L'ultimo ballo

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view post Posted on 29/7/2014, 17:09
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Quando Maya sedette davanti alla specchiera, nel suo camerino, realizzò di essere ritornata in lei.
Sentiva ancora il benessere derivante dall’avere interpretato al meglio il capolavoro scomparso: la pervadeva da capo a piedi, le dava quella sicurezza di cui mai aveva goduto.
Tutto può assumere un senso, se lo si cala nella prospettiva dell’arte. Comprese che le risposte che l’uomo cerca vanno di paripasso con la ricerca della felicità e risulta piuttosto semplice coglierle, se si asseconda il corpo e, con esso, il cuore.
Ecco perché la sua storia – ne era certa – avrebbe avuto un lieto fine.
Deposta la spazzola e indossato un abito elegante per il party offerto dalla Daito a conclusione della prima, decise di raggiungere il foyer, dove avrebbe quasi sicuramente trovato Masumi ad attenderla.
Aveva avvertito la sua presenza rassicurante per tutta la durata dello spettacolo: era il suo volto che aveva visto, andando <oltre> quello di Yuu.
Fuori dalla porta, ancora una volta, trovò Hijiri, nelle vesti di fattorino, con in mano un enorme fascio di rose scarlatte.
Gliele porse galantemente, sussurrandole che erano da parte del suo benefattore.
Maya ringraziò: nel ricevere il presente, urtò la mano sinistra del collaboratore di Masumi Hayami. Quindi, gli rivolse un disarmante sorriso.
“Volevo sapere” le disse allora l’uomo “se le era possibile accordarmi un ballo, prima di congedarmi definitivamente da lei.”
L’attrice arrossì: quelle parole le avevano quasi dato una scossa.
“Il mio compito” precisò Karato “può dirsi concluso. Non debbo più far le veci di qualcuno, poiché quel <qualcuno>, da stasera, si prenderà cura personalmente di lei.”
“Le concedo il ballo.” Rispose Maya dandogli a sua volta del <lei> “Ma non dica mai più che il suo compito è concluso: sembra quasi che non ci si debba più vedere. Ed io non potrei mai prescindere, oramai, dall’amico più caro.”
Egli annuì un po’ commosso:
“La mia amicizia l’avrà sempre.”
Egli si appoggiò alla parete, ricordando il recente passato.
“Ha mai pensato a come sarebbe potuto essere, lassù, se avesse deciso di non tornare?” chiese a bruciapelo.
La Kitajima abbassò la testa.
“Non riesco a pensare ad alternativa più piacevole.” Ammise in assoluta sincerità “Lei è una delle persone con le quali mi riesce semplice essere me stessa. Suppongo sia lo stesso anche per Masumi, dal momento che siete cresciuti insieme.”
“E’ vero.” Disse a sua volta Hijiri “Ma la vita non è più la stessa, dopo che si incontra l’altra metà della propria anima, è così?”
“E’ così.” Mormorò Maya in un soffio “Ammetto, tuttavia, che, se Masumi non mi avesse scritto quella lettera, se non avesse usato quel modo plateale per portarmi via dalla festa, probabilmente, non sarei tornata a Tokyo.”
“Mi aveva mentito?” domandò stupito il collaboratore ombra della Daito “Io credevo fosse decisa a rientrare.”
“L’alternativa era fuggire ancora più lontano, dove il cuore avrebbe sofferto meno. C’è stato un momento, in cui ho creduto di essere felice anche lontana dal teatro.”
Karato si ricordò di quegli eventi immediatamente: non la seguiva ancora, all’epoca, ma Masumi gli aveva raccontato ogni particolare.
“Credeva di essere lontana dall’arte.” Sorrise “In realtà, per quel che ne so, allestiva degli spettacoli per i piccoli ospiti dell’asilo. Lei non vive lontana dal palcoscenico: come potrebbe essere diversamente? Brilla di una luce inimmaginabile: rende possibile l’impossibile. Attraverso lei, ho visto anche io la mia porzione di arcobaleno.”
“Grazie.” Sussurrò Maya volando tra le sue braccia.
La dolce musica che proveniva dal foyer fece da sfondo al loro ultimo ballo.

