Il peso della colpa

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view post Posted on 22/8/2014, 10:56
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Capitolo quattordicesimo



"Che ricordo ha di suo padre?" chiese Seiichi versando da bere al giovane Hayami.
Si erano incontrati per caso.
I bar di Shibuya, a quell'ora, erano deserti: la movida giapponese comincia, infatti, dopo le undici di sera. Solo allora le strade iniziano ad animarsi, ospitando persone di tutte le provenienze e di tutti i colori.
Masumi staccò il bicchiere di gin dalle labbra, quindi, sospirando, rispose:
"Che ricordo vuole che abbia? In un certo senso, è sempre lo stesso. Da ventidue anni, il copione che recita è il medesimo: non è mai stato un tipo da compagnia o...amorevole. Dal punto di vista materiale, non si può dire che mi sia mancato nulla, ma ho faticato assai duramente per guadagnarmi il benessere. Eysuke Hayami non regala niente a nessuno."
Hokuto si versò altro liquore.
"Non mi riferivo al vecchio." precisò astioso "Mi riferisco al suo <vero> padre."
Masumi lo fissò interdetto:
"Veramente, non credevo neppure fosse cosa risaputa. Non che abbia mai fatto nulla per nascondere il fatto di essere orfano: è che non parlo mai del mio privato."
Si accesse una sigaretta:
"Non ne so molto: mia madre non ne parlava mai. Forse perché è morto tragicamente ed io, strano a dirsi, ero un bambino abbastanza impressionabile: so che lavorava nelle costruzioni ed è caduto da una impalcatura. Lei deve essere rimasta scioccata e ha provato a difendermi in ogni modo da ogni possibile trauma. Aya Fujimura era una donna di cuore, che amava teneramente il suo unico figlio."
"E' il cognome di sua madre che ha preso dopo la tragica scomparsa di suo padre?" domandò Seiichi, gli occhi ridotti a fessure.
"Non ho mai compreso perché." rispose Masumi "Entrando a casa di Eysuke, dove mamma è stata assunta come donna di servizio, ha deciso che avrei assunto il suo cognome. Per motivi burocratici, a quanto ne so. Era stata avviata una inchiesta che è durata diversi anni e non voleva che io fossi coinvolto."
Schiacciò il mozzicone che da diversi minuti stringeva tra le dita, cogitabondo:
"Chi glielo ha detto?"
"Che Hayami senior è suo padre adottivo?" fece Seiichi di rimando "E' stato durante una conversazione <amichevole> col vecchio Takamiya, all'epoca del suo primo abboccamento con Shiori, credo. Ci siamo incontrati al circolo del golf e, così, decantandomi le doti del possibile futuro marito della nipote, si è preoccupato anche di farmi sapere che le sue origini sono piuttosto umili. Certo, suppongo volesse solo esaltare le gesta di un <uomo che si è fatto da sé>."
Masumi ridacchiò:
"E mi pare di capire che lei non apprezzi - come non li apprezzo io, del resto - i discorsi <classisti>."
Hokuto tirò un lungo sospiro, quindi rispose.
"Beh, sì. Ha centrato il punto: vede, come lei, anche io mi sono fatto da solo. Sono diventato padre a vent'anni e, non essendo <di buona famiglia>, sono stato costretto a rimboccarmi le maniche per potere provvedere alla mia compagna e a mio figlio. Quando mio nonno morì, per beffa o per fortuna, entrai in possesso di un discreto gruzzolo, che investii in una piccola casa di produzione: il rock è, da sempre, una delle mie passioni. Così, iniziaia a produrre piccoli complessi giapponesi, fino ad arrivare, in appena cinque anni, a una posizione di tutto rispetto. Ma ho fatto anche molti sacrifici, molte rinunce. Anzi, ne ho fatti così tanti da perdere ciò che più conta: gli affetti per i quali mi ero applicato smodatamente al lavoro."
"Mi spiace." disse Masumi distratto.
Improvvisamente, non vedeva l'ora di tornare da Maya: sentiva forte l'esigenza di abbracciarla, di addormentarsi insieme a lei.
"Io sono stato <costretto> ad assumere certi <atteggiamenti> con la mia famiglia: il rischio era perdere tutto ciò che avevo costruito per colpa di un impero commerciale che, pian piano, stava espandendosi a scapito delle aziende <giovani> come la mia."
Masumi ebbe un sussulto:
"Sta, forse, parlando della Daito?"
"Della gestione di suo padre." precisò Seiichi "Io non l'ho con lei. Mi sembra un giovane a modo: non è mai stato aggressivo né scorretto con me."
"Non direi." lo contraddisse Hayami "Sono stato io a sfilarle il lancio del gruppo rock del momento."
"La mia azienda è florida." disse l'altro con semplicità "Perdere un affare adesso non ha lo stesso peso che aveva in passato ed è quasi fisiologico. Chi è negli affari, lo sa. Io odio Eysuke Hayami con tutte le mie forze per altri motivi: è a causa sua che ho perduto gli affetti più cari."
Masumi scosse la testa:
"Mi ascolti bene: io comprendo il suo stato d'animo e mio padre è la persona più difficile della terra. Anche ora sto andando incontro a gravi difficoltà per causa sua. Tuttavia..."
"Tuttavia?" l'incalzò Seiichi.
"Le nostre scelte, il nostro cuore...siamo noi a gestirlo." rispose il giovane in un soffio "Per quanto mio padre possa minacciare, sono io a decidere del mio futuro. Io solo. E adesso le dirò in cosa ha sbagliato lei, Presidente Hokuto: a non essere onesto con la sua compagna. A non rivelarle cosa recava in cuore, cosa la portava ad essere lontano dalla famiglia."
Seiichi strinse le labbra, ma cambiò discorso:
"Lei può mettere sotto scacco quel vecchio balordo di Eysuke, farlo passare a miglior vita in men che non si dica! Ha bisogno di lei!"
Masumi sorrise.
"Io ne ho pena." confessò "Ho pena di un uomo anziano che, a stento, si regge sulle gambe. Ho pena della sua cattiveria. Egli non ha conosciuto l'amore: nessuno gli ha insegnato a voler bene e, quindi, non è mai potuto essere quello che i suoi affetti si aspettavano che fosse. So bene di averlo in pugno, ma la mia coscienza mi impedisce di infierire su un uomo che, per quanto scalpiti, avrà solo da perderci. Perché io non sposerò mai Shiori: il mio cuore è di Maya. Dovessi finire chissà dove, dovessi ricominciare daccapo, non rinuncerò a lei."
"Sbagli, ragazzo. Fossi in te, gliela farei pagare eccome. Ma, se non sarai tu, stai pur certo che a farlo sarà qualcun altro."
"Significa che assolderà altri scagnozzi per menarlo?" chiese sconcertato Masumi "Vuol fargli quel che ha fatto a me?"
"Voglio che perda tutto. Voglio che sia privato d'ogni cosa: è il mio sogno e lo realizzerò." chiosò Seiichi con sguardo così tetro da mettere i brividi.
 
