Posts written by tenshina

view post Posted: 15/11/2012, 11:48 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Sono passati un po' di capitoli senza che commentassi... Ci sarebbe così tanto che non so da dove iniziare...

Masumi e Laura: Erminia è stata perfida come ci si aspettava, ma a meno di non architettare intrighi tipo telenovela anni 80-90 con bambini adottati in segreto e medici conniventi, credo sia difficile che abbia una vittoria duratura. Mi è spiaciuto che Laura abbia 'abbandonato' la presa nonostante la volontà di Masumi.

Shizuka: mi piace molto il copione nuovo, è intrigante... Non capisco come mai Maya sia stata tanto categorica... Masumi da questo punto di vista forse è stato più lungimirante. Ha mantenuto un basso profilo durante l'incontro tra sua moglie e la Kaikei, per poi approcciarla da solo.

Scarlett: anche io ci vedo la volontà di avvicinarsi a Miro, per quanto non si possa dire che non abbia ragione su Masashi.

Non vorrei che la zizzania che seminerà Scarlett tra Shizuka e Miro di ripercuota anche tra Maya e Masumi, visto l'appoggio che l'uomo sta dando a Shizuka in contrasto con le opinioni della moglie.
view post Posted: 12/11/2012, 10:46 Incontri - Fanfictions


CAPITOLO 28
Tutti i protagonisti arrivarono all’hotel e si ritirarono nelle stanze che erano state riservate loro per il cambio d’abito.
Maya venne aiutata da Rei che aveva assistito commossa ad entrambi gli spettacoli ed incredula aveva ascoltato l’annuncio della vincitrice.
Di fronte allo specchio della camera, l’amica guardava ammirata la trasformazione che era avvenuta: non aveva più di fronte una ragazza appena uscita dall’adolescenza, ma una donna adulta, sofisticata.
L’abito che l’ammiratore le aveva donato, tanto diverso dai precedenti, esaltava la sua figura longilinea. Il rosso borgogna metteva in luce il suo incarnato. La leggera scollatura rotonda finiva sulle spalle con due sottili stringhe. Una stola trasparente adornava l’insieme. Maya raccolse i capelli in un elegante chignon da cui lasciò sfuggire alcune ciocche. Masumi le aveva regalato quel magnifico abito: avrebbe fatto in modo da non apparire la solita ragazzina. Infilò le scarpe alte e si diresse verso il grande salone. Aveva atteso abbastanza da essere sicura che gli altri ospiti fossero già pronti: era un’attrice, conosceva l’importanza di un’entrata in scena plateale.
Scese le scale: sentiva l’orlo dell’abito sfiorarle le caviglie, la leggera stola coprirle le spalle, le ciocche dei capelli solleticarle il collo. Spaziò con lo sguardo su tutta la sala: i suoi amici, i suoi colleghi, il signor Kuronuma, Sakurakoji, la signora Tsukikage, Masumi.
Erano tutti lì.
Gradualmente volsero lo sguardo nella sua direzione. Kuronuma si avvicinò e le porse il braccio. Insieme si diressero verso il centro della sala dove l’attendevano i giornalisti.
Oltre alle domande di rito sulle sensazioni provate sul palco e sul modo in cui aveva sviluppato il personaggio, ve n’era una che era sulla bocca di tutti: chi era la persona di cui era innamorata e che le aveva fatto provare l’amore di anime.
Maya rispose a tutte le domande, tranne a quella, sfoderando solo un sorriso radioso che altro non faceva se non confermare le parole della sua maestra. Dopo qualche minuto Kuronuma la trasse da parte, verso la signora Tsukikage. La giovane si avvicinò incerta. Anche la signora le avrebbe chiesto di chi si trattava? Come avrebbe reagito?
“Maya! Sei splendida questa sera!”
“La ringrazio, signora!” – rispose timidamente.
“L’amore ti ha fatto fiorire.” – il tono era quello si sempre: sembrava sapere tutto.
“Io… credo di sì!” – rispose arrossendo. Le labbra si tesero in un sorriso. Sentiva lo sguardo di Masumi sulla sua figura. Sapeva che la stava osservando.
“Maya… non temere la mia reazione! L’importante è la tua felicità! Sei felice?” – gli occhi della donna si tinsero d’affetto.
“Sì, signora. Lo sono. Molto.”
“Allora va! Vivi!”
Proprio in quel momento, un cameriere attrasse la sua attenzione porgendole su un vassoio una rosa scarlatta ed un messaggio. Ringraziò l’addetto, prese entrambi gli oggetti e lesse il messaggio.

Sono orgoglioso di lei! E’ stata memorabile! Non vedo l’ora di rivederla sul palcoscenico perché un solo spettacolo non è stato sufficiente a imprimermi nella memoria tutti i sentimenti che è stata in grado di suscitare in me. La ringrazio! Se non avessi avuto un cuore, me l’avrebbe reso e rubato ancora…
Il suo affezionato ammiratore.


Sotto lo sguardo attento della grande attrice, Maya si strinse al cuore il biglietto e cercò Masumi nella sala. Lo trovò. La stava osservando. Gli sorrise. A lungo.
Salutò la sua maestra e si diresse verso il capannello costituito dalle sue amiche.

Al fianco della sua fidanzata, Masumi aveva osservato Maya entrare nella sala del ricevimento. Le movenze erano aggraziate e l’abito la faceva finalmente apparire come la donna affascinante che era diventata. Notò con un certo fastidio gli sguardi ammirati degli altri uomini presenti in sala: se prima doveva preoccuparsi solo di quel ragazzetto di Sakurakoji, ora sembrava che i pretendenti potessero aumentare a dismisura. Strinse il calice nella mano, attento a non mandarlo in frantumi come qualche anno prima. Bevve, seguendola con lo sguardo. Vide Kuronuma che le si faceva vicino e l’accompagnava a salutare i giornalisti. Dalla sua posizione sentì le loro domande indiscrete ed immaginò il sorriso che doveva aver riservato loro.
Quando il regista l’accompagnò dalla signora Tsukikage, per poco non corse il rischio di strozzarsi con lo champagne.
Aveva creduto di potersi complimentare con la sua segretaria della scelta che aveva operato in merito all’abito, ma quando le vide la schiena pensò piuttosto a riprenderla duramente.
L’abito era caratterizzato da una profonda scollatura che avrebbe lasciato scoperta tutta la linea sensuale della sua schiena se non fosse stato per un nastro di seta che, incrociandosi più e più volte, culminava in fondo con un piccolo fiocco che stimolava l’immaginazione.
Mitsuki era stata veramente diabolica: le aveva detto di acquistarle un abito da donna e non si poteva dire che non avesse rispettato la richiesta!
L’oggetto dei suoi pensieri appassionati, intanto, aveva aperto il messaggio che le era stato recapitato.
Dopo averlo letto lo cercò con lo sguardo, sorridendogli.
Altra conferma che Maya doveva sapere.
Avrebbe voluto fuggire subito con lei, ma non poteva… quella era la sua serata e doveva goderne fino in fondo.
Rispose svogliatamente ad alcune domande che gli vennero poste. Vedeva Shiori che sorrideva comprensiva al suo fianco.
“Caro, che ne dici se andiamo a salutare la signorina Kitajima?” – chiese la sua fidanzata, più a beneficio degli altri che suo.
“Certamente, cara…” – ah, che fidanzato premuroso sono!
Camminarono lentamente verso la giovane.
Arrivarono alle sue spalle e Masumi la salutò in modo del tutto inusuale.
“Buonasera, signorina Kitajima.” – sorrise alle sue spalle, notando la sua schiena seminuda irrigidirsi. La vide voltarsi lentamente e ricambiare il saluto.
Passarono momenti fatti di inutili convenevoli interrotti alla fine da Shiori che, provvidenzialmente per la seconda volta in quella serata, propose:
“Caro, perché non inviti la nuova Dea Scarlatta a ballare?”
Con un leggero cenno d’assenso, offrì la mano a Maya e la condusse in mezzo alla pista. Prima della fine della serata avrebbe dovuto ringraziare a dovere la sua fidanzata!
All’attacco del nuovo brano Maya era di nuovo tra le sue braccia.
La mano sulla sua schiena sfiorava con le dita i lembi della sua pelle di seta. Ora poteva ringraziare la sua segretaria che gli consentiva un contatto che poteva passare inosservato a tutti tranne a Maya, ma non avrebbe potuto ballare con lei tutta la sera, né poteva impedire che altri lo facessero… avrebbe sofferto le pene dell’inferno!
Mentre le note viaggiavano leggere nell’aria, osservava silenziosamente le gote della ragazza farsi rosse come ciliegie. Quel contatto innocente eppure tanto intimo stava emozionando anche lei.
L’uomo abbassò leggermente il volto, quel tanto che bastava per sussurrarle all’orecchio.
“Mi piace questo vestito… anche se mi rende geloso!” – e infilò due dita tra i nastri per chiarire inequivocabilmente di cosa stesse parlando.
Vide il seno della giovane alzarsi in un profondo sospiro.
“E’ un regalo del mio ammiratore…” – Maya alzò il volto. Ora le loro gote quasi si sfioravano.
“Allora sono geloso! Nessuno può farti questo tipo di doni a parte me!” – il tono serio della frase venne accentuato dalla sua stretta alla vita. Per un breve attimo il morbido corpo della giovane donna venne completamente a contato con quello solido dell’uomo.
“Non esserlo! Sarà sicuramente un vecchietto appassionato di teatro… una volta gli regalai anche un plaid da mettere sulle ginocchia. Spero l’abbia apprezzato!” – accompagno la frase con una leggera carezza sulla sua spalla ed un sorriso innocente sulle labbra.
“Ragazzina impertinente!” – ma le dita ancora le solleticavano suadenti la schiena, avvertendo i lunghi brividi di risposta.
Ormai era praticamente certo: Maya sapeva e non l’aveva neanche tenuto nascosto. Se ripensava agli ultimi mesi era chiara la volontà della giovane di avere un suo segnale in merito, ma era troppo occupato a credere di essere odiato e ad amarla da lontano per accorgersi dell’ovvio.
Continuarono quel ballo sotto gli occhi stupiti dei giornalisti.
Il fatto che Masumi Hayami e Maya Kitajima ballassero insieme senza azzannarsi a vicenda era uno scoop che meritava le prime pagine quasi quanto la nomina dell’attrice come erede di Chigusa Tsukikage.
Li guardavano rapiti, come se li vedessero quella sera per la prima volta. Soprattutto Maya, finalmente donna nel suo abito elegante e ricercato, attirava la loro attenzione.

