"Un sentimento Rosso Sangue", liberamente ispirata dalla saga The Vampire's Diaries

« Older   Newer »
  Share  
L@dygemy
TOPIC_ICON12  view post Posted on 2/3/2011, 20:45




FF ispirata dalla saga The Vampire's Diaries, mia prima ff in assoluto...per rompere il ghiaccio ho pensato di varcare una nuova frontiera...

image




1° CAPITOLO

TORNARE A CASA…



<Papà, mamma, mi piace questa canzone, potreste alzare il volume?>, avevo sempre amato James Blunt e questa canzone, “Dangerous” l’avevo ascoltata milioni di volte. Mi faceva pensare al “Dracula di Bram Stoker” , non che fossi una fanatica del genere, ma essendomi lasciata convincere dalle mie amiche ad andare a vedere tutte le prime della saga di Twilight , non poteva mancarmi il cult in assoluto del genere vampiresco, ed anche quello più drammatico.
Cantai le strofe della canzone, nella mia mente, parola per parola, concentrandomi nel loro significato…




I’ll be standing in the corner
Just watching her slaughter them
See you all go wild
I’ve been dipping in my finger
Testing out the water
See you on the other side
She is dangerous, she is dangerous, I’m sure (woah)
And she’s all dressed up and knocking at my door (woah)
She is dangerous, she is dangerous, I know (woah)
But she’s got my heart and she’s never letting go
I’ll be hanging on your heartache
Enough rope for my sake and losing everytime
I’ll be wrapped around your finger, let the moment linger
See you on the other side
And we all get a taste for blood tonight
Coz we’ve all had a taste of love
And we all get a taste for blood tonight
For love….
………………………….
Starò nell’angolo
Guardandola come li massacra,
Vedendo come tutti impaziscono,
Testando l’acqua,
Mi sono immerso.
Ci vediamo dall’altra parte.
Lei è pericolosa, lei è pericolosa, sono sicuro (woah)
Ed è tutta vestita e sta bussando alla mia porta (woah)
Lei è pericolosa, lei è pericolosa, sono sicuro (woah)
Lei ha il mio cuore e lo lascerai mai andare via.
Aspetterò la tua tristezza.
“Abbastanza corda per il mio bene” e perdendo ogni volta
Il tuo dito mi coprirà, ferma questo momento
Ci vediamo dall’altra parte.
Lei è pericolosa, lei è pericolosa, sono sicuro (woah)
Ed è tutta vestita e sta bussando alla mia porta (woah)
Lei è pericolosa, lei è pericolosa, sono sicuro (woah)
Lei ha il mio cuore e lo lascerai mai andare via.
E questa sera tutti asseggeremo il sangue...
Perchè tutti abbiamo un sapore di amore...
E tutti assaggiamo il sangue questa sera...
Per amore.

I finestrini aperti scompigliavano i miei capelli, e l’aria fresca, dava refrigerio in un giorno prettamente estivo. <dovrò farci l’abitudine> pensai <ora che stiamo per trasferirci a Mistic Falls!>

Sono nata qui, in questa piccola cittadina del sud, dove si respira ancora il passato suggestivo del periodo storico, della Guerra di Secessione…le case coloniche, i prati curati, i boschi, le insegne…ma in vero, stò ammirando tutto questo, per la prima volta, poiché sinora, immaginati soltanto attraverso le descrizioni dei miei genitori, che pur accurate, non attraenti come la realtà.

Certo, noto una enorme differenza con il luogo in cui sono cresciuta, “Montreal”, una bella città moderna del nord America, fredda per gran parte dell’anno, dove coesistono contrasti notevoli, trà la città all’avanguardia, le rigogliose pianure e i laghi tutt’intorno…penso che mi mancherà ogni cosa di quei luoghi, soprattutto passeggiare nella “Petite Italie” che scorre lungo Boulevard Saint-Laurent, tra le vie Saint-Zotique e Jean-Talon dove ogni pomeriggio dopo la scuola, insieme alla mia amica Janet, eravamo solite passeggiare, nella lunga via del centro, per fare shopping nelle varie boutique italiane e mangiare della buona pizza napoletana da immigrati d’inizio secolo, tramandata da figlio in figlio.

Le insegne dei ristoranti sono in ogni dove, i colori della bandiera italiana fanno bella mostra, in ogni vetrina, su ogni terrazzo, ad ogni fermata del bus e del metrò. L’ultima visita fatta proprio ieri l’altro, mi ha guidata sempre qui, ma stavolta, i miei piedi sono andati diretti nella Chiesa che dimora in questo quartiere la “Eglise de Notre Dame de la Défense” (Chiesa della Madonna della difesa). Ho sentito un forte bisogno di affidare le mie preghiere, per tutti i miei cari proprio alla Mamma Celeste che dall’alto del suo piedistallo mi guardava materna e misericordiosa. L’affrontare un lungo viaggio, sapendo cosa lasciavo, ma non sapendo assolutamente nulla di ciò che avrei trovato, mi dava un certa inquietudine.

<elèna…Elèna…>, la voce di mia madre mi catapultò dall’alto dei miei pensieri, direttamente sul sedile dell’auto, che sfrecciando si stava avvicinando sempre più alla nostra nuova casa…e nuova vita.

