| ||
CAPITOLO 34
“Sei pronta?” – la voce di Masumi era piena di aspettativa. La settimana che aveva trascorso con Maya era volata via in un lampo. Avevano passato attimi che gli sarebbero rimasti incisi nell’anima, momenti che fino a poche settimane prima non osava nemmeno sognare. “Come potrei non esserlo?” – gli rispose, con quel caldo sorriso che aveva imparato essere solo per lui. Stavano per lasciare la villa per tornare a Tokyo. Era giunta finalmente la domenica della verità. Non era ancora l’alba. Mitsuki e Shiori li stavano aspettando. Hijiri presiedeva al servizio d’ordine. Tutto era pronto. Salirono in auto e si diressero verso casa. Le mani unite, come da abitudine, con nel cuore la speranza che quello sarebbe stato un nuovo inizio. Hayami senior aveva fatto preparare dai domestici il suo più ricco kimono cerimoniale. Quel giorno sarebbe stato chiaro a tutto il bel mondo chi era il vero ‘imperatore’. Si congratulava con se stesso e con il suo acume: aveva giudicato il vecchio Takamiya un debole ed aveva indovinato. La fusione dei due patrimoni portava molti più vantaggi alle imprese Hayami che al gruppo Takamiya. Mancava solo il perfezionamento del contratto tramite il matrimonio tra suo figlio e la nipote del vecchio. Erano quasi le nove del mattino quando chiamò il suo cameriere personale per prepararsi. Si avviò verso la chiesa in modo da accogliere in tempo tutti gli ospiti. Inizialmente la cerimonia avrebbe dovuto svolgersi in un antico tempio shintoista. Non capiva come mai la sua futura nuora avesse alfine optato per quella piccola chiesa di periferia: sembrava così dozzinale, povera. L’edificio era intonacato di bianco e spiccava nel pallido sole invernale. Il sagrato era ornato con composizioni di rose bianche e scarlatte: una scelta curiosa visto l’odio che Shiori nutriva per quel fiore maledetto. Si avvicinò al portone sbirciando l’interno: la navata era illuminata da ricche vetrate colorate e le composizioni floreali proseguivano fino all’altare. Dovette attendere poco tempo prima che il consuocero lo raggiungesse. Si salutarono come fossero stati vecchi amici. Idiota! Rei, Mina e Sayaka si stavano preparando, entusiaste di poter partecipare all’evento dell’anno: si erano chieste il perché dell’insistenza di Maya, ma alla fine avevano rinunciato a darsi una risposta. Si erano solo concentrate sui preparativi: le prove per le acconciature ed il trucco; l’acquisto degli abiti adatti e, naturalmente, i pettegolezzi su dove fosse andata Maya in quella settimana. Rei aveva mantenuto fede alla promessa, ma anche per questo si arrovellava la mente come e più delle altre due: non riusciva proprio ad immaginare con ‘chi’ fosse andata. Chiamarono un taxi e si fecero portare alla chiesa indicata nella partecipazione: che strano posto aveva scelto la rampolla dell’impero Takamiya per coronare il suo sogno. Era una piccola chiesa non tanto distante dal loro quartiere. A volte ci passavano davanti. Era semplice e graziosa, certo, ma non si addiceva al lustro della buona società. Quando aveva ricevuto la telefonata di Maya circa il matrimonio di Masumi, per un attimo Chigusa Tsukikage era rimasta interdetta. Pensava di aver capito il segreto che la sua protetta nascondeva, invece il matrimonio dell’uomo con l’ereditiera era confermato. Questo aveva creduto finché non aveva ricevuto la partecipazione in cui il nome della sposa era assente. Chiamò Genzo e con una risata gli ordinò di fare tutti i preparativi necessari perché sarebbero andati al matrimonio di Masumi Hayami. “Il signor Hayami?” – chiese l’uomo, non comprendendo come mai la signora volesse assistere alla cerimonia. “Sì, Genzo! Te lo assicuro, ne vedremo delle belle!” Aveva indovinato: quell’uomo aveva trovato veramente la sua dea e avrebbe anche fatto in modo di vendicarsi di suo padre. Per niente al mondo si sarebbe persa la disfatta del generale millepiedi. Giunti alla domenica, con l’auto del presidente dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo, si fecero accompagnare alla chiesa. La vista del piccolo edificio non fu che un’ulteriore conferma: Shiori Takamiya non si sarebbe mai sposata in un luogo simile. Adocchiò