***

Masumi Hayami, nel salone delle feste dello Shuttle X, attendeva con ansia l’apparizione della donna che amava.
Poco distante da lui, suo padre, al braccio di Asakura, pareva miracolosamente non avere più bisogno della sedia a rotelle.
“Mi stupisce che tu sia qui a festeggiare.” Disse il giovane accostandolo “Non dopo quello che ci siamo detti di recente.”
“La Dèa Scarlatta è tornata in mano alla Daito.” Sghignazzò l’anziano “Puoi immaginare momento di gioia maggiore, per me?”
“Certo che no.” Masticò Masumi “Ma, se fossi in te, non sarei così certo di questa cosa. Maya potrebbe decidere diversamente.”
“E per quale teatro?” chiese Eysuke, che la sapeva assai lunga anche in merito alle sue intenzioni future “In quarantott’ore sei riuscito a ingabbiare persino il regista Kuronuma: quel contratto firmato all’ultimo istante è stato un colpo da maestro. Maya non accetterà di farsi dirigere da nessun altro.”
Lo fissò di sottecchi:
“Ora puoi dirmelo, figliolo: hai fatto tutto questo per continuare a stare vicino alla primattrice nonostante il matrimonio con Shiori?”
Il Presidente della Daito arrossì schiarendosi la voce.
“E’ perfettamente inutile che torni su questo tasto: non rinnoverò la mia promessa alla signorina Takamiya. Non intendo sposarla.”
“Che peccato…” ridacchiò l’anziano “Avresti potuto raggiungere traguardi inimmaginabili. Alla tua giovane età, poi…”
“I successi lavorativi non sono tutto, padre.” Disse Masumi convinto.
“Ho visto Hijiri, poco fa.” Svicolò Eysuke “Gli hai ridato il suo vecchio compito, suppongo. E Gin?”
L’altro sollevò le spalle:
“Gin sta bene dove sta, nei piani alti. Il buttafuori, per quanto abbia il fisico, non è affar suo. Per Maya, invece, temo ci sarà bisogno di una presenza costante, quando io non le starò vicino.”
“Già.” Gli fece eco suo padre “Takamiya non è tipo da digerire dinieghi. Te la farà pagare.”
“Non credo ci sia lui, dietro alla tentata aggressione a Maya.” Disse il giovane Hayami “Penso, piuttosto, a una macchinazione della sola Shiori.”
Stava per aggiungere altro, ma non lo fece.
Maya, in quell’istante, era infatti apparsa sulla porta nel suo bell’abito scuro con riflessi scarlatti: ricordava molto quello che aveva indossato sulla nave Astoria, scelto da Hayami, ma era più lungo e morbido. Evidenziava un fisico minuto, ma ormai adulto.
Quel giorno, tra l’altro, era il ventesimo compleanno dell’attrice.
Masumi si tolse le mani dalle tasche della giacca e si diresse verso di lei, piantando in asso suo padre, che era rimasto a bocca semiaperta.
Il fiore prezioso racchiuso in un piccolo corpo senza qualità era finalmente sbocciato ed era chiaro a tutti. Anche a lui.
Maya, che non era mai stata bella come Chigusa Tsukikage, ora la eguagliava. Per certi versi, il fatto che fosse felice e ricambiata dal suo amore, la rendeva ancora più affascinante dell’anziana sensei.
Masumi porse alla Kitajima il braccio e la condusse al centro della sala, dove fu accolta da un applauso scrosciante.
Ella riconobbe, tra la folla, Kuronuma, Sakurakoji e le ragazze della compagnia Tsukikage: si commosse ancora di più.
“Alla dèa scarlatta!” urlò uno degli astanti sollevando il calice.
Maya si girò a destra e riconobbe la signora in nero.
“Sensei…” balbettò staccandosi da Masumi.
Ella, abbigliata altrettanto elegantemente, reggeva tra le mani la borsetta lucida e un plico contenente dei documenti.
La Tsukikage, reggendosi a Genzo, salì i due gradini che la separavano dalla sua allieva prediletta e s’avvicinò al microfono, già pronto per lei.
“Non voglio togliere spazio ai necessari festeggiamenti.” Esordì “Questa è la festa della rinascita. La mia anima è confluita, integra, in colei che, oggi, ha impersonato, a distanza di cinquant’anni, la dèa incarnata. È una dèa nuova e vecchia insieme. Più completa, forse, perché Maya ha avuto la forza di abbracciare il suo fato. Forza che a me è mancata.”
Le porse il plico:
“I diritti di rappresentazione de La Dèa Scarlatta appartengono a te. Non importa a quale compagnia ti rivolgerai. Sono certa che saprai decidere per il meglio.”
La Kitajima ricevette quel dono con mani tremanti.
Partì un altro applauso: stavolta, era stata Ayumi a prendere l’iniziativa e Maya non poté esserne più felice.
“Dal momento che la Daito Art Productions ha finanziato la ristrutturazione del Kyoshoto…” disse il Presidente dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo prendendo la parola “noi tutti saremmo propensi per questa compagnia. Ma sappiamo che i precedenti rapporti tra…”
La mano sottile di Maya si fermò sul braccio dell’anziano.
“Se permette,” sussurrò emozionandosi “le cose sono un po’ cambiate. La Dèa Scarlatta è finalmente tornata sulle scene e ha riportato l’equilibrio. Io credo che anche le nostre vite, da oggi, saranno diverse.”
Chigusa Tsukikage ridacchiò.