<che ne pensi, se come arriviamo, andiamo subito a trovare la zia Jenna? , lo sai, non vede l’ora di vederci e poi anche tuo fratello Jeremy, sarà molto felice di riabbracciarci, è qui dalla primavera scorsa e oltre alle poche parole che biascica per telefono e qualche mail, che ci rassicurano del fatto che stia bene, io e tuo padre abbiamo bisogno di constatarlo di persona, ….sai com’è tuo fratello! E’ sempre stato piuttosto riservato e introverso e ti dice di stare bene, anche quando non è vero! Per questo ti chiedo, ora che saremo di nuovo tutti qui, di stargli vicino e cercassi di farlo aprire di più…almeno con te!>,

la supplica che le lessi negli occhi mi portò a risponderle in modo rassicurante:
<si ! Mamma! Jeremy è mancato molto anche a me e anch’io non vedo l’ora di riabbracciarlo, vedrai che si sarà già ambientato e avrà trovato anche una ragazza, ma cerchèrò di stargli vicina il più possibile,…da brava sorella maggiore, come ho fatto, da quando è nato!>

poi mi rivolsi a mio padre, tra il divertito e lo sfottò, <papà che dici, riuscirai a sopravvivere nella piccola Mistic Falls, senza il tuo circolo del Golf e la partita a Bridge con i vicini di casa, il sabato sera?>, il suo sguardo divertito, attraverso lo specchietto retrovisore, fece sorridere anche me, mi rispose: <cara, non sarà facile! Per il Golf, dovrò trovare un buon circolo anche qui….il sabato, mi accontenterò di giocare a canasta con tua madre!>, la battuta fece scoppiare tutti e tre in una sonora risata.


Continua….








2° CAPITOLO

"IL DESTINO DIETRO L'ANGOLO"


Eravamo da poco entrati in una zona boschiva, una superstrada battuta soltanto da poche auto e tanti mezzi per il trasporto del legname.
Se non avessimo avuto fretta di arrivare, avrei chiesto a mio padre, di fare una sosta, per sgranchirci un pò, ma l'andatura sostenuta dell'auto, mi fece cambiare idea...probabilmente anche lui, era ansioso di tornare a casa....

Mi misi ad osservale le foto sul cellulare che avevo scattato giorni addietro a tutti i miei amici di Montreal, nel mentre, alzai gli occhi un solo istante, vidi un grosso bilico scodare in prossimità della curva a gomito che ci apprestavamo a percorrere...
concitata dissi: <oddio papà! Sembra abbia perso il controllo del veicolo....>, anche il tono della mamma non era da meno: <fa attenzione caro! Elèna ha ragione, forse un malore del conducente....> e mio padre: <o forse, uno che ha bevuto un pò troppo!>

Ecco, ora il bilico invadeva pienamente la nostra corsia, viaggiando contromano, e la curva era così stretta!
...Iniziai a sudare freddo, mentre mi tenevo con forza al sedile anteriore, dove mia madre sedeva rigida e impaurita, proprio come me che vedevo le mie mani tremare leggermente, immaginando il peggio....
anche mio padre aveva il viso trasfigurato dall'ansia...

Tutto si svolse in una frazione di secondo, il bilico recuperò la traiettoria, con una brusca manovra, un attimo prima di prenderci frontali, ma non si accorse che la nostra auto veniva comunque buttata fuori strada.
Lo stridere delle gomme sull'asfalto, causati dalla brusca frenata, non servirono a fermare la corsa dell'auto, il violento urto buttò giù parte del gard rail e l'auto senza più controllo, si coricò sulla destra e iniziò la sua discessa, rotolando su se stessa.

Trovai anche la forza di gridare <mamma, papà, nooooooo.....>, forse anche loro provarono a chiamare il mio nome, ma il rumore delle lamiere, copriva ogni suono....anche le nostre grida.
Mi sentivo cadere addosso di tutto, probabilmente anche i bagagli iniziarono a girare vorticosamente, spostandosi dal portabagagli, all'interno dell'abitacolo. Dai finestrini semi aperti entrava ogni sorta di detriti, mi sentivo ferire in ogni parte del corpo, il mio ultimo pensiero, prima di perdere i sensi, fù: <dèi perchè proprio a noi...perchè!>, qualcosa di grosso mi colpì violentemente la testa e sopraggiunse, il buio....


"NEL LIMBO"



Si racconta che quando si muore in modo violento, l'anima fuoriesca dal proprio corpo carnale per vedere la causa che ha provocato tale distacco e ne prenda coscienza...
probabilmente allora, ero veramente morta nell'impatto, perchè potevo vedere me stessa e i miei genitori con i visi ricoperti di sangue, inermi senza più vita.

Io tenevo ancora il cellulare stretto nel palmo della mano, i bagagli mi ricoprivano in parte. La mamma e il papà avevano le mani teneramente intrecciate, forse l'ultimo gesto d'amore, prima di condividere anche la morte. Le loro teste erano entrambi conficcate nel vetro anteriore, i tagli causati dai vetri, dipinsero maschere di sangue sui loro bei volti.

Strano....non sentivo nulla...forse questo stato di grazia era dovuto all'anima che senza il corpo, può sentirsi leggera, senza più dolori, nè costrizioni.

<Se questa è la morte...> pensai, <...non è poi tanto male! Spero soltanto, possano provarlo anche i miei genitori ciò che stò provando io!>, mi era di conforto, pensarlo.

Non sò quanto tempo passò dall'impatto e quanto stetti li a guardare i nostri corpi, oramai senza vita, ma ad un tratto scese una fitta nebbia tutt'intorno, un grosso uccello nero, "forse un corvo", si poggiò sul tettino dell'auto, o per meglio dire, di ciò che ne rimaneva.

Lui, di certo, non poteva vedermi, anche se per un attimo, si girò verso la mia presenza, poco distante...
<Forse è uno Spirito malvagio, venuto a prendermi, per portarmi negli inferi...> pensai, ma non sentivo la paura attanagliarmi, anzi, una strana tranquillità mi pervase...