le sue allieve in un angolo della piazza ancora semi-deserta. Sul sagrato erano fermi Eisuke Hayami e Yeyasu Takamiya. La figura di quest’ultimo le pose qualche dubbio. Che si fosse sbagliata?! Ormai mancava poco… non avrebbe dovuto attendere molto per soddisfare ogni interrogativo. Il vecchio ‘imperatore’ pregustava la disfatta del suo ex-amico. Lo assecondava in ogni commento o lamentela, lo sosteneva nelle sue ciniche tesi e intanto pensava alla sua faccia quando avrebbe realizzato che il matrimonio che aspettava e la successiva fusione delle due aziende non avrebbero mai avuto luogo. Shiori era stata chiara: doveva distrarlo il più possibile dagli invitati. Eisuke non era uno stupido: aveva notato che mancava tutta l’alta società, mentre erano presenti soggetti del mondo dello spettacolo del tutto ininfluenti. Quando gliene chiese la ragione, l’uomo fu pronto nel rispondere che era stato il volere di sua nipote: Shiori aveva optato per una cerimonia riservata, con invitati che fossero vicini a Masumi nel suo lavoro alla Daito. Il generale si lasciò andare ad una risata cattiva. “Mio figlio è proprio il mio degno erede! Sfruttare il suo matrimonio per accaparrarsi i diritti della Dea Scarlatta!” – lo sguardo catturato dalla donna che mai gli aveva ceduto. “Già.” – gli aveva risposto sardonicamente. Come era successo che non si fosse mai reso conto del caratteraccio con cui aveva a che fare? La risposta era dura da digerire: prima del tracollo di Shiori, gli era affine. Solo la crisi di sua nipote ed il successivo intervento di Masumi avevano contribuito a fargli affrontare i suoi errori. Notò l’arrivo del giornalista che corteggiava la sua bambina: Aki Mikami. Era giusto che fosse presente, altrimenti i giornali si sarebbero fiondati sull’evento come degli avvoltoi su una carcassa. Aki arrivò alla chiesa quasi un’ora prima dell’inizio della cerimonia. Camminando ai lati della piazza sfilò verso la porta laterale della sagrestia, adocchiando i capostipiti delle due famiglie. Voleva vedere Shiori e sapeva dove trovarla. Entrato nella piccola stanza la sorprese a parlare con il vecchio parroco. Gli stava dicendo di non farsi intimorire da eventuali escandescenze nella famiglia dello sposo: il matrimonio civile era stato registrato quella mattina. Il sacerdote inarcò le folte sopracciglia cespugliose e la guardò con occhi liquidi e curiosi. Non chiese spiegazioni: alla sua età doveva aver esaudito talmente tante eccentriche richieste da non stupirsi più di tanto… di nulla. Il giornalista interruppe la conversazione con un lieve colpo di tosse. Vide la schiena della donna irrigidirsi. La vide voltarsi lentamente ed osservarlo con dolcezza. “Padre, le presento il signor Mikami Aki. Sarà l’unico addetto stampa della cerimonia!” “Lieto di conoscerla! Ho seguito spesso i suoi reportage dalle zone disastrate del pianeta. Ora che è tornato in patria si dedica alla buona società?” – era veramente stupito. “No, padre. E’ solo un favore che faccio ad una coppia di amici!” “Bene, bene.” – e li abbandonò, andando a ricontrollare la disposizione della cappella. “Una coppia di amici?” – gli chiese la donna, avvicinandosi. “Oh, beh… si sarebbe forse scandalizzato se gli avessi detto che lo faccio per la donna che amo.” – le poggiò le mani sui fianchi e la trasse vicina. Osservò i suoi occhi farsi più languidi per quella prima dichiarazione. La baciò piano, godendo delle sue risposte. Lentamente approfondì il contatto, ritrovando una sintonia mai persa. Le aveva detto che l’amava. Rispose al suo bacio ancora troppo stupefatta per pensare. Un uomo forte ed indipendente come Aki che ammetteva di amarla. La sua voce, le sue parole la sconvolsero nel profondo. Il cuore le tremò. Sollevò le mani ed intrecciò le dita sulla sua nuca, infilandole nei lunghi capelli neri. Si lasciò invadere le narici dal suo profumo. Le era mancato in quei pochi giorni. Si dovettero separare dopo pochi minuti. “Fra un po’ dovrebbe arrivare Masumi…” “Hai preparato tutto. Sei stata brava.” – la sostenne. “Il problema sarà Eisuke.” “Ah, tranquilla. Ho visto tuo nonno che lo stava tenendo a bada per ora. Vedrai che quando ci sarà la