Ritorno nella Valle II

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view post Posted on 2/10/2011, 14:51
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Capitolo Sesto

“Lasciare il nido”



Miro transitava annoiato in corridoio, quando vide Tomo alle prese con valigie e scatoloni.
“Che stai facendo?” domandò interdetto.
“Non è abbastanza chiaro, papà?” chiese il giovane di rimando.
“Allora…spiegamene la ragione.” insisté l‘uomo “Tu sei la mia spalla, rammenti? Con Ian ho giocato come si fa con un coetaneo, ma con te ho condiviso le riflessioni tipiche di un uomo di mezza età, visto che eri propenso all’ascolto già da bambino.”
Tomo sorrise:
“Anche a me fa male <liberarmi> di te.”
Miro si grattò la fronte, prendendo posto sul letto.
“E’ da un bel po’ che non ci facciamo le nostre confidenze.” riprese “So che tu e Masumi state frequentandovi di più, ultimamente. Ne sono lieto. Lo sai che i ragazzi Hayami sono come dei figli, per me.”
“Sono persone in gamba e di grande talento.” confermò suo figlio “Ma essi non c’entrano con la mia decisione di andarmene.”
Miro aggrottò le sopracciglia:
“Eppure, anche Masashi, stamane, mi ha telefonato allarmato, dicendomi che suo figlio gli ha chiesto di andare a vivere da solo. Junior, ovviamente, gli andrà dietro. Sono come due gemelli, quei due.”
“Junior sarebbe il figlio di Arthur Kaji?” chiese Tomo “Non credo proprio, visto che potrebbe lasciare il Paese. E, infatti, dovremo cercarci un altro batterista.”
“Sì.” confermò Miro “Parlo del secondogenito di Elizabeth. Ma non sapevo degli intenti del professore. Masashi ne sarà rimasto sconvolto: ama molto quel ragazzo.”
“Ad ogni modo, papà, non andrò a vivere con Masumi. E volevo chiederti se potevo usufruire, almeno all’inizio, del tuo monolocale.”
“Quel posto è una topaia. E, per di più, è in periferia.” obiettò l’uomo “Io e Shizuka ci siamo vissuti per pochissimo tempo, dopo la nostra riconciliazione. Prendi, piuttosto, l’appartamento in centro, visto che è vicino alla scuola.”
“Non ci penso neppure. Quello è di Ian. A me basta il monolocale: ne sono innamorato da sempre. Con la Bandit mi ci vorranno quindici minuti per arrivare al Conservatorio. Ma ti ringrazio del pensiero.”
E sorrise a suo padre.
“Stai cercando di punirti, forse? A me puoi dirlo: che cosa hai fatto, Tomo?” chiese Miro prendendolo per un braccio.
Il violinista lasciò cadere la felpa che teneva in mano sulla valigia.
“Ho avuto un approccio piuttosto <forte> con una donna.” confessò.
“Forte?” ripeté suo padre “Vuoi dire che hai fatto sesso?”
“Non proprio.” arrossì il ragazzo “Se non fossimo stati in pubblica piazza, forse, saremmo andati molto oltre.”
Non riusciva a reggere lo sguardo ironico e apprensivo insieme di suo padre.
Gli occhi di Miro erano identici a quelli di Laura ed entrambi erano sempre stati molto <uletti> con lui.
“Ho baciato Kaori.” disse Tomo fingendo tranquillità.
“Era ora!” esclamò suo padre “Te l’ho detto: quando hai per le mani la donna giusta, tutto viene da sé…”
Il violinista emise un sospiro non del tutto convinto.
"Una volta, mi dicesti che ad ogni azione corrisponde reazione." soggiunse "Ma la <reazione> non è stata quella che auspicavo."
"Questo è già qualcosa." disse Miro "Se Kaori fosse stata indifferente, sarebbe stato peggio, non credi?"
Il ragazzo stava per replicare, ma la porta fu aperta con decisione.
“Che razza di genitore decerebrato!” li interruppe Shizuka entrando nella camera “La ragazza di Ian, Tomo! Ti rendi conto? E tu stai ancora a sentire i consigli di tuo padre!”
Miro prese la mano di sua moglie e la indusse a sedere sulle sue ginocchia, mentre Tomo scuoteva la testa sconcertato.
“Ci mancava solo il sacro concilio.” disse fintamente piccato "E' possibile che, in questa casa, la parola privacy sia bandita?"
In realtà, aveva piacere che tutta la sua famiglia partecipasse alla sua pena. Aveva la sensazione, dopo aver riso e pianto insieme, di sentirsi sollevato.
Succedeva così, fin da quando era bambino.
“Al sacro concilio manco io!” esclamò Laura, brandendo il foglio col compito di inglese “Ho preso una squallidissima B, mamma, ma prometto che alla prossima andrà meglio.”
“Mia figlia è un mostro.” fece Miro baciando sul collo Shizuka.
“Se Tomo se ne va, io lo seguo a ruota.” dichiarò la giovane Sakurakoji.
“Tu non vai da nessuna parte!” ordinò il padre “Tuo fratello ha bisogno di fare esperienza ed io non mi sono ancora stufato di avere la mia rompicoglioni in giro. Senza te e tua madre mi sento perso. Sto diventando troppo vecchio, temo.”
“Sì, sei un vecchio barbogio.” ammise Laura “Ma la mamma lo è anche di più. Tuttavia, se resto è per lei.”
Tomo sorrise malinconicamente.
La sua allegra, chiacchierona sorella gli sarebbe mancata ed anche Ian, a dispetto delle colossali litigate.
“Tesoro,” riprese Shizuka seriamente “hai proprio deciso?”
“A questo proposito,” l’interruppe Miro “vorrei che tu invitassi nostro figlio a ragionare. Prima lascia gli studi di violino ed ora questa pretesa volontà di indipendenza. Credo che stia agendo così per espiare le sue colpe e non perché abbia voglia di cambiamenti.”
“Non è così, mamma.” disse Tomo “E’ da un po’ che ci penso. Inoltre, veder circolare Kaori in questa casa è una stilettata al cuore. Credimi, sono saturo.”
“Hai ragione.” bofonchiò Laura “Mai visto niente di più disgustoso.”
Miro le diede un buffetto sulla guancia.
“E’ colpa di Ian se ho preso una B! Non era mai accaduto, in letteratura inglese!”
“Vuoi vedere la mia pagella del terzo anno di liceo?” chiese suo padre ridendo.
“Ora basta!” disse Shizuka zittendo tutti.
Anche lei, come Tomo, sembrava arrabbiata, ma non lo era.
Piuttosto, una grande preoccupazione traspariva dai suoi occhi color antracite.
“Non vorrei” confessò infatti “che per colpa di questa storia tu ti allontanassi ancora di più da tuo fratello.”
Tomo attirò sua madre a sé:
“Mamma, non è il mio affetto per Ian a essere in discussione. Io gli voglio un bene dell'anima. Tuttavia, al momento, non riesco a stare qui.”
“Capisco.” sospirò la donna “Come intendi guadagnarti da vivere? Se vuoi, io e tuo padre ti passeremo qualcosa, per i primi tempi.”
“Mi basta il monolocale.” rispose fermo il figlio “E’ già tanto non dover pagare per avere un tetto sopra la testa. Inoltre, abbiamo già dei contatti. Suoneremo di certo in una di quelle navi da crociera per coppiette. Il gestore conosce Masumi.”
“Oh, la casa d’appuntamento galleggiante…” disse Miro, che ricordava benissimo l’Astoria.
Shizuka sgomitò suo marito:
“C’è Laura! Sei incauto ad esprimerti così davanti a lei!”
“Eddai, mamma,” fece la ragazza “non sono mica nata ieri. So perfettamente che esistono le prostitute.”
Miro portò una mano davanti al viso per celare la sua ilarità.
“Quella non è una nave in cui si esercita la prostituzione!” sbottò Shizuka “E’ gestita dalla madre di Lily, vi rammento!”
“Oh, la dolce signora Minako!” esclamò Miro “La suocera ideale.”
“Però non è <strafiga> come la Sylvia,” gli fece eco Laura “che ci ha persino provato con te. Secondo me, tu preferisci la nonna, come suocera!”
“Siete scandalosi.” dichiarò Shizuka, prendendo sua figlia per l’ orecchio.
Tomo iniziò a tossire e ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi:
“Non so proprio come farò senza di voi. Ma per lo meno, ci saranno tre impiccioni in meno! Ventiquattr‘ore dopo avertelo raccontato, tutta la famiglia, Ian incluso, sapeva che ero innamorato di Kaori!”
“E’ proprio ciò che non accadrà mai.” disse Miro perentorio “Noi saremo sempre degli impiccioni. Tua madre preferisce Ian perché vede in lui lo strafigo che sono stato…”
I toni scherzosi si abbassarono di colpo:
“…ma io ho a cuore mio figlio minore e veglierò sempre su ogni passo che farà.”
Udendo quella espressione accorata, madre e figlia si commossero profondamente.
“Mi mancherai, fratellino.” disse Laura con tristezza.
“Ehi, non vado mica a morire!” ridacchiò il violinista “E, poi, mi farò rivedere quando sarò costretto a tenere la mano a papà.”
Lanciò uno sguardo significativo alla sorella, che non comprese.
Miro, invece, sensibilissimo nei confronti dei suoi figli, colse subito la sfumatura nella sua voce.
Parimenti Shizuka, che commentò:
“Ci vorrà un’ambulanza, per tuo padre.”
“Fareste bene a non dirmi di chi state parlando.” chiosò Miro arrabbiato “O l’ambulanza dovrete chiamarla per lui.”