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view post Posted on 25/8/2014, 11:17
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Capitolo quindicesimo



"Bene arrivato, <signor> Hokuto."
Tsukikage sensei, avvolta in uno scialle color avorio, accolse Seiichi nell'anticamera della casa di Nara, quindi gli diede la mano.
Egli, piuttosto che stringerla, la portò prontamente alle labbra, compiendo un gesto di galanteria comune ormai solo a pochi uomini.
"Non è cambiato affatto." sorrise la signora in nero "E...somiglia sempre di più a suo padre."
L'uomo deglutì, quindi, tirato un sospiro, disse:
"Simile nell'aspetto, ma non nel carattere: la mia determinazione non è mai venuta meno, specie oggi."
La donna fece cenno a Genzo di lasciarli soli.
"Se Ichiren avesse avuto la metà della sua forza, forse sarebbe ancora vivo."
Egli si mosse nervosamente verso l'anziana, quindi sedette al tavolino basso.
"Ichiren Oozachi <non è> mio padre. Formalmente, praticamente, lo è Kenji Hokuto, l'uomo che mi ha preso con sé dopo la morte prematura di mia madre. Io ero il più giovane e nessuno dei miei fratelli maggiori espresse il desiderio di adottarmi."
"La dura legge del Giappone perbene..." ridacchiò l'attrice "Ma so che è stata la tua fortuna, in fondo."
Seiichi le sorrise:
"Finalmente, è tornata a darmi del tu."
Lo sguardo azzurro era fermo e deciso.
"Lei è stata una icona, per me." riprese "Una delle poche persone che abbia mai stimato veramente a questo mondo. Le sono grato per avermi supportato sempre e, se sono qui, è per chiederle ufficialmente di permettermi di mettere in scena La Dèa Scarlatta."
Chigusa trasalì un poco, ma tacque, in attesa che egli completasse il suo discorso.
"Il giovane Hayami...o, forse, dovrei dire Fujimura e la sua giovane allieva si trovano in una situazione di disagio. Come penso lei sappia, il gruppo di Kuronuma sensei è stato cacciato dal teatro Ondine."
"Maya mi ha tenuta costantemente informata." gli fece eco la donna "E so già che il cast si è trasferito in uno dei tuoi teatri. Il migliore, mi hanno detto."
"E' così." disse Seiichi "E, al momento, sono riuscito a impedire che la Daito Art Productions e il suo nuovo Amministratore mettessero definitivamente le mani sul Kyoshoto. Tuttavia, questo non è ancora sufficiente. Appena Chioichiro Gin si sarà insediato, col supporto di Ryu Takamiya, si riavrà sull'Associazione Nazionale per lo Spettacolo. Finiranno per incastrarla."
"Avrei tanto voluto che Ichiren avesse la metà della tua forza." mormorò Chigusa persa nei ricordi.
"Non è il momento di pensare a lui!" quasi sbottò Seiichi "Io...non ho mai capito perché non ha accettato le mie proposte, quando gliele ho fatte presenti..."
La Tsukikage scosse il capo:
"Perché tu me la facessi adesso, suppongo. Sai, le creature umane sono meravigliose. All'avvicinarsi della morte, acquisiscono una sorta di sesto senso. Non è preveggenza, perché non posso sapere cosa è accaduto di tanto importante nella tua vita, ma <so> che il momento opportuno è questo. Se la mia allieva si è detta d'accordo ad accettare il tuo aiuto, non vedo perché non debba dare anche io il mio benestare."
Seiichi abbassò lo sguardo:
"Finora, ho curato gruppi rock ed eventi musicali di alto livello. Mi rendo conto che il mio teatro può sembrare <non all'altezza> di quelli della Daito o del Kyoshoto, ma io penso che un gruppo come quello di Kuronuma possa dar vita a qualcosa di straordinario. In fondo, il teatro della Luna non era così...imponente, giusto? E c'è stato un momento in cui mio padre ha diretto La Dèa Scarlatta in condizioni davvero atroci, ottenendo comunque un grande successo di pubblico."
"Per Maya" disse tristemente la sensei "avrei preferito un debutto sfolgorante. Non so perché il Fato si accanisca contro le interpreti di Akoya..."
"Non sia in pena per lei..." la rinfrancò Hokuto "Sta vivendo la stagione più bella, col suo grande amore di fianco. Masumi Fujimura è davvero un giovane straordinario: pieno di talento e inventiva, dotato di grande cuore. Solo un pazzo potrebbe rinunciare ad averlo per figlio."
"Eysuke è una serpe e nessuno meglio di me può saperlo." soggiunse l'attrice portando una tazza di tea alla bocca.
Seiichi fece lo stesso, ma gli parve di bere fiele:
"Ci sono tante e tante cose che non posso perdonare ad Hayami. Quello che ha fatto a mio padre e... non solo."
La donna lo fissò interrogativa:
"Sei diventato molto serio e chiuso: quand'eri ragazzo, mi raccontavi volentieri il tuo vissuto..."
"Questa cosa verrà fuori a tempo debito, sensei. E, allora, lei trionferà insieme a me. La mia non sarà una vendetta in solitario. Mi conceda di supportarla, la scongiuro: non se ne pentirà. Io non sono debole come mio padre!"

***



Maya e Mitzuki sedevano nel terrazzo della villa di Izu entrambe intente nelle loro attività: la giovane attrice leggeva il suo copione, mentre Saeko rivedeva alcune proiezioni che Hijiri le aveva passato qualche istante prima.
"E' raro vederti a casa." disse la segretaria di Masumi sollevando lo sguardo.
"Kuronuma sensei ci aveva promesso da tempo un giorno libero. Prima del grande...affondo. E' così che lo chiama."
Mitzuki sorrise:
"E' un uomo severo nel lavoro, ma possiede anche un grande cuore. Il signor Masumi lo tiene in grande stima da molto tempo."
"Lo so." sospirò Maya chiudendo il quaderno e tirando su col naso "Comincia a rinfrescare..."
"Sarà meglio entrare: non vorrei mai ti beccassi un raffreddore in questo momento." la incitò la donna alzandosi a sua volta dalla sedia.
Alzò lo sguardò al cielo notando delle nuvole scure di passaggio:
"A quest'ora, Tokyo sarà tutta bianca. Noi, invece, pur avendo freddo, godiamo del tepore del sole anche in inverno."
"E' il potere del mare." disse l'attrice "La natura mi stupisce ogni giorno che passa. Basta spostarsi di alcuni km per trovare la più grande varietà di climi..."
"Da quando sei diventata una contemplativa?" ridacchiò Saeko sbirciandola da dietro le lenti.
Maya alzò le spalle:
"Alla Valle dei Susini accadono cose ancor più strane. Succede che, anche quando nevica o c'è nebbia, basta sostare sotto gli alberi secolari per provare calore e ristoro. Poi, fuori dalla Valle, tutto finisce e, così, è come se si fosse con un piede in due mondi contemporaneamente..."
"Che cosa incredibile..." mormorò Mitzuki "Mi piacerebbe, un giorno, andare laggiù. Chissà che anche per me non avvenga un miracolo..."
Maya si stupì delle sue parole: pareva che, d'improvviso, la segretaria di Masumi mostrasse un aspetto del suo carattere tenuto ben celato dietro ad una maschera di sicurezza e caparbietà.
"Si riferisce all'amore, forse?" domandò la giovane attrice.
Saeko si schiarì la voce:
"Ma che vai a pensare? E, poi, potrei stupirti: io, un uomo, ce l'ho già."
La Kitajima richiuse le porte a vetri sgranando gli occhi.
"Non lo avrei mai creduto..." balbettò "Sembra così presa dal suo lavoro..."
"E' così, infatti." sottoscrisse la segretaria "Non vedo molto spesso quell'uomo. Ultimamente, non lo vedo mai. A dire il vero, non so neppure se la nostra possa definirsi ancora una storia."
"Com'è possibile?"
"Sei ancora una bambina, Maya." sorrise Saeko "Le storie sono diverse quanto sono differenti le personalità degli uomini che respirano in questo mondo "Ci sono vicende sentimentali che restano nel cuore anche quando sono bell'e finite. E' così che mi sento quando penso a <lui>: grazie a quel ragazzo gentile sono riuscita ad uscire dall'ombra della mia perfetta sorella. Per quanto non sembri, da adolescente sono stata una persona assai insicura. Avere accanto Hiromi mi ha molto influenzato: lei è bellissima, seducente. E' sempre stata la prima a scuola. Riusciva senza alcuno sforzo, mentre io mi impegnavo al massimo per arrivare ai suoi livelli. La mia stanchezza, però, andava di paripasso con la trascuratezza. Non ho mai indossato lenti a contatto né tagliato capelli né indossato completi sensuali..."
"Io trovo che lei sia una donna affascinante..." disse Maya solidale.
La sua ingenuità, in quei frangenti, era davvero irresistibile per Mitzuki.
"Ti ringrazio." fece quest'ultima trattenendo una risata.
"Io la capisco bene." sospirò la giovane allieva di Chigusa Tsukikage "Quando Masumi chiese Shiori in sposa, mi sentivo brutta e inutile. So di non essere una grande bellezza, ma, per qualche oscuro motivo, per Masumi non ha alcuna importanza. Io credo che, un giorno, anche lei troverà una persona che la farà sentire bellissima e seducente. Sarà lui a trarre fuori quegli aspetti che credeva di non possedere..."
Mitzuki divenne seria:
"Il giorno in cui ciò accadrà non sarò felice: penso di dover agguantare la dovuta autostima indipendentemente dal fatto che la gente mi ammiri, non trovi?"
Karato Hijiri, che era passato dal salotto in quell'istante, captò l'ultima parte della conversazione tra le due donne e sorrise.
 
