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Grazie, ScarLett e, soprattutto, grazie del "non giudizio" riguardo alle mie scelte "editoriali", se così si può dire. Non volevo scrivere il solito finale perché la vita, come spesso affermo, non ha mai finali univoci e "necessari". Per quanto, poi, possa apparire contraddittorio il fatto che parli di anime confluite nel tempo in diversi corpi e di destini coincidenti. Il punto è che sono in una fase della vita in cui provo a far ordine in ciò che "credo" e in ciò che "credo possibile". Come sai, son cose molto diverse tra loro. Questa storia mi è venuta di getto, come tutte le altre,del resto, ma ha la particolarità di presentare me e il mio spirito per come sono, perennemente oscillante fra certezze inoppugnabili e tesi possibiliste... Fa parte del retaggio dei miei studi, temo. Ciao, this is the end...
Epilogo Il sole è caldo. Cesare Pavese scriveva: “È buio il mattino che passa senza la luce dei tuoi occhi.” Osservo questo orizzonte bianco, la sabbia fine che si perde a vista d’occhio, il mare blu, così vicino e lontano insieme. Lei è laggiù, ma anche sopra e sotto di me. È in ogni elemento terreno, ma anche nel mio spirito. Mi permea, mi oltrepassa: ancora adesso mi dà un senso. Vivi, Maya. Vivi. *** “Sei pronta?” Sakurakoji, alle spalle di Maya, aveva bussato dolcemente alla porta del suo camerino. Quella sera, erano terminate ufficialmente le otto repliche previste per il rilancio definitivo del capolavoro scomparso. La giovane si girò piano, rivelando un tenero sorriso, che Yuu ricambiò con il consueto, timido entusiasmo. “Sei bellissima…” soggiunse mentre lo sguardo indugiava sull’abito scarlatto con spalline sottili e corto al ginocchio. Era lo stesso abito che Masumi aveva regalato a Maya la sera del loro fortuito incontro sull’Astoria. Era stato conservato appositamente per una occasione speciale e quella era davvero una giornata particolare. Al collo dell’attrice, figurava il piccolo delfino con la pietra azzurra. Yuu ebbe un chiaro sussulto, scorgendolo. “Grazie.” Rispose Maya arrossendo. Si levò in piedi e, raggiuntolo, gli porse il braccio. “Dove andiamo di bello?” chiese la giovane condiscendente. “Non sono molto originale, ma mi piacerebbe condurti nel posto in cui ci siamo visti la prima volta. Rammenti il ristorante sul fiume?” Ella ebbe un tuffo al cuore: come dimenticare quel giorno che pareva lontano un secolo? Sorridevano entrambi, erano felici e brindavano ad un futuro fausto e pieno di prospettive: Rei si era preoccupata di consigliarla al meglio, ché quello era un appuntamento in piena regola e <doveva> vestirsi elegante. Poi, dopo quella parentesi solo loro, in cui né Masumi né Mai erano entrati, una rosa scarlatta era arrivata al loro tavolo. Quella rosa aveva rotto l’incanto, restituendo Maya all’unica realtà possibile. Perché si era allontanata? Il profumo di <lui>, nascosto da qualche parte, era stato un richiamo irresistibile. Masumi la stava guardando dall’alto e lei, per quanto non ne conoscesse la collocazione, sentiva i suoi occhi sulla sua esile figura. Non aveva ancora realizzato l’amore del suo donatore, pensava che Masumi non avesse occhi che per lei, Shiori: e come non avrebbe potuto pensarlo? Con le nozze ormai prossime, con quelle parole durissime ancora nelle orecchie…? “Spero parteciperà al matrimonio con una buona disposizione di spirito…” Ma Maya, in quei frangenti, aveva scoperto anche la dolcezza di Sakurakoji. Una dolcezza che si manifestava nella semplicità della vita di due ragazzi appena usciti dal mondo dell’adolescenza. Anche a distanza di mesi, Yuu riusciva a farla sentire serena, al sicuro. Maya si sentiva al suo posto e non c’era senso di inadeguatezza né timore nei confronti di un mondo tanto più grande di lei. Inoltre, lui faceva il suo stesso lavoro ed era il suo Isshin sul palcoscenico. “Grazie di avermi aspettata.” Sussurrò Maya stringendosi al suo braccio. Egli si fermò di scatto per guardarla negli occhi. “Ne valeva la pena.” Disse piano, un nodo di emozioni intense che gli si fermavano all’altezza della carotide. “Qui dentro…” soggiunse indicando il suo petto “nel mio cuore…io ho spazio solo per te, Maya. Non so se le anime gemelle siano realtà, ma per me sei tu l’unica anima gemella possibile. Puoi accettarmi?...” Ella sorrise e fu un sorriso splendente, che non lasciava dubbio alcuno: “Con tutto il mio cuore.” FINE |