Kuronuma si divertiva ad osservare le reazioni dei giornalisti alla vista della sua prima attrice, finalmente valutata come meritava. Bevve il suo drink soddisfatto. Quella sera aveva messo insieme un altro tassello della complicata vicenda che aveva per protagonisti Maya Kitajima e Masumi Hayami. Le labbra si aprirono in un sorriso furbo. Fino a poche settimane prima avrebbe scommesso che Maya fosse innamorata del suo misterioso donatore di rose. Poi aveva scoperto che, in realtà, amava Masumi Hayami ed era corrisposta. Ora finalmente aveva capito: Maya Kitajima era innamorata di Masumi Hayami, il suo adorato ammiratore. La sua stima verso il produttore crebbe enormemente. Da quanto sapeva, quella figura misteriosa aveva accompagnato Maya per oltre sette anni, aiutandola come meglio poteva. Aveva perfino ristrutturato un vecchio teatro per lei. Nonostante tutto, non si era mai fatto avanti per ‘riscuotere’ la gratitudine della ragazza: aveva atteso nell’ombra che ella si accorgesse dell’animo di Masumi Hayami. Da quello che aveva potuto vedere il segreto era ancora intatto… o meglio… Hayami forse credeva fosse intatto, ma all’arrivo del messaggio con la rosa scarlatta gli occhi di Maya erano corsi da lui, che l’attendeva.

Sakurakoji doveva ammettere che Masumi Hayami sembrava realmente innamorato di Maya. Non poteva sfuggirgli il calore nel suo sguardo quando i suoi occhi, solitamente di ghiaccio, si volgevano a lei. L’unica cosa che ancora lo lasciava perplesso era che fosse comunque fidanzato ed in procinto di sposarsi. Cosa mai sarebbe successo? Non poteva credere che il produttore, per quanto spietato, costringesse Maya ad una vita da ‘amante’. Volse lo sguardo verso Shiori Takamiya interessato a vederne la reazione. La trovò a ballare con un uomo, del tutto disinteressata a quanto avveniva dall’altro lato della pista.

Shiori osservava Maya e Masumi ballare con sguardo soddisfatto. Non provava alcun risentimento verso i due, prova ultima che il suo non fosse amore. Forse avrebbe potuto definirlo un’infatuazione sfociata nell’attaccamento, ma non era amore. Non aveva mai provato per Masumi le emozioni che vedeva riflesse negli occhi della giovane donna che ballava con lui, mentre poteva dire di iniziare a comprenderle dopo che un certo giornalista aveva iniziato ad ‘importunarla’.
Come richiamato dal suo silenzioso desiderio, Aki le si affiancò.
“Vuoi ballare?” – le chiese… come se avesse potuto rifiutare.
Gli porse la mano e si lasciò guidare al centro della sala. Iniziarono a volteggiare affiatati come avevano fatto qualche giorno prima. La giovane si sentiva al sicuro tra le sue braccia ed era permeata da una tranquillità che non percepiva da tempo.
“Non hai niente da dirmi?” – le chiese.
“Cosa vuoi che ti dica?” – rispose, sapendo quanto l’avrebbe irritato.
Il sorriso che increspò le sue labbra le fece capire di aver colto nel segno.
“Ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che abbiamo fatto questo giochino?”
“No, cosa è successo?” – continuò lei con lo scherzo.
Stava godendo pienamente di quel momento, incurante delle reazioni poco ortodosse che rischiava di scatenare in Aki.
“Te ne stai approfittando perché siamo in mezzo ad una pista da ballo… ma non pensare che non sia capace di fare ugualmente qualcosa fuori dagli schemi…” – Shiori doveva decidere se quella frase fosse una minaccia o una promessa.
“Penso… sì, penso di non poterti dire ancora nulla, ma qualcosa potresti essere in grado di coglierla da solo… a quel punto io non infrangerei alcuna promessa… sempre che tu sia discreto.”
“Potrei anche essere d’accordo.”
Approfittando di un giro di danza, Aki la strinse a sé e Shiori poté di nuovo avvertire il suo corpo contro il proprio. Era veramente una strana sensazione quella.
Il giornalista piegò leggermente il capo, abbassandosi alla sua altezza, e le sussurrò piano:
“Allora, cosa devo guardare a parte te?”
“Guarda Masumi, dimmi cosa vedi.” – gli rispose semplicemente la donna, intenta a riconquistare il controllo.

Mikami voltò lo sguardo intorno in cerca del produttore teatrale. Lo trovò che stava ancora ballando con Maya Kitajima.
“E allora?” – chiese – “Sta ballando!”
“E poi? Non credo che il tuo spirito d’osservazione si limiti a questo…”
“Beh…” – iniziò piccato – “Sta ballando con Maya Kitajima ed è cosa abbastanza strana visto che fino a qualche tempo fa erano quasi come cane e gatto.”
Shiori sembrò divertita.
“Sforzati ancora un po’, Aki.” – lo spronò.
A quel punto Mikami dovette veramente concentrarsi perché era in gioco la sua reputazione.
Osservò meglio la coppia. Li vide parlare, sorridersi con complicità. Più che nemici sembravano compagni. L’occhio notò alcuni movimenti che Masumi sembrava fare inconsciamente sulla schiena della ragazza. Alcune dita erano infilate ‘casualmente’ tra le stringhe di decorazione dell’abito.
L’uomo pensò di stare immaginando la conclusione a cui il suo cervello lo conduceva. Ma i suoi occhi non sbagliavano. Vide Hayami chinarsi a sussurrare qualcosa nell’orecchio dell’attrice, mentre quest’ultima arrossiva vistosamente. Per qualche secondo, con la scusa del ballo, i loro corpi si strinsero per poi tornare alla distanza lecita.
Man mano che traeva le sue conclusioni, il suo volto doveva esprimere tutto il suo stupore perché sentì la sua compagna concludere:
“Vedo che ci sei arrivato, finalmente!”
Spostò la sua attenzione su di lei e colse dolcezza e soddisfazione sul suo volto.
“Hai capito il motivo per cui io sono una donna libera? Il nostro era un matrimonio combinato che rischiava di essere disastroso!”
Mikami si fece audace.
Avvicinò la propria guancia a quella della donna in una lenta carezza.
“Ho capito il motivo per cui sei stata libera per circa un mese. Conto però di renderti di nuovo impegnata entro breve!”
La sua risata gli fece venir voglia di trascinarla fuori dalla sala e portarla in una delle camere del piano superiore.
“Cosa ti rende tanto certo?” – gli chiese con spavalderia.
“Il fatto che sei ora qui con me piuttosto che con qualcun altro ed il fatto che, come me, vorresti che fuggissimo da qui insieme.” – era stato un azzardo, ma colse nel segno perché arrossì nello stesso modo in cui aveva visto arrossire la giovane attrice qualche istante prima. Sarebbe stato curioso di sapere cosa si erano detti, ma era troppo concentrato sulla donna tra le sue braccia.

“Passo a prenderti dopo la festa?” – le chiese a pochi centimetri dall’orecchio.
Maya arrossì. Masumi le aveva promesso di portarla per qualche giorno ad Izu dopo la premiazione e quello implicava che… che… che arrossiva al solo pensiero, anche se non desiderava altro.
“Bene… appena ci saremo liberati da questa incombenza passo a prenderti.” – continuò spietatamente, godendo del suo imbarazzo.
Gli occhi le brillarono.
“Cosa devo dire a Rei?” – chiese.
“Non mi importa! Dì che vai in vacanza o che ti ho rapita perché troppo affascinato per lasciarti ad altri!” – la sua voce scherzosa la fece sorridere.
“Penso che opterò per la prima soluzione. Da quello che mi hai detto non è il momento di rivelare il nostro segreto.”
Conclusero il loro ballo ed ognuno tornò dal suo gruppo, ben consci che avrebbero continuato a seguire i movimenti dell’altro per tutto il resto della serata.
Sotto lo sguardo divertito di Shiori (e ora anche di Mikami che ancora non si capacitava della sua scoperta) Masumi seguiva nervosamente tutti i balli che la ragazza aveva accettato di concedere. Avrebbe voluto bere un po’ di più, ma la notte si prospettava lunga: avrebbe dovuto guidare e, se tutto andava bene, sarebbero arrivati ad Izu per l’alba.

La serata giunse infine al termine. Tutti si ritirarono nelle rispettive abitazioni.
Maya lasciò la festa sotto lo sguardo attento di Masumi che non aveva lasciato il fianco di Shiori per salvaguardare fino in fondo la facciata.
Ogni tanto vedeva la donna lanciare uno sguardo complice a Mikami che si stava divertendo ad osservare quel lato nascosto e sconosciuto di quello che aveva considerato un suo rivale.
Ormai soli, Shiori si avvicinò all’uomo.
“Quando potrò organizzare le vostre nozze?” – chiese con un sorriso sbarazzino.
“Sei entrata bene nella tua nuova veste di imprenditrice, vero?”
Shiori si lasciò andare ad una risata liberatoria.
“Sai che se ci fosse Aki si lamenterebbe?”
“Aki, eh?”
“L’hai rifatto! Non vuoi proprio rispondermi, giusto?”
“Non ho una risposta.” – le disse finalmente serio.
“Sarebbe sconvolgente se la prossima domenica invece del matrimonio tra il produttore e l’ereditiera si celebrasse quello tra il produttore e la nuova Dea Scarlatta!”
Un sorriso che sembrava assaporare quel momento si dipinse sul bel volto dell’uomo.
“Immagino la faccia di mio padre… costretto a fare buon viso a cattivo gioco” – si interruppe perché immaginava anche Maya, candidamente vestita, incedere verso di lui – “Ti farò sapere. Nel caso comunque… mi raccomando, che sia semplice!”
“Ah! Ah! Non temere… ho capito la differenza tra apparenza e sostanza… inoltre ormai ti conosco!”
“Pochi intimi… tuo nonno naturalmente è invitato! Non vorrà perdersi il tuo primo evento!”
“Lascia fare a me… che ne diresti di invitare anche un giornalista che si premurerebbe di presentare al mondo la vostra storia nei giusti toni?”
Un luccichio negli occhi le fece capire che naturalmente Masumi aveva sapeva a chi si riferisse.
“Occorrerebbe presentargli la storia nella giusta prospettiva…”
“Lascia fare a me… la tua segretaria è a conoscenza della tua doppia identità, giusto? Se avessi bisogno di ragguagli chiederò a lei. Divertiti in questa settimana e fammi sapere!”
“Come fai a sapere che starò via?” – era veramente sorpreso.
“Lo capisco da come fremi per andartene… accompagnami a casa e poi sarai libero!” – e con un ultimo sorriso lo prese sottobraccio e si avviarono insieme all’uscita.
view post Posted: 8/11/2012, 10:53 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Sisi che era guarita lo ricordo bene... Ma se non può sottoporsi ad inseminazione, significa che è già incinta (ricordo che aveva detto a Masumi, guardandolo andar via, di godersi Laura x qualche giorno, finché non avesse sganciato la bomba)?
Quindi hanno fatto sesso non protetto perché Masumiera convinto che non avesse vita lunga?
view post Posted: 7/11/2012, 11:21 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Eccomi qua! Un pochino in ritardo rispetto al solito ma sempre è comunque presente!
Erminia è quasi peggio di quando stava con Heinz (e non lo credevo possibile!). Non capisco in tutto ciò dove prenda la materia prima per fare l'inseminazione assistita: che è successo, in previsione di tale eventualità ha preso il frutto di un loro amplesso e l'ha congelato?
È comunque una mente malata: ma non ti vuole! Cambia strada!