***


Miro e Shizuka entrarono nella loro stanza silenziosamente.
Mano nella mano, lasciavano che ad esprimersi fossero i loro cuori, stretti nella comune angoscia.
I loro ragazzi non erano più <loro>.
Poco tempo ancora e persino Laura avrebbe preso il volo.
Diciassette anni erano trascorsi dalla sua nascita e Tomo, prossimo ai venti, si apprestava ora a lasciare casa.
“La <bimba> sta crescendo.” disse Shizuka, prendendo tra le mani un ritratto di Miro e Laura, incorniciato bellamente in un portaritratti a specchio
"In questa foto aveva quattro anni." ricordò con nostalgia Sakurakoji "Era Halloween ed io mi ero travestito da vampiro."
Strinse sua moglie per la vita:
"A fine serata, Ian le aveva tagliato le codine, rammenti? Perché lei voleva sembrare più grande."
"Presto, vivrà il suo primo amore." riprese la donna "Dovrai fartene una ragione, amor mio. Tutto sommato, abbiamo goduto della loro presenza a lungo: a parte Ian, che ha bruciato le tappe come noi, i nostri figli più piccoli stanno iniziando a guardarsi intorno solo adesso. Laura ha una tale passionalità e un talento così grande! E’ proprio uguale a te. Se ha temporeggiato finora, quando si accorgerà di amare qualcuno, non lo farà più.”
“C’è, forse, un tizio che le ha messo gli occhi addosso?” chiese Miro “E tu sai di chi si tratta.”
Sua moglie tacque un istante: non era certa che quella <notizia> gli facesse piacere, anche perché l'evoluzione di una eventuale parentesi negativa tra Masumi e Laura avrebbe potuto compromettere i rapporti tra Miro e il suo migliore amico.
Decise di essere onesta come sempre:
“Ho parlato con Lily, di recente. Pare che Masumi abbia <una certa foto>, in camera sua.”
“Masumi?” ripeté Sakurakoji “Il mio figlioccio?”
“Il tuo figlioccio.” ribadì la donna.
Miro si sdraiò pesantemente sul letto.
“Che figlio di puttana.” commentò "Ho sempre detto che somiglia più a me che a Masashi.”
“Se Laura lo ricambiasse?” chiese scettica Shizuka “Gli faresti la guerra?”
L’uomo sospirò:
“Ma certo che non gliela farei. Però, questa cosa mi coglie impreparato. Masumi è già grandicello e ha esperienza."
“Vero." sottoscrisse la donna "Ma è un ragazzo serio: poche ragazze, tutto scuola e musica.”
Miro giocherellò con il foulard di sua moglie:
"Pensi che Laura lo ricambi?"
"Penso" disse Shizuka "che tua figlia è legata a Tomo e che Tomo è parte della band di Masumi. Le occasioni di incontro non mancheranno."
Sakurakoji annuì.
"Spero solo che non soffra. Ma suppongo che, per quanto io sia suo padre, posso fare ben poco per metterla al riparo." dichiarò quasi sconfitto.
La donna sospirò:
"Noi abbiamo fatto tanti errori. E tu sei passato per l'inferno. Se è vero amore, Laura sarà felice. Altrimenti, si guarderà intorno, alla ricerca di altro, come è giusto che una giovane della sua età faccia."

CONTINUA!...

 
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Yayoi
view post Posted on 2/10/2011, 21:40




Avevi ragione. Questo capitolo mi ha fatto sorridere!

Anche i Sakurakoji stanno diventando una famiglia 'ingombrante'! Ma tra loro c'è molto feeling, molta complicità!

Non farmi diventare Miro un padre apprensivo, neh!
 
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view post Posted on 3/10/2011, 15:58
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Stregone/Strega quasi professionista

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Non so da dove iniziare! Questi nuovi personaggi mi piacciono immensamente!! Sono tutti così frizzanti! E sembrano avere chissà quante cose da dire!
Aspetto di vedere il seguito!! Grazie mille per questa nuova storia!!!
 
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view post Posted on 3/10/2011, 16:11
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Grazie, Tenshina! In verità, i personaggi non sono tanti, ma capisco che, essendo "nuovi" di zecca, ci vuol tempo per rammentarseli tutti. Io stessa, talvolta, debbo fare parecchi passi indietro per ricordare i particolari e non entrare in contraddizione.
Succede, nelle storie lunghe.

Barbara, Miro non diventerà mai iperprotettivo. Lo ha anche detto.
Ma la sua Lauretta è sempre la sua Lauretta! :lol:

Capitolo Settimo

“Cercasi <inquilino>”