Il corvo, si alzò in volo e sparì all'orizzonte e dalla fitta nebbia, la sagoma di un uomo, a passi troppo veloci per essere umani, si fece sempre più nitida.

CONTINUA...


Edited by L@dygemy - 22/4/2011, 11:09
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 3/3/2011, 11:51




3° CAPITOLO



"LO STRANIERO"


image



Ora era proprio vicino, potevo vederlo in viso, si trattava di un uomo sui 35 anni, bello come non mi era mai capitato d'incontrare, dai lineamenti marcati e mascolini, fin troppo perfetti per essere vero, e gli occhi...di un colore tanto intenso, da sembrare due zaffiri, incastonati nelle orbite, resi ancora più azzurri, dalle folte ciglia scure che ne marcavano i contorni. I capelli neri anch'essi, ricordavano nella lucentezza, le ali del corvo, volato via....

Con un balzo felino, fu sopra l'auto, con entrambe le mani, strappò la portiera e la scaraventò lontano, si infilò nell'auto, facendosi largo tra i bagagli accatastati sopra di me e li lanciò fuori, uno ad uno, finchè non raggiunse il mio corpo, legato ancora dalla cintura di sicurezza.
Con uno strattone deciso, la ruppe con facilità, prese il mio corpo, saldamente dalle ascelle e lo tirò con forza e decisione, verso l'uscita, che guardava in alto, perchè il veicolo era rimasto accasciato, proprio dalla parte destra, dove io viaggiavo.
Ora giacevo, con la testa penzolante tra le sue braccia, mi stese a terra e mi prese il viso tra le mani...il suo sguardo parve di stupore, mentre, mi scostava i capelli dal viso. Nel cercare le mie mani, si accorse del cellulare che stringevo ancora nel pugno chiuso, lo prese e guardò la foto impostata come salva schermo..."Io e Jeremy al porto di Montreal", che ci scattò uno dei nostri amici di liceo.

Compose l'ultimo numero salvato, quello della mia amica Janet e ascoltò la voce dall'altro capo del mondo, dire: <Hey Elèna, che fine hai fatto? Credevo mi chiamassi nell'ora di ricreazione! Sei partita stamane e già ti dimentichi di me?>, Janet aspettava la mia risposta, infatti incalzò: <elèna, Elèna, ci sei?, ...Risentiamoci dopo, che non c'è campo, ti chiamo verso sera da tua zia Jenna...ok?...Spero tu sia riuscita a sentirmi! Un bacio tesoro...> e chiuse la chiamata.
Gli occhi di ghiaccio, scrutarono ancora la mia foto e il mio viso, tornando da uno all'altro, allo stupore, prese posto un'espressione compiaciuta e un ghigno si disegnò sulle labbra morbide.

...Forse non ero morta, e lo stavo soltanto sognando...
...Forse mi sarei svegliata a momenti, con il fastidioso trillo della sveglia....
Si! Doveva essere così!....Un incubo...che il giorno avrebbe cancellato presto, dalla mia mente.





"STILLE DI VITA"



Per il momento, "lui", sembrava più reale che mai, non potevo sentire il suo calore al tatto, perchè continuavo ad aleggiare di fronte al mio corpo disteso.
Ad un tratto, l'estraneo ruppe il silenzio irreale, e la sua voce accorata, sembrava veramente straziata dal dolore, <Non morire te ne prego...non ora!...Non posso perderti di nuovo!>...di nuovo? Ma che diavolo voleva dire?, Io, era la prima volta che lo vedevo, neppure nei miei sogni, avrei immaginato, uomo più bello di lui!
Fece un gesto che aveva dell'incredibile e da volta stomaco, si morse il polso, con tutta la forza che aveva, mi aprì la bocca, quel che bastava per contenerlo e fece scendere all'interno di essa, un fiotto di sangue rosso rubino...ne potevo quasi sentire il calore e il sapore dolciastro....ma potevo soltanto immaginarlo, per mia fortuna.

Nel mentre, con l'altro braccio sosteneva la testa, inginocchiato com'era accanto a me, disse: < Dèi, fate che non sia troppo tardi!...Vi prego!...Non può, essere troppo tardi!>...ma troppo tardi per cosa? Che credeva di fare? Di resuscitarmi donandomi parte del suo sangue?...Forse la saga di Twilight, letta, anzi divorata in pochi mesi, mi stava suggestionando, provocandomi questo sogno sui vampiri.

"Un sogno...ma che strano....sembrava non finire mai!"

Lo straniero, mi poggiò la testa sul petto e ascoltò il mio cuore battere un flebile colpo....la sua voce parlò, ancora: <si! Così...da brava!>...in pochi istanti, iniziai a vederlo come attraverso un vetro appannato, ad ogni battito, perdeva la sua nitidezza e la sua voce era sempre più lontana e ovattata....sempre più leggera....impercettibile....sino a sparire...completamente.

CONTINUA....












4° CAPITOLO




"RIPERCORRERE IL TUNNEL"




Una fitta lancinante fece ripartire i miei polmoni che cercavano di pompare quanto più aria gli era possibile, aprì gli occhi, ma le pupille dilatate vennero ferite dalla luce al neon della stanza.
Li richiusi, e cercai di fare ordine nei pensieri e negli eventi. Allorchè una voce giovane e preoccupata mi ammonì dicendo: <Non sforzarti, ora hai solo bisogno di riposare!>, e mi strinse forte la mano che tenevo piegata sul grembo, mentre l'altro braccio abbandonato lungo il corpo era conficcato da un ago che mi iniettava flebo di glucosio e anestetico, il primo per ritemprarmi e nutrirmi, il secondo efficace per alleviare tutti i dolori del corpo, anche se il dolore più grande, lo sentivo all'interno di me, un malessere dell'anima che mi rendeva inquiete e ansiosa, non sapendo bene perchè.....o forse si.