“E’ auspicabile ” proseguì la Kitajima “che il doloroso passato sia superato una volta per tutte. Nei mesi scorsi, ho conosciuto un uomo anziano: è stato gentile con me. Mi ha dato dei suggerimenti preziosi. Ma mi ha anche rivolto delle accuse. Mi domando, ad oggi, se quelle accuse possano avere ancora un senso dal momento che noi, autonomamente, abbiamo fatto le nostre scelte.”
Si riferiva a Masumi e a lei: gli astanti non potevano saperlo, ma i diretti interessati, sì.
Eysuke le rivolse un sorriso che, da solo, ebbe il potere di rischiarare il viso della giovane.
“Se avessi recitato indegnamente, non avrei mai dato il mio assenso…” disse il Presidente emerito della Daito “E, in ogni caso, non avrei mai rinunciato alle nostre sortite in pasticceria,…<signorina>.”
Maya rise commossa e prese per mano Masumi, suscitando il mormorio generale.
Due secondi dopo, i due giovani non erano più in vista.
Affacciati al terrazzo del lussuoso teatro, osservavano il panorama davanti a loro.
“Sentirai freddo.” Le disse Hayami togliendosi come al solito la giacca e adagiandola sulle spalle dell’attrice.
“Per nulla.” Gli fece eco Maya, che, però, si sistemò per bene l’indumento.
Fu rapita un istante dal panorama.
“Guarda che meraviglia…” Mormorò dopo un poco “Lo spettacolo che si apre intorno a noi è così bello.”
Masumi deglutì incerto:
“A che ti riferisci?”
Per un istante, temette che ella gli rivolgesse le stesse parole di Shiori.
“Non c’è paragone alcuno tra ciò che è fatto dall’uomo e lo spettacolo dell’universo.” Rispose l’erede di Chigusa Tsukikage “La grandezza dell’uomo, il suo genio, sono comunque un nulla, di fronte alla bellezza del Creato. Adesso, vorrei essere nella Valle dei Susini o a Izu, per ammirarlo insieme a te.”
Masumi sorrise:
“Non mi perdonerò mai di avere perso tanto tempo prezioso. Quel giorno, stavo raggiungendoti come convenuto, ma ero ubriaco: così, sono uscito fuori strada. Poi, ogni cosa è parsa andare per il verso sbagliato: le condizioni di Shiori erano tali da bloccarmi del tutto. Volevo davvero lasciarti al tuo destino, riprendere in mano la mia vecchia vita, fare ciò che tutti s’aspettavano.”
Sospirò dolorosamente.
“Immagino tu sappia chi mi abbia spinto a tornare sui miei passi.” Sorrise.
La risposta era ovvia, per Maya:
“Eri geloso?”
“Ero più che geloso.” Rincarò Hayami “Avevo già provato una volta a far paura ad Hijiri, ma lui, imperterrito, ha continuato a rivestire il suo ruolo. Non potevo accettarlo. Era troppo per me.”
“Che cosa è cambiato?” chiese la giovane con un fil di voce.
“Tutto.” rispose semplicemente Masumi “Ho capito che non soltanto era sciocco rinunciare a te, ma contro natura. Gli dèi creano l’uomo perché sia felice. Ma la vita insegna che anche per essere felici è necessario il coraggio.”
Si avvicinò al viso dell’attrice e appose un tenero bacio sulle sue labbra.
Quindi, alla stregua di un cavaliere d’altri tempi, si mise in ginocchio e le prese una mano:
“Signorina Kitajima, sono qui per rivolgerle formalmente la mia proposta di matrimonio. Può…accettare un affarista senza scrupoli, uno scarafaggio, un fanatico del lavoro, un uomo senza cuore…?”
Maya annuì rossa in viso.
“Lo farò. E accetterò anche il donatore di rose scarlatte e il silenzioso ammiratore del cielo notturno. Quando arriverà la sera, aspetterò che egli mi passi la sua giacca; quando sarò demoralizzata, aspetterò che egli mi rechi conforto; voglio condividere ogni momento con lui. Per sempre.”
Masumi la baciò di nuovo, stavolta con rinnovata passione.
E una stella cadente, luminosissima, parve tagliare in due la volta celeste, a simboleggiare il sostanziale ricongiungimento di yin e di yang.

FINE

 
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Yayoi
view post Posted on 3/8/2014, 19:59




Per fortuna che ci sei tu a farmi immaginare come potrebbe essere la messa in scena de"La Dèa Scarlatta".
E' stato molto coinvolgente!
 
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view post Posted on 20/7/2015, 22:33
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Stregone/Strega professionista

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Bellissima semplicemente!! In questa storia Masumi mi ha veramente quasi irritata per la sua ostinata voglia di arrendersi, per non parlare di come sembri lasciarsi ingannare da quella vipera schizoide di Shiori, mi piace solo quando tiene testa a quel mentecatto del nonno della pazza. Hijiri è il personaggio che assume davvero più spessore e in alcune parti diventa quasi più grande di Masumi stesso, almeno lui combatte per Maya. Ma l'amore vince, per fortuna.
Hai una maniera di scrivere davvero evocativa e la rappresentazione della Dea Scarlatta mi ha catturata.
Bellissimo l'epilogo, quasi temevo un finale diverso. Complimenti.
 
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32 replies since 26/6/2014, 15:12   666 views
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