Davanti alla bacheca del Conservatorio, Tomo osservava con attenzione gli annunci.
Notò che il cartellino con il suo numero di telefono era stato strappato e iniziò a sperare: cercava un compagno con cui condividere le spese dell’appartamento almeno fino a che non avesse cominciato a guadagnare abbastanza.
Il suo cellulare squillò.
La voce maschile all’altro capo del filo virtuale gli diede conferma:
“Se la stanzetta di cui parli nell’annuncio è ancora libera, vorrei affittarla.”
“Certamente!” sottoscrisse Sakurakoji “Sono all’ingresso del Conservatorio. Se vuoi, puoi fare un salto subito!”
“Arrivo!” fece pronto il ragazzo.
Tomo si tolse gli occhiali da sole, rivelando un viso soddisfatto e rilassato: le cose, forse, cominciavano ad andare per il meglio anche per lui.
Si guardò intorno, ma non vide nessuno, a parte qualche studente che correva per raggiungere l’aula di studio.
Poi sentì qualcuno schiarirsi la voce ed egli trasalì.
“Hai bisogno di qualcosa?” chiese gentilmente ad una ragazza dai bei capelli color rame.
Erano lunghi fino alla vita, con delle sfumature di biondo.
“Sì. Almeno quanto tu hai bisogno di me.” rispose pronta “Sono la ragazza dell’annuncio. Voglio affittare la camera.”
Tomo sgranò gli occhi:
“Ma sei…una donna! Al telefono, ho parlato con un ragazzo, ne sono certo!”
“Era un tale che ho conosciuto davanti alla scuola!” confessò la giovane senza batter ciglio.
“Perché hai mentito?” chiese Tomo sconcertato.
“Perché immaginavo mi avresti dato il due di picche già al telefono.” rispose l’altra “E, così, ho pensato che sarebbe stato meglio farmi vedere. Sai, nel caso in cui potesse servire…”
“Servire a cosa?” ripeté il violinista “Tu sei fuori! Non vorrai sedurmi per avere la stanza?!”
“Veramente,” lo interruppe la ragazza “non sei il mio tipo, ma uno fa qualsiasi cosa pur di arrivare alla mèta.”
Estrasse una sigaretta e l’accese:
“Ascoltami bene, io ho bisogno di una camera. Studio all’ultimo anno dell’Itotsuboshi e non posso più vivere coi miei. Ti prometto che sarò una inquilina discreta: non sporcherò e non farò confusione.”
Estrasse un foglio dalla sua agenda:
“Questa è la mia pagella. Sono tutti voti molto alti. Sono le uniche credenziali in mio possesso, ma dovrai fidarti.”
Tomo lesse il suo nome a voce alta:
“Sayaka Otori, nata a Nara il 26 dicembre…”
La fissò di sottecchi.
“Nara, eh?” ripeté “Vuoi sapere dove sono nato io o lo sai già?”
“Beh, ti conosco di fama, ma è un caso che abbia risposto al tuo annuncio. Del resto, sei l’unico che cerca un coinquilino.” spiegò Sayaka con aria fintamente implorante.
“Come intendi pagare la stanza?” chiese ancora Sakurakoji scettico.
“Lavoro da Fat Burger tutti i giorni. Inizio alle sette di sera e finisco alle due.” spiegò la giovane “Così, se hai una ragazza in età scolare, non ti romperò le palle negli orari clou.”
Tomo sospirò, levando gli occhi al cielo:
“Senti, io cerco un ragazzo. Vivere con una donna che non sia <la mia donna> comporta un sacco di grattacapi. Non so se mi spiego: vivo praticamente svestito e anche una ragazza, suppongo, ha bisogno della sua privacy.”
“Allora, mettiamoci insieme e basta!” rise Sayaka.
Ma la battuta non sortì l’effetto che ella sperava e cercò di correre subito ai ripari:
“Mi serve solo per dormire. Cercherò di fare la doccia al lavoro, ok? Ti prego, Tomo, dammi una chance.”
Egli alzò la mano con sguardo torvo.
“Una settimana.” dichiarò “Ti do una settimana. Se dovessi essere un disastro, te ne vai fuori, capito? E mi paghi comunque le spese di alloggio.”
“La spesa la procuro io: avrai hamburger gratis per una settimana.” disse felicissima Sayaka.
“Allora, ricordami di chiederti un fegato nuovo.” ridacchiò Sakurakoji “Hai, <almeno>, un mezzo per arrivare alla periferia nord? Se non hai lezione, andiamo subito a vedere la stanza. E’ probabile che non ti piaccia neppure e che tu te ne vada autonomamente. Lo spero, in tutta onestà.”
“Non c’è problema.” disse prontamente la ragazza “Raggiungerò il quartiere in quindici minuti, se prendo la metro tra cinque.”
Infilò i pattini:
“Non fare la spia al Preside, per favore!”
Tomo le prese un braccio.
“Ti do un passaggio.” sospirò scuotendo la testa “So già che me ne pentirò.”
“Ma io sono del tutto indipendente, lascia che vada!” disse perentoria Sayaka “Ci vediamo a casa tua tra poco!”
E, presa nota dell’indirizzo, lo lasciò davanti alla bacheca perplesso all’inverosimile.
“Che bel sorriso, Tomino…” disse Shizuka con tono leggermente ammiccante “E…gran bella ragazza.”
Sua madre era uscita in quel preciso istante dalla Segreteria didattica della Scuola.
“Mamma, NON è come pensi.” si affrettò a giustificarsi il ragazzo “Ho solo bisogno di una coinquilina. Cioè di un coinquilino. Ma non accetterà, quando vedrà il letamajo in cui vivo.”
Si accorse di avere la pagella di Sayaka in mano.
Non fece in tempo a realizzare quella dimenticanza che sua madre gliel’aveva già sfilata.
“Sayaka Otori.” lesse “Chissà se è parente del signor Genzo. Del resto, è del tutto plausibile, visto che è di Nara. Cosa sai di lei?”
“Niente.” disse precipitosamente suo figlio “Ora devo andare. Mi sta aspettando a casa.”
Shizuka sorrise sorniona:
“Spero che questo evento porti bene. E’ una ragazza molto carina e Tomo ha bisogno di misurarsi col mondo. Oramai, ha vent’anni.”
Diede di nuovo una occhiata alla pagella.
“Mi chiedo, però, che cosa possa spingere una ragazza di diciotto anni a lasciare così precipitosamente la famiglia…”

Quando Tomo arrivò nel quartiere periferico a nord di Tokyo, Sayaka era già in attesa: pallida e sudata, teneva ancora i pattini ai piedi e sembrava tremare visibilmente.
“Ed io che mi sono affrettata!” esclamò “Te la sei presa comoda, eh?”
“Cominci già a fare la suocera?” chiese Sakurakoji stancamente “Non avevi detto: <niente ingerenze nel privato>? Inoltre, non hai ancora il mio <imprimatur>.”
“Daiiii…” si lamentò Sayaka allungando la sillaba alla stregua delle ragazzine deluse “Mi avevi detto che ero in prova una settimana.”
“Ero ubriaco.” si giustificò Tomo, quando vide che ella già lo aveva privato delle chiavi della Bandit, così da <ricattarlo>.
“Uno dei motivi per cui non dovresti affittare la stanza,” riprese il violinista “è che l’ascensore si sfascia una volta a settimana e l’appartamento in questione è al settimo piano.”
“Poco male.” tagliò corto Sayaka “Mi terrò in forma.”
“Il secondo motivo” aggiunse Tomo serio “è che il tuo stanzino è di soli tre metri quadri ed è ben noto che voi donne amiate gli spazi ampi. E, mi duole dirlo, non c’è finestra.”
La giovane sospirò:
“Non è una stanza. E’ una tomba in affitto.”
“Pressappoco.” le fece eco Sakurakoji, aprendo la porta.
La vecchia mountain bike di Miro ostruiva ancora in parte il già angusto ingresso.
“Era di mio padre.” spiegò Tomo “Ora è mia.”
Sayaka mise a fuoco la zona giorno, divisa dalla piccola cucina per il tramite di un muretto e, in fondo alla stanza principale, due porte parallele.
“La camera in affitto è quella di sinistra.” disse il violinista “Quella di destra è la mia. Il bagno non è agibile dalla zona giorno. Vi si accede da entrambe le camere da letto. Quando lo usi, chiudi a chiave anche l’altra porta, mi raccomando.”
“Che progetto del menga…” disse Sayaka con sconcerto “Comunque, me ne ricorderò.”
“L’architetto del menga sono io.” disse Tomo, inarcando le sopracciglia scure “Sapevo che, prima o poi, la paterna topaia sarebbe finita a me, visto che l’appartamento in centro spetta di diritto al fratello bello e talentuoso.”
"Non credevo stimassi te stesso così poco." disse Sayaka stupita.
Afferrò una mela appoggiata sul muretto divisorio e assestò un morso deciso.
"Immagina" riprese Tomo con una sorta di ironica amarezza nella voce "che tutto, amore incluso, confluisca nelle mani di tuo fratello. Appena avrai realizzato questa idea, torna a comunicarmi le tue impressioni."
Le mascelle della giovane donna masticarono sempre più lentamente sino a fermarsi:
"Conosco bene sensazioni come questa, ma non per questo mi piango addosso dandomi indirettamente del cesso."
Depose la mela laddove l'aveva recuperata e Sakurakoji represse a stento una risata. Quindi, la invitò a ispezionare quella che sarebbe stata <la sua stanza per una settimana>.
Sayaka entrò, rimanendo senza fiato.
"Suppongo" mormorò Tomo "che sia di tuo gradimento."
Erano realmente tre metri quadri scarsi e non v'erano che una scrivania e un divano sgualcito, ma la particolarità di quella camera era il lucernario.
"Ho sempre sognato di addormentarmi col cielo negli occhi." disse le giovane con tono basso.
Il violinista si stupì della improvvisa dolcezza nella sua voce.
"Quando mio padre è venuto a vivere qui," le raccontò "era un ambiente unico. Pensando alla mamma, aveva pensato di sistemare il letto sotto questo lucernario."
"Devono essersi amati moltissimo." sospirò Sayaka "Lessi la loro storia, qualche tempo fa: l'ho trovata romantica e struggente."
"Io vorrei essere come lui." confessò Tomo con una punta di malinconica determinazione, il pensiero fisso su Kaori Hayami "Quando ha incontrato mia madre, tutta la sua vita ha preso a girare attorno a lei. Non ho mai visto uomo più felice di vivere."
Sayaka deglutì:
"Sono stati fortunati a trovarsi."
Ci pensò su, incerta se continuare ad esprimere il suo pensiero. Alla fine, decise di tentare la carta della sincerità:
"Anche la tua ragazza è fortunata ad avere accanto uno come te."
Tomo comprese che ella si era fatta inspiegabilmente triste.
"Cosa c'è che non va?" le chiese infatti.
"Nulla." rispose la giovane "E' solo che non credo in queste cose. Si tratta di alchimie riservate a pochi eletti. Miracoli autentici. Altri - la maggior parte degli uomini - sono destinati a vivere senza sapere cosa sia l'amore sincero e riamato."