"LA DURA REALTA'"



Alzai di nuovo le palpebre e vidi la zia Jenna ai piedi del letto, con le spalle rivolte alla finestra. Fuori c'era un bel sole e i suoi capelli biondi illuminati dai raggi, le davano un'aria angelica, il suo viso era commosso e addolorato e la testa chinata di Jeremy, diceva più di mille parole.
Le parole facevano fatica ad uscirmi dalla gola, forse le bloccava la paura di sentire la risposta all'unica domanda che stavo per formulare: <Dove sono la mamma e il papà?>...ecco lo avevo detto, ora dovevo soltanto sentirmi dire, ciò che dentro di me sapevo già.
Jeremy iniziò a piangere piano, la zia Jenna gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla, con un filo di voce gli disse: <Jeremy, vai a prendere una boccata d'aria, ti farà bene, è da ieri che non ti muovi da qui!>, senza guardarmi, si girò e fece per uscire....
Il viso della zia, sembrava essere invecchiato di dieci anni tutti assieme, il suo documento d'identità testimoniava che fosse ancora giovane, troppo giovane, per ritrovarsi tra capo e piedi una situazione e una responsabilità più grande di lei.
Iniziò il suo discorso dicendo: <Elèna devi farti forza...>, il sangue mi si gelò nelle vene, <Avete avuto un brutto incidente metre venivate qui e la vostra auto è uscita fuori strada...purtroppo i tuoi gen...", non le feci terminare la frase <No! Non può essere vero!">, la mia voce ora era un grido <Dimmi che non è vero, che non può essere accaduto...ti supplico..." i singhiozzi del pianto mi troncavano il respiro.
Mi prese il volto tra le mani e con le guance rigate di lacrime mi implorò, <<non fare così! Pensa a Jeremy, pensa a quanto si sente in colpa per non aver trascorso con voi tutto questo tempo...Ti prego Elena, sò che nessuna parola potrà alleviare il tuo dolore, ma sappi che non sei sola, ci sono io e tuo fratello, che ha un disperato bisogno di te!>"...il sangue ancora gelato, non riusciva a fluirmi nelle vene, gli arti mi iniziarono a formicolare e il cuore perse un battito. Lo sguardò puntò il vuoto, dalle mie labbra livide una frase uscì spontanea con tono inespressivo e distaccato: <Dovevo morire anche io insieme a loro, tanto ora.... è come se lo fossi!", chinai il capo, metre le lacrime continuavano a cadere sulle bianche lenzuola impregnandole di dolore.


CONTINUA...


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:34
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 4/3/2011, 11:10




5° CAPITOLO


"RITROVARSI"




<No! Non dire così!>, Jeremy irruppe nella stanza, la pena gli trasfigurò il viso...<mi avresti lasciato solo e io non ti avrei mai perdonato!>, aveva ragione, ero stata un'egoista a pensare soltanto alla mia sofferenza, presa com'ero a commiserarmi e piangermi addosso, dando più peso al mio che al suo dolore.
Avevo messo le nostre sofferenze sul piatto della bilancia: il male fisico e dell'anima contro quello dello Spirito soltanto...e avevo fatto pendere l'ago a mio favore.

Era stato meschino da parte mia e pentita gli dissi <Vieni avvicinati!>, lui lo fece, <Abbracciami!>. Era un abbraccio disperato il nostro, di chi sa di non avere più nessuno a parte noi stessi.
<Guardami!> dissi fissandolo nei suoi occhi tristi e smarriti, <Ti prometto che non mi sentirai mai più dire certe idiozie...e ti giuro che da oggi in poi, staremo sempre insieme e mi prenderò cura di te...non ti libererai facilmente di me, hai capito bene?>, annuì soltanto con la testa e finalmente un guizzo di felicità gli attraversò lo sguardo e i nodi alla gola iniziarono a sciogliersi.
<Devi riprenderti presto, ti voglio a casa con me...>, ribbatei <Va bene...lo farò!>

Quando rimasi sola, ripensai alle parole di Jeremy.
"Riprendermi in fretta per tornare a casa..." ma quale casa?
Non sarei mai potuta stare nella casa acquistata qui per noi, dai miei genitori...non senza di loro.
Avremmo dovuto rivenderla e chiedere alla zia Jenna di trovarci un'altra sistemazione, c'erano troppe cose a cui pensare ma ora non era proprio il momento di farlo, ogni cosa a suo tempo. Si!, ci avrei pensato una volta uscita dall'Ospedale.
Buttai lo sguardo fuori dalla finestra, il sole prima alto, stava tramontando, tra poco avrebbe lasciato il posto alla sera...la luce rossastra inondava la stanza, gli alberi fuori, di riflesso sembravano completamente neri.
Proprio l'albero di fronte la mia finestra, catturò la mia attenzione, su di esso alto e frondoso, se ne stava un grosso corvo nero, immobile, fisso verso il vetro della mia camera.
Tutto questo rosso, faceva sembrare l'uccello ancora più scuro di quando non fosse. Poteva sembrare un bellissimo dipinto a guardarlo bene...ma dal fondo di me stessa, una strana inquietudine iniziò a riaffiorare.

