Posts written by tenshina

view post Posted: 6/2/2013, 21:12 Incontri - Fanfictions
Eccomi di nuovo qui... sempre in ritardo, ma sempre qui!
Un altro capitolino lontano da Maya e Masumi, ma spero comunque che ti piaccia...

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CAPITOLO 32
Aki e Shiori presto non si accontentarono più del lieve tocco delle labbra. Sembrava incredibile che la giovane provasse tanta passione: l’essere educata a far parte della buona società le aveva sempre dato l’impressione di vivere una vita edulcorata, dai toni tenui anche nei sentimenti. Fino a quel momento era come se avesse vissuto in un mondo ricco, ma grigio. Ora vedeva colori brillanti: il rosso della passione; il giallo della gioia; il verde della pace; il blu intenso della notte; perfino il nero, che le ricordava Aki, con i suoi capelli corvini, i suoi occhi di carbone e la pelle bruciata dal sole. Se prima viveva in un mondo dal suono ovattato, ora sentiva tutto: i pianti di dolore e le risate di gioia; i gemiti del tormento e quelli della sensualità; gli urli d’odio ed i sospiri d’amore.
Alzò le braccia a cingergli il collo e socchiuse le labbra per consentirgli libero accesso alla sua bocca. Aki ne approfittò subito, insinuando la lingua nel suo caldo anfratto. Iniziò un dolce duello in cui i respiri si confondevano, le lingue si intrecciavano e le mani percorrevano strani sentieri sui propri corpi.
L’uomo ne portò una ad intrecciarsi nei suoi corti capelli. Adorava lasciare scorrere le sue dita tra di essi, ma non questa volta. Le tirò dolcemente la testa all’indietro facendole scoprire il collo sottile, ora indifeso e pronto a ricevere i suoi attacchi. Abbandonò la sua bocca per dirigersi su quella pelle delicata. Un bacio, un morso e la lingua a moltiplicare i brividi.
Era straordinario sentire la donna tra le sue braccia sospirare il suo nome. Le sue piccole mani erano ormai aggrappate alle sue spalle, come se cercassero un appiglio.
Fece scorrere le labbra verso il basso, tra le clavicole, sopra lo sterno, fino all’attaccatura dei seni: il suo profumo l’inebriava. Riprese a baciarla lentamente, poi si accomodò su una delle poltrone e se la tirò sopra: non voleva intimorirla e quella posizione le dava la certezza che avrebbe potuto fermarlo in qualsiasi momento.
“Fatti toccare…” – le chiese sulle labbra e avvicinò una mano al suo seno ad indicare cosa intendesse dire.
“Sì…” – sospirò lei, incapace di riconoscere se stessa in quella voce distorta dal desiderio.
Aki non esitò oltre ed accolse il seno generoso nella sua mano: la sentì trattenere il fiato per l’effetto di quella carezza fino ad allora sconosciuta. Mentre la baciava, continuò a sfiorarla leggermente sopra gli abiti.
Dopo qualche minuto, prese una sua mano e se l’appoggiò al petto. Sciolse alcuni bottoni della sua camicia sotto lo sguardo incantato della donna.
Si fermò.
Come in trance, Shiori vide la sua mano muoversi indipendente sulla sua pelle scura e liscia. Sentì i muscoli tendersi e l’uomo sospirare pesantemente. Forte di quella reazione, abbassò il capo sul suo collo ed infilò l’intera mano nella sua camicia, saggiando la sua pelle, esplorando il suo petto, beandosi di quei contatti.
Il giornalista l’osservava: sembrava un’esploratrice in una terra sconosciuta e ne rimase incantato. Le pose le mani sui fianchi e la lasciò libera di fare ciò che più le andava. Ogni tanto faceva scorrere una mano lungo la sua schiena, come a manifestarle la sua approvazione, ma nulla di più. Capì che Shiori iniziava a prendere confidenza con quella nuova situazione perché fece scorrere le mani sulle sue spalle, abbassandogli la camicia. Iniziò anche a baciarlo appassionatamente.
Aki decise che era tornato il momento di riprendere in mano la situazione: le posò una mano sulla nuca e la tirò a sé riprendendo a baciarla. Pur sapendo di poter diventare pazzo di desiderio, portò comunque le dita a sfilare i bottoncini della camicetta di seta della donna che, presa com’era da quelle nuove sensazioni, non oppose alcuna resistenza.
Fece scorrere una mano sulla pelle candida osservandone il contrasto con la propria: sembravano l’ombra e la luce che si incontravano; la notte e la sua luna. Sentì un piccolo gemito sospirato a quelle nuove carezze. Indossava un reggiseno di pizzo che adornava in modo seducente i suoi seni.
“Quanto sei bella!” – sospirò sulla sua pelle, prima di baciarla.
“Aki!” – quasi gridò Shiori, cingendolo al collo con entrambe le braccia.
“Non aver paura!” – la rassicurò – “Non succederà nulla che tu non voglia, stanotte!”
“Come se potessi non volere qualcosa stasera…” – gli rispose, completamente dominata dai suoi sentimenti appassionati.
Aki si risolse dolorosamente a fermarsi.
Se fossero andati avanti per quella via, Shiori non gli avrebbe mai rifiutato nulla. Doveva darle la possibilità di riflettere prima, perché non avrebbe tollerato ripensamenti e pentimenti tardivi… Ci sarebbe stato tempo.
La baciò lentamente mentre le chiudeva i bottoni.
Sentiva il suo sguardo attonito e preoccupato su di sé.
“Non hai fatto nulla che non vada, ma non voglio che tu ti penta domani mattina perciò, per questa notte, ci interromperemo qui!”
“Non sono una bambina!” – protestò lei.
“Pensi che non lo sappia?!” – chiese stranito l’uomo, aggredendole ancora una volta le labbra – “Mi stavi facendo impazzire! So bene che non mi sarei fermato e non sarebbe stato giusto nei tuoi confronti. Devi avere la possibilità di scegliere e… visto che non ti sposi più tra cinque giorni, di tempo ne abbiamo!” – cercò di convincerla.
Shiori appoggiò una mano sul suo petto e sentì i battiti furiosi del cuore: aveva detto il vero. Doveva aver dato fondo alla sua forza di volontà per bloccarsi.
Gli sorrise e gli rese il favore di rivestirlo. Si salutarono come amanti desiderosi di rimanere uniti. Sapevano che, con ogni probabilità, non avrebbero potuto rivedersi prima della cerimonia.