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Yayoi
view post Posted on 25/8/2014, 20:12




Per fortuna che ho letto questo capitolo!
Volevo azzardare un'ipotesi, ma mi sono accorta che ero fuori strada! :P
 
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view post Posted on 26/8/2014, 13:28
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Chissà, Barbara... Io ti leggo nel pensiero.... :lol:


Capitolo sedicesimo



"Sono due settimane che siamo ufficialmente <fidanzati> e ancora non una parola su come intendi agire per eliminare per sempre Maya Kitajima!" sbottò Shiori entrando assieme al suo seguito nell'ufficio che un tempo era stato di Masumi. Ora apparteneva a Chioichiro Gin, nuovo amministratore delegato della Daito e futuro marito della rampolla dei Takamiya.
L'uomo sollevò lo sguardo torvo dal portatile:
"Suppongo che, viziata come sei, sconosca la parola <educazione>. Ti permetti di entrare in questo studio senza farti annunciare: ritieni <consono> il tuo comportamento?"
Shiori avvampò.
"Sei un insolente." disse schifata "Continui ogni giorno a lanciarmi frecciate come se mi odiassi. Non erano questi, i patti. Quando sei entrato in casa mia, eri quasi gentile, determinato a supportarmi in ogni modo pur di farmi ottenere l'agognata vendetta."
"Credi che stia a rigirarmi i pollici da mane a sera?" chiese esterrefatto Gin "Ho una azienda da mandare avanti e tuo nonno mi ha già messo in mano affari del Gruppo Chuo. Se proprio vuoi sapere come va <quella faccenda>, sappi che procede secondo i <miei> piani: la situazione è in stallo. Quei mentecatti continuano a provare nei teatrini di Hokuto, ma non hanno una sede dove rappresentare il capolavoro scomparso. Non una sede adeguata, per lo meno. Sono stato <io> a bloccare i lavori al Kyoshoto. Se in mezzo a quel cumulo di macerie la rappresentazione di Maya Kitajima è stata interessante e innovativa, riproporla una seconda volta sarebbe un tonfo. L'Associazione Nazionale per lo Spettacolo lo sa ed io, visto come stanno le cose, ho negato loro il supporto economico necessario per la ristrutturazione completa del complesso. Sono sotto scacco. In queste condizioni, il fatto che Maya Kitajima possegga i suoi diritti di rappresentazione non conta una beneamata fava. E, ora, se era questo che volevi sapere, vedi di toglierti dalle scatole. Debbo lavorare."
Shiori batté un piede sulla moquette indignatissima:
"So che cosa ti rode. Non sopporti l'idea che pensi ancora a Masumi! Ebbene, sì, ci penso eccome: del resto, con un fidanzato freddo, ipocrita e volgare come te è impossibile fare diversamente."
Chioichiro si alzò di scatto dalla poltrona.
"Tu hai bisogno di essere <strapazzata> per bene su un letto." sibilò acidamente "Come ti ho detto, ciò accadrà a tempo debito. E, se continui a mettermi davanti l'immagine del mio amico dei tempi che furono per farmi andare fuori di testa, rischi grosso."
"Ovvero?" chiese Shiori indietreggiando.
L'uomo si avventò su di lei, bloccandole un polso: con l'altra mano, armeggiò sotto la camicetta della Takamiya, che taceva sconvolta.
"Tutti questi volant sono la prima cosa di cui ti libererò quando sarai mia moglie." disse sulle sue labbra Gin "Ti vestirai come ti dico io; mi pregherai di fare tutto ciò che piace a me."
"Sei un bastardo..." disse la donna, ma la bocca le fu chiusa da un lungo e profondo bacio.
Il primo, vero bacio di Shiori.

***


"Non posso crederci..." disse Maya deponendo una rivista sul tavolino basso del salotto. Masumi, poco distante, levò il capo:
"Che succede?"
"Sapevi che Shiori Takamiya si è ufficialmente fidanzata con Chioichiro Gin?" domandò l'attrice.
"Ovviamente." sorrise il giovane, del tutto incurante della notizia.
Pareva avere somatizzato al meglio il trauma derivante dal tradimento del suo amico più caro e Maya, per certi versi, ebbe a compiacersene.
"E' assurdo." rincarò quest'ultima "E' la volgare dimostrazione di come, in certi ambienti, i sentimenti non contino nulla. E'...solo una questione di affari."
Masumi sollevò entrambe le spalle.
"Lei ha fatto di tutto per tenerti legato!" disse l'attrice "Com'è possibile che ora accetti uno sconosciuto?"
"Per Shiori, probabilmente, rappresentavo solo un buon partito, oltre che un bell'uomo da sfoggiare..." mormorò il fidanzato attirandola a sé "Per te, invece, mi contento di essere solo un...bell'uomo da sfoggiare..."
Le catturò le labbra, baciandola con passione.
"Scusatemi..."
L'entrata di Mitzuki li fece sussultare.
"Avevo bussato." si trincerò quest'ultima "Ma non avete sentito."
"Che succede?" domandò Masumi allontanandosi un poco da Maya.
"Si tratta di una mail appena arrivata alla sua casella." spiegò la segretaria "E' di Seiichi Hokuto. Chiede di essere ricevuto quanto prima."
"Ultimamente me lo trovo sempre davanti..." disse l'ex Presidente della Daito passandosi una mano tra i capelli biondi.
"Forse," mormorò Maya "vorrà parlarti della rappresentazione di gennaio."
"Non sono contento del fatto che tu e il cast vi siate trasferiti nel suo teatro. Né lo sarei se, col suo fare suadente, finisse per convincere te o la sensei a rappresentare La Dèa Scarlatta dove lui desidera!"
"Pensavo, riguardo a questo, che avessi cambiato opinione." si stupì Maya prendendolo per un braccio.
"Amor mio, non devi dimenticare che Hokuto, non più tardi di due mesi fa, mi ha quasi ammazzato. E i suoi scagnozzi avrebbero messo fuori gioco anche te, se non fossi intervenuto..."
"Forse, se ne è pentito..." mormorò l'attrice "Mi è sembrato molto strano, il giorno in cui è venuto a teatro..."
"Guarda caso, il giorno stesso in cui Onodera vi ha cacciati via! Ma non capisci che potrebbe essere una sua macchinazione?!" sbottò Masumi spazientito "Sapeva che, prima o poi, mio padre vi avrebbe negato il teatro Ondine. E lui era lì al varco, ad attendere come il più astuto degli avvoltoi!"
"Ho visto il suo sguardo mentre parlava della sensei e dello spettacolo." raccontò Maya sicura del fatto suo "Era perso nei ricordi e non solo: pareva davvero ansioso di rivedere il capolavoro di Ichiren Oozachi sulle scene."
"E' da sempre un feroce concorrente e avversario della Daito." le rammentò il fidanzato "Per quanto le sue strutture siano inadeguate per una rappresentazione come questa, farebbe di tutto per arrivare al suo scopo! Ha denaro e supporto dalle organizzazioni che contano."
Maya scosse la testa senza replicare.
"A che pensi, ora?" chiese Masumi, che temeva di avere esagerato coi toni.
Mitzuki, nel mentre, si era ritirata per fare in modo che parlassero da soli e con tutta calma.
"Una volta, ho sentito dire che la Daito è nata per produrre La Dèa Scarlatta." disse la giovane "Questo perché tuo padre amava profondamente Tsukikage sensei. Il fatto che le cose siano andate come sappiamo è derivato, con tutta probabilità, dal fatto che il signor Eysuke ha subito un diniego da parte della signora. Non lo ha accettato e, così, ha fagocitato prima Ichiren e, poi, lei."
"Che significa?" domandò Masumi perplesso.
"Le sue intenzioni, inizialmente, erano nobilissime." spiegò Maya "Ecco, io credo che chiunque si accosti al capolavoro scomparso con lo sguardo di Eysuke o del signor Hokuto non possa che essere animato da buone intenzioni."
"Stai dicendo cose senza senso. Mio padre, come lo chiami tu, ha distrutto gli interpreti del passato e farà di tutto per distruggere anche noi."
"Non ne sono convinta." replicò l'attrice certa "Come non sono convinta della malafede del Presidente della Hokuto Productions."
"Se io e i miei collaboratori riusciremo ad arrivare a mèta, non avremo bisogno di alcun aiuto." chiosò Masumi con estrema durezza "Non voglio trovarmi, domani, nelle condizioni di dover ringraziare uno che mi ha quasi ammazzato."