Per quanto riguarda Hector: predica bene e razzola male. Critica Erminia, ma è ben contento di ottenere i risultati che la principessina crede di ottenere. Forse in un primo momento penserà pure di avercela fatta, ma non può durare per molto.

Mi preoccupa infine la situazione di Miro e Shizuka: come Ian non li ho visti per niente bene ultimamente...
view post Posted: 5/11/2012, 09:54 Incontri - Fanfictions
Fulvia, per me è un vero piacere sapere di riuscire a farti immergere nella storia.. Ormai penso manchi poco (massimo una decina di capitoli!)...
È arrivato il momento dell'esito della gara...

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CAPITOLO 27

Gli spettacoli si erano chiusi in orario. Erano le tre del pomeriggio: la giuria si sarebbe ritirata e la decisione sarebbe stata resa nota dopo tre ore per bocca della stessa signora Tsukikage.
Il pubblico rimase nel teatro improvvisato, curioso di conoscere l’esito di quella magnifica gara. A poco a poco gli attori uscirono dai camerini e vennero gradualmente circondati dagli spettatori.
Ayumi Himekawa e Maya Kitajima tardavano ad uscire: forse erano ancora troppo scosse dallo spettacolo per poter sopportare il bagno di folla osannante.
Lasciato il suo fidanzato, Shiori si diresse verso i seggi dedicati alla stampa. Con lo sguardo vagò sui volti stupiti dei giornalisti, ma non incontrò quello desiderato. Stava per voltarsi delusa quando una voce familiare le giunse all’orecchio.
“Non credevo saresti venuta da me. Mi sembravi molto presa dal tuo fidanzato!” – la donna avvertì una chiara nota di irritazione nella sua voce.
“Ho la mia parte da recitare… per qualche altro giorno…” – gli disse solo, sperando di chetarlo.
“Se lo dici tu…”
“Come stai?” – gli chiese, sorvolando sull’ultima provocazione.
“Non male.” – rispose solo.
Gli si avvicinò un poco per poter parlare liberamente.
“Non sei di molte parole, oggi, non è vero?”
“Mi piacerebbe averti con me, non mi piace vederti con un altro che si dichiara tuo fidanzato!”
Era strano, ma quella manifestazione di gelosia le dava un sottile piacere.
“Ci sarai alla festa di premiazione stasera?” – chiese.
“Se ci sarai tu, non mancherò.” – la voce ora era calda, ammaliante.
“Ci sarò!” – confermò Shiori.
“Bene.” – e l’uomo passò oltre, senza dimenticare di sfiorarla leggermente ad un braccio, come a ricordarle i loro precedenti contatti.
La scena non sfuggì ad Eisuke Hayami. Sapeva che Masumi aveva ragione, ma non riusciva a tranquillizzarsi.

Con il cuore in gola, Masumi era fermo di fronte alla porta del camerino della sua Maya.
In che stato l’avrebbe trovata? Soddisfatta? Stremata?
Alzò una mano e bussò piano alla sua porta.
“Avanti!” – sentì la sua voce giungere dall’interno.
Aprì lentamente la porta, entrò e se la richiuse alle spalle.
Maya era seduta di fronte allo specchio, gli occhi rossi per le recenti lacrime, la sua rosa stretta al petto. Lo guardava tramite il riflesso.
“Ti aspettavo!”
La sua voce… non era quella di Akoya, ma aveva la stessa dolcezza, la stessa tenerezza, la stessa sensualità. Incapace di resisterle, si allontanò dall’uscio raggiungendola. Le pose le grandi mani intorno al collo sottile in una calda carezza.
“Ti sei ripresa?”
La ragazza annuì, guardandolo attraverso lo specchio, in attesa di conoscere la sua opinione sullo spettacolo.
“Hai mantenuto la tua promessa!” – le disse, riferendosi a quella che le aveva chiesto sul cavalcavia – “Ho sentito il tuo richiamo!”
“Siamo una cosa sola!” – confermò la ragazza accostando il volto alle sue mani.
“Maya…” – la chiamò.
“Masumi…” – gli rispose.
“Qualsiasi cosa accada, ti proteggerò. Ricordalo sempre!”
Fissò il suo sguardo con preoccupazione.
“Non parlare così!” – gli disse.
“Così come?” – chiese abbassando il volto sopra la sua testa.
“Come se non dovessimo più vederci! Non riesco a sopportarlo!” – e le lacrime tornarono a fare capolino tra le sue lunghe ciglia scure. Gli occhi di cioccolato si spalancarono spaventati.
Masumi le girò lo sgabello. Le si inginocchiò davanti e le incorniciò il volto con le mani.
“Non mi perderai! Mi hai sempre avuto anche se non lo sapevi! Non volevo allarmarti. E’ solo che… mi sono innervosito… c’è anche Eisuke Hayami oggi.”
Non l’aveva chiamato ‘padre’. Ormai, nel suo cuore, non aveva più alcun legame con quell’uomo spietato.
La baciò piano sulla fronte, sulla punta del naso, sugli occhi umidi, sulle guance, sulle labbra. Una pioggia di tanti piccoli baci che contribuì a tranquillizzarla.
“Hai preparato le valige?” – le chiese con l’intento di distrarla.
Ci riuscì ché la vide arrossire fino alla radice dei capelli.
“E’ un sì?” – chiese ancora.
Maya annuì, movendo energicamente il capo.
“Bene.” – sorrideva con soddisfazione l’uomo. Era sempre bello vederla tanto emozionata – “Sei stata magnifica, Maya!”
Maya alzò una delle mani che fino ad allora erano rimaste raccolte in grembo e lo accarezzò al volto. Gli si avvicinò e lo baciò ancora, un lieve tocco di labbra, l’ennesimo sigillo per il loro amore.
“A dopo…” – la salutò. A malincuore doveva lasciarla. Si era assentato già troppo. Doveva tornare al fianco di Shiori e del vecchio.

Con il sapore di Masumi ancora sulle labbra, Maya si cambiò velocemente. Indossò un completo non troppo appariscente e si diresse in platea. Alla sua entrata, come rispondendo ad un silenzioso comando, il pubblico ammutolì e, dopo qualche secondo, riesplose l’applauso che aveva accompagnato la fine del suo spettacolo.
Maya ne fu talmente scossa da essere capace solo di inchinarsi profondamente in segno di ringraziamento.
Venne avvicinata dalla folla che iniziò a complimentarsi e a rivolgerle domande ammirate sulla sua interpretazione. Conscia del suo ruolo, la giovane rispose a tutti, ringraziò, firmò autografi.
Ad un tratto si fece largo sulla sua sedia a rotelle il suo amico, il signore dei parfait. Il suo volto si aprì ad un gioioso sorriso di benvenuto.
“Come le è sembrato lo spettacolo?” – chiese, inconsapevole della vera identità dell’uomo.
“Non ha fatto rimpiangere la sua maestra, signorina!” – vista la sua reazione allo spettacolo, apparve incredibile come il vecchio riuscisse a fingere tanto bene.
Maya lo ringraziò calorosamente, fin quando non vide l’alta figura di Masumi avvicinarsi alla carrozzina. Cercò di mantenere uno sguardo indifferente mentre salutava il nuovo venuto.
“Padre, non sapevo che conoscessi la signorina Kitajima!” – quelle parole, pronunciate con il tono freddo che Maya sapeva essere indirizzato al genitore, le gelarono il sangue e con esso lo sguardo.
Quello che lei credeva essere un simpatico vecchietto, amante del teatro e dei parfait, che l’aveva anche aiutata in certi frangenti, altri non era se non lo spietato padre di Masumi ed il nemico della sua maestra, il generale millepiedi, Eisuke Hayami.
Giunse perfino la sua conferma, con un tono che più nulla aveva dell’amichevole vecchietto.
“Potevi anche lasciarmi solo! Non era necessario che sapesse chi ero!”
“Come, non ti eri presentato?” – il tono innocente di Masumi spinse Maya a guardarlo negli occhi dove scorse il suo solito calore. Ricordò quanto le aveva detto nel camerino: ‘qualsiasi cosa accada, ti proteggerò!’
Ora capiva cosa intendeva.
“Signor Hayami, poteva anche dirmi chi era dall’inizio! Non l’avrei mica mangiata!” – quella battuta suonò come un assurdo. Maya Kitajima che rassicurava Eisuke Hayami.
“Ragazzina.” – masticò l’uomo con astio – “Qui se c’è qualcuno che viene mangiato non sono io. Probabilmente vincerà quei diritti! Stia attenta a cosa ne farà!”
“Non è lei che può chiamarmi ragazzina!” – Maya sostenne il suo sguardo, forte anche della presenza rassicurante del suo amante – “E cosa farò dei diritti è un argomento di conversazione ancora inadatto visto che non sono in mio possesso!”
“Si ricordi con chi ha a che fare!” – la voce era tagliente.
“E’ una minaccia? Lo so, lei è potente. Lei ha impedito alla signora Tsukikage di lavorare. Lei è stato la causa della sua rovina. Ma io sono giovane e non mi sono mai fatta intimidire dai potenti. Chieda a suo figlio. Non è con le minacce che otterrà qualcosa, se mai dovesse ottenerlo da me!”
Gli occhi di Hayami senior si ridussero a due sottili fessure. Maya non dubitava che si stesse chiedendo come osava opporglisi. Prima di mettere nei guai Masumi, in linea con la versione ufficiale data alla stampa secondo cui i rapporti tra loro due si erano in qualche modo distesi grazie all’intervento della signorina Takamiya, chiuse il discorso affermando:
“Lei è il nemico della signora Tsukikage. Se mai dovessi trattare con qualcuno della sua famiglia, non sarà con lei, ma con suo figlio.” – e si voltò lasciandoli da soli a riflettere sulle implicazioni di quell’ultima frase.

