridacchiò, inquadrando un pino natalizio lungo non più di cinquanta centimetri.
Seguendo la traiettoria del suo sguardo, Sayaka si girò di nuovo verso il baule.
“E questo?” chiese titubante.
“Una delle fisse occidentali di mia madre.” rispose Tomo estraendo la conifera in plastica verde con cura per evitare che si rovinasse.
“L’ha comprato Shizuka, tra i mille mugugni del babbo.” continuò il violinista ridendo.
“Un albero di natale…” sussurrò Sayaka accarezzando con una mano le palline di vetro attaccate e i semplici decori.
“I tuoi” chiese Tomo “non amano queste cose?”
“Me ne ricordo uno solo, di albero.” disse la ragazza perdendosi nei ricordi “Allora, mio padre era ancora vivo.”
Sakurakoji fu stupito di sentirla parlare così:
“Non mi avevi detto che tuo padre è morto.”
“Per me è come se lo fosse.” confessò con rammarico la giovane donna.
Tomo le mise una mano sulla spalla.
“Vuoi parlarne?” chiese debolmente.
“Non serve a nulla, ma ti ringrazio.” disse Sayaka alzandosi dal pavimento “Lui è…un violento.”
La voce le uscì a stento.
Sollevò la manica del maglione, mostrandogli il braccio, che si piegava quasi all’indietro, in modo del tutto innaturale:
“E’ stato lui a procurarmi questo.”
Tomo tacque senza fiato.
“La nostra è una famiglia benestante. Specifico questo particolare per sfatare del tutto il mito dell’uomo povero che si dà all’alcool. All’inizio, egli si limitava ad urlare. Poi è passato alle botte. Sono dieci anni che io e mia madre viviamo nell’angoscia. Lui è a capo del corpo di polizia della Capitale, una persona stimata, che ha catturato pericolosi criminali. Sembra incredibile, vero?”
“Non lo avete mai denunciato?” chiese il violinista con un fil di voce, osservando ancora il braccio della ragazza.
“Se ti raccontassi di tutti i nostri tentativi,” sorrise amare Sayaka “non crederesti alle tue orecchie.”
Si girò verso l’uscita.
“Ma lasciamo correre! Ormai, sono fuori da quella casa. Grazie a te, sono al sicuro, Tomo.”
Scese in camera sua, lasciandolo nella soffitta.
Sakurakoji gettò uno sguardo sull’albero di natale, pensando che, ormai, mancava poco a natale.