P.S. Il Peso della Colpa va in vacanza per qualche giorno. A presto!!!
 
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Yayoi
view post Posted on 1/9/2014, 20:39




Il tuo capitolo 15, come al solito, è molto forviante! :D
O forse sono solo io che mi porto fuori strada da sola. :huh:
Ho riletto alcuni passaggi.......insomma......una cosa non esclude necessariamente l'altra! N'est-ce-pas? :lol:
Questo distinto cinquantenne con i lineamenti troppo occidentali e con qualcosa di familiare mi sembra di averlo già 'conosciuto'! :B):
 
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view post Posted on 9/9/2014, 10:03
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Ciao, tesoro! Sei una volpe, tu!

Capitolo diciassettesimo



"Signora Tsukikage!" esclamò Maya alla vista della maestra.
Incedeva al braccio di Genzo e pareva assai più sofferente dell'ultima volta in cui si erano incontrate.
"Non sono qui per parlare con te sola." spiegò subito l'anziana prendendo posto "E la tua nuova...<casa>, qui ad Izu, è la location ideale. Lontana da occhi indiscreti e, soprattutto, da persone di dubbia fiducia."
La Kitajima diede uno sguardo amorevole a Hijiri e alla signorina Mitzuki, seduti poco distanti.
"Qual buon vento la porta?" chiese Masumi entrando.
La donna tirò un lungo sospiro, quindi, poggiando la schiena sul retro della poltrona, disse:
"Qualche giorno fa, ho avuto una conversazione con una persona che conoscete bene, seppur in modo indiretto."
"Non una parola." l'interruppe un poco scortesemente il fidanzato di Maya "Non mi fido di quell'uomo. Ha osato attentare alla vita di Maya..."
La signora Tsukikage strinse gli occhi:
"Gli uomini d'affari sanno essere spietati, quando vogliono. Tuttavia c'è un motivo che può farvi cambiare idea. Ed io non posso tenerlo nascosto a lungo, visto che da esso dipende anche la futura messa in scena de La Dèa Scarlatta."
Il gruppetto che l'udiva si mise in attesa: niente faceva sospettare ciò che ella avrebbe rivelato di lì a poco.
"C'è un motivo per cui accorderei a Seiichi Hokuto i diritti di rappresentazione del capolavoro scomparso. E si tratta di un motivo del tutto legittimo, dal momento che si tratta di un...diretto discendente di Ichiren Oozachi."
Masumi negò col capo:
"C'era da aspettarselo. Cosa sarebbe? Un nipote? Un figlio di uno zio d'America? E' per questo che ha tratti occidentali?"
Chigusa Tsukikage alzò le spalle.
"Ichiren era quello che, volgarmente, si chiamerebbe un mezzo sangue." disse "E suo figlio ha ereditato solo tratti europei."
"Figlio?!" ripeté Maya quasi saltando sulla sedia.
"Figlio?" fece a sua volta Saeko Mitzuki il cui pensiero, senza apparente motivo, era corso alla sorella Hiromi.
Masumi, invece, rimase come in apnea. Incapace di parlare, portò alle labbra un calice di brandy.
"Voglio sia chiaro" si affrettò a precisare la sensei "che non ho ricevuto alcuna pressione dal figlio minore di Ichiren. Conosco Seiichi fin da quando era bambino: il suo rapporto con i genitori non era per nulla felice e con me conversava amabilmente di ogni argomento. Desiderava solo essere ascoltato, ma aveva la sfortuna di essere figlio di un artista privo della volontà di vivere e di una donna che desiderava fare sempre e solo il proprio interesse. Una sfortuna per un ragazzo tanto sensibile."
Strinse i pugni rugosi sulle gambe:
"Non pretendo che voi consentiate senza obiezioni, ma vi prego di credermi sulla parola: di quell'uomo ci si può fidare. E solo gli dèi sanno quanto bisogno abbiamo di lui in questo momento. Sono certa che lei, Masumi, tornerà ad essere un manager di successo quanto prima, ma, al momento, non possiede dei sostenitori. Verrebbe facilmente fagocitato dalla nuova gestione Daito, che, a quanto ne so, è assai più aggressiva della sua. Quindi, le chiedo di sacrificare per un istante il suo amor proprio e di collaborare a questo progetto. Riportiamo il capolavoro scomparso in scena e riprendiamoci il posto che ciascuno di noi merita!"