La mattina successiva Shiori era raggiante e suo nonno avrebbe dovuto essere cieco per non avvedersene.
“Sicché, il signor Mikami ti piace, non è vero?” – chiese con indifferenza il vecchio Takamiya che continuava a covare molta apprensione: erano passate poche settimane dalla dolorosa vicenda che l’aveva vista protagonista e tutto avrebbe desiderato tranne un altro crollo.
La guardava di sottecchi, scrutando ogni espressione che compariva sul bel viso della nipote: vi scorse imbarazzo, gioia e… era arrossita per caso?
“Sì, nonno! Mi piace. Spero che tu non abbia nulla in contrario!”
“Non ho nulla in contrario solo se lui tiene a te allo stesso modo. E’ così?”
“Ho ragione di credere che sia così, nonno caro.” – gli rispose compunta.
Il vecchio l’osservò nel suo completo da giorno bianco e verde pastello. Sembrava sicura di quanto diceva, ma il suo cuore tremava comunque per l’ansia.
“Mia cara, prego per te che sia come dici…”
“Nonno, ho imparato la lezione.” – concluse, riprendendo la colazione.
Passarono alcuni minuti senza che nessuno dei due dicesse nulla.
“Nonno, domenica organizzerò il primo evento della mia agenzia. Vuoi venire?” – gli chiese.
Certo avrebbe voluto, ma come poteva presentarsi senza invito?!
“Ma come farai per l’invito?” – chiese infatti.
“Non ti preoccupare di questo. Masumi mi ha pregato di assicurarmi che tu sia presente.”
“Masumi? E’ per lui che stai lavorando? Cosa mai può aver organizzato il giorno del vostro mancato matrimonio?”
Con una risata furba, Shiori glielo disse sapendo di stupirlo.
“Sarà il giorno del suo matrimonio e della sua vendetta nei confronti di suo padre.”
“Matrimonio? Vendetta? Ma di cosa stai parlando?” – chiese stupito, ma non ostile.
“Nonno caro, ti fidi di me?”
“Certamente!” – rispose con orgoglio.
“Allora vieni anche tu e ti assicuro che ti divertirai!”
“E sia…” – capitolò, non del tutto tranquillo.
Chissà cosa s’era mai inventato quel benedetto ragazzo. Pur nella sua età avanzata, sentiva nascere in sé la curiosità.