Il campanello di casa suonò in quel preciso istante.
Sayaka, un po' perplessa, chiese:
"Spero di non essere capitata al momento sbagliato."
Tomo colse immediatamente l'allusione ad una eventuale ragazza e, senza replicare, andò a rispondere.
Quando si vide davanti Chigusa ed Eriko rimase assai stupito:
"Che ci fate voi due qui?"
"Volevamo farti una sorpresa!" cinguettò Eriko strizzando l'occhio.
Le due Hijiri, ignare che all'interno dell'appartamento vi fosse anche Sayaka, baciarono l'amico e si fecerò strada.
"Toh," esclamò la maggiore alla sua vista "scusa, <fratellino>. Siamo capitate al momento sbagliato."
"Ma no..." minimizzò il violinista "Piuttosto, ne approfitto per presentarvi: questa è Sayaka Otori, la mia coinquilina."
Chigusa si lasciò sfuggire un fischio di presunta approvazione:
"Vedo che stai dandoti da fare!"
"Non è come pensi." disse subito Tomo "Ma che te lo dico a fare? Tu sei come Ian. Ragioni per compartimenti stagni."
"Ed è per questo che lui sarà mio!" lo prevenne subito la maggiore delle figlie di Rika.
"Sempre che io te lo permetta!" obiettò Eriko infastidita tanto dall'espressione della sorella quanto dalla presenza di Sayaka.
Sakurakoji le introdusse in cucina e si accinse a preparar loro del tea.
Chigusa squadrò di nuovo l'ospite di Tomo.
"Sei praticamente ovunque, ultimamente." le disse quasi scocciata.
"Mi duole procurarti pena." rispose seccamente la Otori.
Il violinista le fissò sorpreso:
"Suppongo, quindi, che voi due vi conosciate."
"Piuttosto bene." rispose la Hijiri "Grazie a questa bella signorina, il mio ruolo ne I Quattro Cavalieri è in discussione."
"Sono solo una studentessa dell'Itotsuboshi." dichiarò Sayaka, arrossendo sino alle orecchie "Non posso certo competere con una promettente allieva dell'Accademia d'Arte Drammatica! Per di più, tu sei l'erede naturale di Maya Kitajima."
Chigusa ridacchiò con astio atavico:
"E' quanto si diceva prima del tuo glorioso avvento! Il ruolo del Cavaliere della Terra era mio <d'ufficio>, fino a che non sei arrivata tu."
La Otori sospirò.
"Ciò che conta, in questo spettacolo, è riuscire a far arrivare al pubblico un messaggio positivo" disse convinta "La disarmonia genera distruzione..."
"Non parlare con me di filosofia!" l'interruppe Chigusa "Eviscerare concetti elevati non ti darà la possibilità di riscattarti ai miei occhi. La tua recitazione non mi piace e sono convinta che ci sia qualcosa sotto, che tu abbia alle spalle amicizie più potenti."
Sayaka divenne terrea:
"Se non sei riuscita tu, con il tuo grado di parentela, ad avere il ruolo che dici di prediligere, come pretendi che l'abbia fatto io?"
Tomo depose una tazza fumante davanti a Chigusa.
"Non puoi deporre l'ascia di guerra un istante?" le chiese.
Aveva notato che persino Eriko, di solito ciarliera ed impicciona, era andata a piazzarsi davanti alla play station pur di non udirla.
"No che non lo faccio, Tomo." disse perentoria la Hijiri "Ti consiglio di guardarti bene da chi ti metti in casa. Si raccontano un sacco di storie strane, sul tuo conto: ad esempio, che ti guadagni da vivere battendo nei bagni della scuola, visto che non vivi con la tua famiglia per qualche oscuro motivo. Potresti essere una cacciatrice di dote e io debbo mettere in guardia il mio <fratellino>."
Il violinista sospirò scocciato:
"Stai offendendo la mia ospite. Non credi di esagerare, Chizu?"
"Il prossimo passo sarà infilarsi nel letto di Ian, stanne certo." continuò imperterrita la Hijiri "Così sarà certa che la parte che sa fare meglio, quella dell'amante, finisca a lei."
Tomo sedette di fianco a Chigusa:
"Io, invece, penso che di palle se ne raccontino tante. Ed anche enormi, talvolta. Quindi, con tutto il rispetto, mi importa poco della <fama> di Sayaka."
"Sei incauto ad abbassare la guardia, ragazzino!" si sorprese la ragazza "Di solito, hai sempre avuto considerazione per i miei commenti."
"Di solito," la prevenne Sakurakoji "quei commenti sono esternati da una ragazza generosa e di buon cuore, non da una che giudica aprioristicamente un'altra solo per invidia o per preconcetto."
Chigusa colse un involontario riferimento alla madre e trattenne a stento la rabbia.
"Vedo che anche tu hai imparato a rinfacciare il passato." masticò con profonda amarezza nella voce.
Tomo scosse la testa:
"Non mi permetterei, lercio come mi sento, di rinfacciare alcunché a nessuno, tanto meno a te, che amo come una sorella."
"Invece lo hai fatto." disse piano la Hijiri, alzandosi dal tavolo, la tazza fumante e piena ancora davanti.
Chiamò sua sorella e si dispose ad uscire:
"Non verrò a trovarti finché saprò che questa...<persona> è tua ospite. Non tollero la sua presenza, sappilo. In ogni caso, se dovessi avere bisogno di me, sai dove trovarmi."

CONTINUA DOMANI SERA (POSTO VERSO LE DIECI ...CHE STRESS)

 
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fufu1973
view post Posted on 3/10/2011, 19:41




ancora non ho finito l'ultimo capitolo, mi manca il tempo lo terminerò domani!
beh una nuova generazione molto frizzante, la più frizzante è senza dubbio Chigusa!
sembra che le preferenze siano decisamente su Tomo, anche Miro mi sembra che penda da quella parte visto la contentezza nel sapere del bacio con Kaori nonostante sappia che è la ragazza di Ian!
Allora.. è ovvio quale invece sia la mia di preferenza, e quindi dico che Kaori non si capisce che vuole, 24 anni, è un'anno che stà con lui dice di amarlo, ed è piuttosto strano il suo non concedersi, Ian ha 20 anni circa no?Tomo..ha un grosso complesso di inferiorità e si sente la vittima della situazione, sono 5 anni che è innamorato di Kaori, suo fratello stà con lei da un'anno, direi che forse c'è qualcosa che non torna nei conti, 4 anni di tempo sprecati, credo, da lui!
Brava Laura l'aggancio con la nuova generazione è apparso molto naturale!
Ora sono curiosa di sapere il ruolo di questa nuova inquilina di Tomo, ho interrrotto la lettura e non sò se diventerà effetivamente sua coinquilina!
mi stavo perdendo la valle 2, non sapevo che avevi aperto la storia come nuova e non la trovavo, mi sembrava strano che non avevi scritto nulla in questi giorni, menomale che l'ho trovata! grazie Laura ci regali tante storie meravigliose, tutte le emozioni che ci fai provare non hanno prezzo!
 