***


Masumi fu ricevuto nell'Ufficio della Hokuto Productions alle dieci della mattina per precisa volontà del Presidente, desideroso di chiosare l'accordo quanto prima.
"So già di cosa vuole parlarmi." disse restando in piedi nonostante l'invito ad accomodarsi "Maya mi ha spiegato ogni cosa. E, qualche ora dopo, la sensei Tsukikage ha calato il carico da novanta. Non posso dire di non essere rimasto sconvolto: pur essendo informatissimo su La Dèa Scarlatta, non mi ero mai curato di indagare sugli eredi naturali del Maestro Oozachi: scoprire che lei è addirittura suo figlio è stato un fulmine a ciel sereno, ma spiega molte cose."
"La sensei Tsukikage mi ha visto crescere. E' un'ottima amica, per quanto ci si frequenti poco." disse a mezza voce Seiichi chiedendo ancora una volta a Masumi di sedere con un gesto gentile del braccio.
Stavolta, il giovane consentì e prese posto.
"Sarei ipocrita, se le dicessi che ho a cuore da sempre il teatro." proseguì l'altro "Come sa, io promuovo gruppi rock o, al limite, eventi lirici di grande rilievo per la stagione sinfonica di Tokyo. Tuttavia..."
Le parole uscivano ora a fatica, come se costassero uno sforzo immane:
"Tuttavia, ora sento l'esigenza di dare una mano a una persona che ha fatto tanto per me. E, inoltre, non tollereri che la Daito di Chioichiro Gin ed Eysuke Hayami mettessero le mani sugli scritti di mio padre. Su quello scritto, in particolare."
"La signora Tsukikage non cederà mai quei diritti al suo acerrimo nemico." disse Masumi portando indietro il ciuffo biondo con una mano.
"Questo lo so." sottoscrisse Seiichi "Ma ci sono tanti modi per <sporcare> un'opera: impedirne la messa in scena, col carico di dispregi e vergogne che ne seguirebbe, è uno di quelli. Da uomo d'affari, dovrebbe sapere a cosa mi riferisco."
Il giovane fidanzato di Maya pensò alla rappresentazione di Gina dai Cinque Vasi Azzurri, passata alla storia come il più grande flop di successo della storia del teatro giapponese.
"Un tempo, io mi muovevo esattamente come Eysuke." disse riluttante "Non lo trovavo vergognoso, perché pensavo sempre e solo a compiacere lui e, a margine, me stesso. Ero vuoto dentro: non concepivo il vivere e morire per qualcosa. Solo l'incontro con Maya mi ha cambiato nel profondo."
"Io sono un uomo di potere, oggi."
Seiichi si accese una sigaretta e diede le spalle a Masumi: contemplando lo skyline dall'ampia vetrata, sperava di trovare adeguata ispirazione.
"Tuttavia, ho raggiunto la mia posizione solo per vendetta, perché, un giorno, qualcuno potesse dire che aveva avuto torto, a mio riguardo. Quella persona, mio malgrado, se ne è andata anzitempo e, ora, ho la sensazione di trovarmi in mano un miserabile pugno di mosche."
Masumi Hayami guardò Seiiji con circospezione:
"La vendetta è un effimero traguardo e, per quanto ne so, lascia l'amaro in bocca. In fondo, nessun essere umano sano può gioire della fine di qualcun altro. Mi spiace che mio padre non abbia realizzato il suo sogno di riportare in scena il capolavoro scomparso, che stia facendo di tutto per ostracizzarlo. Ma questa è stata la sua scelta. E' rimasto fedele a se stesso e la simpatia per Maya non lo ha smosso di un solo pollice."
Seiichi si mosse verso la poltrona di Masumi: quattro occhi di un identico azzurro si fissarono con intensità:
"In nome del sacro fuoco dell'arte, che ha preso a divorare anche lei dopo l'incontro fatale con Maya, non può concedere anche a me un minimo di fiducia?"
Il giovane non capiva il perché del suo tono accorato.
"Se la sensei ha dato l'assenso, a che pro cercare anche il mio benestare?" chiese sconcertato "Non ho denaro né potere. Inoltre, se anche l'avessi, non potrei mai fare qualcosa per distruggere l'azienda del mio ex patrigno: ci sono tante persone che vivono per essa. Famiglie intere, capisce?"
"I suoi stretti collaboratori non le hanno parlato?" fece di rimando Hokuto "Avrò bisogno anche di loro per dare adeguata sistemazione a questo spettacolo così impegnativo: e lei, Masumi, è il miglior manager sulla piazza."
Mise una mano sulla spalla del giovane: quel tocco diede i brividi a entrambi.
"Credevo di essere stato chiaro: non cerco più la vendetta. Voglio solo riportare in scena l'opera di mio padre e dare nuova vita al Teatro della Luna. Mi aiuti, la prego. Le metto a disposizione ogni mio bene. Sarà lei a dirigere tutto...e non voglio nulla in cambio. Regali questo sogno artistico al Giappone intero, alla sensei Tsukikage e a me: alla fine, sarà contento anche lei, Masumi. Coronerà il suo sogno di sempre. Perché è questo che vuole, non è così?"
 
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Capitolo diciottesimo



"Che cosa sei venuta a fare?" chiese Eysuke impallidendo.
Maya, ritta sulla soglia della porta d'ingresso di Villa Hayami, lo fissava con aria provata.
Lo stress per le prove era tale da essere ben visibile nel visetto affilato.
Il suo corpo, poi, appariva quasi scheletrico.
"E tu dovresti interpretare la dèa dalla incomparabile bellezza?" chiese il vecchio beffardo.
Ma, subito, si pentì del suo dire.
Le fece cenno con una mano di entrare e, con l'altra, chiese implicitamente ad Asakura di lasciarli soli.
"Una volta," rispose Maya senza muoversi di un centimetro "qualcuno mi ha detto che possiedo mille maschere. Ci ho creduto talmente tanto da arrivare fin qui. Non è poco per una ragazzina inutile come sono io, non trova?"
Il suo volto, ora, faceva paura, tanto era determinato.
"Non intendevo offenderti." deglutì Eysuke "E' solo che dovresti avere maggior cura di te. E, ora, dimmi che cosa vuoi: non ho tempo per misurarmi in sciocche diatribe."
L'attrice lo fissò con maggiore intensità:
"Quel...Chioichiro è un figlio amorevole, almeno? Lo è quanto lo era Masumi, che si curava di ricordarle persino quali medicine assumere? Perché, vede, anche il suo aspetto non mi sembra un granché."
"Non ho mai desiderato un figlio perché fosse <amorevole> con me." bofonchiò il vecchio imbarazzato.
"Certo." gli fece eco Maya "Desiderava <solo> un erede per le sue aziende. Ma a che prezzo, signore?! Ha mai pensato che, comportandosi in modo diverso, avrebbe potuto ottenere tanto di più dalla vita?"
"Senza Chigusa?" domandò ironico Eysuke "E' colpa di Ichiren se non ho ottenuto il mio scopo. Che il diavolo se lo porti all'inferno un giorno di più!"
"E, ovviamente, il cuore non conta nulla!"
Hayami alzò una mano come a fermarla fisicamente:
"Sono discorsi senza senso, questi! La penso così da quando ragiono con la mia testa e non sarai certo tu a farmi cambiare idea. Un buon affare non è comparabile a sciocchi romanticismi: e Shiori Takamiya era, senz'ombra di dubbio, un <ottimo> affare!"
"Non voglio far cambiare idea a nessuno." protestò Maya "Io so che, da quando ha revocato l'adozione, Masumi non è felice. Si preoccupa ancora per lei."
"Sciocchezze!" sbottò finalmente il Presidente emerito della Daito Art Productions "Ha disubbidito commettendo un errore imperdonabile. Un vero uomo d'affari non può lasciarsi sfuggire delle situazioni che potrebbero rendere più florida la propria attività: stiamo parlando del gruppo Chuo! Che significa milioni. Di dollari, ovviamente. Ma tu, signorina, probabilmente non ponderi neppure il significato delle mie parole. Se Masumi è triste, forse, è perché si è reso conto di ciò che ha perduto. Pur con tutte le sue capacità, gli mancano i denari per poter mettere in scena il capolavoro scomparso!"
Maya negò col capo, quindi, con tono ironico, disse:
"Mi duole <profondamente> recarle dispiacere, ma debbo farlo. E lo farò con tutta la soddisfazione possibile, visto che si ostina a darmi contro: il mio fidanzato gode già di tutto il sostegno possibile. E, col benestare della sensei, nulla ci manca. Avremmo messo in scena il capolavoro scomparso anche all'aperto, se fosse stato necessario. Ma non lo faremo. Perché noi ripartiremo da zero: ripartiremo dal Teatro della Luna...!"
"Avevo sentito di certi...falliti che si erano proposti alla tua adorata sensei." disse serio Eysuke "Pensi che un'opera come La Dèa Scarlatta possa essere rappresentata con due assi di legno sotto i piedi? Siete solo degli illusi e i tempi di Oozachi sono passati da un pezzo: non è più lo scenario della seconda guerra mondiale. La gente non è in cerca di conforti catartici, ma di immagine, sensazione, sconvolgimento. Cosa che un semplice teatrino destinato ai concerti rock non può offrire."
Maya ridusse gli occhi a due fessure:
"Lei sottovaluta ancora una volta l'arte. Guardi la mia Akoya: potrebbe avere delle grosse sorprese, signore."
 
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Yayoi
view post Posted on 10/9/2014, 18:09




Mah...in questo periodo non mi sento tanto una volpe.
Ma lo prendo come un complimento.

Che uomo di poca fede, questo Eysuke.
Tutti hanno bisogno di purificare, se non tutta, almeno una parte di anima. Per poi sentirsi più leggero!
 