“Visto?” – chiese il figlio in questione – “Potevi anche fare a meno di intrometterti e minacciare! L’hai solo innervosita. Ti avevo assicurato che i nostri rapporti si erano ammorbiditi!”
“Non era mia intenzione minacciarla, ma mi hai fatto scoprire.”
“Perché non le avevi detto chi eri? Perché ingannarla?” – il tono cercava di essere freddo come al solito, ma stava sforzandosi per non far trapelare la sua rabbia. Masumi non si aspettava di scoprire che Maya conosceva suo padre né che lo scambiava per un anonimo vecchietto affettuoso! Chissà quali subdoli piani la mente malvagia del genitore avrebbe potuto concepire con una simile arma a disposizione.
“Perché è divertente! Pur essendo un’attrice non è in grado di riconoscere una menzogna. E’ talmente ingenua da far venir voglia di ingannarla!”
Come non riconoscere l’odioso tono del capofamiglia degli Hayami? Era tornato ad essere il generale millepiedi, con il suo bieco sorriso ed il suo sguardo crudele.
“Non è tormentandola che otterrai ciò che vuoi! Lo so bene io!” – il giovane imitava il suo tono dando a vedere il suo abituale cinismo.
“Me ne sono accorto… da quando non la provochi meno battagliera nei tuoi confronti.” – e dopo un istante aggiunse – “Va bene, seguirò i tuoi consigli per ora. Ma se non porteranno ad alcun risultato sai quali saranno le conseguenze!”
“Certamente!” – convenne il figlio.
“Ora mi farò accompagnare a casa… so che vincerà quella ragazzina, non mi interessano i proclami ufficiali. Comunque vedi di non mettere a rischio il tuo matrimonio. Ho visto di nuovo Shiori parlare con quel tizio della stampa.”
“E’ tutto sotto controllo. Dovresti conoscermi!”
“Già… ti conosco bene.” – e ridendo odiosamente si allontanò.
Rimasto solo, Masumi cercò Maya con lo sguardo. La trovò circondata dagli altri membri della compagnia. Era riuscito a limitare i danni: quando l’aveva vista parlare cordialmente con suo padre aveva temuto un qualche raggiro da parte di Eisuke ed aveva visto giusto. Rivelandole con chi stava parlando, il suo atteggiamento era diametralmente mutato: Maya doveva aver ricordato l’ultimo episodio di cui era stato protagonista il vecchio. Non era facile dimenticare Masumi Hayami perdere il controllo in preda alla rabbia.
L’aveva amata ancor di più quando gli aveva tenuto testa: non aveva voluto che la chiamasse ‘ragazzina’ perché quello era un ‘suo’ privilegio.
Maya.
Come se l’avesse chiamata ad alta voce, la giovane lo guardò e gli rivolse uno dei suoi sguardi di caloroso benvenuto.
Non vedeva l’ora che giungesse la sera, voleva vederla indossare il suo nuovo vestito. Voleva ballare ancora con lei. Voleva rapirla e condurla ad Izu per la successiva settimana. Voleva farla sua!
No! Non andava bene per niente. Doveva distrarsi. Individuò tra la folla la sua fidanzata. Stava ancora parlando con Mikami. Le si approssimò e salutò l’uomo con soddisfazione.
“Buonasera, signor Mikami! Immagino di dovermi congratulare con lei per aver vinto la sfida!”
“Non è stato corretto. Non v’è stata alcuna sfida tra noi! Avrebbe dovuto dirmelo!” – Shiori li guardava incuriosita ché Masumi non le aveva detto nulla a proposito della sfida che il giornalista gli aveva lanciato.
“Per perdermi tutto il divertimento? Proprio no, guardi! E comunque non ero io ad avere in mano la facoltà di decidere…” – guardando Shiori continuò – “Mi capisce, no?”
“Sì, posso capirla… la sfida dovevo vincerla, ma non era lei il mio avversario!” – concluse.
“Esattamente.” – confermò il produttore.
“Quello che le dissi, però, lo confermo: è irritante!”
Masumi se ne andò ridendo apertamente. Gli piaceva quell’uomo. Non ricorreva a sporchi trucchi, una novità nel loro mondo, aveva un forte intuito ed era coraggioso. Gli sarebbe piaciuto conoscerlo meglio e se, come credeva, la sua storia con Shiori fosse continuata, non era da escludere.

Mancava ormai poco più di un’ora alla proclamazione della vincitrice.
Gli spettatori si muovevano nervosamente, impazienti di conoscere l’esito della competizione. Gli attori vagavano nell’ampio spazio della stazione in rovina parlando ora con l’uno, ora con l’altro. Sakurakoji era impegnato a rispondere ad una domanda che gli aveva posto un regista, amico di Kuronuma, quando vide approssimarsi Sayuri, bellissima nel suo semplice abito dritto e lungo appena sotto il ginocchio. L’avorio del tessuto esaltava il suo incarnato. Lo stava salutando con un sorriso smagliante.
Si scusò con il suo interlocutore e la raggiunse.
Galvanizzato dall’esito dello spettacolo l’abbracciò senza pensare alle possibili conseguenze. La ragazza, alta quanto lui, ricambiò l’abbraccio, felice dell’accoglienza.
“Siete stati magnifici! Tu… sei stato magnifico!” – sussurrò al suo orecchio.
Sakurakoji la strinse un po’ più forte in segno di ringraziamento e la lasciò. Si guardarono negli occhi per un istante e si presero per mano.
“Vieni.” – le disse – “Ti presento gli altri.”
L’accompagnò verso gli altri membri della compagnia e la presentò come sua ‘amica’. Avrebbe potuto dire altro, ma non ne avevano più parlato e non voleva mancarle di rispetto.
Maya lo osservò e spostato lo sguardo su Sayuri la salutò calorosamente. Era chiaramente felice che si stesse guardando intorno e che non soffrisse più per il suo rifiuto.
“Sono contenta che la tua amica mi abbia accolta bene! Alcune ragazze sono gelose dei loro ex anche se non sono più interessate.” – Sayuri non aveva peli sulla lingua.
“Non ti devi preoccupare. Per come conosco Maya, non ti nasconderà mai ciò che pensa. E… noi non siamo mai stati insieme, quindi non sono un suo ex.” – tenne a precisare.
“Meglio così.” – concluse Sayuri passando a commentare le varie scene del capolavoro scomparso, dimostrando di essere stata molto attenta a tutti i passaggi fondamentali.
La maggior parte dei presenti non l’aveva mai visto, nemmeno quando Chigusa Tsukikage ne aveva dato l’ultima rappresentazione nella Valle Sacra. Pertanto era stata una sorpresa conoscere la profondità dei contenuti dell’opera. Non poteva bastare assistere ad una sola rappresentazione per cogliere tutto il simbolismo che vi era rinchiuso.
A mano a mano che il momento della verità si avvicinava il pubblico tornava ad inginocchiarsi sulle stuoie da dove aveva assistito ai due spettacoli. Di lì a poco sarebbe uscita Chigusa Tsukikage ed avrebbe annunciato chi avrebbe detenuto i diritti di rappresentazione e avrebbe quindi conquistato il ruolo di protagonista.
Le chiacchiere si spensero a poco a poco, mentre anche gli attori delle due squadre ed i rispettivi registi si accomodavano in prima fila.
La tensione divenne palpabile: ora che non dovevano più dedicarsi al loro pubblico, tornavano ad assaporare l’inquietudine dell’attesa. Maya guardava fisso davanti a sé, timorosa di incontrare lo sguardo orgoglioso di Ayumi. Ayumi parlava invece con il suo compagno, il fotografo Hamill, concentrata a non far trapelare lo stato della sua vista.
Lentamente il sipario si alzò sull’ultima scena di quello spettacolo. Sul palco vi era Chigusa Tsukikage accompagnata dagli altri membri della giuria. Tutti avevano uno sguardo serio ma sereno, segno che la decisione non doveva essere stata sofferta.
La grande attrice fece un passo avanti: la sua presenza scenica era sempre ingombrante. Da sola riempiva l’intero palco. Il lungo abito nero la faceva apparire imponente, mentre la cascata di capelli corvini brillavano sotto i pochi riflettori che erano stati accesi.
Batté il bastone da passeggio sul palco per attirare l’attenzione: gesto superfluo perché nessun fiato si levava già dalla platea.
“Ayumi, Maya, alzatevi.” – iniziò con voce solenne.
“Avete dato il meglio di voi stesse. Questa sera abbiamo trovato la nuova Dea Scarlatta grazie ai vostri sforzi ed al percorso che voi stesse avete compiuto.”
Maya ed Ayumi l’ascoltavano silenziose, la prima troppo timida per dar per scontata la vittoria, la seconda conscia che la Dea Scarlatta non sarebbe stata sua.
“Entrambe avete dato prova di una recitazione perfetta, avete creato un vostro personaggio. Le due Dee, pur rispettando il copione, avevano l’impronta della vostra personalità.”
Era un bene o un male? Si chiesero le contendenti. Avevano snaturato la volontà del maestro Ozachi?
“Ayumi, grazie alla tua condizione hai acquisito un’interpretazione di maggiore profondità, percependo l’ultima natura della Dea.” – si interruppe per alcuni secondi, il tempo per far rendere consapevole la giovane che la sua maestra aveva infine compreso lo stato dei suoi occhi – “La divinità è stata palpabile in tutto lo spettacolo. Mentre Akoya amava e si sacrificava, la regalità e la solennità della Dea Scarlatta sono state sempre presenti. Akoya non si è liberata della sua natura divina per amore di un umano!” – concluse.
Ayumi comprese. Quando aveva studiato la Dea Scarlatta aveva completamente trascurato Akoya ed il suo amore di anime, convinta che le bastasse ciò che già dell’amore sapeva. Ecco dove era stata la differenza con Maya. Maya aveva amato sul palco, aveva dato prova del vero amore di anime, era divenuta davvero umana. Non era più una dea.
Infatti la loro maestra proseguì.
“Maya, sono felice per te. Prima ancora che per l’esito dello spettacolo, sono felice che tu abbia trovato la tua anima gemella.” – un brusio si levò dal pubblico incuriosito, subito tacitato, di nuovo, dal pesante bastone nodoso della sensei – “Hai dato vita alla nuova Dea Scarlatta. Una Dea spietata, che punisce e flagella, ma che, alla comparsa della metà perduta della sua anima, non esita ad abbandonare se stessa per seguire il suo amore. E non esita a sacrificarsi per il bene della razza cui il suo Isshin appartiene, conscia della vita eterna delle anime. Il pubblico se n’è reso conto! Maya, sei tu la nuova Dea Scarlatta e la tua compagnia è a pieno titolo la squadra che la riporterà sulle scene dopo quasi quarant’anni!”
Un boato esplose nella platea, mentre tutti si chiusero intorno alla ragazza. Maya cercò di farsi largo tra la folla perché voleva ringraziare la sua maestra e voleva abbracciare la sua rivale.
Ayumi era andata dalla signora Tsukikage e stavano parlando concitatamente quando infine riuscì a raggiungerle.
“Mi raccomando, Ayumi, fallo subito!” – le stava dicendo l’attrice.
“Sì, signora, non si preoccupi. Partirò questa sera stessa!”
“Ayumi, signora Tsukikage!” – chiamò Maya.
“Maya.” – disse solo l’anziana.
La ragazza corse ad abbracciarla commossa, sotto i flash dei fotografi entusiasti. Una mano le stava accarezzando la testa in un modo tanto materno da farla piangere.
“Grazie, signora Tsukikage.” – singhiozzò la giovane.
“Grazie a te, Maya. Hai esaudito il mio sogno! Non vedo l’ora di vederti nello spettacolo!”
“Sì, risponderò alle sue aspettative signora, glielo prometto!”
“So che lo farai!” – confermò l’attrice del passato scostandola da sé.
Conscia del problema di Ayumi, prese le mani delle due ragazze e le giunse. Le giovani se le strinsero e si abbracciarono calorosamente, non più rivali, ma amiche. La loro sfida per la Dea Scarlatta era finita. Avrebbero combattuto ancora per altri spettacoli, ma per ora sarebbero state solo amiche.
“Ci sarai stasera?” – chiese Maya.
“No, non penso. Devo partire immediatamente. Ci vedremo presto, te lo prometto.”
“A presto allora!”
Il sipario si chiuse di nuovo e la scena si spostò nell’hotel che aveva messo a disposizione la sua sala dei ricevimenti per la festa di premiazione della nuova Dea Scarlatta.
view post Posted: 2/11/2012, 11:47 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
E dunque... Ho letto solo stamane il nuovo capitolo... Cheyenne promette molto bene... Sono curiosa di vedere cosa nasconde il suo personaggio.
Miro e Shizuka invece sembrano non trovar pace... Mi angosciano leggermente!
view post Posted: 31/10/2012, 17:17 PROMESSA D'AMORE ETERNO - Fanfictions
Ma... Ma... Giungono per caso le forze armate che fermano questo abominio e salvano la nostra eroina? Arriva la cavalleria, vero?! Vero?!
view post Posted: 30/10/2012, 11:39 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Ma saremo matti??? Giammai Erminia prevarrà su Laura: fosse restata spontanea come era divenuta qualche dubbio l'avrei avuto, ma passata la malattia, è tornata quella di un tempo. Quindi NO!
view post Posted: 29/10/2012, 09:58 Incontri - Fanfictions
Eccoci infine arrivati a 'domani' Fulvia! Spero che ti piaccia!!