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Yayoi
view post Posted on 3/10/2011, 21:17




Che bel capitolo! :wub:
Un nuovo personaggio va ad intromettersi in questa generazione.
Impensabile che non succedesse.
E che tipa pure lei, Sayaka Otori!!!
La cosa che mi ha stupito è che non risponde a tono a Chizu.... molto strano! Vedremo...

Sai che la "piazzata" che ha fatto Chizu a Tomo mi ha fatto tornare indietro di 20 anni!
Le compagnie, le invidie che si creano all'interno.... avevo rimosso!

Non farmi già disinnamorare di Chizu, please!

Senti ma....... è una mia impressione di paranoica e fissata, o Sayaka usa un gergo leggermente bergamasco??? :blink:
 
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view post Posted on 4/10/2011, 14:50
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Fulvia, mia adorata, bentornata! Mi sei mancata enormemente.
Ian è partito in sordina perché ho subito sparato una carta da novanta, ovvero un amore "non corrisposto". Ma nei capitoli che sto scrivendo la sua presenza si farà fin troppo ...evidente.

Barbara, delineando il personaggio di Sayaka, mi sono ispirata ad un modello particolare: la donna mantovana del secolo trascorso!
Scherzo! Ogni riferimento è puramente casuale.
No, proseguo con un linguaggio decisamente popolare perché voglio dare una impronta di freschezza in questi ragazzi di appena vent'anni.

BUONA LETTURA A TUTTI!

Capitolo Ottavo

“Un sentimento irrisolto”



Ian vide suo fratello nel corridoio principale della scuola e gli andò incontro con un bel sorriso sul volto.
Aveva accolto piuttosto favorevolmente la sua decisione di lasciare per sempre la casa paterna, anche perché sentiva con chiarezza che il rapporto tra Tomo e Kaori poteva diventare fonte di preoccupazione per lui. L’insistenza del più giovane dei fratelli Sakurakoji - o, meglio, la costanza dei suoi sentimenti - lo facevano, per l’inverso, sentire in colpa nei confronti della fidanzata, ritenuta alla stregua di una creatura angelicata.
L’unica <pecca> della Hayami, infatti, era quella di non esserglisi ancora concessa, mentre per tutto il resto il suo comportamento aveva tutti i connotati dell’irreprensibilità.
“Allora, conquistatore.” disse Ian mettendogli un braccio intorno alla spalla “Vedo che ti stai dando da fare per entrare nel mondo degli adulti.”
Tomo scosse la testa:
“Suppongo che, sulla base di questo pensiero, tu sia <adulto> dall’età di quindici anni.”
Il sorriso di suo fratello si spense.
“Vuoi troncare i rapporti, per caso?” chiese alterato.
“Noi non abbiamo alcun rapporto.” rimbeccò il violinista “E non solo per via di Kaori, se ti può consolare. Da molto tempo hai smesso di cercarmi e confidarti con me e la tua condotta di vita non mi piace per niente.”
Ian deglutì, passandosi una mano dietro al collo.
“Mi scuso con te, se hai sentito la mia mancanza.” disse pronto “Andiamo a mangiare qualcosa, raccontami di questa fantomatica ragazza che divide l’appartamento con te.”
“Non c’è nulla da raccontare.” si offese Tomo “Non è una goliardata, come potrebbe sembrarti. Sayaka cercava una stanza ed io un inquilino per guadagnare qualcosa, visto che non ho ancora un lavoro.”
“Una persona indipendente!” sottolineò Ian con il chiaro intendo di lodare la ragazza “E, dimmi, è carina?”
“Parecchio.” rispose Tomo in assoluta sincerità “E’ alta, con splendidi capelli ramati. Credo che quel colore sia naturale. E, poi, è un’ottima studentessa. Ho visto la sua pagella. E’ più giovane di me di un paio d‘anni, il che non guasta.”
Ian storse il muso condiscendente:
“Ottimo. Ci sono tutti i presupposti perché possa piacerti.”
“Perché no?” ironizzò Tomo “Se mi servisse una sguattera, potrei chiederle di lasciare il suo lavoro da Fat Burger.”
“Fat Burger?” ripeté il maggiore “Io e Kaori ci andiamo spesso. Strano che mi sia sfuggita.”
Il violinista incassò l'ennesimo sospetto. Lo sguardo disgustato era tanto per lui quanto per l'assente Sayaka, sulla cui testa <pendeva> ancora l'accusa mossale da Chigusa Hijiri:
“E poi ti stupisci del fatto che non si abbia un rapporto? Ma perché non pensi a rassicurare Kaori, piuttosto che star dietro a tutte le ragazze graziose del circondario?!”
Divenne quasi isterico:
“Ti lamenti che non ti si sia concessa! Ma ti sei chiesto perché? Lei percepisce perfettamente la tua incostanza! L’hai tradita persino con sua nipote, che è una nostra cara amica, una sorella quasi! Io, francamente, sono stufo di sopportarti. Non sono moralista, ma penso che scopare a raffica non si addica ad un uomo che si definisca <fidanzato>. Pensaci un istante: magari, non sarò io a soffiarti la donna, ma, un giorno, quando lei si accorgerà di ciò che sei, non ci penserà due volte a mollarti!”
Ian lo strattonò per un braccio:
“Sentimi bene, io ho bisogno di lei, ho bisogno di Kaori perché la amo! Se volessi, come tu dici, scoparmi il mondo, potrei farlo senza per questo impelagarmi in un rapporto asessuato, non trovi?”
“Tu racconti balle.” sibilò Tomo “E non crescerai mai, finché continuerai a raccontarti storie!”
Se ne andò sconcertato, pensando con dolore a Kaori, ai suoi occhi che, da soli, riuscivano a rapire ogni suo pensiero.
Se egli si fosse trovato al posto di suo fratello, avrebbe fatto di tutto per far sentire la Hayami al posto giusto e, soprattutto, serena e felice della scelta compiuta.
Ma Ian non era lui.
E Tomo era solo.