***


Masumi seguì con la coda dell’occhio l’arrivo di Miro attraverso la porta a vetri.
Deglutì preoccupato, ché la sua faccia non ispirava nulla di buono.
“Entra.” disse Sakurakoji senior senza mezzi termini.
Il giovane Hayami ubbidì, salutandolo nel mentre con un lieve cenno del capo.
“E, così,” proseguì l'attore “il tour è stato un successo. Suppongo debba complimentarmi.”
“Sissignore.” rispose Masumi, scrutandolo negli occhi azzurri così simili ai suoi.
“E, ora, te ne vai a festeggiare con mia figlia.” soggiunse Miro con aria sempre più torva.
“Nossignore.” disse prontamente il figlio di Elizabeth.
Sakurakoji aggrottò le sopracciglia:
“Ed io dovrei crederti?”
Finalmente, schiuse la bocca al sorriso e Masumi poté tirare un sospiro di sollievo.
“Andiamo a vedere un concerto e, poi, a cena.” spiegò sedendosi in salotto.
“Non farete tardi, spero.” si lagnò il padre di Laura “Gli Arc En Ciel, di solito, bissano parecchio. Hyde non è contento finché non perde del tutto la voce.”
“Se dovessero tardare, rinuncerò alla cena.” disse il ragazzo stringendo un poco le labbra.
Miro sospirò, pensando che non poteva avercela in alcun modo con un giovane così educato e compito. Inoltre, sua moglie non aveva torto, quando affermava che la loro vita era stata assai più pericolosa di quella condotta dai loro ragazzi.
“Beh,” disse piano “non importa. Voglio fidarmi di te. Fa’ quel che devi: cioè, quel che le hai promesso.”
“Grazie, signore.” sorrise Masumi alzando lo sguardo per fissarlo di nuovo negli occhi.
“So che ti comporterai da gentleman.” soggiunse Miro “Tuttavia, mi preme domandarti come pensi di atteggiarti: da uomo o da ragazzo?”
“Lei cosa dice?” fece l’altro aggrottando le sopracciglia “Io sono più grande di Laura, ma sono pur sempre giovane, signore.”
“Hai ventiquattro anni.” rimarcò Miro “Alla tua età, mi ero già sposato due volte ed anche tuo padre. Quindi, vedi di comportarti da uomo.”
Masumi stava per replicare, quando fece il suo ingresso Laura, subito seguita da sua madre.
I due uomini rimasero senza fiato.
Ella indossava un tubino bianco, corto al ginocchio, scarpe col tacco alto e borsetta abbinata. I capelli, raccolti in una semplice coda di cavallo, erano perfettamente lisci e lucidi, gli occhi tracciati appena da un filo di eye-liner.
Il cuore del giovane Hayami perse colpi.
“Allora,” balbettò “noi andiamo.”
Salutò Shizuka, rosso fino alle orecchie e prese involontariamente per mano Laura.
La faccia di Miro, in quell’istante, era un vero spasso e la signora Sakurakoji non poté trattenere una bonaria battuta:
“Dunque, non è per pagare pegno che stai portandola fuori. È un appuntamento ufficiale.”
Masumi si sganciò immediatamente, evitando di guardare il padre di Laura negli occhi.
I ragazzi uscirono con una certa fretta da casa, lasciando Miro in totale confusione.
“Dov’è la mia bambina?” chiese perso a Shizuka.
“Credo…” rispose sua moglie “che tu le abbia detto addio poco fa.”
E gli accarezzò il viso con tenerezza.

***


Masumi e Laura camminavano silenziosamente sul marciapiede.
Giunsero fino alla macchina del ragazzo, ma ella frenò i suoi passi all’improvviso, chiedendogli se aveva voglia di arrivare sino in Centro a piedi.
“Ci perderemo i posti migliori…” obiettò debolmente Hayami.
“Ma io ho dei biglietti S.” disse tranquilla Laura “I nostri sono assegnati.”
“Avrai speso un capitale.” deglutì Masumi fissandola di sottecchi.
“Non proprio.” rise la ragazza “Ho avuto un colpo di fortuna, tutto qui.”
Si piazzò davanti a lui:
“Mi sembri latentemente imbarazzato, giovane Hayami.”
“Stavo solo chiedendomi dove fossi finita.” confessò il ragazzo, il capo leggermente chinato a sinistra.
Ridacchiò per stemperare la tensione:
“Sei del tutto diversa, Laura. Non c’è traccia della bambina antipatica che mi ostinavo a ricordare.”
“…che ti ostinavi a ricordare?” ripeté la Sakurakoji sorpresa, il viso parimenti interrogativo.
“Ci sono realtà da cui ci si stacca con estrema difficoltà.” spiegò Masumi “Suppongo sia perché è come una coperta di Linus, che fa comodo, insomma.”
Laura finse di non cogliere:
“E che cosa ci sarebbe di inaccettabile nel fatto che sono una donna?”
Il figlio di Elizabeth si grattò la testa.
“Nulla.” rispose “Ma, crescendo, si perde di spontaneità. Se ti tirassi un gancio, sarei un violento. Se ti accarezzassi, sarei uno che ci prova.”
Laura socchiuse gli occhi.
“Non mi piacciono gli atteggiamenti studiati.” dichiarò “Se non vuoi che io torni a casa all’istante, ti ordino di essere te stesso.”
Egli abbassò lo sguardo:
“Non posso, Laura. È troppo presto.”
Le prese di nuovo la mano.
“Andiamo a vedere Hyde.” propose “Parleremo ancora a cena, se ti Va.”
Ella assentì, ricambiando la sua stretta con estrema naturalezza.
Quel gesto colpì favorevolmente Masumi: per la seconda volta, nella stessa sera, ella non aveva respinto il suo blando tentativo di approccio.