Lo sguardo insistente dell'uccello, mi faceva sentire a disagio.
Possibile che neanche qui riuscivo a starmene tranquilla per i fatti miei?
<Vattene uccellaccio del malaugurio! Che vuoi da me?> dissi stizzita, stetti a guardarlo per qualche minuto e mi stupii nel vedere che il suo corpo non cambiava mai direzione, allorchè la mi agitazione e il mio turbamento aumentarono. Presi una rivista poggiata sul comodino e la lanciai in direzione della finestra, scagliandosi rumorosamente sul vetro in visarm.

Dopo poco, il corvo si alzò in volo e se ne andò, forse più per la noia che per la paura...ora ero di nuovo sola, ma stranamente questo non mi rese più felice.


CONTINUA...


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:35
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 5/3/2011, 16:30




6° CAPITOLO


"RICOMINCIARE A VIVERE"



….Passarono altri giorni e altre notti, era trascorso un mese dal giorno dell’incidente.
Un mese abbastanza duro e caotico, fatto di terapie riabilitative e sedute dallo Psicanalista di turno, con la sua analisi spicciola da quattro soldi, che cercava di aiutarmi con frasi fatte e di circostanza.
Il vero aiuto sapevo, potevo trovarlo soltanto da me stessa e dalle uniche persone care che mi erano rimaste. Infatti tornare a stare con Jeremy ogni pomeriggio e farmi raccontare della scuola, dei suoi amici, dei suoi primi amori, era un toccasana per me, un balsamo per le mie ferite e vederlo sorridere di nuovo, mi riempiva di gioia e mi spronava a tornare a far pace con il mondo e con gli Dèi.

Soltanto una cosa spegneva ogni tanto il mio sguardo e questa apparente serenità: il pensiero di non aver potuto presenziare alla cerimonia funebre dei miei, che era stata tenuta in forma privata due giorni dopo l’incidente.
Le spoglie erano state tumulate nel cimitero di Mistic Falls, in quanto nativi del posto. Superata la degenza, sarei andata a far loro visita, non sarebbe stato facile, lo sapevo, ma per ricominciare a vivere, dovevo per forza di cose, elaborare e digerire questo dolore.
…..
Arrivò finalmente il giorno in cui il primario firmò le dimissioni dall’Ospedale, salutai medici e infermieri che in quel lungo mese si erano presi cura di me e del mio umore. Soprattutto James, il vigilantes notturno del reparto che mi rimpinguava ogni giorno di dolciumi, quelli del distributore automatico infondo al corridoio, all’insaputa dei dottori, in primis “l’Ortopedico” che era fissato a non farmi prendere nemmeno un etto in più, per non appesantire la mia colonna, già fortemente provata.
Lo ringraziai dicendo: <James devo proprio ringraziarla, non so come avrei fatto senza le sue dolcezze notturne!>, lo vidi colorirsi un poco, era strano vedere un uomo della sua età, molto vicina all’età che avrebbe avuto mio padre, arrossire come uno scolaretto.
Lo tranquillizai <Non si preoccupi, questo segreto rimarrà tra lei e me!>, gli feci l’occhiolino e gli stampai un affettuoso bacio sulla guancia, <E tu….> continuò lui…<Non farti più vedere da queste parti, se non per venirmi a trovare, ok?>…<Ok glielo prometto!>…<Prenditi cura di te!>….<Può contarci!>, così dicendo, mi avviai incontro all’uscita sottobraccio a mio fratello, verso l’utilitaria di zia Jenna e verso la mia nuova vita.


CONTINUA....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:35
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 5/3/2011, 18:03




Anticipo anche il capitolo di domani che è domenica e sicuramente non mi sarà possibile postare...


7° CAPITOLO




“NUOVE CONOSCENZE”




L’Autunno era giunto con estrema puntualità quest’anno, gli alberi iniziavano a tingersi di giallo ed arancio, i vialetti delle abitazioni erano pieni di foglie cadute, anche il vialetto della nostra casa….si “NOSTRA”, perché la zia Jenna non volle sentire ragioni all’idea di trovarci un’altra sistemazione, “lei” legalmente era diventata la nostra tutrice essendo la parente più prossima a me e Jeremy. Ormai vivevamo tutti e tre insieme come una vera famiglia. Infatti la targhetta d’ottone fuori la porta d’ingresso, citava: “Famiglia Jilbert”…ed era proprio ciò che sembravamo.

….Il viale d’ingresso, aveva veramente bisogno di una ripulita, ma come al solito, Jeremy se ne stava tutto il pomeriggio chiuso in camera a disegnare e ascoltare musica rock. Allora pensai bene di farlo da sola, di certo un po di moto, non mi avrebbe fatto male, anzi, la mia intenzione era di iscrivermi a qualche corso di ginnastica nel dopo scuola, con l’inizio dell’anno scolastico, al quale non mancava davvero molto.
Sicuramente avrei partecipato quotidianamente a qualche attività, come ero solita fare quando vivevo a Montreal insieme alla mia amica Janet. Questo mi avrebbe aiutato a conoscere al più presto nuove persone e fare nuove amicizie.

Presi il rastrello e il sacchetto dei rifiuti e cominciai a darmi da fare. Dopo poco, vidi passare una bella auto sportiva e fermarsi di fronte la tenuta dei Loockwood, cognome famoso da queste parti, dove la città è piccola e la gente mormora. Di certo, né la villa, né l’auto, passavano inosservate. Entrambi di proprietà del Sindaco Loockwood, discendente del più famoso capostipite Loockwood, quest’ultimo riconosciuto nella comunità come uno dei “Padri Fondatori” di questa città.