***


Kaori e Ian passeggiavano nel parco assolato mano nella mano.
Non si comunicavano alcunché, come se tra loro serpeggiasse qualcosa di brutto.
Il maggiore dei figli di Miro era turbato dall’insistenza di Tomo, ritenuto una minaccia tangibile alla sua relazione.
Iniziava a pensare seriamente che il non avere rapporti completi fosse dovuto proprio alla presenza silenziosa del violinista, reo di essere da sempre il confidente della sua donna.
Per questo motivo, aveva deciso di rivelare subito alla ragazza della convivenza di Tomo con Sayaka.
Era suo intento guardarla bene negli occhi, capire fino a che punto quella nuova poteva risultarle intollerabile.
Dopodiché, avrebbe agito di conseguenza: massacrando virtualmente suo fratello o abbandonando per sempre lei.
La vendetta, in qualche modo, si sarebbe consumata.
“Hai saputo di Tomo?” chiese pertanto con finta noncuranza.
La stretta della mano di Kaori parve farsi più forte.
“Che succede?” l’incalzò Ian “Parlare di mio fratello ti turba, adesso?”
Ella scosse il capo, accennando un sorriso.
“Spero stia bene.” disse debolmente.
“Sta benissimo, direi.” rise il ragazzo “Sta talmente bene da essersi subito trovato una ragazza.”
Kaori socchiuse impercettibilmente gli occhi:
“Davvero?”
“E che ragazza!” soggiunse Ian come se egli stesso fosse entusiasta della scelta compiuta “Io non l’ho vista, ma dicono sembri una modella e divide casa con lui.”
“Ma…” balbettò la cantante “siamo sicuri di parlare dello stesso ragazzo?”
Un lampo di rabbia parve attraversare lo sguardo azzurro di Ian.
“Perché?” chiese “Ritieni che il fratellino non abbia il diritto di farsi chi vuole? O non ne abbia la capacità?”
“Certo che l‘ha.” sottoscrisse Kaori con un fil di voce “Solo che non è da lui bruciare le tappe così in fretta.”
Ian lasciò andare la mano della sua ragazza:
“Hai ragione. E’ una cosa più facilmente riscontrabile in un tipaccio come me. Ma, sai, quando l’amore arriva, non c’è nulla che possa arginarlo. Noi Sakurakoji siamo gente così: appassionata e decisa.”
La cantante lirica lo fissò nei grandi occhi.
“Te lo ha detto lui di essere innamorato?” domandò ancora titubante.
Ian le si piazzò davanti risoluto:
“Facciamo così: dimmi tu, Kaori, perché non dovrebbe esserlo.”
La Hayami conosceva bene l’atteggiamento del suo fidanzato.
Si convinse, in quel preciso istante, di essere caduta nella sua trappola.
“Tomo” l’incalzò Ian “ti ha dato, forse, motivo di dubitare della sua sincerità nei confronti di questa ragazza?”
Ella fece di no con la testa.
“Spero solo che non faccia cazzate.” ridacchiò Ian ricacciando indietro la collera a mo’ di un boccone amarissimo “Sai, mio padre, per quanto ne so, ha messo al mondo un centinaio di figli di cui sconosce l’esistenza. E Tomo gli somiglia più di quanto io stesso non gli somigli.”
Pur consapevole di averla sparata grossa, lodò se stesso per essere riuscito ad <inchiodare> la sua fidanzata.
“Voglio fare l’amore con te.” dichiarò “Stasera. No, subito. Credo che sia palese <quanto tu mi ami>. Sei solo bloccata dalla tua proverbiale timidezza. In fondo, tesoro, è già passato un anno dacché stiamo insieme.”
Ella indietreggiò con gli occhi pieni di lacrime.
“Stai piangendo a causa della mia richiesta o per via di mio fratello?” chiese infine il ragazzo.
Kaori non lo aveva mai visto con un viso così severo e tirato.
“Anche io” balbettò “voglio fare l’amore con te. Sono contenta che me lo abbia chiesto adesso.”
Ian non fu per nulla soddisfatto della sua risposta: era troppo intelligente per non capire che si trattava di una mossa di ripiego.
Perso Tomo, la giovane Hayami sentiva - pregnante - il bisogno di trovare conforto tra braccia ben note, che, di certo, non le avrebbero mai fatto del male.
Sakurakoji sapeva, altresì, che ella non si sarebbe mai lasciata andare, che lo avrebbe respinto all’ultimo.
Ciò nonostante, portò alla esasperazione il suo atteggiamento fintamente condiscendente.
Voleva fare in modo che <lei>, alla resa dei conti, lo mollasse, anche per togliersi per sempre di dosso la parte odiosa di <tombeur des femmes>.
L’aula di solfeggio era vuota, a quell’ora del pomeriggio.
Quasi tutti i ragazzi del Conservatorio, come anche dell’Itotsuboshi, la usavano come <luogo di incontro> improvvisato.
Presa per mano Kaori, Ian la condusse nella stanza.
Quando chiuse la porta, dando più mandate, prese a baciare la ragazza con tenera passione. Pur arrabbiato e sconvolto, non era suo intento terrorizzarla.
Ma accadde, in una manciata di secondi, ciò che egli aveva <preventivato>: le mani, prima libere di scorrere sulla pelle di Kaori, furono bloccate all’altezza dei fianchi.
“Tomo…” balbettò fra le lacrime.
Egli si scostò all’istante, una sorta di gelo trionfale negli occhi di ghiaccio.
“E’ finita.” disse “Sapevo perfettamente che stavo conducendoti a questo punto. Vai incontro al tuo amore, ammesso ti voglia ancora. Francamente, provo molta pena per te. Ti credevo sincera e, invece, hai accettato un rapporto di facciata. Perché lo hai fatto? Ti vergognavi di amare un ragazzino? Credevi di essere giudicata, è così?”
“Non lo so cosa credevo.” disse piano Kaori “Ma ti ringrazio di non avere approfittato di me, Ian.”
Egli si fece ancora più cupo in viso:
“Santo Cielo, è questo che pensavi potessi fare?”
Portò una mano alla fronte.
“Sarò sincero con te: mi sono scopato tua nipote Chigusa, la notte di Halloween. E un sacco di altre ragazze. Ogni volta, pensavo a come poteva essere con te. Ora tu mi dirai che faccio schifo, ma in che cosa differisce il tuo comportamento dal mio?”
Le prese il viso con una mano:
“Perché è perfettamente ovvio che <lui> ti ha baciata. E una come te considera un miserabile bacio alla stregua di una notte di sesso violento, giusto?”
Kaori si asciugò le lacrime.
“Penso che ci siamo detti tutto.” mormorò piano.
“Lo penso anche io.” sottoscrisse Ian “Spero per te che Tomo sia ancora disposto ad accoglierti. Non ne sarei così convinto.”

CONTINUA DOMANI!...


 
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Yayoi
view post Posted on 4/10/2011, 22:00




Avevi ragione. Kaori è una bradipa gatta morta! :cat2_h4h.gif:

Ha fatto bene Ian a mollarla o a farsi mollare. La loro era una storia non gestibile. E lei ha dimostrato di non essere innamorata di lui

Ma credo che Kaori non vada bene neppure per Tomino!
Al momento faccio il tifo per Sayaka... che è un bel tipetto, ma non necessariamente per Tomino! :lol:
 
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fufu1973
view post Posted on 5/10/2011, 13:38




ora mi sono messa in pari!
Fantastico!!!! Ian mi è piaciuto enormemente, che strano no?
Kaori mi è stata indigesta fin da subito, non mi piacciono le gatte morte!
penso che nella vita uno debba vivere le emozioni con sincerità nel bene e nel male, stare con un uomo e dire di amarlo vuol dire concedersi, ma non perchè il sesso debba essere per forza il centro di un rapporto, ma vuoi sentirti un tuttuno con lui, con tutta l'anima, con tutta te stessa!! io i sentimenti li vivo così.. poi non sò!
Spero che il rapporto tra Miro e Ian torni ad essere quello di una volta, mi sembra che si vogliono bene al di là delle gelosie e invidie del momento, e mi sembra abbiano in comune schietezza e sensibilità!!! Ian è un donnaiolo solo perchè non ha ancora trovato l'amore e sempre per gettare un'altra lancia a suo favore, un ragazzo di ventanni bello come il sole e così corteggiato è quasi inevitabile che si "butti nella mischia"!! :D sopratutto se vive un "mezzo" rapporto con la sua donna!
Spero, come dice Barbara, che Tomo aspetti prima di buttarsi a pesce su Kaori, anche se, forse, tra di loro potrebbe essere tutto diverso, non sò..
CITAZIONE
Al momento faccio il tifo per Sayaka... che è un bel tipetto, ma non necessariamente per Tomino! :lol:

Io Barbara vado cauta, prima di tifare per qualcuna voglio studiarmele bene queste tizie, e dopo tiferò per quella che sarà degna del mio Ian!!! :wub:
(neanche fossi la madre! che suoceraccia!) :D
 
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view post Posted on 5/10/2011, 16:12
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Fulvia, te l'ho detto ieri e mi ripeto. Mi sei mancata...

Ecco il capitolo. Allo stato attuale,sono al ventesimo. E Ian sta facendo una gran bella figura...mentre Tomino...:lol:

BUONA LETTURA!