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CAPITOLO 26
Era giunto finalmente il momento della verità.
Una dopo l’altra sarebbero salite sul palco ed avrebbero dato di nuovo vita al capolavoro scomparso. Chigusa Tsukikage sarebbe stata in platea insieme alla giuria, ai critici ed agli ospiti illustri del mondo dello spettacolo.
Masumi le aveva detto che sarebbe stata presente anche Shiori in qualità di sua fidanzata, ma ormai non le importava più. Era solo questione di tempo prima che il loro legame divenisse di dominio pubblico e, da come si era comportata con lei la signorina Takamiya, non nutriva più alcun dubbio circa la sua buona fede. Infine l’uomo le aveva assicurato che la donna si stava innamorando di quello strano ed arguto giornalista che l’aveva fermata dopo la conferenza stampa. No, non aveva motivo di essere gelosa, né di temere la presenza della donna.
Quello che invece temeva, oltre al confronto con Ayumi, era la presenza del padre di Masumi. Ricordava bene la telefonata che il figlio aveva ricevuto in sua presenza solo qualche giorno prima: l’ipocrisia, il cinismo e la crudeltà con cui lo trattava le aveva fatto accapponare la pelle. Quale padre avrebbe potuto comportarsi in quel modo con il proprio figlio?
Temeva l’incontro con quell’uomo: non l’aveva mai visto, ma conosceva bene ciò di cui era capace. Se Masumi risultava ancora ufficialmente fidanzato era solo colpa sua.
Si era appartata nello spazio provvisorio allestito per ospitare i camerini delle due compagnie. La sua sarebbe stata la prima ad andare in scena. Dopo la pausa pranzo sarebbe stata la volta di Ayumi. Successivamente la giuria si sarebbe ritirata e, prima dell’inizio della serata in onore della nuova Dea Scarlatta, sarebbe stato comunicato il verdetto.
Era ormai ora che si preparasse. Indossò il costume dello Spirito del Susino Millenario; con calma e perizia stese un leggero velo di trucco sul viso. Si guardò allo specchio: entro qualche minuto sarebbe divenuta la Dea Scarlatta. Socchiuse gli occhi cercando di concentrarsi al massimo.
Era talmente immersa nei suoi pensieri che quasi non avvertì il leggero bussare alla sua porta. Il cuore le saltò un battito ed ella si rimproverò: non poteva essere Masumi! Era troppo rischioso. Senza distogliere lo sguardo dallo specchio invitò ad entrare il nuovo venuto.
Contrariamente alle sue previsioni, invece, era proprio il suo amore.
Si voltò fulminea e corse tra le sue accoglienti braccia.
“Pensavo non saresti venuto… è rischioso… tuo padre…” – gli sussurrò.
“Mio padre sa che sono venuto ad augurare buona fortuna ad entrambe le concorrenti… come si addice ad un produttore di successo!” – le rispose con il consueto tono distaccato. Le braccia che la stringevano significavano però ben altri sentimenti.
“Grazie!”
“Shh… vedrai che andrà tutto bene!” – e le porse una candida rosa.
Maya lo guardò interrogativa.
“Una rosa… bianca?”
Un mezzo sorriso aleggiò sul volto dell’uomo.
“Sì, non potevo donartene una scarlatta, giusto? Quello è il colore del tuo ammiratore, no?”
“Già, hai ragione…” – aveva sperato che si rivelasse, invece continuava ad eludere quel nodo. Quanto avrebbe dovuto aspettare?
“Maya, fa del tuo meglio! I miei occhi, i miei respiri ed i battiti del mio cuore saranno solo per te. Sarò con te su quel palco!”
“E io reciterò solo per te!” – Mio donatore di rose…
“E per il tuo ammiratore!” – soggiunse l’uomo.
“No, solo per te!” – lo contraddisse la ragazza.
Maya lo guardò incuriosita mentre lasciava la stanza. La rosa era stretta tra le sue mani. Il suo dolce profumo le arrivava alle narici e le inebriava i sensi. Perché Masumi le aveva nominato il donatore di rose? Non l’aveva mai fatto volontariamente… non poteva esserne geloso, visto che erano la stessa persona. Allora?
Non era il momento di tali riflessioni. Era giunta l’ora di salire sul palco. Non era più Maya Kitajima. Ora era solo Akoya e la Dea Scarlatta.

Dal suo posto d’onore di fianco a Shiori, Masumi ammise con se stesso di essersi divertito. La delusione di Maya nel vedere il colore di quella rosa era stata palpabile. Ugualmente quando aveva tenuto a precisare che non avrebbe recitato per altri se non per lui.
Fidandosi ciecamente dei suoi collaboratori, la giovane doveva aver capito tutto a causa di una sua svista. Ma da quanto tempo Maya sapeva era un mistero che solo lei avrebbe potuto svelare…
Maya… la sua Maya… la sua ragazzina… di lì a pochi minuti avrebbe calcato le scene interpretando il personaggio che aveva rincorso per tutta la sua breve vita. E l’avrebbe interpretato avendo il cuore pieno di tenero amore per lui. Per lui che era stato, e a volte era ancora, un uomo freddo come il ghiaccio, spietato come il filo di una lama, per lui che aveva adottato ogni mezzo per raggiungere i suoi obiettivi. L’aveva cambiato. Era solo merito del suo buon cuore, della sua onestà, della sua trasparenza se non era più quell’uomo tanto simile al padre che detestava.
“Sei nervoso?” – gli chiese Shiori.
“Sì.” – disse solo. Era strano poter parlare liberamente con la sua ‘fidanzata’. Non l’avrebbe mai creduto possibile.
Gli appoggiò una mano sul braccio e si avvicinò al suo orecchio per non farsi udire da Eisuke lì vicino.
“Non esserlo. Se Maya reciterà come al solito non avrà rivali!”
“Grazie, Shiori.” – disse sinceramente.

Eisuke guardava la coppia compiaciuto! Ah… aveva avuto ragione. Dopo un attimo di smarrimento suo figlio si era ravveduto. Ora formava una splendida coppia con la nipote di quel vecchio debosciato di Takamiya.
Si avvicinò al figlio e gli chiese sollevato:
“Allora, come ti sono sembrate le due candidate?”
“In ottima forma, direi.”
“Hai affrontato l’argomento di nostro interesse?”
“Padre! Ti sembra che, prima dello spettacolo dimostrativo, possano essere interessate a parlare della cessione dei diritti che non sono ancora in loro possesso? Certo che no! Ho sorvolato sull’argomento, limitandomi ad augurare loro buona fortuna!”
Il tono stizzito del figlio lo indispose. Ma dovette ammettere che aveva ragione.
“E Maya Kitajima?” – insistette – “Ti ha scacciato?”
“No. Come ti dissi, i nostri rapporti sono più distesi grazie a Shiori.”
“Ah! Bene!”
Il loro dialogo venne interrotto dal sipario che si alzava e da Shiori che li richiamava all’ordine.
Uh! Uh! Uh! I diritti della Dea Scarlatta saranno miei! Tutto procede come previsto!

Due persone osservavano il trio con diverse motivazioni.
Chigusa Tsukikage, impaziente di osservare i progressi di Maya, era catturata da Masumi Hayami. Ricordava che le aveva assicurato che avrebbe protetto la Dea dalle grinfie di suo padre e non poteva fare altro che fidarsi, in attesa che entrambi facessero le loro mosse. Aveva capito che il tono accondiscendente di Masumi nei confronti del genitore nascondeva ben altri propositi: non aveva dimenticato che l’uomo voleva rinunciare al cognome degli Hayami.
Non era animato dagli stessi sentimenti Aki Mikami il cui sguardo era invece calamitato dalla vicinanza delle teste dei due fidanzati. Shiori gli aveva assicurato che non erano più tali, ma non poteva cancellare dal cuore la gelosia crescente. Vederli vicini lo inquietava enormemente e avrebbe voluto attirare l’attenzione della donna distogliendola da quanto Hayami le stava sussurrando.