Sakurakoji, nuovo Isshin, ricevette l’invito da parte di Masumi Hayami e quasi lo buttò via. Cosa mai poteva importargliene se quell’uomo si sposava?! E soprattutto, come poteva farlo dopo che aveva tanto illuso Maya? Non riusciva a conciliare l’immagine dei due al ballo con quella partecipazione.
Fu durante quelle riflessioni che ricevette la chiamata di Maya che lo pregava di partecipare.
E allora comprese. Rileggendo l’invito, notò l’assenza del nome della sposa. Con un fuggevole sorriso le chiese se poteva portare anche Sayuri. Sentì la sua partner di scena acconsentire con entusiasmo e si salutarono.
Il giorno successivo chiamò Sayuri: voleva parlarle e passare del tempo insieme a lei. Quella mattina avrebbe finalmente tolto l’ingessatura e sentiva il bisogno di camminare al suo fianco. Sapeva che la sua andatura non sarebbe stata sciolta come prima dell’incidente, ma almeno avrebbe potuto abbandonare le stampelle.
La visita di controllo andò meglio del previsto: le ossa erano ben rinsaldate e, visto che non si era adagiato sugli allori ed aveva tenuto allenato il resto della muscolatura, il periodo riabilitativo sarebbe stato limitato.
Pranzò velocemente e si diresse ansioso da lei.
Dopo la serata della premiazione non l’aveva più incontrata e la sua immagine lo perseguitava: la sua alta figura longilinea, i suoi neri capelli, i suoi occhi scuri e vivaci, la sua pelle ambrata che aveva solo potuto sfiorare prendendola per mano.
Avesse potuto togliere l’ingessatura qualche giorno prima, avrebbe potuto ballare con lei, tenerla stretta, abbracciarla e sfiorarla. Invece si era dovuto limitare a quei brevi contatti.
Suonò alla sua porta e dopo qualche secondo venne ad aprirgli sua madre, come la prima volta. Lo salutò calorosamente, con il solito entusiasmo.
Era incredibile come i suoi modi briosi la facessero apparire ancora una ragazzina: sembrava un’inguaribile ottimista, una donna che ancora la vita non aveva piegato.
Con questi pensieri si fece accompagnare nel soggiorno dove Sayuri l’attendeva.
“Ciao! Come è andata in ospedale?” – gli chiese subito sollecita, andandogli incontro.
“Bene. Devo fare un po’ di riabilitazione, ma tutto sommato le gambe sono a posto…” – si accomodarono vicini sul piccolo divano.
Il ragazzo notò come le loro gambe quasi si sfiorassero. Fosse stato più intraprendente avrebbe almeno allungato una mano per trarla a sé. Prendeva in giro Maya per la sua timidezza fuori dal palcoscenico, ma anche lui non era da meno, ora che si stava innamorando sul serio.
Come leggendogli nel pensiero, Sayuri lo stupì facendosi più vicina. Con quell’invito, non fu difficile abbracciarla. Finalmente.
“Non vedo l’ora di portarti fuori!” – si lasciò sfuggire.
“Cosa te lo impedisce?” – lo provocò.
“Beh… siamo in anticipo. Forse non vuoi ancora…”
La vide ridere, di quella sua risata che gli alleggeriva il cuore.
“Sciocco…” – scherzò – “Lasciami cinque minuti per cambiarmi ed andiamo!”
“Davvero?” – chiese incredulo.
“Certo!”
Rimasto solo, il giovane si concentrò sull’impronta di calore che ancora permaneva sul suo corpo: era una bella sensazione, gli dava tranquillità e gli riscaldava l’animo.
Si disse che era stato fortunato ad incontrarla e quasi rise al pensiero che tutto era nato dal rifiuto di Maya. Probabilmente avrebbe dovuto ringraziarla prima o poi.
“Cosa c’è di tanto divertente sul soffitto del soggiorno?” – la voce della ragazza lo riscosse dai suoi pensieri.
“Sorridevo per uno scherzo del destino…”
“Non è stato un tiro mancino, vero?”
“No, non lo è stato. Tutto il contrario.” – e, uscendo in strada, finalmente trovò il coraggio di porle un braccio sulle spalle coperte dal giubbino in pelle.
I loro occhi si incrociarono per qualche secondo per poi rivolgersi al marciapiede affollato. Camminarono stretti in quel modo per alcuni isolati, silenziosi, fino a che non raggiunsero un piccolo parco.
“Qui venivo a giocare con la mamma quando ero piccola. Poi ci giocai con i miei compagni di scuola. Ora ci vengo quando ho bisogno di star sola…” – la sua voce era stranamente pacata, come segnata da un velo di malinconia.
“Grazie.”
“Di cosa?” – gli chiese stupita.
“Di avermi portato con te…”
“Grazie a te di aver compreso… volevo fartelo vedere. Sai… io e la mamma siamo sempre state sole. Mio padre è morto che non ero ancora nata. Per potermi assicurare un futuro stabile la mamma ha fatto anche due lavori e, nonostante tutto, non mi ha mai trascurata. Tuttavia, a volte, non riuscivo a capirlo: è difficile per una bambina piccola comprendere perché la propria madre non può stare sempre insieme a lei. Allora venivo qui e mi sfogavo. All’uscita da lavoro, la mamma veniva a ripescarmi, certa di trovarmi.” – si erano accomodati su una panchina, sotto i rami spogli di un ciliegio.
“Non deve aver avuto una vita facile…”