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view post Posted on 12/11/2014, 18:20
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Capitolo diciannovesimo



Seiichi fissò con intensità la lapide della famiglia Oozachi, nel cimitero di Nara.
Non vi tornava a farvi visita da lungo tempo: troppe erano state le emozioni di quelle ultime settimane. Non si aspettava di essere ricevuto dalla sensei Tsukikage con la benevolenza che sua madre non gli aveva mai accordato né di scoprire delle verità che, per quanto forte di spalle, avevano del tutto sconvolto la sua esistenza, il suo modo di condurre la vita e gli affari. Affidare a Masumi Hayami tutto il suo patrimonio, come anche la gestione della messa in scena del capolavoro scomparso, poteva avere una sola motivazione, ma anche quella si guardava bene dal rivelarla.
Se aveva detto al giovane manager che la vendetta, ormai, era lontana dal suo orizzonte, era anche vero che un affondo ai danni di Eysuke non gli sarebbe spiaciuto affatto.
Seiichi si chinò su un ginocchio per sistemare i fiori: rose scarlatte in boccio legate su di un nastro di raso di egual colore. Non guardava in direzione della fotografia, ché, ingenuamente, <temeva> di essere fissato con rimprovero da quel padre che troppo presto l'aveva abbandonato. E, in fondo, egli aveva in qualche modo seguito il suo esempio, facendo parimenti con la sua famiglia, con quella moglie così concreta da non assecondarlo nella sua folle corsa <al sogno>.
L'uomo tirò su col naso e, finalmente, incrociò gli occhi del padre, uguali ai suoi e a quelli di suo figlio:
"Intere generazioni di uomini la cui vita è stata segnata dal capolavoro scomparso... Mi chiedo se, oltre ai testi sacri, sia mai esistita opera più potente di questa. Nata dall'ispirazione di un uomo e così potente da indicare strade e destino... Tu avevi infinite possibilità: perché rincunciare alla vita? La tua vergogna era più forte dell'amore per i figli o per quella che definivi la tua...<anima gemella>? Non puoi immaginare quante esistenze hai distrutto: persino la vita di quel dannato di Eysuke ha subito una svolta senza ritorno."
Si passò una mano sul ciuffo biondo.
"Per qualche oscuro disegno, sarò io a portare avanti la tradizione della nostra famiglia: poco importa se il mio cognome, adesso, è quello dell'uomo che mi ha cresciuto."
"Signore, è ora di andare."
La voce avvolgente di Hiromi Mitzuki, quando lo richiamava all'ordine, era fredda, quasi metallica.
"Le rammento" proseguì la donna "che domattina ci sarà la conferenza stampa che annuncia il coinvolgimento della Hokuto Productions nella messa in scena de La Dèa Scarlatta: ci saranno la signora Tsukikage, il signor Masumi e i suoi più stretti collaboratori."
Seiichi si levò in piedi:
"Già. Dai tuoi occhi, si comprende bene come non vedi l'ora, vero?"
La segretaria arcuò le labbra.
"Io sono una persona estremamente pragmatica." rispose "Credevo lo avesse inteso, dopo tanto tempo."
"Nulla a che vedere con Saeko, certo." disse l'uomo tirando un lungo sospiro.
"Mia sorella aveva la possibilità di superarmi, prima di entrare nelle grazie del giovane Masumi." mormorò con apprensione Hiromi.
Nel mentre, gli aveva lanciato uno sguardo intenso, che egli finse di non cogliere.
"Le piace ancora, vero?" domandò quest'ultima a bruciapelo.
Seiichi sollevò le spalle rassegnato:
"Non credo conti più, allo stato attuale. Di Saeko ho amato soprattutto l'onestà: so per certo che nessuna parola su di me è mai uscita dalla sua bocca. Quel che un po' fa male è il fatto che sembra quasi avermi cancellato."
Hiromi strinse la cartelletta che portava sottobraccio.
"E' fin troppo evidente che la rivoglia con sé."
"Non voglio nessuno." troncò acido Hokuto "Ho altro cui pensare. Se vuoi sapere se aspetto la riunione di domani per trovarmi nuovamente faccia a faccia con lei, sì. Se vuoi sapere se penso a lei, sì. Ma qui finisce. E, ora, lasciami in pace. Ti raggiungo in macchina tra poco."
Le diede le spalle, tornando a fissare la lapide di Ichiren Oozachi:
"Mi hai abbandonato. Non farò lo stesso con mio figlio."

***



Dopo la conferenza stampa del giorno seguente, Shiori non era più la stessa: neppure Chioichiro, per quanto pragmatico, aveva mai creduto che Masumi accordasse la propria fiducia ad un uomo in odore di yakuza qual era per tutti Seiichi Hokuto.
Facevano colazione a casa Takamiya e la tv rimandava immagini sgranate e fastidiose.
"E' un insulto!" sbottò Shiori "Bisogna subito fermarli..."
"Tranquilla... basterà montare una campagna del fango ai danni dei due novelli amici e scavare un poco sul passato del nostro caro Seiichi..."
"Ti riferisci alla mafia?" chiese la donna guardandolo di scatto.
"La mafia e non solo. I miei investigatori sono all'opera da un bel po' di tempo. Resta solo da verificare un ultimo, decisivo particolare."
Così aveva detto Chioichiro Gin ridendo. Shiori era sconvolta dalla sua sicurezza, ma sentiva crescere dentro di sé un confortevole senso di sicurezza.
"Ti ho mai delusa?" rincarò l'uomo, prendendole la mano all'improvviso. Gliela accarezzò rudemente, provocandole quasi dolore.
"Sii più delicato!" sbottò non paga la nipote di Takamiya.
"Ma taci. Da qualche giorno vivi solo per i nostri incontri: lo si percepisce da come mi guardi, da come mi cerchi. E' questo quello che io chiamo <amore>."
"Amore?" ripeté furiosa Shiori "Strapparmi di dosso i vestiti e prendermi a morsi lo chiami <amore>?"
Chioichiro la fissò gelidamente:
"Il tuo modo di <guaire> è adorabile, mia cara. Era di questo che avevi bisogno, non di blande e asessuate gentilezze. Masumi ha cazzo solo per gli affari. E quella nullità di Maya ne è la dimostrazione..."
"Tra qualche giorno ci sarà il matrimonio." disse Shiori abbassando i toni "Se proprio vuoi farmi un regalo di nozze, sai quel che devi fare."
"Ciò che farò a quei mentecatti lo farò <per me>." dissentì Gin "Per anni, ho servito a Masumi gli affari migliori su un piatto d'argento. A te regalerò ciò che preferisci: che, poi, è anche il mio divertimento."

CONTINUA!

 
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view post Posted on 30/1/2015, 21:30
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Capitolo ventesimo