Meno importante dei suoi progenitori atavici, il figlio del Sindaco, “Tayler Loockwood”, un bel ragazzo che doveva avere all’incirca la mia età.
Lo vidi avvicinarsi a lunghi passi nella mia direzione, era accompagnato da un altro ragazzo alto e biondo. Fecero ingresso nel nostro vialetto con espressione affabile e cordiale, <Hey,…tu dovresti essere Elena, vero?>…<Si! E tu dovresti essere Tayler, giusto?>…<Si infatti!>, con un po d’imbarazzo continuò: <Sai, ti abbiamo vista passando, ed ho pensato di venire a conoscerti, visto che frequenteremo la stessa scuola, e poi tua zia Jenna e mia madre si conoscono e…..lei parla molto volentieri di te….di voi….>, ora era veramente imbarazzato, e anch’io lo ero, dato che il suo amico non mi staccava mai gli occhi di dosso, un tipo con due splendide iridi celesti, due occhi ridenti in un viso dai bei lineamenti e un magnifico sorriso….
<Ciao, io sono Matt, piacere di conoscerti!>, mi porse la sua mano…<Piacere mio Matt, io sono Elena…ma questo lo sai già!>, <Si, in effetti Tayler mi ha detto qualcosa di te…>, Loockwood riprese in mano la conversazione, <A tal proposito, se mi permetti, volevo farti le mie condoglianze per i tuoi genitori, qui in città abbiamo saputo dell’incidente dai giornali locali…..sono felice di vedere che ne sei uscita illesa….>

ILLESA?”, si magari agli occhi del mondo poteva sembrare veramente così!

Ma soltanto io, sapevo quante e come erano profonde le cicatrici che mi avevano sfregiato l’anima per sempre.



CONTINUA….


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:36
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 7/3/2011, 11:08




8° CAPITOLO


"EQUINOZIO D'AUTUNNO"


Mascherando la tristezza dietro un sorriso, dissi: <Bhè, ti ringrazio Tayler, sei stato gentile, come vedi sto abbastanza bene per tornare a acuola e ricominciare a fare un po di moto!>, così dicendo, indicai il rastrello...<Si vedo!...Anzi scusaci se ti stiamo portando via del tempo, in realtà ero venuto per invitare, te, tuo fratello e tua zia Jenna ad una festa che si tiene ogni anno in questa stagione, per la commemorazione dei Padri Fondatori, cade nel giorno dell'equinozio d'autunno, il 23 settembre, credi sarai libera in quella data?>,
<....Non conosco affatto gli usi e i costumi che avete qui, ma sarei felice di parteciparvi, ti ringrazio per l'invito!>.

Matt riprese la parola al fulmicotone: <Se non hai nulla in contrario, vorrei propormi come tuo accompagnatore ufficiale...>, aveva le gote in fiamme nel proporsi così spudoratamente, apprezzai la sua timidezza e la sfrontatezza del gesto, ne facevano un mix interessante!

....Finsi di pensarci su un istante per non dargli troppe aspettative e poi dissi: <Ok, Matt! Sarò lieta di essere la tua dama per quel giorno!>, la sua felicità era palese...<Allora, vengo a prenderti intorno alle 12:00, così arriveremo puntuali per il Brunch!>....<D'accordo, sarò pronta per quell'ora!>....Tayler interruppe la conversazione: <Bene, ora è meglio andare e lasciarti alle tue cose....vero Matt?>, gli assestò una pacca sul petto, <Oh si certo!...Allora a presto Elena...>, <A presto Matt!.....Ciao Tayler e grazie ancora!>, <Non c'è di che!>, entrambi si diressero verso l'uscita del vialetto, in direzione della grande tenuta dei Loockwood.




"UNA NEBBIA IMPROVVISA"



Continuai nel mio lavoro, volevo assolutamente finirlo prima del ritorno di zia Jenna. L'avevo spronata ad uscire un po e dedicarsi del tempo per se, così decise di prendersi quel pomeriggio libero per andare dal Coiffeur e dall'estetista. Era tanto che non la vedevo uscire....cercava di passare quasi ogni momento con me e Jeremy, anche se quest'ultimo se ne stava quasi sempre per i fatti suoi, come ora.

Avrebbe anche lei dovuto farsi dei nuovi amici, così da non dover stravolgere completamente la vita della zia Jenna, e far tornare il prima possibile, tutto ad una "apparente" normalità.

....Una improvvisa folata di vento, mi fece rabbrividire, ebbi come l'impressione di vedere un'ombra fulminea passarmi alle spalle....mi girai di scatto ma non vidi nessuno.
Una nebbiolina iniziò ad affiorare sul prato, sembrava la scena di un film già visto....ma quando?
...Ultimamente mi capitava spesso di associare certi particolari a qualcosa che credevo di aver già visto o vissuto...come in questo momento e come nell'attimo in cui i miei occhi incrociarono gli occhi chiari di Matt poc'anzi...

Ma a cosa poteva essere dovuto tale turbamento, non riuscivo proprio a capirlo, le mie sopracciglia aggrottate esprimevano "perplessità" e il crampo allo stomaco "apprensione".

Scossi la testa come a voler rimuovere certi pensieri e pensai che la nebbia era dovuta sicuramente all'escursione termica tra il giorno e la sera che in quel periodo poteva esserci. Anche il cambio repentino del tempo poteva essere riconducibile a questa stagione autunnale.

Era stata poco prudente ad indossare short di jeans e t-shirt di cotone, poichè l'aria si era fatta gelida e la nebbia da che ferma sul prato, iniziò a salire verso le mie gambe nude, sino ad avvolgermi tutta.
Sbuffai alquanto seccata, avevo quasi terminato il mio lavoro, dovevo solo scendere in strada e gettare il sacco pieno di fogliame nell'apposito contenitore, ma ormai ero circondata da questa fitta nebbia, quasi palpabile.