“No! Per niente. Ha fatto molti sacrifici, si è privata di molte cose per me. E io non capivo perché dovevo avere solo la mamma e non anche un papà come tutti i miei amici. Chissà quante volte avrà pianto in quel periodo!” – Sakurakoji era felice che si stesse aprendo tanto. Finalmente poteva leggere nel suo cuore e quello che vide lo legò indissolubilmente a lei.
“E’ una donna molto forte. Nonostante quello che ha passato è felice. Tu le somigli… e penso sia questa la fonte della sua gioia.” – stavolta non ebbe timore. L’abbracciò stretta al suo petto, mentre piccoli movimenti iniziarono a scuoterle le spalle.
Yuu non disse più niente lasciandola sfogare: non era tristezza quella che buttava fuori. Forse erano solo le lacrime che non aveva ancora pianto, che sua madre aveva arginato.
Passarono dei momenti di silenzio, che nessuno dei due trovava il coraggio di infrangere.
“Grazie…” – disse Sayuri in un soffio, avvicinandosi a lui.
Sakurakoji la strinse: sembrava talmente fragile in quel momento.

Sayuri era incredula. Era riuscita a raccontargli tutto senza temere il suo giudizio. Alla fine aveva anche pianto. Non ricordava quanto tempo fosse passato dal suo ultimo sfogo. Ricordava solo che una volta aveva visto il dolore che le sue lacrime accendevano sul volto di sua madre: da quel giorno aveva iniziato a sorridere, sempre.
Il calore del suo petto era confortante, vicino, accogliente. Era felice. Non sapeva se Yuu fosse della sua stessa opinione, ma era consapevole che una parte di sé, forse la più fragile, già gli apparteneva.
Il ragazzo era rimasto in un rispettoso silenzio. Non l’aveva interrotta se non per manifestare la sua vicinanza. Aveva visto giusto: aveva il cuore gentile.
Si allontanò leggermente, restando comunque tra le sue braccia. Alzò lo sguardo sul suo volto e lo vide concentrato sulle nuvole del cielo. Chissà a cosa stava pensando. Sembrava talmente lontano.
Con una mano gli sfiorò una guancia, richiamandolo a sé.
“A cosa pensi?”
Yuu abbassò i suoi dolci occhi.
“Sarei scontato se rispondessi che pensavo a te?”
“Tutto considerato? Direi di no!” – no, non era scontato. Pur sapendo che si era messo il cuore in pace, avere nuove conferme sul fatto che il suo primo amore fosse ormai solo un ricordo era un sollievo.
“Voglio renderti felice!” – spalancò gli occhi. Aveva veramente sentito quello che credeva?
“Non voglio promesse… non è per questo che ti ho raccontato tutto.” – i ‘per sempre’, aveva imparato, non esistevano.
“Non te ne farò… e non è per quello che mi hai raccontato. Ma voglio essere con te, se tu me lo permetterai!” – vide il suo viso avvicinarsi. Le sue morbide labbra sfiorarono la sua fronte, mentre un braccio tornava a circondarle la spalla.
“Voglio poterti osservare mentre ti svegli al mattino e poterti abbracciare quando rientri a casa la sera. Voglio poter vivere con te!” – le parole furono scandite da baci leggeri sul suo viso.
Sayuri era immobile. Era veramente possibile un tale attaccamento da parte del ragazzo? Il suo cuore sembrava voler esultare ma una leggera morsa lo bloccava.
“Ma… ne sei sicuro? Voglio dire… mi conosci poco…”
“Ne sono sicuro quanto basta! Sei stupenda. Solare e fragile; sicura di te e gentile; intraprendente e sbarazzina. Sei per me! E ti aspetterò… tutto il tempo che vorrai!”
Dopo una richiesta tanto appassionata, come avrebbe potuto farlo aspettare?
“Non credo sarà necessario.” – gli disse, avvicinando le sue labbra succose a quelle sottili del ragazzo.
Fu un bacio diverso da quelli che si erano scambiati fino ad allora: non più un semplice tocco di labbra, ma una languida e lunga carezza, un tocco intimo, un incontro di respiri.
Sayuri si sentì trarre vicino, si inginocchiò sulla panchina legando le mani dietro al sua nuca. Le braccia di lui le circondarono la schiena sottile.
Era quasi pieno inverno ormai, eppure non aveva freddo! Sentiva le gote infuocate e i suoi respiri si trasformavano in piccole nuvolette di vapore.
Lentamente le loro bocche si chetarono, lasciando che la loro fronte si sfiorasse. Poterlo guardare negli occhi senza barriere era… bello. Senza più incertezze. Senza più dubbi. La vita le aveva insegnato duramente che nulla è per sempre, ma forse avrebbe potuto sperare, se non altro, di avere al fianco per qualche tempo una persona sincera e amorevole.
Era scesa la sera. Abbandonarono il parco e si diressero verso un piccolo ristorantino nelle vicinanze: un bel piatto caldo era quello che ci voleva.
Trascorsero la serata raccontandosi le loro vite: erano giovani, ma già avevano il proprio bagaglio di esperienze. Condividendo i loro ricordi, ebbero l’impressione di prepararsi a viverne insieme di nuovi.
Prima di salutarsi, Yuu le chiese se volesse accompagnarlo ad un matrimonio quella domenica.
“Un matrimonio? E chi si sposa?” – gli chiese, ignara.
“Penso Maya. Ma non ho la certezza assoluta.” – sorrise, raccontandole la telefonata.
Si salutarono con un altro bacio.