cerimonia non farà tante scenate. Conosco i tipi come lui. Badano troppo alle apparenze!” “Ero così anch’io.” – si rammaricò. “Ma ora non lo sei più, quindi non ho nulla di cui preoccuparmi. Giusto?” Assentendo lo accompagnò nella chiesa vera e propria, illustrandogli la posizione che riteneva essere la migliore per osservare tutta la scena. Lo vide ammirare le decorazioni e gli addobbi floreali. Solo un cieco non avrebbe colto il significato di quelle rose scarlatte legate alla sposa. Lasciandolo a girovagare tra i banchi, la donna andò a definire gli ultimi dettagli con il responsabile del coro. I cantanti stavano provando gli attacchi di qualche pezzo, mentre gli strumentisti erano impegnati ad accordare gli strumenti. Gettando un occhio preoccupato all’ingresso, si ritirò nella sagrestia: non poteva rischiare di essere vista dal padre di Masumi. Il nuovo Isshin arrivò con la sua ragazza di lì a qualche minuto. Era passato a prenderla e si erano avviati verso la chiesa. Sayuri, nel suo abito color smeraldo, era magnifica. Aveva coperto la leggera seta del vestito con un corto cappotto scuro. Un paio di lucidi stivali neri completava la sua mise. Mano nella mano arrivarono alla piazza. Sakurakoji la strinse, notando la presenza del padre del signor Hayami ed il signor Takamiya. “Cosa ci fa qui il signor Takamiya?” “Chi è?” – gli chiese, ignara. “Il nonno di quella che dovrebbe essere la fidanzata di Masumi Hayami.” “Non saprei… ma lo scopriremo presto. La cerimonia dovrebbe iniziare tra poco. Credo non manchi molto prima che lo sposo arrivi.” “Già,” – masticò – “vedremo.” La coppia si avvicinò alle amiche di Maya. Sembrava che attendessero l’arrivo dell’amica. Senza metterle a parte di quello che sapeva (o sospettava), le salutò, iniziando a scambiarsi opinioni su quella giornata, sulla chiesa, sulla cerimonia. Impegnati com’erano in quelle pigre chiacchiere quasi non si avvidero dell’arrivo del signor Kuronuma. E non era solo! Era accompagnato da una piccola signora che doveva essere di una decina d’anni più giovane. Aveva in volto un dolce sorriso, dei lunghi capelli raccolti in un basso chignon ed un completo dai colori vivaci. Insomma, niente era più lontano dall’immagine del drago casalingo che avevano in mente dalle descrizioni che ne dava il marito. Eh, si! Kuronuma non si sarebbe perso quello spettacolo per nulla al mondo. Se conosceva bene Masumi Hayami come pensava, la maggior parte degli invitati quel giorno era del tutto inconsapevole di quanto quella cerimonia sarebbe stata diversa dalle previsioni. Sarebbe stata un ottimo laboratorio di studio per carpire espressioni, reazioni, sentimenti. Senza considerare che avrebbe potuto vedere la sua Dea Scarlatta felice con il proprio Isshin. Si era assicurato di non arrivare con troppo anticipo: odiava le lunghe attese e non aveva intenzione di rispondere alla curiosità degli altri invitati. Notò che la maggioranza era costituita dagli amici di Maya, c’era la signora Tsukikage e qualche altro esponente del loro entourage. Vide quel giornalista… come si chiamava? Ah sì, Aki Mikami. Naturalmente non potevano mancare due degli attori principali: Eisuke Hayami ed il mancato consuocero in attesa dello sposo sul sagrato della chiesa. Camminò fiero nella loro direzione con la sua adorabile moglie al braccio. Le aveva spiegato la situazione e lei, con il solito sorriso dolce sulle labbra, gli aveva detto che le sarebbe piaciuto assistere. Erano sposati da ormai quindici anni e non passava giorno che non ringraziasse il cielo di averla incontrata. Purtroppo non avevano mai avuto figli e questo era l’unico rammarico che covava in cuore. Sapeva che sua moglie ne soffriva, si sentiva inadeguata: non avrebbe mai permesso che si crogiolasse in quegli incubi. La strinse a sé quando vide la segretaria del presidente Hayami raggiungerli. Saeko Mitsuki non perse la sua professionalità neanche quel giorno. Soprattutto quel giorno. Non poteva permettersi di allentare la tensione perché Eisuke Hayami restava uno squalo anche quando era rilassato. Durante quella settimana si era sentita spesso con la signorina Takamiya e doveva riconoscere di averla trovata