Capitolo Nono

“Inattese emozioni”



“Dove sei, Laura?”
La voce di Miro risuonò per tutto il corridoio, ma non ottenne risposta.
“E’ nel <pensatoio>.” disse Shizuka, affacciandosi dal suo studiolo.
Il <pensatoio>, un tempo <luogo di sconto delle pene> per i ragazzi Sakurakoji, era diventato un posto in cui tutti i componenti andavano a chiudersi per riflettere sulle questioni più spinose.
“Di nuovo?!” fece suo marito al culmine dello stupore “Pensa che, stamattina, mi ha chiesto di giustificarla a scuola perché <aveva da fare qualcosa di vitale> in casa. Dimmi la verità: sta cercando di ottenere il nobel per la letteratura?”
La Kaikei scosse la testa:
“Non ne ho assolutamente idea. Una cosa è certa: deve trattarsi di un impegno gravoso.”
Laura, chiusa nel <pensatoio> con la sua chitarra acustica e una partitura davanti, si scervellava nel disperato tentativo di buttar giù una canzone.
“Perché? Perché ho accettato?” si ripeteva come una ossessione “Io non riesco a scrivere a comando. Per quell’idiota, poi!”
“Tesoro?” la chiamò ancora Miro bussando “E’ ora di pranzo.”
“Vattene!” urlò la ragazza ricacciando indietro lacrime isteriche - ma i toni erano <comunque> quelli.
L’uomo soffocò una risatina:
“Magari, posso aiutarti. Apri la porta, avanti!”
“Vattene, <vecchio>!” ribadì la figlia “Non è di te che ho bisogno! Telefona alla signora Heller, piuttosto.”
“Te l’ho detto,” disse Miro sottovoce a Shizuka “sta cercando di vincere il nobel.”
Poi ci pensò su:
“Come mi hai chiamato, scusa?! Hai detto <vecchio>?”
“Devo <lavorare>, papà!” imprecò Laura.
“Esci di qui o butto giù la porta!” la minacciò Sakurakoji senior, cui era andato di traverso l’appellativo di <vecchio>.
Finalmente, la giovane aprì l’uscio, rivelando un volto pallido, quasi spettrale.
“Ahhh!” urlò fintamente terrorizzato suo padre “Un mostro!”
“Come sei divertente…” disse tra i denti Laura “Prendo un toast e torno nel <pensatoio>.”
“A che cosa lavori?” chiese sua madre con tono dolce.
Si era spostata in cucina, così da apparecchiare la tavola: il computer portatile, costantemente on line, era sulla homepage della Heller.
La ragazza si sciolse:
“Mammina, tu sì che meriti considerazione…”
E la baciò sulla guancia con trasporto.
Si scambiarono due coccole, che disgustarono del tutto Miro, visto che ne era del tutto escluso.
“Sentimi bene!” disse a Laura, prendendo Shizuka per un polso “Lei è mia, capito? Bevi il tuo biberon e lasciaci soli!”
“Maniaco!” rise la figlia “Non cambierai mai!”
Si sedette su uno sgabello alto e prese a servirsi da una scodella di patatine fritte.
“Sono disperata.” esordì.
“Bene.” le fece eco Miro “Questo è già un buon inizio!”
“Ho sfidato Masumi Hayami.” spiegò Laura “Se fallisco, dovrò sottostare ad ogni sua vessazione.”
Gli occhi del padre divennero furiosi:
“Ma io lo ammazzo!”
Shizuka lo prese per mano, invitandolo con lo sguardo a sentire il racconto della loro <bambina>.
“Mamma, per il suo quarantaquattresimo compleanno, dovresti prendergli una museruola…” disse Laura con estrema ironia nella voce “Ad ogni modo, gli ho detto che suonavano da schifo - ed era vero - e lui, Masumi, mi ha sfidato, chiedendomi di scrivere un pezzo per il gruppo. Se fallisco, dovrò fare pubblica ammenda.”
“Pubblica ammenda?” ripeté Miro, rivolgendosi a sua moglie, che soffocò una risata.
“Che bravo ragazzo…vuole <solo> lavare il suo onore.” commentò, a sua volta, Shizuka.
Il viso di suo marito era uno spasso e mantenersi seri e concentrati sul discorso di Laura costituiva epica impresa.
“Mi sembra giusto, tesoro.” rincarò la donna “Da quanto mi ha raccontato Tomo, Masumi prende molto sul serio il proprio lavoro ed è un front-man in gamba e pieno di talento.”
“Questo lo so anche io.” ammise la figlia vergognandosi grandemente.
“Aspettate un attimo.” si intromise Miro “Io indagherei su quella <pubblica ammenda>…”
Shizuka portò una mano sul viso, mentre Laura, levati gli occhi azzurri al cielo, commentò sottovoce:
“Dèi, è proprio rincoglionito…Tutto ciò a cui pensa è il sesso.”
Si rivolse di nuovo alla madre.
“Che cosa mi suggerisci?” le chiese implorante “Tu scrivi così bene! Sono certa riusciresti a buttar giù pensieri in musica a raffica.”
“Forse.” sorrise Shizuka “Ma non sta a me farlo.”
“Mamma, io debbo parlare di un amore non corrisposto!” esclamò Laura “E non so un accidenti di queste cose!”
La donna la fissò sorpresa:
“Davvero? Credevo che Franz ti piacesse…”
Miro trasecolò, sentendosi nuovamente escluso.
“Me ne sono fatta una ragione.” disse Laura “E’ troppo vecchio per me e mi vede come una sorellina.”
“Ricordami di non invitarlo più per Natale.” sgomitò il padre, offeso.
“Però,” riprese Shizuka ignorando le intemperanze verbali del marito “ti è piaciuto molto, è così? Perché non provi a pensare a ciò che ti manca di lui, a ciò che ti ha fatto innamorare…”
Laura arcuò le labbra e accondiscese.
Due minuti dopo era di nuovo nel <pensatoio> a scrivere.

***


"Ma come hai potuto camminare a piedi sotto la pioggia battente per tre chilometri?" sbraitò Tomo appoggiando un asciugamano bagnato sulla fronte di Sayaka "Potevi anche chiamarmi: il mio numero ce l'hai!"
Era seduto sul letto, di fianco alla ragazza, e aveva l'aria visibilmente preoccupata, ché la sua inquilina tossiva a raffica.
"Non volevo essere di troppo. Sono a casa tua da neanche tre giorni e si è già scatenato un putiferio immane." spiegò con voce flebile.
La gola le doleva e non riusciva neppure a tenere gli occhi aperti.
"Stupida!" bofonchiò il ragazzo "In questo modo, mi crei difficoltà maggiori: se non puoi lavorare, non riesci neppure a pagarmi."
Lo sguardo di Sayaka si incupì per un istante.
"Scherzavo!" si affrettò a chiarire Tomo "E' proprio vero che sei malata, se non riesci a cogliere il senso di una battuta così miserabile."
"Dici tutto tu..." mormorò la ragazza, mettendosi di fianco.
Il panno le scivolò dalla fronte e il violinista, con la destra, provò a riposizionarglielo invano.
"Ti prego," gli disse allora Sayaka "tieni la mano appoggiata alla mia testa. Ho la sensazione che scoppi..."
Tomo arrossì vistosamente, ma accondiscese alla sua richiesta.
Sentiva le vene di lei pulsare sulla all'altezza delle tempie.
La carnagione di Sayaka, resa ancora più chiara dal pallore dovuto alla febbre, aveva un che di angelico e misterioso. Il cuore di Sakurakoji accelerò i battiti. Non si era accorto, fino a quel giorno, di quanto regolare e bello fosse il suo viso.
"Ma che vado a pensare..." pensò tra sé.
Si alzò dal letto:
"Chiamo la scuola e anche Masumi. Debbo dirgli che salto le prove. Non posso lasciarti, oggi."
"Stai...scherzando?" protestò Sayaka "Io sto bene, Tomo...E, stasera, sarò in perfetta forma per prendere servizio, come tutti i giorni."
Provò a mettersi seduta, ma la testa le girò. Egli la sorresse prontamente, ché, per un pelo, non era rovinata giù dal letto.
La ragazza si aggrappò a entrambe le sue braccia con occhi socchiusi, tanto le doleva la testa.
Alla fine, fu costretta ad appoggiare il capo alla spalla del violinista.
Tomo percepì il calore atroce della sua fronte, come anche il respiro che le sollevava il petto in modo del tutto irregolare.
"Ti preparo una tisana?" chiese con un fil di voce "Mia madre mi ha dato delle erbe essiccate che servono ad abbassare la febbre in modo naturale."
"Stiamo così ancora un poco." lo pregò la ragazza "Solo a contatto con te il dolore sembra placarsi.”
Il ragazzo fu assai turbato dalla sua esternazione, ma continuò a tenere la mano sulla testa di Sayaka, mentre col braccio le cingeva le spalle.
Permasero in quella posizione per svariati minuti, fino a che ella, autonomamente, non scivolò in un sonno pesante.
"E' bello averti a casa." disse prima di chiudere gli occhi.
Tomo era in fibrillazione:
“In che razza di casino mi sono cacciato…”
Provò a sganciarsi, ma la mano di Sayaka teneva saldamente la sua.
Recuperò il cellulare dalla tasca e mandò un messaggio di scuse a Masumi, quindi, si sdraiò di fianco alla ragazza, senza smettere di guardarla un istante.
“Che rompipalle sei…” sussurrò piano.
Gli parve che ella sorridesse e si addormentò dopo pochi minuti.