Finalmente! Finalmente aveva trovato il coraggio di baciarla ed abbracciarla come meritava. Inoltre le aveva detto cosa sentiva… forse non era una dichiarazione tradizionale, ma sperava che la giovane avesse comunque compreso.
Sakurakoji si ritirò in casa, si preparò per la notte e si addormentò sperando di sognare di lei, dei suoi capelli, dei suoi occhi, delle sue labbra.
view post Posted: 30/1/2013, 18:04 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Maaa Hector non lo penserà veramente? Si è 'fumato' qualcosa, dì la verità!
Dopo tutta la rabbia che Laura gli ha gettato addosso, lui si sofferma su cosa? Su un velato accenno al matrimonio suo e di Erminia, concludendo che è gelosa.
Ti prego, fagli passare le forche caudine e fagli incontrare presto la sua anima affine! Rinsaviscilo!
view post Posted: 29/1/2013, 11:55 PROMESSA D'AMORE ETERNO - Fanfictions
Ero rimasta indietro di qualche capitolo! Quante emozioni mi hai fatto vivere! E bellissima è stata anche l'idea dell'anello e del suo significato.
Grazie, grazie, grazie!
view post Posted: 24/1/2013, 13:33 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Eccomi di nuovo, ... Perdonami Laura, non ti ho abbandonata, ma ho dovuto e recuperare tutti i capitoli di questa settimana. E che capitoli!
La morte di Masumi è stata un colpo al cuore, ma quando ho sentito le voci che sentiva anche Laura ho capito: anch'io condivido la paura per la felicità.
Sei stata talmente brava da aver seminato per il futuro:
Chi era il volto familiare che Masumi ha visto prima di morire? È lui/lei l'assassino/a? Credo che Marcus abbia ricevuto il suo cuore e questo me lo fa essere vicino a Laura in futuro. Siccome però hai avvisato che non c'è niente di scontato, non lo do per certo.

Mi preoccupa Eriko, lasciata sola in camera con la convinzione di non essere desiderata da nessuno: mi sento di dar ragione ad Hector. David dovrebbe essere più chiaro.
Sono mancata, è vero, ma ora ti ho fatto tutto un commentone lunghissimo.
Ti faccio perdere tempo!
Grazie! E sta tranquilla, continuerò a leggerti!
view post Posted: 17/1/2013, 20:13 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Ahhh che cattiva scrittora! Ma tu sai che puoi farci soffrire come vuoi! Ti aspettiamo sempre!
view post Posted: 14/1/2013, 17:39 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Ed ecco spiegati i problemi di cuore di David: ma chi avrà raccontato cosa?

Normale piuttosto che Shizuka si senta rattristata dal fatto che Miro sembri voler cambiare pagina: sono stati insieme per vent'anni!
view post Posted: 10/1/2013, 18:13 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Gnooooooo mandi in crisi anche la nuova coppia d'oro...
A parte lo sfogo, Hector sembra molto maturato (e qui mi riallaccio a Miro, che invece si manifesta il solito bimbo egocentrico.)
Aspetto con ansia il prossimo capitolo!
view post Posted: 9/1/2013, 00:46 PROMESSA D'AMORE ETERNO - Fanfictions
Che dire? Sarò ripetitiva, ma quando si tratta dei tuoi scritti non trovo molti aggettivi che si adeguano alla poesia che sai esprimere...
Shiori ha fatto la fine che si meritava e Masumi è tornato ad essere brevemente un affarista senza scrupoli.
view post Posted: 8/1/2013, 12:34 Incontri - Fanfictions
Eccomi di nuovo... Fulvia mi spiace aver ritardato tanto nel postare questo capitolo... purtroppo sono un po' "rallentata" e assente in questo periodo... ma vi penso sempre.
Siamo quasi giunti alla conclusione... non penso che manchi molto ormai.

Vi lascio alla lettura.