“Ci rivediamo, Saeko.”
Così aveva detto Seiichi, avvicinando la segretaria personale di Masumi.
La donna lo fissò con aria sfuggente: subitò, si sistemò le lenti sul naso diritto.
“Ho preparato il contratto.” Disse dopo qualche istante con voce atona “Il suo ufficio legale mi ha contattato ieri per definire gli ultimi dettagli.”
Tirò fuori dei fogli dalla cartelletta e li porse al suo interlocutore.
La mano rimase, però, sospesa a mezz’aria e le carte finirono col piegarsi un poco in avanti. Hokuto la stava guardando, ora, così intensamente da indurla ad arrossire fino all’attaccatura delle orecchie.
Mitzuki odiava sentirsi così: solo lui riusciva a confonderla.
Le faceva toccare con mano una <umanità> da tenere nascosta dietro ad un velo di efficiente freddezza.
“Non ho bisogno di leggere il contratto.” Disse l’uomo “Son certo che avrai fatto un buon lavoro e, ovviamente, tratto il massimo del guadagno per il tuo capo.”
Arcuò le labbra sornione, cosa che infastidì ancor di più la segretaria.
“Certo che sì.” Sottolineò Saeko rimettendo a posto il documento con una velocità troppo marcata per non essere palese agli occhi di chi la conosceva assai bene “Spero che non abbia nulla da ridire.”
“No.” Masticò Seiichi “Si tratta pur sempre di una persona che stimo. Masumi è un giovane manager pieno di talento. Riuscirà a far rinascere il capolavoro scomparso qui in Giappone ed anche nel mondo. Con mia grande soddisfazione e a vantaggio della mia compagnia.”
L’altra si stupì del suo tono accorato: comprese che non le stava dicendo tutto.
“Ancora oggi non mi spiego” fece tagliente “come possa aver cambiato idea tanto repentinamente. Fin dalla sera dell'aggressione al mio principale....”
Hokuto l'interruppe subito:
“Andiamo…dovresti sapere meglio di tanti altri che le voci che circolano non mi rendono giustizia…Sì, insomma…non sono poi il cattivo tra i cattivi…”
“Ma quei tizi che hanno picchiato il signor Masumi erano davvero degli affiliati della yakuza.” Rimbeccò Saeko non paga “Se circolano <certe voci>, la colpa è <anche> sua, non soltanto dei tanti impiccioni in circolo.”
Seiichi si passò una mano dietro al collo candido, un gesto che la segretaria aveva visto fare tante volte allo stesso Masumi.
“Touché.” Disse il Presidente della compagnia rivale della Daito “Ma a te lo concedo. Gli uomini di potere frequentano sovente cattive compagnie. Se ne servono per meglio portare a termine i loro scopi.”
“Me ne sono accorta.” Mormorò con un velo di amarezza Mitzuki.
Si riferiva al passato e Hokuto lo sapeva bene: tornò, infatti, serissimo.
“Ci sono cose che un uomo non può non fare. Se ha uno scopo, deve prodigarsi in ogni modo per raggiungerlo. Anche scendere a compromessi.”
“Che eroe…” disse la donna allontanandosi quasi con sdegno.
“Saeko!” la chiamò l’altro prendendola per un braccio “Se tu avessi scelto di restare, ora saresti qui, al mio fianco…saresti il mio braccio destro!”
Ella arcuò le labbra significativamente:
“Sa che cos’è la cosa più divertente, in tutta questa vicenda? Io sono arrivata a mèta senza compromessi, aspettando con pazienza, scegliendo talvolta la strada più ardua. E, oggi, sono felice delle scelte fatte…son fiera di non essermi prostituita in nome dell’interesse e del denaro. Ho scelto di collaborare con un uomo scaltro, ma mai disonesto.”
Seiichi scosse la testa.
“E sei felice?” l’incalzò “Lo sei anche senza di me?”
Mitzuki lo fissò senza indugio:
“E’ così. Senza dubbio. Che cosa avredi dovuto fare, secondo lei? Stare accanto ad un uomo vendicativo al punto da non farsi scrupoli di scendere a patti con la malavita? Io ero veramente innamorata! Avevo vent'anni, ma lei non ha mai pensato per un istante a mettermi in secondo piano!"
"Sei diventata cinica quanto me, mi sembra." disse Seiichi adombrato.
"Cinica?!" ripeté indignata l'altra "Mi ha mai amata davvero? O si è avvicinato a me solo perché sapeva del mio stage alla Daito Art?"
"Ripeto," fece l'imprenditore riluttante "Non stai rendendomi giustizia."
"Io non voglio sapere niente di lei e del suo privato. Curo come avvocato e braccio destro gli interessi del signor Masumi. Eviti di avvicinarsi a me per motivi che esulino da questi."

CONTINUA!

 
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Yayoi
view post Posted on 3/2/2015, 19:28




Questa donna non ha mai un attimo di pace... :D
 
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view post Posted on 20/7/2015, 13:29
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Ho scoperto da pochissimo le tue storie, e davvero non posso fare a meno di leggerle con grande coinvolgimento, perché sono scritte benissimo e sviluppate altrettanto efficacemente. Bellissima anche questa storia dai risvolti imprevedibili. Shiori ha quello che si merita, uno come lei, un vero cinico e senza scrupoli presidente della Daito, infingardo e traditore... anche se per un momento ho pensato 'e se questo vecchio amico di Masumi in realtà fingesse di lavorare contro?'... ma no, probabilmente è davvero un traditore, arrivista senza scrupoli, come la sua "gentile e dolce" promessa sposa.
Anche nel manga, di Shiori ho sempre pensato in realtà, che non sia davvero amore il suo per Masumi, ma solo una superficiale infatuazione da ragazza viziata abituata ad avere tutto.
Maya e Masumi finalmente insieme, pur con tutte le difficoltà del caso sono stupendi, e io attendo la loro riscossa, e sono sicura che con gli alleati che hanno alla fine ce la faranno... Eisuke alla fine non si smentisce, ma che uomo gretto ed egoista che è diventato... o forse lo è sempre stato, non vedo molte possibilità di riscatto per lui.
Complimenti storia molto coinvolgente, non vedo l'ora di leggere il seguito, spero al più presto.
 
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view post Posted on 21/7/2015, 20:55
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Ciao, Scarlett. Grazie di avermi "trovata". Finirò presto tutte le storie lasciate in sospeso. Ultimamente, sono presa da progetti letterari più ambiziosi e, pertanto, non sono riuscita a dedicarmi alle ff, cui resto legata perché per me hanno costituito una straordinaria palestra di scrittura. A presto, dunque.
 
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view post Posted on 23/7/2015, 16:43
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Capitolo ventunesimo