Si divertirono parecchio e cantarono a squarciagola per due ore buone.
Il frontman dei Borderline non aveva mai riso tanto in tutta la sua vita e Laura ne fu oltremodo sconcertata, visto che non ricordava neppure che forma avesse la bocca del suo vecchio amico.
Quando il concerto terminò, ella gli fece una richiesta inaspettata:
“Senti, Masumi, se preferisci, possiamo andare in un posto meno impegnativo di un ristorante. Fat Burger chiude alle due.”
Era da poco passata la mezzanotte.
Egli la fissò nei grandi occhi azzurri, sorpreso.
“So che sono una bambina, ai tuoi occhi.” spiegò ella vergognandosi “Tra l’altro, è la mia prima uscita con un ragazzo e suppongo tu sia in imbarazzo anche per questo.”
Egli la prese dolcemente per la vita, inducendola a specchiarsi in una delle tante vetrine.
“Quello che riflette questo specchio” sussurrò dietro di lei “è ciò che io vedo.”
Si sganciò subito, convinto di avere esagerato, ma Laura, visibilmente contenta del suo dire, lo pregò di accompagnarla al ristorante, come pattuito sin dall‘inizio.

CONTINUA!...

 
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view post Posted on 11/10/2011, 16:32
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Stregone/Strega quasi professionista

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Che capitolone!!
Mi piacciono tanto questi due insieme!! Mi sembra quasi che ripercorrano le vicende di Maya-Masumi in modalità sliding doors... cosa sarebbe successo se non fossero stati una "ragazzina" ed "l'affarista senza scrupoli"?
 
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fufu1973
view post Posted on 11/10/2011, 20:13




e sì molto belli questi capitoli!
la prima parte molto tenera, Sayaka è dolcissima, non tiene il broncio per quello che è successo tra lei e Tomo, anche se ne avrebbe tutti i diritti, ed è semplice e sensibile!
lo ama veramente tanto se è disposta ad aspettare che lui si renda conto che le cose tra loro sono del tutto cambiate, o forse si è rassegnata e pensa che l'amore che prova per Kaori, non le lasci alcuna possibilità!spero proprio che Tomo si svegli e ricordi tutto!
Laura e Masumi anche sono molto teneri e la scena tra lui e Miro è stata molto divertente, pensare a Miro così geloso e protettivo è esilarante, considerando che fino a poco tempo fà vedevamo lui in preda a tormenti d'amore e fare cavolate a tutto spiano!
che carini, queste coppie mi piacciono, ma so già che ne dovrà passare di acqua sotto i ponti prima di vederli sereni e sistemati a dovere!
 
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view post Posted on 11/10/2011, 20:56
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Grazie, ragazze! Questa parte piace molto anche a me scrivente! :lol: Ho rispolverato tutto il mio immaginario romantico per poter delineare i capitoli. Miro è un finto apprensivo. La sua Lauretta è cresciuta, il tempo passa per lui e per i suoi figlioli, ma non crediate che abbia raggiunto la pace dei sensi...
 
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Yayoi
view post Posted on 11/10/2011, 21:44




Io sono sempre molto esaltata quando leggo di nuove coppie...........salvo poi rimanerci male quando Laura decide di sfasciarle!

Masumi e Laura sono una bella coppia. Lui dolce e lei molto scaltra :D
A meno che non entri in scena pure Franz.......e allora bisogna vedere! :hmm.gif:

Sayaka è veramente dolce! Non solo non fa una bella 'piazzata' a Tomino, lo tratta come niente fosse e comincia ad aprirsi un pò, a parlare di se, della sua famiglia!

Ma Miro è veramente esilarante! :lol:



 
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view post Posted on 11/10/2011, 21:49
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Miro, dopo una vita infame, poteva approdare solo al circo di Moira Orfei...:lol:

Comunque, di cassatelle ne combinerà anca lui!
 
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view post Posted on 12/10/2011, 13:06
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Molto romantico questo capitolo.
Yayoi ha palesato i miei stessi dubbi sulla coppia Masumi-Laura.
 
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