Il sipario si alzò.
Il pubblico attese che lo spettacolo iniziasse.
Fin dalle prime battute gli spettatori vennero proiettati nella Valle Sacra e la comparsa della Dea Scarlatta li conquistò completamente.
Maya aveva una figura minuta eppure la sua perfetta immobilità era inquietante. Non un muscolo si muoveva. Gli occhi erano chiusi. Sembrava veramente un albero. Una leggera brezza si era alzata da poco ed il costume ondeggiava appena. Insieme all’abito, sembrava che anche le piccole mani seguissero il moto dell’aria: piccoli, frementi movimenti quasi impercettibili. Il pubblico la guardava incantato mentre gli spiriti le danzavano intorno e raccontavano le nefandezze dell’uomo.
Piano, solennemente, gli occhi vennero schiusi: due finestre sull’anima implacabile della dea che si risvegliava.
“Chi mi chiama?” – chiese come da copione. La voce stentorea, come proveniente da un mondo sconosciuto e lontano. Il tono fece rabbrividire di paura gli spettatori. Quale poteva essere la punizione per l’uomo se una tale entità si fosse risvegliata dopo secoli, millenni di sonno?
La rappresentazione procedette. Non una voce proveniva dalla platea mentre l’ira della dea si scatenava sull’uomo e sulla civiltà tutta.
Lo scultore sacro comparve sulla scena e, miracolosamente, l’ira si placò. La dea scrutava il volto di Isshin nascosta dal susino millenario. Era timorosa dei sentimenti che quell’uomo, non diverso dagli altri, suscitava nel suo cuore. Timorosa ed allo stesso tempo felice, ritrosa ed attratta, la dea divenne donna. L’ira divenne dolcezza; la ritrosia si tramutò in amore; il timore scomparve. La dea abbandonava il suo manto e si avvicinava al villaggio nei panni di Akoya. Nello stesso villaggio in cui Isshin, ferito, aveva trovato rifugio, Akoya giunge. Si fa apprezzare per le sue capacità curative e per la sua conoscenza delle erbe.
Isshin si riprende ed è folgorato dalla giovane, dalla sua bellezza, dalla sua tenerezza. Isshin ed Akoya, un uomo senza memoria, una donna dal passato sconosciuto. Può aver futuro un amore nato con questi presupposti?
“Abbandona il tuo passato ed il tuo nome! Diventa solo mio!” – prega Akoya.
Perché all’alba dei tempi erano uno e furono divisi: ora si sono ritrovati per tornare ad essere uno.
Lo spettacolo si avvicina alla fine: non può fermarsi come il tempo non si arresta di fronte alle preghiere.
Isshin ricorda il suo compito e decide di seguirlo per la pace degli uomini.
Lo struggente epilogo giunge.
Akoya è consapevole della volontà del suo compagno. Le loro anime sono eterne. Si ritroveranno e si ameranno di nuovo. Ritorna nel suo rifugio iniziale in attesa che l’amato giunga e tagli la sua fonte di vita.
Isshin ha compreso la natura di Akoya, ha imparato da lei che si ritroveranno e non può sacrificare l’intero genere umano per la propria felicità.
Lo scultore si reca ai piedi dell’albero di susino.
Cosa accadrà ora?
Il pubblico rimane con il fiato sospeso: pur conoscendo la conclusione dello spettacolo non può evitare di commuoversi ed addolorarsi per i due giovani.
Isshin con le lacrime agli occhi e l’ascia in mano abbatte implacabile l’Albero del Susino Millenario e con esso Akoya.
Lo spirito della giovane, negli ultimi istanti di vita, accoglie l’amante tra le sue braccia in un ultimo amorevole saluto per poi adagiarsi dolcemente ai suoi piedi e tornare ad essere legno.

Silenzio.

Non un respiro, non uno scroscio di mani, solo qualche debole singhiozzo si udì prima che un applauso solitario iniziasse energicamente all’indirizzo dei due giovani attori. Al primo, si aggiunsero tutti gli altri, fino a raggiungere un’ovazione che sembrava non avesse fine. Le quinte si abbassarono e gli attori uscirono per la ribalta. Il pubblico si alzò dalle stuoie su cui era accomodato continuando ad applaudire imperterrito.
Masumi non aveva mosso un muscolo. Non era stato in grado nemmeno di applaudire per la profondità con cui l’interpretazione di Maya gli era entrata nell’anima. Non c’era confronto con gli altri suoi personaggi perché comprendeva che l’attrice non aveva solo recitato, ma aveva portato sulle scene i sentimenti che nutriva per lui.
Mentre tutto il pubblico si era alzato osannante, l’uomo aveva stentato a riprendere perfino il controllo della sua mente.
Si riscosse solo quando Shiori lo toccò delicatamente ad un braccio.
“Alzati… ti sta cercando!” – gli sussurrò.
A quel richiamo si levò dalla stuoia e la sua alta figura spiccò su tutti gli altri. Un sorriso raggiante gli illuminò il volto mentre incrociava lo sguardo con la sua metà. Vide Maya portarsi le mani al volto e commuoversi. Doveva aver atteso la sua approvazione per rilassarsi.
Non vedeva l’ora di poterle parlare, ma probabilmente avrebbe dovuto attendere la fine dello spettacolo di Ayumi.

Shiori si era resa pienamente conto della grandezza di Maya Kitajima ed era rimasta sconvolta dalla profondità dei sentimenti di quella ragazza. Durante lo spettacolo Masumi non aveva mai distolto lo sguardo. Poté solo immaginare il dolore che avrebbe potuto provare se il loro fidanzamento non fosse stato sciolto e non si fosse affrancata da lui. Avrebbe sentito i morsi della gelosia divorarle l’animo e la rabbia rovinarle lo spirito.
Ripensò grata ad Aki. Si voltò, cercandolo nella tribuna per la stampa. Lo trovò subito, i suoi occhi la stavano guardando. Le sorrise. Sembrava sollevato.
Per conto suo, Mikami si prese la sua vendetta ascoltando i commenti sconvolti dei suoi illustri e competenti colleghi.
“Ma è stato totalmente diverso dalle prove generali!”
“Maya Kitajima è stata superlativa. Come ha fatto a migliorare tanto in quattro giorni?”
“Sakurakoji ha dato uno spessore impensabile al suo personaggio!”
Sorrise con soddisfazione: sapeva che avevano scritto delle critiche assurde. Ora avrebbero ritrattato spudoratamente le loro opinioni. Rivolse di nuovo l’attenzione a Shiori: si era voltata appositamente per cercarlo e ciò non poteva fargli che piacere.
Eisuke Hayami ed Hajime Onodera, uniche voci fuori dal coro, schiumavano di rabbia. Dopo gli articoli che avevano letto sui giornali pensavano di avere la vittoria facile in pugno e tutto si sarebbero aspettati meno uno spettacolo di tale caratura. Onodera non l’avrebbe mai ammesso, ma doveva riconoscere che la rivale di Ayumi non solo aveva talento, ma aveva dimostrato di essere un vero genio del teatro.
Era riuscita a coniugare al solennità della Dea Scarlatta alla dolcezza di Akoya, giudice implacabile e tenera amante.
Chigusa Tsukikage rimase seduta. Nessuna emozione trapelava dal suo volto. Le braccia conserte nella sua tipica posizione non si erano mosse. Non un commento sfuggì dalle sue labbra. Prima di qualsiasi cosa, occorreva assistere alla prova della compagnia Ondine.

Il breve intervallo servì a preparare il palco per la prova di Ayumi Himekawa. Pur nella sua semplicità, la disposizione dei minimi oggetti di scena cambiò leggermente.
I commenti più frequenti riguardavano l’impossibilità di immaginare uno spettacolo più emozionante e profondo di quello a cui avevano appena finito di assistere.
Ayumi ascoltava tutto, come aveva sentito la lunga ovazione che aveva accompagnato la fine dell’esibizione di Maya. Sapeva che aveva fatto bene a non fidarsi dei giornalisti: la rivale era stata all’altezza delle sue aspettative.
Non sapeva quale sarebbe stato l’esito della gara: era solamente certa che avrebbe combattuto fino alla fine.
Lo spettacolo iniziò nel silenzio totale.
Ayumi diede vita ad un albero di susino solenne e regale.
Nella sua immobilità, riusciva ad esprimere tutta la potenza dello spirito che vi era rinchiuso. Contrariamente a Maya, tenne gli occhi aperti e fissi in un punto imprecisato della platea. Il risveglio della Dea fu caratterizzato da lenti movimenti calcolati, ridotti al minimo, e da un ritorno alla vita del suo sguardo.
La comparsa di Isshin produsse la trasformazione umana della divinità: Akoya continuò a conservare un portamento regale. La sapienza che elargiva era quella di un dio verso i suoi sudditi. L’amore per Isshin era permeato da una vena astratta più che tenera; solenne più che intima.
Gli spettatori rimasero incantati dalle capacità interpretative della giovane donna che pure facevano dimenticare l’età avanzata di Kei Akame nell’interpretazione dello scultore sacro.
Il sacrificio finale commosse la platea: ma era difficile dire se l’emozione derivasse dalla scena cui avevano appena assistito o dal ricordo dell’interpretazione precedente.
Quando il sipario si chiuse sulla morte di Akoya il pubblico applaudì, tanto, ma il sentimento con cui venne reso il tributo era tangibilmente meno sentito.
Un mesto sorriso increspò le labbra della giovane attrice che già presagiva la sconfitta. Non se ne rammaricava: aveva dato il massimo ed aveva perso. Maya Kitajima aveva vinto. Non importava cosa avrebbe deciso la giuria: il pubblico l’aveva già dichiarata vittoriosa.
Doveva prima di tutto recuperare l’uso degli occhi. Solo successivamente avrebbe potuto prendere in considerazione altre vie.
Gli attori uscirono alla ribalta per ricevere gli onori del pubblico. Attesero che gli applausi scemassero e si ritirarono nei camerini provvisori.
Da sola, si permise di far scendere qualche lacrima di delusione dai suoi begli occhi. Si sarebbe sfogata lì. Nessuno doveva vederla.
Non si accorse dell’entrata di un uomo alle sue spalle.
Riconobbe la presenza di Peter solo nel momento in cui le sue braccia la cinsero da dietro in un abbraccio consolatorio.
“Sei stata magnifica!” – le disse solo.
“Non è stato sufficiente!” – protestò solo.
“Per me sì. Per me sei tu la Dea Scarlatta! Sei la mia dea!” – con un lento movimento delicato applicò un leggero bacio sul collo dell’attrice. Un bacio che fu sufficiente a formarle piacevoli brividi e che le fece dimenticare per un attimo la delusione della sconfitta. Si asciugò le lacrime. Nessuno doveva vederla piangere.
“Puoi piangere, sai?” – le disse.
“No!!”
“Sì, puoi! Con me puoi tutto! Ti conosco. Sei forte. Ma non puoi tenerti tutto dentro!”
La ragazza sembrò arrendersi alle parole dell’uomo. Si girò nel suo abbraccio e si arrese sul suo petto.

