Capitolo quindicesimo
"Bene arrivato, <signor> Hokuto."
Tsukikage sensei, avvolta in uno scialle color avorio, accolse Seiichi nell'anticamera della casa di Nara, quindi gli diede la mano.
Egli, piuttosto che stringerla, la portò prontamente alle labbra, compiendo un gesto di galanteria comune ormai solo a pochi uomini.
"Non è cambiato affatto." sorrise la signora in nero "E...somiglia sempre di più a suo padre."
L'uomo deglutì, quindi, tirato un sospiro, disse:
"Simile nell'aspetto, ma non nel carattere: la mia determinazione non è mai venuta meno, specie oggi."
La donna fece cenno a Genzo di lasciarli soli.
"Se Ichiren avesse avuto la metà della sua forza, forse sarebbe ancora vivo."
Egli si mosse nervosamente verso l'anziana, quindi sedette al tavolino basso.
"Ichiren Oozachi <non è> mio padre. Formalmente, praticamente, lo è Kenji Hokuto, l'uomo che mi ha preso con sé dopo la morte prematura di mia madre. Io ero il più giovane e nessuno dei miei fratelli maggiori espresse il desiderio di adottarmi."
"La dura legge del Giappone perbene..." ridacchiò l'attrice "Ma so che è stata la tua fortuna, in fondo."
Seiichi le sorrise:
"Finalmente, è tornata a darmi del tu."
Lo sguardo azzurro era fermo e deciso.
"Lei è stata una icona, per me." riprese "Una delle poche persone che abbia mai stimato veramente a questo mondo. Le sono grato per avermi supportato sempre e, se sono qui, è per chiederle ufficialmente di permettermi di mettere in scena La Dèa Scarlatta."
Chigusa trasalì un poco, ma tacque, in attesa che egli completasse il suo discorso.
"Il giovane Hayami...o, forse, dovrei dire Fujimura e la sua giovane allieva si trovano in una situazione di disagio. Come penso lei sappia, il gruppo di Kuronuma sensei è stato cacciato dal teatro Ondine."
"Maya mi ha tenuta costantemente informata." gli fece eco la donna "E so già che il cast si è trasferito in uno dei tuoi teatri. Il migliore, mi hanno detto."
"E' così." disse Seiichi "E, al momento, sono riuscito a impedire che la Daito Art Productions e il suo nuovo Amministratore mettessero definitivamente le mani sul Kyoshoto. Tuttavia, questo non è ancora sufficiente. Appena Chioichiro Gin si sarà insediato, col supporto di Ryu Takamiya, si riavrà sull'Associazione Nazionale per lo Spettacolo. Finiranno per incastrarla."
"Avrei tanto voluto che Ichiren avesse la metà della tua forza." mormorò Chigusa persa nei ricordi.
"Non è il momento di pensare a lui!" quasi sbottò Seiichi "Io...non ho mai capito perché non ha accettato le mie proposte, quando gliele ho fatte presenti..."
La Tsukikage scosse il capo:
"Perché tu me la facessi adesso, suppongo. Sai, le creature umane sono meravigliose. All'avvicinarsi della morte, acquisiscono una sorta di sesto senso. Non è preveggenza, perché non posso sapere cosa è accaduto di tanto importante nella tua vita, ma <so> che il momento opportuno è questo. Se la mia allieva si è detta d'accordo ad accettare il tuo aiuto, non vedo perché non debba dare anche io il mio benestare."
Seiichi abbassò lo sguardo:
"Finora, ho curato gruppi rock ed eventi musicali di alto livello. Mi rendo conto che il mio teatro può sembrare <non all'altezza> di quelli della Daito o del Kyoshoto, ma io penso che un gruppo come quello di Kuronuma possa dar vita a qualcosa di straordinario. In fondo, il teatro della Luna non era così...imponente, giusto? E c'è stato un momento in cui mio padre ha diretto La Dèa Scarlatta in condizioni davvero atroci, ottenendo comunque un grande successo di pubblico."
"Per Maya" disse tristemente la sensei "avrei preferito un debutto sfolgorante. Non so perché il Fato si accanisca contro le interpreti di Akoya..."
"Non sia in pena per lei..." la rinfrancò Hokuto "Sta vivendo la stagione più bella, col suo grande amore di fianco. Masumi Fujimura è davvero un giovane straordinario: pieno di talento e inventiva, dotato di grande cuore. Solo un pazzo potrebbe rinunciare ad averlo per figlio."
"Eysuke è una serpe e nessuno meglio di me può saperlo." soggiunse l'attrice portando una tazza di tea alla bocca.
Seiichi fece lo stesso, ma gli parve di bere fiele:
"Ci sono tante e tante cose che non posso perdonare ad Hayami. Quello che ha fatto a mio padre e... non solo."
La donna lo fissò interrogativa:
"Sei diventato molto serio e chiuso: quand'eri ragazzo, mi raccontavi volentieri il tuo vissuto..."