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CAPITOLO 31
Quel martedì mattina, Shiori se ne stava in giardino a prendere un po' di sole autunnale ed osservava le foglie cadere al suolo volteggiando. Si era sempre chiesta se fossero veramente morte: con i loro colori infuocati davano più l'impressione di essere piccole fiamme danzanti che foglie ormai giunte alla fine del loro ciclo vitale.
Era persa in quei pensieri quando la cameriera la chiamò annunciandole che c'era il signor Masumi in linea che desiderava parlare con lei. Solo un motivo poteva esserci per distrarre la sua attenzione da Maya. Si ravviò una corta ciocca di capelli neri dietro l’orecchio e si incamminò verso la villa.
“Spero tu mi porti buone notizie!” – esordì allegramente.
“Ottime!” – fece Masumi dall’altra parte – “Puoi iniziare ad organizzare tutto per domenica. Sarà un lavoraccio, ma dopo questo avrai l’attività assicurata per parecchi anni!”
“Non ti preoccupare” – rise – “Il nome ‘Takamiya’ apre molte porte!”
“Lo so bene… non sai che testa mi fece mio padre…” – sputò fuori.
“A tal proposito, come mi devo regolare?” – gli chiese.
“Gli manderai una partecipazione con i nostri nomi, in modo che non sospetti nulla, ma venga semplicemente a conoscenza del cambiamento della location.”
“Invece le altre? A chi le devo mandare?”
Masumi le dettò il testo e le indicò a chi inviarle: prevalentemente amici di Maya, la sua compagnia, la sua maestra, qualche rappresentante del mondo dello spettacolo e nessun addetto stampa, tranne ovviamente Mikami.
“Per gli abiti?” – chiese ancora la donna.
“Farò venire Mitsuki con alcuni sarti della Daito. Per gli addobbi…”
“Rose scarlatte.”
“… e bianche.”
“Nel pomeriggio fisserò un appuntamento con Aki. E’ troppo curioso per poterlo tenere ancora sulle spine…”
Sentì Masumi ridere con sufficienza.
“E’ solo per questo, naturalmente.”
“Naturalmente!”
Si salutarono, dandosi appuntamento telefonico per il giovedì.
Shiori chiamò subito il giornalista.
“Buongiorno…” – la salutò con voce vellutata.
“Ciao, è giunta l’ora.” – gli disse, sottintendendo che capisse.
“Di farti mia?” – le chiese spudoratamente.
“Noo! Dello scoop che ti avevo promesso giorni addietro!” – accidenti a lui ed al suo modo strambo di corteggiarla. Arrossì d’imbarazzo e di piacere – “Quando ci vediamo?”
“Quando vuoi, Shiori. Dimmelo tu!” – e insisteva pure! No… forse era lei che avvertiva la seduzione anche dove non ve n’era traccia.
“Stasera?” – propose.
“Va benissimo. A casa tua?” – ebbe la conferma: era proprio sfacciato! Ma le piaceva, da morire.
“Vieni a cena?”
“Siamo già alla presentazione ufficiale? Perché no!” – Shiori sorvolò e confermò la cena.

Saeko Mitsuki stava lavorando alacremente cercando di sopperire all’assenza del Presidente quando ricevette una chiamata proprio dal suo superiore.
“Venga alla villa di Izu con il miglior sarto della Daito!” – le ordinò solo.
“Quando?” – chiese, per una volta a corto di idee.
“Immediatamente! Si inventi qualsiasi cosa e venga. Faccia in modo di essere qui il prima possibile!”
“Ma signore… è successo qualcosa di grave?”
“Grave? No, non direi. Mi sposo domenica, semplicemente. E non posso sposarmi senza un abito, come anche la mia promessa qui di fianco!” – a quelle parole Mitsuki riattaccò, salto dalla sedia e chiamò il signor Matsuo convocandolo nel suo ufficio. Partirono subito dopo avergli spiegato la situazione.
Sarebbero stati giorni impegnativi.

Masumi si stava divertendo un mondo. Non avrebbe mai pensato che sposarsi potesse essere tanto divertente, soprattutto se considerava la depressione che lo aveva còlto ogni volta che aveva pensato ai preparativi dell’altro suo matrimonio.
Maya l’osservava stupita: vederlo tanto entusiasta la rendeva felice ed era difficile conciliare quel Masumi con l’affarista che conosceva.
“Vieni qui! Tocca a te, ora!”
“A me? E cosa dovrei fare?” – chiese curiosa.
“Chiamerai i tuoi invitati, pregandoli di partecipare al mio matrimonio. Nella partecipazione che riceveranno non ci sarà il nome della sposa, quindi pensaranno che mi sposi ancora con Shiori e potrebbero fregarsene. Tu li chiamerai assicurandoti che siano presenti!”
“Sei… sei… il solito!”
“Amore?”
“Dittatore!” – ma prese comunque il telefono facendo il suo giro di chiamate.
Chiaramente gli unici che non fu difficile convincere furono Kuronuma, Sakurakoji e la signora Tsukikage. Sakurakoji addirittura le chiese se poteva portare Sayuri. Maya assentì contenta. Gli altri sembrarono stupiti: cosa mai poteva c’entrare Maya con il matrimonio dell’odiato Masumi Hayami?! L’unica a non mostrarsi contrariata fu Rei, che le chiese solo come stava.

Nel pomeriggio giunse una signorina Mitsuki evidentemente molto soddisfatta del compito che le era stato assegnato. Finalmente avrebbe potuto occuparsi del matrimonio del suo capo: quello giusto. Confabulò con Masumi sotto lo sguardo sospettoso di Maya che, nel frattempo, stava discutendo con il sarto a proposito delle fattezze e del tessuto dell’abito.
Come da tradizione, lo sposo non l’avrebbe visto fino al giorno fissato, ma nessuna superstizione gli avrebbe impedito di assistere alla presa delle misure.
Aveva dato disposizioni a Mitsuki di acquistare le fedi e l’anello di fidanzamento. Inoltre l’aveva avvisata di rendersi disponibile ad un’eventuale intervista con Aki Mikami che sarebbe stato l’unico giornalista ammesso alla cerimonia. Le spiegò che la sua funzione sarebbe stata presentare l’evento nella giusta prospettiva, ponendo l’accento sulla romantica storia del donatore di rose che ama la bella da lontano temendone il rifiuto, sul matrimonio combinato cui Eisuke Hayami stava costringendo lui e Shiori, sulla ribellione dei due (salvando quindi l’orgoglio della famiglia Takamiya) e sul finale coronamento del sogno d’amore tra Maya e Masumi.
“Shiori potrebbe aver bisogno di informazioni: per questo potrebbe mandarlo da lei!”
“La signorina Takamiya è molto cambiata, non è così?”
“Sì, signorina. Shiori è maturata. Ha preso in mano la sua vita e… se non erro… sta avendo il premio per il suo coraggio.”
Mitsuki lo guardò interrogativamente, ma con una risata ironica l’uomo evitò di rispondere. Per una volta sapeva qualcosa in anticipo rispetto alla sua segretaria e si sarebbe tenuto ben stretto la notizia.