In platea i sentimenti divennero ancor più contrastanti.
Onodera doveva ammettere che solo un miracolo poteva dichiararlo vincitore: la sua squadra non avrebbe potuto fare di meglio, ma quella di Kuronuma aveva espresso qualcosa in più.
Chigusa Tsukikage rimaneva immobile. Solo un leggero sorriso aleggiava sulle sottili labbra. Aveva trovato finalmente la sua erede.
I giornalisti erano ammutoliti, concentrati a trovare il modo di ribaltare le loro precedenti dichiarazioni.
Eisuke Hayami era inferocito, incapace di rimanere immobile al suo posto. I pugni erano talmente stretti che le nocche erano sbiancate.
Pensava avrebbe avuto vittoria facile, invece la competizione aveva preso una piega del tutto imprevista. Ayumi Himekawa aveva dato un’ottima prova di sé, ma il genio di Maya Kitajima era venuto definitivamente alla luce!
“Devi distruggerla, Masumi! Se non ti cederà i diritti, dovrai distruggerla!” – il tono non ammetteva repliche, né le ottenne perché il figlio assentì, scambiando uno sguardo d’intesa con la sua fidanzata.
“Masumi, caro, che ne dici di andare a trovare le due protagoniste?”
“Certo, andiamo…” – si alzò e aiutò la compagna a fare altrettanto.
Quando furono lontani da suo padre, Shiori gli disse semplicemente:
“Va da lei…” – e gli lasciò il braccio.
Masumi la seguì grato con lo sguardo e la vide dirigersi verso la tribuna della stampa. Con un sorriso soddisfatto si diresse impasziente verso i camerini.
Era ansioso di vedere la ragazzina. Voleva abbracciarla, stringerla, baciarla, dirle quanto fosse orgoglioso di lei. L’aveva magicamente incantato e voleva dirglielo.
view post Posted: 26/10/2012, 11:16 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Mi accodo alle altre! Cioè quella frase di Hector è fuori da ogni possibilità di perdono: sono stata un mese legata ed imbavagliata anche perché ero inconsapevole della tua attività politica; ti immortalano mentre baci un'altra; e IO dovrei riflettere razionalmente??

Di Erminia non ci libereremo come ritroveremo, temo, anche Heinz.

view post Posted: 24/10/2012, 16:43 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Ohhh e dopo tanta angoscia, finalmente il sollievo. Per quanto consapevoli di andare incontro a problemi di altra natura, Laura e Masumi si sono ritrovati.
Che belli! E non vedo l'ora di leggere di Laura che si ricongiunge alla famiglia!
view post Posted: 22/10/2012, 18:57 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Cmq ... Non so se sarà efficace.. Però di sicuro il piano dell'avvocato è crudele... Per tutti!! Anche per noi che dobbiamo leggere di tanto dolore!!
view post Posted: 22/10/2012, 09:16 Incontri - Fanfictions

Ecco l'aggiornamento... Se dovessero esserci errori di formattazione, perdonatemi ché sono con il cellulare (la mia chiavetta mi ha abbandonata).

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CAPITOLO 25
Tokyo News – 14 novembre 2012
DEA SCARLATTA: VITTORIA FACILE PER LA COMPAGNIA ONDINE
Le prove generali che si sono svolte ieri nello scenario apocalittico della vecchia stazione dove sorgerà lo Shuttle X non hanno riservato nessuna novità. La compagnia di Kuronuma è apparsa disorganizzata e senza spessore. La presenza scenica dei due protagonisti è stata praticamente nulla. Non ci si spiega cosa abbiano provato in tutti questi mesi, vista la scarsa padronanza delle scene e dei personaggi. La regia è stata inconcludente con pochi ed inutili suggerimenti.
Prevediamo che la compagnia Ondine avrà la strada tutta in discesa domenica prossima.
Attendiamo con ansia di vedere le loro prove generali che si svolgeranno domani per tutta la giornata. Il velo di mistero calato sulla compagnia il mese scorso, in seguito al ritorno nelle prove collettive dell’attrice Ayumi Himekawa, ha reso insaziabile la curiosità dei media e del grande pubblico.


Questo era il tenore degli articoli che comparvero sulla stampa specializzata il giovedì mattina. Alla lettura di tali critiche spietate le reazioni furono le più disparate.

Le amiche di Maya furono invase dallo sgomento. Sapevano dall’inizio che la loro compagna sarebbe partita svantaggiata, ma vedere stroncate le sue speranze in modo tanto crudele le rendeva enormemente tristi. Conoscevano gli sforzi che la ragazza aveva dovuto fare ed anche le avversità che aveva dovuto affrontare. Una persona normale si sarebbe semplicemente ritirata, ma non Maya. Maya aveva continuato imperterrita a recitare, anche quando tutti gli altri non la volevano. Era caduta e si era ripresa.
Non era giusto che emeriti sconosciuti distruggessero in tal modo il suo lavoro.

Hajime Onodera trovò piena conferma dei suoi sospetti e ne fu entusiasta. Già prima di leggere l’articolo credeva di avere tutte le carte in regola per vincere, ma ora… ora ne aveva praticamente la certezza: si sarebbero scontrati con una banda di dilettanti, poco più di una compagnia teatrale di quartiere.

Chigusa Tsukikage lesse gli articoli con indifferenza. Quello che aveva visto la settimana prima alle prove del Kid’s Studio nulla aveva a che vedere con quanto descrivevano quegli avvoltoi. No, poteva stare tranquilla: Maya avrebbe dimostrato a tutti il suo valore.

Eisuke Hayami esultò dando ormai scontata la sua vittoria finale. Quella ragazzina ingenua nulla avrebbe potuto contro l’abilità interpretativa di Ayumi Himekawa. Come poteva pensare Maya Kitajima di rappresentare l’amore delle anime con la sua scarsa esperienza di vita e la sua tecnica di basso livello?

Dal canto suo, Ayumi era concentrata sul suo spettacolo e non prestò minimamente attenzione a quanto dicevano i giornali. Erano totalmente inaffidabili e non valeva la pena perder tempo a prestar loro fede.
Preferiva di gran lunga continuare a provare imperterrita.
L’indomani avrebbe avuto finalmente le prove generali ed avrebbe dovuto dimostrare di saper recitare anche con la sua menomazione. Sperava che le sue sortite alla vecchia stazione fossero servite. Non poteva permettere che i compagni si rendessero conto della sua situazione: sarebbe scoppiato il panico.
Il giorno successivo giunse senza che ulteriori incidenti o capogiri segnassero la sua giornata.
Come la compagnia di Kuronuma, anche l’Ondine si presentò di buonora.
Onodera passò parte della mattinata a discutere con i giornalisti a proposito della sua messa in scena. Questo atteggiamento, paragonato a quello solitario del rivale, venne molto apprezzato. Il resto della giornata venne speso per inquadrare le varie scene e le movenze dei vari attori in modo da sfruttare tutto lo spazio a disposizione.
Ayumi si rese immediatamente conto che l’indomani sarebbe apparso un articolo adulatorio nei suoi confronti, dai toni diametralmente opposti a quello su Maya. Sospirò di rassegnazione: non c’era modo di far comprendere a quegli zucconi quanto la sua rivale fosse pericolosa.

Dal canto suo, Maya era finalmente tranquilla. Ora aveva la sua Dea Scarlatta e la sua Akoya. Non c’erano parole che potessero distrarla o demoralizzarla. Masumi l’amava, l’aveva aiutata a definire gli ultimi particolari, ma doveva attendere la rappresentazione di prova per rivederlo.
Avrebbe recitato solo per lui. Avrebbe fatto in modo di vincere per se stessa, per dimostrare a tutti, finalmente, di aver meritato di competere con Ayumi, e l’avrebbe fatto per Masumi, per ringraziarlo di tutto il sostegno che le aveva donato dall’ombra.
Vedeva Kuronuma che la guardava compiaciuto, finalmente soddisfatto.
In quel momento Ayumi doveva essere alle sue prove generali e sicuramente stava dando il massimo con l’obiettivo di sconfiggerla. I giornalisti l’avrebbero osannata, ma non avrebbe avuto importanza. Non si sarebbe fatta influenzare da loro come non l’aveva fatto quando aveva portato in scena Midori in Takekurabe o Hellen in Hellen Keller.

Kuronuma si complimentò con se stesso per il risultato ottenuto con la sua iniziativa. Non sapeva cosa avesse fatto Masumi Hayami e nemmeno gli importava. Maya ora era perfetta: un albero di susino immoto, una Dea Scarlatta solenne e leggiadra, un’Akoya innamorata, dolce e tenera come un frutto maturo, pronta a sacrificare il suo amore per il bene di Isshin.
Non gli importava delle critiche che i giornalisti avevano dato alle stampe: c’era abituato. Quello che contava era la rappresentazione di prova che si sarebbe svolta domenica.