Così decisi di lasciarlo in un angolo per gettarlo l'indomani. Mi avviai verso casa, degustando il piacevole momento di un bagno caldo, immersa nella vasca sino al collo.


CONTINUA.....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:37
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 8/3/2011, 14:28




9° CAPITOLO



"CALORE FAMILIARE"



Salì di corsa le scale che mi portarono al piano di sopra dove la mia stanza e quella di Jeremy erano una di fronte l'altra. Bussai alla sua porta, <Jeremy ci sei?>, rispose <Si vieni, entra!>, se ne stava seduto alla scrivania con la matita in mano e il blocco dei disegni aperto.
Tanti di questi erano gettati alla rinfusa sul letto in bella mostra, mi accomodai nell'unico angolo rimasto libero e uno per uno iniziai a guardarli....<Sai che sei diventato veramente bravo?...Ma perchè i tuoi soggetti sono sempre così terrificanti?...LICANTROPI o VAMPIRI....non hai di meglio da disegnare?...A forza di stare chiuso qui dentro, farai diventare la tua pelle, "diafana" come uno di loro!>, <Tu dici? E chi ti ha detto che io non lo sia già!> e facendo finta di tirar fuori i canini, fece il gesto di azzannarmi sul collo.

<Dai! Non fare lo scemo!>, gli tirai il cuscino trovato provvidenziale accanto a me, feci per alzarmi <Io vado a farmi un bagno caldo...tu intanto sei in buona compagnia con i tuoi mostri!>, mentre andavo mi venne in mente di dirgli <Dimenticavo...prima è passato Tayler Loockwood insieme al suo amico Matt per invitarci alla festa per i Padri Fondatori, ne sapevi già qualcosa?>, annui e disse <Si! la zia Jenna ha detto che si fa ogni anno e che lei è solita parteciparvi, quindi ci toccherà metterci in ghingheri "stile 800" e accompagnarla!>, nel dirlo, arricciò un tantino il naso, dimostrando un po di fastidio....

Mi servì la battuta su un piatto d'argento: <Dai che sarai bellissimo vestito come un uomo del secolo scorso, con la giacca "Rendingote" e la camicia a collo alto con i voilant, sembrerai un giovane "Conte Dracula"!>, rise divertito e mi gettò addosso lo stesso cuscino che mentre mi richiudevo la porta alle spalle, andò a sbatterci contro.



"ALLO SPECCHIO"



Una volta in bagno, riempì la vasca con acqua calda e bagnoschiuma al muschio bianco, mi spogliai e mi immersi sino al seno, lasciandomi sfuggire un sospiro di piacere.
Stetti così, completamente rilassata per una buona mezz'ora, lasciando vagare la mente in pensieri futili....come l'abito che mi sarebbe piaciuto indossare, l'acconciatura che avrei fatto, gli accessori che avrei dovuto abbinare per rendere il costume più calzante possibile a quel periodo storico.

Bussarono alla porta, <Elena, sei li dentro?>, la voce della zia mi fece sobbalzare, presa com'ero nelle mie fantasie, risposi: <Si zia, ho quasi finito, tra poco scendo!>, <Ok cara fai con comodo! Intanto preparo la cena e chiedo a Jeremy di apparecchiare la tavola!>
Mi sciacquai in fretta e mi avvolsi nell'accappatoio di spugna bianco, presi una spazzola dalla toletta e feci per specchiarmi, ma lo specchio era completamente appannato dal vapore del bagno caldo.

...Passai la mano sul vetro per pulirlo e vidi oltre al mio riflesso, anche la sagoma di un uomo dietro di me....
sussultai dalla paura.... e per l'angoscia portai una mano al petto come a voler fermare il cuore che sembrava volesse uscire, tanto era stato lo schok....in una frazione di secondo mi girai..... e l'uomo non c'era più.

<Ma che diavolo mi sta succedendo?>, stavo rasentando la pazzia, ora vedevo cose strane dappertutto.
Forse un abbassamento di pressione dovuto alla lunga permanenza nell'acqua calda....Si, doveva essere così....un'allucinazione, un miraggio, dovuto a qualcosa in cui facevo anche io fatica a credere, perchè in effetti come spiegazione non era un granchè plausibile, ma l'unica che la mente mi suggeriva.

Mi asciugai per bene il corpo, strofinai con forza il telo di spugna sui capelli per tamponarli, sperando che anche i pensieri strani venissero assorbiti.
Mi infilai culotte e reggiseno di cotone e guardai la mia silhouette allo specchio...
avevo una bella figura, un fisico asciutto e snello, il seno non più acerbo riempiva una terza misura, ero considerata una bella ragazza a detta delle amiche e dagli sguardi insistenti dei ragazzi.
I lineamenti delicati, i grandi occhi nocciola e gli splendidi capelli castani lisci e lunghi sino a sotto le spalle, mi davano un aspetto esotico, da tipica bellezza del sud.

Mi sentivo parte di questa terra non solo perchè nata in Virginia, ma perchè sapevo che i miei genitori, i miei nonni e tutti i nostri antenati, erano vissuti qui.
Fondarono le loro radici in questa terra bella e selvaggia e ne difesero la libertà, combattendo una guerra fratricida dal 12 Aprile 1861 sino al Maggio 1865, contro gli Stati dell'Unione.

Mi sentivo profondamente orgogliosa ad avere un passato così ricco di storia...vicende talmente importanti da essere studiate in tutti i libri di storia d'ogni parte del mondo.
Questa era anche la mia materia preferita al liceo e mi sarebbe piaciuto portarla come materia d'esame per la maturità in questo anno scolastico.