"Questa cosa verrà fuori a tempo debito, sensei. E, allora, lei trionferà insieme a me. La mia non sarà una vendetta in solitario. Mi conceda di supportarla, la scongiuro: non se ne pentirà. Io non sono debole come mio padre!"
***
Maya e Mitzuki sedevano nel terrazzo della villa di Izu entrambe intente nelle loro attività: la giovane attrice leggeva il suo copione, mentre Saeko rivedeva alcune proiezioni che Hijiri le aveva passato qualche istante prima.
"E' raro vederti a casa." disse la segretaria di Masumi sollevando lo sguardo.
"Kuronuma sensei ci aveva promesso da tempo un giorno libero. Prima del grande...affondo. E' così che lo chiama."
Mitzuki sorrise:
"E' un uomo severo nel lavoro, ma possiede anche un grande cuore. Il signor Masumi lo tiene in grande stima da molto tempo."
"Lo so." sospirò Maya chiudendo il quaderno e tirando su col naso "Comincia a rinfrescare..."
"Sarà meglio entrare: non vorrei mai ti beccassi un raffreddore in questo momento." la incitò la donna alzandosi a sua volta dalla sedia.
Alzò lo sguardò al cielo notando delle nuvole scure di passaggio:
"A quest'ora, Tokyo sarà tutta bianca. Noi, invece, pur avendo freddo, godiamo del tepore del sole anche in inverno."
"E' il potere del mare." disse l'attrice "La natura mi stupisce ogni giorno che passa. Basta spostarsi di alcuni km per trovare la più grande varietà di climi..."
"Da quando sei diventata una contemplativa?" ridacchiò Saeko sbirciandola da dietro le lenti.
Maya alzò le spalle:
"Alla Valle dei Susini accadono cose ancor più strane. Succede che, anche quando nevica o c'è nebbia, basta sostare sotto gli alberi secolari per provare calore e ristoro. Poi, fuori dalla Valle, tutto finisce e, così, è come se si fosse con un piede in due mondi contemporaneamente..."
"Che cosa incredibile..." mormorò Mitzuki "Mi piacerebbe, un giorno, andare laggiù. Chissà che anche per me non avvenga un miracolo..."
Maya si stupì delle sue parole: pareva che, d'improvviso, la segretaria di Masumi mostrasse un aspetto del suo carattere tenuto ben celato dietro ad una maschera di sicurezza e caparbietà.
"Si riferisce all'amore, forse?" domandò la giovane attrice.
Saeko si schiarì la voce:
"Ma che vai a pensare? E, poi, potrei stupirti: io, un uomo, ce l'ho già."
La Kitajima richiuse le porte a vetri sgranando gli occhi.
"Non lo avrei mai creduto..." balbettò "Sembra così presa dal suo lavoro..."
"E' così, infatti." sottoscrisse la segretaria "Non vedo molto spesso quell'uomo. Ultimamente, non lo vedo mai. A dire il vero, non so neppure se la nostra possa definirsi ancora una storia."
"Com'è possibile?"
"Sei ancora una bambina, Maya." sorrise Saeko "Le storie sono diverse quanto sono differenti le personalità degli uomini che respirano in questo mondo "Ci sono vicende sentimentali che restano nel cuore anche quando sono bell'e finite. E' così che mi sento quando penso a <lui>: grazie a quel ragazzo gentile sono riuscita ad uscire dall'ombra della mia perfetta sorella. Per quanto non sembri, da adolescente sono stata una persona assai insicura. Avere accanto Hiromi mi ha molto influenzato: lei è bellissima, seducente. E' sempre stata la prima a scuola. Riusciva senza alcuno sforzo, mentre io mi impegnavo al massimo per arrivare ai suoi livelli. La mia stanchezza, però, andava di paripasso con la trascuratezza. Non ho mai indossato lenti a contatto né tagliato capelli né indossato completi sensuali..."
"Io trovo che lei sia una donna affascinante..." disse Maya solidale.
La sua ingenuità, in quei frangenti, era davvero irresistibile per Mitzuki.
"Ti ringrazio." fece quest'ultima trattenendo una risata.
"Io la capisco bene." sospirò la giovane allieva di Chigusa Tsukikage "Quando Masumi chiese Shiori in sposa, mi sentivo brutta e inutile. So di non essere una grande bellezza, ma, per qualche oscuro motivo, per Masumi non ha alcuna importanza. Io credo che, un giorno, anche lei troverà una persona che la farà sentire bellissima e seducente. Sarà lui a trarre fuori quegli aspetti che credeva di non possedere..."
Mitzuki divenne seria:
"Il giorno in cui ciò accadrà non sarò felice: penso di dover agguantare la dovuta autostima indipendentemente dal fatto che la gente mi ammiri, non trovi?"
Karato Hijiri, che era passato dal salotto in quell'istante, captò l'ultima parte della conversazione tra le due donne e sorrise.