Anche Masumi lesse tutto con indifferenza. I commenti di quei miopi non lo riguardavano ché non erano in grado di vedere la grandezza di Maya Kitajima e del suo talento. Guardò la stampa della mattina con sufficienza, aspirò qualche boccata di fumo dalla sigaretta accesa, mise da parte i giornali ed iniziò a lavorare.
Era più interessato a quello che Shiori gli aveva raccontato quella mattina. Dietro l’insistenza del giornalista si era trovata costretta ad ammettere che non si sarebbe sposata. Si era scusata per tutta la durata della telefonata, assicurandogli che Mikami le aveva promesso di non farne parola ad anima viva.
Si fidava di lei, ma non conosceva abbastanza bene Mikami, pertanto aveva rassicurato la donna e, appena chiusa la comunicazione, aveva contattato il suo uomo-ombra chiedendogli di verificare che non giungessero alle redazioni dei giornali scandalistici strani articoli circa la cancellazione del suo fidanzamento.
Terminata la telefonata con Hijiri, chiamò la sua segretaria.
La donna entrò subito nel suo ufficio e si posizionò di fronte alla sua scrivania come al solito.
“Mi dica, signore.” – sempre professionale e sollecita!
“Avrei bisogno… che acquisti un abito di una certa eleganza per la signorina Kitajima da indossare la sera dell’aggiudicazione della Dea Scarlatta. Naturalmente… sarà un dono del suo adorato ammiratore.”
“Naturalmente…” – Mitsuki sembrava sul punto di dire qualcosa, ma si trattenne.
“Cosa c’è, signorina?”
“Ecco…” – iniziò titubante – “gli abiti che le regala l’ammiratore sono sempre abbastanza fanciulleschi. Mi stavo chiedendo se non fosse il caso di cambiare genere…”
“Mi sembra che la signorina Kitajima sia cresciuta da un pezzo, le pare?” – e nascose l’imbarazzo iniziando a riordinare le carte della sua scrivania. Avrebbe voluto usare un tono maggiormente sarcastico, ma era meglio non stuzzicarla oltremodo.
“Le posso assicurare che me ne sono accorta per tempo… io!” – la voce sempre seria nascondeva la chiara burla ai danni del presidente.
Masumi alzò gli occhi finalmente:
“Non infierisca! Non le sembro ormai sulla retta via?”
“Sì, finalmente sì.”
“Bene. C’è altro?”
“Beh… mi chiedevo perché non esce allo scoperto ora?”
“Lo farò, ma non prima della rappresentazione di prova. Ora Maya ha bisogno anche del sostegno del suo ammiratore.”
E non poteva comunque negare che era l’ultimo segreto che ancora era in sospeso tra loro due. Doveva confessarle anche quello: razionalmente comprendeva che l’avrebbe perdonato visto che era a conoscenza di atti ben peggiori e nonostante tutto l’amava, ma il timore dell’abbandono era sempre lì, pronto ad artigliargli il cuore con le sue dita gelide.
“Ne sono convinta, signore, ma è strano comunque che le ultime volte che ci siamo incontrate non mi abbia mai fatto parola del suo sostenitore. E’ sempre stato uno dei suoi argomenti preferiti…”
“Effettivamente, anche con me non ne ha più parlato.” – confermò – “Comunque, ricapitolando… un abito elegante, adatto all’occasione, con relativi accessori da recapitare con un biglietto che le fornirò. Naturalmente, l’abito sarà da ‘adulta’.”
“Naturalmente!” – concluse compiaciuta.
Lo lasciò solo con la stessa velocità con cui era entrata nel suo ufficio. Prese una sigaretta e l’accese. Girò la poltrona verso la vetrata e, con lo sguardo fisso al cielo plumbeo, iniziò a riflettere.
Mitsuki aveva ragione. Era da un po’ che Maya non nominava più il suo ammiratore. Prima, non faceva che menzionarlo come fosse stato un baluardo e poteva ben ricordare la sciocca gelosia che lo attanagliava ogni volta. Invece dopo… ma sì, era stato dopo la crociera che il donatore di rose era magicamente scomparso. Cosa era successo?
Forse Maya non sentiva più il bisogno di un sostegno nascosto nell’ombra perché aveva il suo? Non reggeva come motivazione. La ragazza era sinceramente affezionata a colui che considerava un vecchietto ricco ed appassionato di teatro. Non l’avrebbe accantonato solo perché si era scoperta innamorata e corrisposta. Doveva esserci un’altra soluzione…
Per un attimo sembrò che un fulmine squarciasse le tenebre. Mentre la sigaretta volgeva ormai al termine, Masumi iniziò a valutare la remota possibilità che Maya conoscesse la sua doppia identità. Se così fosse stato, tutti i pezzi di quel puzzle avrebbero combaciato.
Non lo menzionava più perché l’aveva di fronte. Non si era propriamente rivelato come donatore di rose, ma le aveva confessato il suo amore. Ricordò inoltre che aveva inizialmente detto a Sakurakoji di essere innamorata del suo ammiratore! Quando il ragazzo, scoperti i suoi sentimenti per lui, le aveva chiesto se quella non fosse una scusa, Maya aveva risposto che non lo era. Ricordò il bacio appassionato dato ad una delle sue rose in un tardo pomeriggio sotto ad un cavalcavia. Infine Maya gli aveva ripetutamente detto che non voleva che indossasse alcuna maschera. Sembrava impossibile, ma in quel modo tutto filava. Tutto, tranne il perché non gli avesse chiesto nulla della sua ombra nemmeno nelle ultime settimane.
Il sospetto che Maya l’avesse scoperto non poteva divenire certezza fin quando non ne avessero potuto parlare. A conti fatti, sapere che lei sapeva e che, nonostante tutto l’amava, gli rendeva più semplice la sua confessione.
L’uomo non temeva che la piccola Maya scambiasse la sua gratitudine per amore: il sentimento che gli aveva dimostrato travalicava tutto. Non si può avere uno sguardo dolce e tenero come quello dei suoi occhi di cioccolato solo per gratitudine; né le sue carezze potevano esser tanto attente e delicate o i suoi baci tanto appassionati.
Pensò di divertirsi a stuzzicarla fin quando non avesse ammesso che sapeva. A quella conclusione le sue labbra si piegarono in un sorriso mentre, risoluto, si voltava verso la scrivania e si accingeva a scrivere il biglietto.

Cara Maya,
sarei felice se indossasse quest’abito nella cerimonia di premiazione della nuova Dea Scarlatta. Sono convinto che la sua interpretazione lascerà senza fiato i membri della giuria e che risulterà vittoriosa nella competizione. Ho fiducia in lei!
Il suo affezionato ammiratore
.

Lo rilesse. Sì, poteva andare. Affettuoso ma non troppo. Incoraggiante.
La sera prima, salutandosi, l’aveva avvisata di tenere pronte le valigie dopo la premiazione. L’avrebbe ‘rapita’ per portarla qualche giorno con sé a Izu.
Immediatamente le guance si erano imporporate mentre un sorriso fiducioso era apparso sulle sue labbra. Alla fine era sempre la sua ragazzina: poteva essere sensuale ed appassionata nei loro momenti d’intimità; matura e saggia quando aveva bisogno del suo sostegno; poi, senza preavviso, tornava ad essere quella di sempre: timida, impacciata ed insicura.
Un breve bacio aveva suggellato la sua promessa e si erano salutati. Si sarebbero rivisti alla rappresentazione di prova ed al successivo ricevimento. Doveva attendere solo un paio di giorni.

L’indomani sarebbe stato il giorno della verità!
Finalmente le due compagnie sarebbero salite sul palco di fronte ai membri della giuria e a Chigusa Tsukikage ed avrebbero rappresentato il capolavoro scomparso. Solo un limitato gruppo di ospiti speciali ed addetti alla stampa avrebbero potuto assistere. Le due protagoniste erano chiuse nel loro personaggio, concentrate nei dettagli, consapevoli che da quelle due ore di rappresentazione sarebbe dipeso il loro futuro.
L’unica distrazione che Maya si concesse fu quella di aprire il pacco che le venne recapitato da parte del suo ammiratore: lesse commossa il biglietto, aprì la scatola e prese l’immancabile rosa scarlatta. Ne aspirò il dolce profumo accarezzando i petali vellutati come fossero state le labbra del suo amante.
Volse lo sguardo verso il contenuto della scatola e quello che vide la lasciò senza fiato. Un lungo abito da sera in seta color borgogna era accompagnato da un paio di scarpe in tinta ed una pochette dello stesso tessuto. Doveva essere un abito magnifico. Non trovò il coraggio di tirarlo fuori dalla confezione nel timore di farsi prendere dall’ansia all’idea di indossarlo. Vi rimise il coperchio e la pose di fianco al bagaglio che avrebbe portato con sé il giorno successivo.
Masumi le aveva mandato l’ennesimo dono dall’ombra in cui si rifugiava. Quando si sarebbe rivelato?

Sakurakoji aveva notato il repentino miglioramento d’umore della sua partner e ne fu lieto. Nei giorni precedenti aveva incontrato Sayuri più di una volta e aveva dovuto ammettere che si stava innamorando perdutamente di quella figura alta, snella, energica e vivace. Il sorriso solare che gli rivolgeva ogni volta, unito allo sguardo schietto di ossidiana, lo stavano incatenando.
L’aveva invitata ad assistere allo spettacolo dimostrativo e si era sbilanciato talmente tanto che, mano alla nuca, le aveva detto che avrebbe recitato solo per lei: Sayuri aveva spalancato gli occhi dallo stupore e dal piacere. Gli si era avvicinata e gli aveva stampato un sonoro bacio sulla bocca. Bacio che si era poi tramutato in un tenero tocco delicato ed era proseguito con una spontanea e leggera esplorazione reciproca.
Sakurakoji aveva finalmente capito quello che gli aveva detto Maya. Loro due sarebbero sempre stati amici fraterni, ma nulla di più. Il sentimento che aveva provato per la sua partner di scena non era paragonabile per profondità a quello che stava nascendo nel suo cuore nei confronti di Sayuri.
Con questi presupposti, nonostante la sfida imminente, il suo animo era leggero e tranquillo. Non si sarebbe fatto prendere dal nervosismo perché sapeva che il suo sarebbe stato un Isshin di sicuro impatto in confronto ad una visione tradizionalista che ne avrebbe dato Kei Akame.

Peter Hamill l’osservava.
Ayumi era concentrata. Non sentiva nulla di quanto le accadeva intorno, troppo presa dalle sue riflessioni.
Pur mancando meno di ventiquattro ore, il suo spirito era già proiettato sul palco della sfida. Non si sarebbe fatta battere. Si sarebbe impegnata a fondo. Sapeva di aver conquistato una tecnica interpretativa superlativa e che, grazie alla sua cecità, ora sua la percezione del mondo era più profonda.
Era fiduciosa, ma non poteva fare a meno di pensare alla capacità della sua rivale. Maya aveva sempre avuto un istinto quasi animale per la recitazione. In più, durante la conferenza stampa aveva dimostrato una determinazione che in altre circostanze non aveva mai avuto. L’aveva sfidata apertamente come non aveva fatto mai.
Chiamò Peter. L’uomo le si avvicinò sedendosi di fronte a lei.
“Peter, se domani dovessi perdere…”
“Non perderai!” – l’interruppe.
“Se dovessi perdere…” – continuò lei imperterrita – “Aiutami a celare il mio segreto. Non sopporterei di vedere Maya delegittimata perché gli altri mi considereranno menomata. E’ stato solo grazie alla mia condizione che sono riuscita a raggiungere questi livelli, altrimenti non sarei neanche entrata in competizione. Promettimelo Peter! Mi aiuterai?”
“Come puoi dubitarne? Ti aiuterò qualsiasi cosa tu decida di fare!” – le promise.
“Grazie.” – il sorriso le illuminò lo sguardo.
Nessuno avrebbe mai potuto pensare che di fronte ai suoi occhi si stendeva solo un velo eterogeneo di luci ed ombre, sfumature dal grigio chiaro al nero.
view post Posted: 18/10/2012, 22:16 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Ahhh che capitoli Laura! Che pathos! I due 'sangue blu' che si dànno la zappa sui piedi da soli e quella povera Laura che vede venir meno uno dei suoi sistegni psicologici.
Perché Masashi è sempre così aggressivo con le nuove conoscenze??
view post Posted: 15/10/2012, 17:49 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Agghh! Masumi forza! Ma sii prudente, altrimenti non ne verremo mai fuori.
Mi pare che l'atteggiamento di Hector lo porterà inevitabilmente verso la risoluzione negativa della sua storia con Laura: prima le mente circa le motivazioni di un loro trasferimento in Finlandia, poi si arrende dandola per morta...
Rika e Karato non mi pare che imparino mai nei confronti delle figlie. Sembrano sempre tanto egoisti nei loro comportamenti.
Eriko... Spero proprio che acquisti maggiore sicurezza!
323 replies since 30/11/2010