"E, così, sei tu il padre naturale del mio <amico> Masumi..."
Chioichiro Gin accostò Seiichi ad un tavolino all'aperto del circolo del golf, dove si era recato fingendo un incontro casuale.
L'uomo alzò il capo biondo, mentre, per contro, abbassava con deliberata lentezza il quotidiano che stava leggendo. Non una parola, però, uscì dalla sua bocca.
"Quando scoppierà <il caso>?" l'incalzò Gin prendendo posto di fianco a lui "Suppongo si tratterà di un vero scandalo. Il nostro Paese di bacchettoni non perdona vicende come la vostra e Masumi si è già fatto conoscere in relazione al ...<caso Kitajima>."
"Parla chiaro, cosa vuoi?" chiese il Presidente del gruppo Hokuto tagliente.
"Nulla, solo congratularmi." rispose beffardo il nuovo amministratore della Daito.
"E fai bene." lo interruppe il suo interlocutore "Perché il nostro...Paese di bacchettoni ha la memoria corta e sa apprezzare l'arte, quando la vede. Non ci sarà scandalo alcuno, solo un pacifico riconoscimento. Piuttosto che interessarti alle vicende della mia famiglia, occupati della tua società. Perdere Masumi non è stato poi così felice, o sbaglio?"
Si mise in piedi, col proposito di andarsene.
"Mio padre non potrebbe essere più felice di un successore come me." Sibilò Gin alzandosi a sua volta.
"<tuo> padre?" ripeté Seiichi disgustato "Come fate presto voi giovani ad etichettare la gente per squallido opportunismo. E tu, da manager rampante qual sei, ritieni davvero di aver raggiunto il tuo scopo."
Lo fissò con riprovazione:
"Non serve a nulla. Quando tuo padre - il tuo vero padre - morrà, è lui che piangerai, non un surrogato d'uomo qual è Eysuke Hayami. Lascia che ti dica una cosa: conoscevo una persona, molto tempo fa ed era esattamente come te. A che le è servito fare ciò che ha fatto, se, poi, non ha ricevuto una carezza, un sorriso solidale, un solo gesto d'affetto?!"
Chioichiro arcuò le labbra.
"Non sei meglio di me e lo sai." disse con tono terribilmente cupo "Adesso che sei diventato il paparino ideale, giochi a scaricabarile con la tua ex moglie. Aya Fujimura era una che i conti sapeva ben farseli: era scaltra. Quando ha visto come ti eri disfatto di lei dietro la scusa di diventare un uomo di successo, ti ha mollato. Ed è entrata nelle grazie di Eysuke. A tua moglie non interessava affatto ricevere sorrisi e carezze: lei voleva solo che Masumi si realizzasse. Una madre più degna di quanto tu non sia stato come padre..."
Seiichi alzò una mano come a bloccarlo:
"Sbagli, se credi di poter giudicare cose di cui non sai. Sbagli a prescindere. Masumi è mio figlio e conta solo questo."
“Questa cosa distruggerà te e affosserà del tutto lui.” Seguitò Chioichiro acidissimo “Verrà fuori che hai abbandonato tua moglie e il vostro bambino e il vecchio Eysuke diverrà una sorta di eroe e salvatore della situazione. Masumi e Maya non reggeranno a questo fango…Tu hai persino cercato di ammazzarli. Che storia squallida e piena di melensi risvolti. Mi procura il voltastomaco.”
“Che aspetti a rendere pubblica la vicenda?” chiese con sfida il presidente della Hokuto “Dài, forza, facciamolo subito. I giornalisti sono, da sempre, alle mie calcagna: ce ne sono a josa anche qui, fuori dal circolo del golf. Chiamamoli. Diciamo tutto al mondo…”
“So che saresti capace di farlo, ma hai troppa paura che Masumi ti veda ancora per quel che sei: un uomo spietato dedito al lavoro e null’altro…Vuoi fare il padre giusto ora? Un padre? Tu? Ti dico io cosa accadrà: il tuo adorato figliolo, saputo chi sei realmente, fuggirà da te mille miglia e, allora, addio ai diritti di rappresentazione del capolavoro scomparso. Ti ritroverai a reggere due foglie di fico: una per le palle e l’altra per il tuo culo. Tornerai a fare l’impiegato, se ti va bene.”
Seiichi strinse gli occhi: se anche aveva scoperto che era l’ex marito di Aya Fujimura, Gin non sospettava che fosse il figlio minore di Ichiren Oozachi.
Nell’altra ala del circolo del golf, quella destinata alle signore, Shiori Takamiya sorseggiava un tea circondata dalla sua dama di compagnia – la donna che aveva provato a corrompere con un assegno Maya Kitajima e Kuronuma sensei - e da alcune conoscenti dell’alta società, le quali stavano complimentandosi con lei per l’imminente matrimonio.
Il volto della nipote dell’imperatore pareva ringiovanito, complice il fatto di avere appreso, sbirciando nelle carte del suo fidanzato, che Masumi e Seiichi avevano legami di sangue. Se Gin avesse saputo della sua ingerenza, non glielo avrebbe perdonato, ché conosceva quanto la sua lingua si facesse lunga in odore di vittoria. E quella carta andava giocata con la massima furbizia, non semplicemente per soddisfare una ex ancora infuriata.
Shiori, però, aveva non solo l’aspetto, ma anche la leggerezza cerebrale tipica di chi assume qualcuno financo per pensare. Non le importava di nuocere al suo nuovo fidanzato e la vendetta era tutto ciò cui ambiva. Dalla follia era passata al rancore più sordo e insensato: e Maya e Masumi erano rei di un imperdonabile peccato.
“Si vede che stai bene, Shiori.” Le stava dicendo una delle sue interlocutrici “Te lo meriti, ragazza mia. Hai passato le pene dell’inferno per colpa di Masumi…”
“Sapete…” rispose ella con dire da santerellina malefica “…dicono che le persone si rivelino in virtù del sangue che scorre nelle loro vene.”
Le amiche si guardarono negli occhi, ignare.
“E’ stato un colpo di fortuna che lui <si sia lasciato sedurre> da quella ragazza così volgare….” Proseguì con tono accorato per fare in modo che esse l’incalzassero.
“Volgare?” ripeté un’altra “E’ un’autentica puttana, cara. Non ci sono termini diversi che la definiscano.”
“E’ quasi blasfemo che le facciano recitare la parte di una dèa…” bofonchiò la dama di compagnia di Shiori, che stava strafogandosi con dei dolci “Anche la Tsukikage…in fondo, era l’amante di Ichiren, un uomo sposato. Non c’è da stupirsi che il cielo <punisca> questi peccatori sfrontati mandando loro strali e disgrazie…”
Una giovane signora portò disgustata una mano alla bocca:
“Non andrò mai a vedere quello spettacolo. Per quanto la Kitajima abbia talento, è disgustoso pagare un biglietto per vederla. Non dopo quello che ti ha fatto, Shiori.”
La Takamiya annuì affranta, la bocca semiaperta di chi è incerta se dire qualcosa.
Le amiche pettegole che la circondavano colsero quella <geniale> incertezza e non tardarono a porle la fatidica domanda:
“Tesoro, se hai da sfogarti, fallo pure: poco fa, hai parlato di sangue…A che cosa ti riferivi…?”
Shiori portò entrambe le mani sul viso a coprirlo e prese a singhiozzare senza posa:
“Ecco, sapete…in realtà, sono stata anche circuita. Masumi mi ha mentito anche riguardo alle sue origini…”
“Andiamo…” sorrise la sua dama di compagnia – che la nipote dell’imperatore polverizzò con un solo sguardo “Lo sapevi fin dall’inizio che Masumi è orfano di padre. Eysuke lo ha adottato…”
“Certo.” Sottoscrisse una delle astanti “Non è certo una novità…”
Ella abbassò la testa:
“Quello che Masumi si è guardato bene dal dirmi è che suo padre è Seiichi Okuto, quel manager in odore di mafia che ora sta per mettere in scena il capolavoro scomparso!”
Hiromi Mitzuki, che stava transitando in incognita da quelle parti, ebbe un sussulto
“Che scandalo!” urlò quasi una delle donne
“Mio nonno si è sempre rifiutato di fare affari con lui…” pianse scandalosamente la Takamiya.
“Ma certo, tesoro, la tua famiglia è così onesta…” le fece eco la dama di compagnia “E’ scandaloso…mi stupisce che la stampa non sia ancora stata informata…”
Hiromi corse dal suo principale senza perdere un attimo di tempo.
 
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view post Posted on 23/7/2015, 21:08
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Quanti colpi di scena!! E chi se l'aspettava? Seiichi Okuto è il vero padre di Masumi (e figlio illegittimo di Oozachi)... quanti fili che si intrecciano dal passato, impossibile prevedere gli sviluppi di questa trama dai risvolti inquietanti.
Quello che mi piace delle tue storie è il coraggio di osare tracciando un percorso alternativo e vedere dove ti porterà; non so se sia davvero così, ma a volte è questa l'impressione che ho, e bisogna davvero essere bravi per gestire tutto e non lasciarsi portare fuori strada dalle idee... poi magari chissà, è quello che vuoi.
Si vede che metti anima e cuore in ciò che scrivi. Senz'altro leggerò la fatica letteraria di cui mi parli, mi permetto di chiamarla così, vista la lunghezza e l'impegno che ti richiede, non per dileggio, e immagino che sia un notevole impegno anche dal punto di vista del lettore, mi riprometto di farlo nella disposizione d'animo giusta.

Intanto, ho da poco finito la lettura della fan fiction dove narri le vicende dei bradipi dal punto di vista di Mizuki e Karato; mi piacciono molto i punti di vista esterni, sono un ottimo modo di vedere altro, luci e ombre diverse, lati nascosti, cosa che emerge prepotente dal tuo racconto. Masumi è umano e alla fine quasi disperato e sette anni di attesa, logorato dal suo sentimento nascosto e sfibrante, sono duri da sopportare; gli dai pulsioni sensuali che deve soddisfare per non impazzire, ed è verosimile che sia così; non ho mai creduto al mito di un Masumi asessuato e addirittura vergine, come qualcuna vorrebbe.
Grazie per questi bei momenti che mi regali!!
 
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