piacevole, seria, concreta. Era del tutto diversa da quando era fidanzata con il suo capo. Sì, aveva sofferto, ma le aveva fatto bene. Quella mattina si incontrò con il presidente Hayami e Maya per accompagnarli all’ufficio anagrafe. Avevano registrato il loro legame sotto lo sguardo allucinato dell’impiegata che aveva riconosciuto entrambi: vedere arrivare mano nella mano Masumi Hayami della Daito Art Production e la nuova Dea Scarlatta, Maya Kitajima, che nell’ultima settimana era stata irrintracciabile, andava oltre ogni possibile immaginazione. Mitsuki aveva soffocato un sorriso. Quell’uomo enigmatico doveva aver fatto un enorme sforzo per trattenere uno sbuffo di fastidio. Dopo quell’incombenza aveva accompagnato i due in albergo per farli preparare. Per quella mattina aveva quasi concluso i suoi compiti. Quasi. Doveva ancora parlare con il regista Kuronuma e con la signora Tsukikage. Avvicinò prima l’uno e poi l’altra chiedendo loro di esaudire un piccolo desiderio. Kuronuma la guardò stupito, ma anche onorato. Chigusa Tsukikage assentì con consapevolezza. A quel punto si diresse verso Eisuke Hayami, rassicurandolo che tutto stava andando come da programma, sorvolando sul fatto che il programma era cambiato. Sorrise furbescamente. Il cambiamento del luogo della cerimonia aveva favorito di molto il suo compito. Quasi nessuno sapeva dove si sarebbe svolto il matrimonio, quindi erano veramente pochi i curiosi che si avvicinavano alla chiesa per indagare o rubare alcuni scatti. Karato Hijiri perlustrava il perimetro coadiuvato da alcuni addetti alla sicurezza della Daito. Con sua somma soddisfazione, i propri compiti riguardanti la nuova stella del teatro si erano notevolmente alleggeriti in quell’ultimo mese. Era stato con enorme felicità che aveva compreso che la persona che più si avvicinava al concetto di ‘amico’ stava finalmente avviandosi a percorrere la giusta via senza più incertezze o infelicità. Inquadrò la sua segretaria e si lasciò sfuggire un cenno di saluto. La conosceva di fama, sapeva quanto avesse pungolato Masumi nel corso degli anni: era una donna affascinante, bella, sofisticata, arguta, si muoveva nel mondo degli squali senza ferirsi. Avrebbe voluto conoscerla, non solo inquadrarla da lontano. Sarebbe stato interessante scambiarsi vecchi aneddoti su quel disperato che era stato il loro superiore. Ora potevano permetterselo, forse. Vide l’oggetto dei suoi pensieri avvicinarsi furtivamente. “Ci conosciamo?” “Lei non mi conosce.” “Come immaginavo… è uno dei collaboratori-fantasma del signor Hayami?” “Arguta come pensavo. Fortunatamente però sono l’unico collaboratore-fantasma del signor Masumi.” “Da quanto tempo lavora per lui?” “Direi che siamo quasi cresciuti insieme.” – al suo sguardo stupito, continuò – “Eisuke ha sempre creduto che l’avrei ‘servito’ più fedelmente se fossimo cresciuti come fratelli.” “Ha avuto ragione?” – la domanda nascondeva il timore per il suo capo. “Sì, ma solo perché il signor Masumi è decisamente diverso da suo padre. Non trova anche lei, Saeko?” “Già. E’ così. Stiamo mettendo a rischio le nostre vite per lui. Non l’avremmo fatto per uno meno generoso o meno gentile.” – aveva sorvolato sul fatto che l’avesse chiamata per nome. Interessante. “Fra quanto arriverà?” – chiese Hiijri scrutandone lo sguardo nascosto dalle lenti ambrate. Anche quel giorno indossava uno dei suoi famosi tailleur. Mai rilassarsi! “Ormai dovrebbe esser qui.” – la vide fissare la strada da dove sarebbero dovuti arrivare. L’uomo approfittò di quel momento per spezzare una rosa bianca da uno dei cespugli lì vicino. La pulì dalle spine e con gentilezza le si avvicinò appuntandogliela tra i capelli. “Oggi è giorno di festa. Si diverta anche lei…” Un raro sorriso si allargò sul suo volto. “Mi rilasserò alla fine di questa giornata, quando il signor Hayami sarà Masumi Fujimura per tutti e Maya farà finalmente parte della sua famiglia. Eisuke Hayami a quel punto non potrà più nulla, vista anche la protezione dei Takamiya.” “Andrà tutto bene…” – la rassicurò. Un clacson li interruppe. Entrambi volsero lo sguardo verso quel rumore. La lucente auto nera dello sposo stava arrivando. |