Eisuke Hayami ricevette soddisfatto la partecipazione del matrimonio di suo figlio. Il vecchio Takamiya gli aveva spiegato che Shiori aveva voluto modificare il luogo della cerimonia e del ricevimento all’ultimo istante, pertanto quel nuovo invito serviva ad aggiornarlo.
Certo del suo successo, considerando anche il clima disteso che si respirava tra i due fidanzati durante la rappresentazione dimostrativa, non si fece venire nemmeno il dubbio che qualcosa potesse non tornare.
Era entusiasta per tutto: tutto si stava realizzando. Perfino quella ragazzina che aveva vinto la competizione non sembrava più tanto ostile nei confronti di Masumi e ciò avrebbe potuto facilitare il tanto sospirato possesso dei diritti di rappresentazione della Dea Scarlatta.
Quanto poteva essere lontano dalla realtà?!
Chiuso nel suo autocompiacimento, non si rendeva conto che tutto gli si stava sfaldando intorno.
Suo figlio non era più tale.
La fusione con l’impero dei Takamiya non sarebbe mai avvenuta.
I diritti di rappresentazione della Dea Scarlatta non sarebbero mai stati suoi.
I suoi ultimi anni sarebbero trascorsi malamente nel rancore verso il prossimo perché non avrebbe mai ammesso i suoi errori né si sarebbe mai reso conto di averne commessi.

Chi invece si preparava a vivere una vita priva di rimorsi e di rimpianti era proprio la sua mancata nuora.
Stava attendendo l’arrivo di Aki con trepidazione, sapendo che quella sera sarebbe stata fondamentale: avere l’approvazione di suo nonno non era prioritario, certo, ma avrebbe sicuramente aiutato.
Il vecchio Takamiya aveva inarcato le sopracciglia e socchiuso la bocca per lo stupore quando la nipote lo aveva informato di aver invitato un uomo a cena. Non aveva fatto commenti, ma avrebbe sicuramente atteso l’evento con ansia, curioso di conoscere colui che l’aveva interessata dopo quella prima disastrosa esperienza.
Aki arrivò alla villa che non erano ancora le otto, puntuale per un aperitivo.
Shiori lo presentò a suo nonno e fece in modo di portare la conversazione su argomenti congeniali per entrambi. Li vide discutere animatamente per tutta la sera, lieta che sembrassero andare d’accordo.
Quando suo nonno si ritirò per la notte, rimasero soli nel salone.
Aki aveva ancora dello whisky nel bicchiere e lo stava sorseggiando, soddisfatto della piega che aveva preso la serata.
“Ho segnato parecchi punti stasera, vero?” – chiese.
Shiori lo guardò: non era elegante quanto la sera della premiazione in cui aveva indossato un bel completo nero, ma aveva comunque una figura distinta. I pantaloni scuri, una morbida camicia dai toni pastello, i capelli legati in una bassa coda. Quasi le spiaceva non poterci infilare le dita.
Arrossì e nascose il suo volto girandosi verso il tavolino di cristallo con la scusa di appoggiare il suo bicchiere.
“Penso di sì… credo che tu sia piaciuto al nonno ed è un bene!”
Aki le si avvicinò curioso.
“Come mai?” – chiese infatti, poco distante dalla sua schiena.
Shiori rispose fingendo una sicurezza che non provava.
“Perché se vuoi veramente corteggiarmi, come dici, non avere mio nonno come nemico ti sarà d’aiuto.”
“Se fosse stato scontento di me, non ti saresti fatta corteggiare forse?” – le domandò sempre più vicino. Sentiva la sua voce a breve distanza dal suo orecchio ed anche il suo corpo avvertiva il calore che emanava.
“No… gli sarei andata contro, ora. Ma mi sarebbe dispiaciuto perché mi è sempre stato vicino nei momenti difficili, anche recentemente.”
“Stai parlando della rottura del tuo fidanzamento con quell’uomo, vero?” – la sua voce aveva perso la carica sensuale per tornare ad essere quella del giornalista – “Ci ho riflettuto parecchio… non credo che tu sia stata molto d’accordo all’inizio… anche se il vostro rapporto era cordiale ma ‘distaccato’ non sembravi infelice al suo fianco” – voleva sapere.
Shiori si voltò e lo guardò decisa negli occhi.
“Vuoi partire dalla parte meno interessante e più sofferta della storia? E sia… ma non giudicare fino alla fine, capito?”
Lo vide accennare un assenso e si accomodò su una morbida poltrona, seguita dall’uomo che si sedette poco distante.
“Inizio dal fidanzamento: almeno per quanto mi riguarda avrai tutta la storia, anche i dettagli più sordidi, che naturalmente sto raccontando all’uomo, non al giornalista. Quest’intervista ha due fini” – si interruppe per riprendere fiato – “ il più importante è quello di far luce sull’evento che si svolgerà questa domenica e metterti nella prospettiva idonea per raccontarlo nei giusti toni poiché sarai l’unico giornalista ad essere presente e l’unico ad avere l’intuito e la sensibilità adatti per presentarlo al mondo; il secondo riguarda me. Voglio che tu mi conosca.”
“Ti ringrazio… anche per la fiducia.”
“Quando mi sono fidanzata con Masumi ero al settimo cielo.” – iniziò – “Era gentile con me, sempre cordiale, mi accontentava in ogni richiesta. Non ero mai stata con un uomo. Pensavo fosse magnifico. Sapeva sempre come comportarsi, era sempre attento. Ma… ad un certo punto iniziai a pensare che doveva mancare qualcosa. Come hai detto tu, il nostro rapporto era ‘cordiale’ come può esserlo tra due perfetti sconosciuti. Pensai che dipendesse dal fatto che tutto era stato deciso dai nostri parenti e mi dissi di essere paziente. A mano a mano che lo conoscevo, però, iniziai a comprendere. Aveva accettato il fidanzamento ma non era me che voleva. Capii che il suo cuore era occupato da un’altra donna.”
“Maya Kitajima.” – affermò stupefatto l’uomo.
“Sì, ma non è fondamentale ora, per la mia storia. Sappi che indagai, invasi i suoi spazi recandomi a casa sua quando non c’era. Feci cose che la mise in cattiva luce nei suoi confronti, cercando di farla passare per una disonesta, una ladra ed una malvagia. Pensa, nonostante i suoi sentimenti, Masumi era talmente convinto del suo odio da prendere le mie difese. Ancora non avevo capito che se anche l’avessi sposato, non sarei mai stata felice.” – vedeva Aki fissarla silenzioso. La confessione successiva sarebbe stata quella più difficile. – “Quando Masumi capì ciò di cui ero stata capace si rese conto, finalmente, che non potevamo sposarci.”
“Va’ avanti…” – la spronò, notando la sua titubanza.
“Non vado fiera di ciò che ho fatto, ma… non sono più come allora, per quanto sia passato ben poco tempo.” – ci tenne a precisare – “Tentai il suicidio e piombai nel male oscuro della depressione.”
Mikami assentì compunto. Gli era grata che non provasse compassione per lei. Le dava la forza di continuare.
“Fu in quel periodo che conobbi il vero Masumi. Fino a quel momento avevo conosciuto la maschera che aveva indossato e che pensava andasse bene per un uomo fidanzato: gentile, condiscendente, cordiale. Il vero Masumi mi spinse a reagire, ad aprire gli occhi. Si sentiva in colpa, perché sapeva di essere stato in parte responsabile del mio gesto, ma scosse me ed il nonno circa la vita che avevo condotto fino a quel momento. Non mi era mai stato rifiutato nulla e per quello non potevo sopportare che mi fosse rifiutato lui, come fosse stato un nuovo suppellettile o un nuovo servizio da tavola. Compresi infine che non ero mai stata nemmeno veramente innamorata di lui…” – lo guardò, notando sollievo nei suoi occhi scuri e, sorridendo, continuò – “… e che dovevo rivedere tutta la mia vita. Mi fu vicino. Mi ripresi ed acquisii nuova consapevolezza e nuova volontà. Fu in quel periodo che mi vedesti alla compagnia di Kuronuma: andai a scusarmi con Maya Kitajima per quanto le avevo fatto e per dirle che il mio fidanzamento era stato sciolto. Volevo che si rendesse conto che Masumi era un uomo libero, che smettesse di manifestare un odio che secondo me non provava. Infine ti incontrai.” – lo guardò di nuovo e nei suoi occhi vide… orgoglio?
Con un sorriso imbarazzato Shiori si giustificò: - “Questo per farti capire la donna con cui hai a che fare… se vuoi fuggire sei ancora in tempo!” – scherzò, timorosa della sua reazione.
“No, non credo che fuggirò! Finora mi ero chiesto come mai ti vedessi tanto diversa da come apparivi fino a poco tempo fa… ora ho capito. Non biasimarti! Avresti dovuto farlo se non avessi reagito come hai fatto e fossi rimasta vittima della depressione o peggio!”

