La buona scuola (tutto in minuscolo)

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TOPIC_ICON8  view post Posted on 4/9/2017, 14:35
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Di solito, si usa il maiuscolo per evidenziare qualcosa di importante. Non è il caso di usarlo, qui, nel contesto della buona scuola, termine coniato dall'entourage renziana, ai tempi del regno del toscano e che continua ad essere usato anche adesso, nell'era del governo-clone di messer Gentiloni.

La buona scuola, dicevo.
La buona scuola non è buona per niente. Tralascio il capitolo insegnanti, che mi appartiene profondamente, ma che, in tutta onestà, mi sta meno a cuore delle sorti delle nuove generazioni, ostaggio di sé e di chi le vuole disperatamente ignoranti.

Le notizie più clamorose di questa caldissima estate son state tre (perdonate l'assonanza):
1. la riduzione degli anni del liceo da cinque a quattro;
2. la riduzione della scuola media da tre a due;
3. l'impossibilità, da parte degli insegnanti di elementari e scuola secondaria di primo grado, di bocciare gli studenti.

Le prime due le commenterò insieme: l'intento è inserire quanto prima il giovane studente nel mondo del lavoro o dell'università. Tradotto in pratica, però, anni di istruzione in meno equivalgono a studio in meno e, quindi, all'assimilazione scadente di contenuti e "competenze".

Le competenze.

Questo termine circola da alcuni anni e ancora non è stata data una definizione precisa: non è sapere, ma neppure saper fare. E', piuttosto, una sorta di capacità di trovare soluzioni in un contesto specifico.

Ai miei tempi, bastava usare il termine "istruzione" (seria, aggiungo) per garantire il successo di una qualsiasi azione.

Leggere meno non aiuterà ad uscire dalle paludi dell'ignoranza, anzi acuirà una situazione già scandalosa, ché i nostri ragazzi sono da più parti tacciati di analfabetismo (non sono capaci di capire testi anche semplici; non sanno scrivere; non sanno parlare).

Al termine analfabetismo aggiungo, però, l'aggettivo funzionale.

Le migliori dittature nascono in condizioni come questa. Le dittature più subdole, aggiungo, quelle che non si vedono, ma rendono una Nazione "serva" senza che essa se ne renda conto.
Del resto, abbiamo un ministro dell'istruzione (minuscolo voluto anche qui) con diploma triennale e se è arrivata lei al ministero perché non pensare in grande anche qui, nei bassifondi di una società con sempre più scarsi mezzi intellettuali?

L'ultimo punto: vietato bocciare a elementari e medie.
A ben vedere, è ciò che si fa già da qualche tempo. La gestione stile azienda della scuola (col Preside che si chiama "dirigente" e non più "Preside") è già realtà da alcuni anni: gli stessi ds, a fronte di risultati disastrosi (alle superiori arrivano studenti in condizioni sempre più pietose), accusano i proff di incapacità. Se la classe va male, la colpa è del docente, che non è in grado di tenerla o di interessarla. Quasi che l'aula fosse il palcoscenico di Zelig od altro.

Quindi, perché non formalizzare ciò che si fa già? Impedire di bocciare, signori, è la ciliegina sulla torta della "buona scuola".

Tutto da rifare.
Rimandati senz'appello.
 
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