***


La sera seguente, Masumi Hayami entrò nel pub accompagnato da alcuni amici e dal fratello minore. Intravide subito, dirigendosi al bancone, la sagoma familiare di Ian Sakurakoji, seduto ad uno dei tanti sgabelli bene allineati e provò un latente fastidio.
Quando si accorse che il ragazzo era particolarmente su di giri, si convinse ad approcciarlo.
Sapeva che sarebbe stato il solito scambio di battute ironiche, visto che tra i due non c’era più un rapporto amichevole da qualche tempo, ma qualcosa gli suggerì di tentare.
“Secondo me, stai dandoci dentro un po’ troppo.” esordì, sedendoglisi di fianco.
Ian sollevò lo sguardo azzurro per un istante:
“Secondo me, dovresti farti i cazzi tuoi.”
“Forse,” ridacchiò Masumi “ma ho visto la tua Harley Davidson, parcheggiata non lontano e, immaginando che tu sia solo, mi preoccupo che possa prenderla. Sei libero di andare ad ammazzarti, ma, se permetti, prima avverto tuo padre o Tomo.”
Ian lo fissò con disprezzo:
“Tomo è un fottuto bastardo. E non è più mio fratello.”
Hayami strinse gli occhi.
“Tutto questo per una donna che non ti ha mai voluto, suppongo.” dichiarò facendosi serio “Pensavo, in tutta onestà, che nella tua vita, le donne andassero e venissero. Invece, con Kaori hai proprio insistito. Perché lo hai fatto? Tu non sei certo il tipo da pregare chi non se lo fila.”
“Lei mi ha lasciato” sbottò Ian “perché quello stronzo le ha rubato un bacio ed ora lei non fa che pensarci!”
“Prima di mandare a puttane il rapporto con tuo fratello,” l’interruppe Masumi “ dovresti domandarti che cosa ti piace tanto di una che ripugna anche solo toccarti.”
“E’ stato lui ad intromettersi!” urlò Sakurakoji alzandosi di scatto e rovesciando lo sgabello.
“No.” affermò serio il figlio di Elizabeth “Lei non ha mai inteso stare con te. Forse, all’inizio, si è lasciata sedurre dal tuo bel faccino, ma dopo, quando si è accorta che celavi il nulla assoluto, ha finito per rivolgersi al ragazzo che l’ha sempre amata e adorata. Puoi fargliene una colpa?”
Ian strinse i pugni.
Era grande la rabbia covata in cuore. Al tempo stesso, con la parte raziocinante ancora attiva, sentiva che Masumi non aveva torto.
“Io l’ho amata.” disse digrignando i denti “Se lei mi avesse dato la possibilità di dimostrarlo…non mi sarei rivolto altrove.”
Hayami lo prese per un braccio:
“Credimi, ci sono amori devastanti, che durano anni e testimoniano che ciò che dici è ingiusto: ci sono uomini che, conosciuto l’amore, votano il loro esistere ad esso. E tu sai che è accaduto così anche a tuo padre.”
"Lascia fuori mio padre." disse Ian con tono sordo "Io non sono come lui e sono stufo che si continui a blaterare di destini comuni e fandonie di questa portata. Ciascuno di noi segue la strada che vuole: se ti dico che amo Kaori, che le ho voluto bene al di sopra di ogni altra cosa, dovrai accettarlo per tale. Cosa che non può dirsi di mio padre, per il quale le donne non rivestivano alcun valore, prima di conoscere la mamma."
Il riferimento a Elizabeth fu ovvio, ma Masumi non commentò.
"Ok." convenne "Diamo per certo che amassi Kaori: pensi che, ricambiandoti, ella avrebbe accettato il bacio di Tomo?"
"E' un discorso scontato. Comodo, metterla così." commentò l'attore.
"Invece, non è scontato affatto." lo prevenne Hayami "E', piuttosto, la realtà che tanto ripugni, Ian."

CONTINUA DOMANI!...



Questo capitolo farà sorridere Barbara!
 
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view post Posted on 5/10/2011, 16:47
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Stregone/Strega quasi professionista

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Interessante l'emozione sorta in Tomo.
Molto molto divertente il rapporto tra Sakurakoji senior e la figlia.
Attendo di leggere il seguito.
Non sono mai tanto prolissa nei commenti, ma ti giuro che adoro ogni parola che scrivi!
 
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fufu1973
view post Posted on 5/10/2011, 17:11




CITAZIONE
Forse, all’inizio, si è lasciata sedurre dal tuo bel faccino, ma dopo, quando si è accorta che celavi il nulla assoluto, ha finito per rivolgersi al ragazzo che l'ha sempre amata e adorata

AMEN!ma perchè se uno è bello si deve ritrovare con questi saputelli che ti guardano storto e che dicono che dietro c'è il nulla!!! no non ci stò!
è la stessa cosa che facevano tutti con Miro all'inizio, certo lui all'inizio era quasi un'assassino, ma poi abbiamo visto che altro che nulla c'era dietro!
Lui ha fatto in modo e maniera di tirare fuori la verità da quella gatta morta per troncare, e poi un pò di comprensione per un ragazzo che si trova a dover affrontare la fine di una storia che è durata un'anno!! e che diamine tutti per quel piagnone di Tomino!
Comunque.. lasciamo perdere questo argomento..Tomo con Sayaka mi piacciono, queste senzazioni che lui prova nel guardarla, questo senso di protezione che ha nei suoi confronti mi fà
pensare che tra i due il rapporto potrebbe evolversi in qualcosa di molto intenso!!
Laura mi stà già prendendo tantissimo, e come al solito, non fare caso ai miei vaneggiamenti sull'onda delle emozioni!!
 
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view post Posted on 5/10/2011, 20:32
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Ti assicuro che Ian è cresciuto moltissimo, in questi ultimi capitoli! Non voglio farne né un perdente né un alcolista.
Tomo, invece, dopo la partenza in quarta, è andato...in folle.
Ma resta pur sempre il mio amato Tomino...:wub:
Grazie di seguirmi sempre! Domani posto piuttosto tardi (intorno alle dieci), a meno che non riesca a portarmi dietro il pc (sono impegnata TUTTO IL SANTO GIORNO).
 
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Yayoi
view post Posted on 5/10/2011, 22:41




Pazzaaaaaaaaa....'vecchio' a 39 anni!!!! Non provarci più!!! :lol:
Che carini la famiglia Sak!

Fulvia, non sei una suoceraccia!!! Difendi il tuo Ian!
Per questo motivo, io mi occupo di Tomino ;) Non è carino con la divisa da crocerossino??? :wub:

Però adesso Ian mi fa tenerezza. E' al bar solo soletto ad annegare i suoi dispiaceri nell'alcol. Forse forse era veramente innamorato della gattamorta :D
Ma hai ragione tu, è troppo presto per trarre conclusioni e formare coppie definitive :D
 
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view post Posted on 6/10/2011, 08:05
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Ho iniziato a leggere la storia dal capitolo 6 (che poi è quello in alto alla pagina) perchè non riuscivo a recuperare gli altri e non volevo essere indietro.
Tanto voi mi capite dato che sapete che mi manca qualche venerdì.

In base a quello che ho letto ho alcune alternative per Kaori: 1- le piacciono le donne 2- è frigida 3-non è mai stata veramente innamorata di Ian 4- ha subito abusi sessuali anni fa.
La mia ultima alternativa arriva direttamente da Mars che ho letto durante le vacanze (grazie alla mia amica che me l'ha prestato)

ps Spero di recuperare i primi capitoli e di finire la valle I prima della fine dell'anno. :)
 
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1840 replies since 27/9/2011, 13:38   33833 views
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