“Ora, cambiando discorso ed andando a trattare il vero argomento della serata, ti chiedo: cosa sai del famoso ammiratore delle rose scarlatte di Maya Kitajima?”
Mikami era rimasto nella sua poltrona, le gambe accavallate, le mani intrecciate con i gomiti puntati sui braccioli. Era curioso di conoscere cosa sarebbe successo in quella fatidica domenica anche se stava ancora assimilando la storia della donna di cui si stava irrimediabilmente innamorando.
“So quello che sanno tutti.” – disse con un gesto indifferente della mano, seguendo i movimenti di Shiori che si alzava avvicinandosi al tavolino dei liquori per preparargli un altro whisky – “Un facoltoso appassionato di teatro, rimasto sempre nell’ombra, l’ha ammirata fin dalle sue prime interpretazioni inviandole omaggi floreali costituiti da rose scarlatte e, secondo le necessità della ragazza, le ha donato varie cose… pagandole anche gli studi.”
“Se ti dicessi” – iniziò la donna porgendogli il bicchiere – “che questo ammiratore è una persona vicina a lei… tu che ne penseresti?”
“Che è ben strano che non si sia mai mostrato!” – e sorseggiò lentamente il suo drink osservandola mentre accavallava nuovamente le lunghe gambe.
“Ma se Maya Kitajima avesse manifestato odio nei confronti di questa persona e questa persona ricoprisse un ruolo ‘delicato’ nel sistema del teatro, tutto avrebbe un senso, ti pare? Come può un fan aiutare qualcuno che non vuol essere aiutato perché odia colui che gli porge la mano?”
Aki non ci mise molto a mettere insieme tutti i pezzi.
“Mi stai dicendo che il famoso donatore di rose altri non è se non il temuto, odiato e spietato Masumi Hayami? E’ questo che vuoi farmi credere?”
Shiori assentì: “E’ la realtà dei fatti.”
Il giornalista si abbandonò sullo schienale della poltrona mimando un fischio: quello era veramente uno scoop e se era solo l’introduzione per l’evento a cui avrebbe partecipato, non osava immaginare che portata avrebbe rivestito.
“Perché?” – chiese.
“Penso che tutto derivi dalla posizione di Masumi come presidente della Daito Art Production e dall’ostilità che Maya ha sempre dimostrato nei suoi confronti. Penso che all’inizio fosse veramente solo ammirazione per il suo talento, anche perché era poco più di una bambina. Con il passare degli anni, però, ho l’impressione che per Masumi abbia iniziato a rappresentare anche uno stile di vita che lui non poteva condurre. Maya perseguiva con coraggio i suoi sogni, lo faceva con tenacia, mentre lui doveva sottostare agli ordini di un padre adottivo spietato che l’aveva trasformato. Alla fine non ha potuto fare altro che innamorarsene.”
“E si è rivelato…” – concluse l’uomo, dando voce a quella che sarebbe stata la conclusione più logica.
“Sarebbe stato semplice, ma Masumi non è un uomo semplice. Non l’ha fatto. Ha atteso che Maya l’apprezzasse per quello che era, non per la sua ombra. Ha atteso, rischiando che lei non si accorgesse mai del suo vero cuore. Spero che le abbia detto la verità in questi giorni…”
Mikami era veramente stupito: dietro gli occhi di ghiaccio che aveva incontrato, non vi era solo senso per gli affari, sarcasmo ed ironia, ma tutta una serie di sentimenti talmente profondi da spaventare. Una volta conosciuta la storia, non trovò difficile aderire al progetto: era facile immaginare come i giornali scandalistici, senza una versione ufficiale credibile, sarebbero andati a nozze con quella storia. Un produttore di successo che sostiene da anni una ragazzina tanto più giovane di lui, dietro la facciata del disprezzo reciproco. Poteva già immaginare i titoli.
“Ho capito la situazione.” – disse solo – “Cosa vuoi che faccia? Qual è questo evento?”
“Invece del matrimonio tra me e Masumi, si celebrerà il loro… e non è tutto!”
“Cos’altro può esserci ancora?” – come era capitato in quel vortice?!
“Masumi rinuncerà al suo cognome, riprendendo quello di sua madre. Domenica ne sarà data notizia.”
“Questo lo capisco bene. Eisuke Hayami è un uomo crudele. L’ho capito durante le mie ricerche. In conclusione, vuoi che scriva un pezzo mozzafiato che presenti la realtà dei fatti in modo che il grande pubblico sia dalla loro parte, così da evitare gli avvoltoi della stampa scandalistica!” – si alzò avvicinandosi a Shiori.
La donna si alzò a sua volta, guardandolo negli occhi.
“Esattamente! Sapevo che avresti compreso tutto!”
“Posso sperare di andare accompagnato con te al matrimonio?” – le chiese, prendendole una mano tra le sue e deponendovi un bacio. Era tutta la sera che voleva toccarla.
La vide sorridere in risposta.
“Sarai tu ad accompagnare me. E’ la mia agenzia che organizzerà il matrimonio!” – gli rivelò.
La tirò a sé abbracciandola.
“Non ti smentisci mai!” – le sussurrò – “Se sarai tu ad organizzarlo, tutti avranno la conferma del fatto che lo scioglimento del vostro fidanzamento è stato consensuale.”
“Anche… ma voglio farlo anche per ringraziare Masumi che mi ha permesso di vivere tutto questo.”
“Questo?” – chiese ammiccante.
Shiori alzò il volto e posò un bacio sulla sua guancia stranamente rasata.
“Questo.”
Aki la strinse ancor di più tra le braccia, strofinando nel contempo i visi in morbide carezze. Infine le loro labbra si incontrarono.
view post Posted: 8/1/2013, 10:05 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Non posso fare a meno di essere d'accordo con te... nonostante si sia reso conto degli errori commessi, Miro continua ad adottare mezzucci da liceale piuttosto che impegnarsi con Shizuka. Oltre al fatto, naturalmente, che pone più l'accento sul possesso che sull'amore che dichiara di provare.
Ugualmente Shizuka... sembra preferire Miro, ma più perché si sente in colpa nei suoi confronti che per amore appassionato, per quanto la sua vicinanza le provochi, come sempre, forti emozioni (ma è stato in lei, con lei e per lei per vent'anni, non poteva essere altrimenti!)
Ragazze scusate l'assenza protratta... ma sono più di due mesi che mi muovo on line solo tramite cellulare e non è il massimo (ne ha risentito anche Incontri... spero di riuscire a postare presto!... forse anche oggi...).
view post Posted: 4/1/2013, 18:26 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Non deludi mai! A volte penso di non potermi innamorare ancora di più della tua storia e dei tuoi personaggi, invece mi smentisci sempre!
Grazie!
view post Posted: 4/1/2013, 02:11 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Grazie Laura per gli auguri che ricambio con affetto e profonda stima.
Devo recuperare ancora due capitoli e sono rimasta indietro anche con i commenti.
Per quanto ho letto finora ho adorato la rivelazione a Dario. La complicità con la nonna e l'intesa con Fulvia.
Mi piace molto anche la coppia Kuros-Shizuka: non l'avrei mai detto, ma Miro ha esagerato troppo... Non può sempre sperare nel perdono. Capisco Shizuka: è normale che cerchi tranquillità e stabilità emotiva. Non si possono avere sedici anni in eterno.
view post Posted: 22/12/2012, 01:11 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Ommiodio! Sono spietata! Miro non mi ha rattristato! Non riesco a dimenticare quello che ha fatto, né dà segno di voler rimediare: sta sempre con la burrosa...
view post Posted: 20/12/2012, 18:57 Ritorno nella Valle II - Fanfictions
Ahh è meraviglioso come riesci ad intrecciare i destini di tante personalità così diverse! Sono sempre più estasiata!
view post Posted: 18/12/2012, 20:20 Susanna - Fanfictions
Si ma che c'entra? Qui si sta parlando di storie magnifiche con personaggi INVENTATI. Non c'entra la realtà politica o civile se non come possibile ambientazione.
Le opinioni sull'ipocrisia imperante non hanno posto in questa sezione. Credo.
Sono ospite, quindi se ho espresso malamente il mio pensiero o sono stata scortese in qualche modo me ne scuso e cancellatemi pure. Non voglio certo fomentare inutile spam.
Scusate ancora.
323 replies since 30/11/2010