Ora che mi trovavo proprio qui a Mistic Falls, potevo approfondire e cercare quante più informazioni potevo, tramite gli archivi scolastici, la biblioteca, e visitando il museo degli Stati Confederati...la mostra più completa sulla Guerra di Secessione.

Ritornando con la mente alla festa che si sarebbe tenuta la Domenica successiva, mi accorsi di provare felicità e trepidazione al solo pensiero di parteciparvi.
Sette giorni sarebbero passsati in fretta, concentrandomi sui preparativi.
Scesi le scale euforica e motivata, la cena era pronta e ci sedemmo tutti e tre con l'animo più sereno.



CONTINUA.....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:37
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 9/3/2011, 13:45




10° CAPITOLO


"PREPARATIVI"


La cittadina era tutta un fermento, era soltanto lunedì ma già non si parlava d'altro della Commemorazione dei Padri Fondatori.
Mancavano ancora sei lunghi giorni e la città iniziava a vestirsi a festa...per le vie e i negozi faceva bella mostra di se la bandiera "Degli Stati Confederati D'America", issata su qualche asta o affissa sui muri e le vetrine di ogni attività.
Gli abiti "Stile '800" vennero esposti nelle boutique alla moda per il noleggio e l'aria stessa sapeva d'antico. Mi piaceva questa sensazione di trepidante attesa, mi ricordava quando da bambina aspettavo con ansia la notte di Natale per l'arrivo di Santa Klaus, per avere il mio giocattolo preferito in dono.

Mentre passeggiavo per il centro e ammiravo tutte le persone affaccendarsi nei preparativi, decisi di iniziare la ricerca dell'abito che avrei indossato.
Entrai in una boutique che all'interno della sua vetrina aveva riprodotto la scena in un film alquanto famoso da queste parti, la pellicola più importante...quella che fece conoscere bene la storia di questa parte di mondo, ad ogni generazione, la mia compresa.
Il film "capolavoro" in questione era "GONE IN THE WIND", ossia "Via col Vento".
Vederne li i costumi, ricreati identici agli originali in ogni accessorio, era molto bello, ma pensare di vederseli indosso, lo era molto di più.

Decisi allora di entrare e provare proprio quello della vetrina, ma nella mia taglia. Si trattava del vestito che la bella "Scarlett" indossava al "Ricevimento alle 12 Quercie", quando bellissima e corteggiata da tutti...incontrò l'unico uomo che invece di assecondarla e vezzeggiarla come ogni esemplare di sesso machile, con rudezza e passionalità da uomo vero, la fece sentire per la prima volta, una Donna adulta e non più una bambina viziata, come era solita comportarsi.
Quell'uomo favoloso era "Rhett Butler"....e ce ne fossero stati di più anche nella realtà di uomini così....pensai.

La commessa mi aiutò nella vestizione, un pò complicata a dire il vero, poichè l'abito richiedeva d'indossare un bustino rigido e un pesante sottogonna, prima della nuvola d'organza e Chiffon bianco a piccoli fiori verdi.
Terminate le manovre, tra stringhe e gancetti che portarono via una buona mezz'ora, mi infilarono dentro l'abito più bello che avessi mai indossato...ma soltanto immaginato sino a quel momento, da quando insieme a mia madre, vidi per la prima volta questo film in DVD che lei conservava gelosamente insieme a una copia del libro della "Mitchell"...che lessi poi anche io con ingordigia almeno tre o quattro volte e ogni volta ci fantasticavo sù.

Stavo realizzando un sogno e guardandomi allo specchio, il mio sorriso radioso, diceva già tutto...e lo sguardo di approvazione delle commesse, fece il resto...risoluta a voce alta dissi <Lo prendo!>.
Aggiunsero delle scarpettine deliziose di seta verde smeraldo, dei pettinini ferma capelli a pietre dure verde e avorio, una poshette a sacchetto da polso, verde come le calzature.
Strisciai la mia carta di credito...soddisfatta! Il costo dell'affitto dell'abito e tutto il resto, era più che giustificato se era riuscito a ridarmi un sorriso sincero.
...
Prima di uscire chiesi dove si trovava la "CENTURY BALLET SCHOOL", sul giornale locale lessi che in questa scuola si potevano prendere lezioni gratuite, esclusivamente in questo periodo, come servizio per la comunità, di balli risorgimentali Europei che nell' 800 erano di gran moda nelle Corti e Casate Aristocratiche dell'epoca....come le Quadriglie...i Valzer....le Polke...viste danzare sino allora solo in qualche vecchio film d'importazione come "IL GATTOPARDO", il nostro "VIA COL VENTO" o pellicole inglesi come "ORGOGLIO E PREGIUDIZIO".

Era mia intenzione partecipare alla mia prima festa danzante, preparata a dovere e non sembrare soltanto una forestiera venuta in visita, ma una vera ragazza del Sud con i costumi e le usanze del luogo.
Anche se per me sarebbe stata la prima Commemorazione della mia vita...avrei fatto di tutto per non darlo a vedere e per non far sfigurare il mio Cavaliere.

Così mi impegnai tutta la settimana e per mio stupore e sollievo...notai che partecipavano a queste lezioni molte più persone di quel che credevo.


CONTINUA.....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:38
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 10/3/2011, 14:51




11° CAPITOLO



"IL GIORNO TANTO ATTESO"




...Arrivò finalmente il gran giorno, era una domenica mite di settembre, giorno dell'equinozio d'autunno e della Commemorazione dei Padri Fondatori...ricorrenza che cadeva in questa data per pura fatalità.

Mi svegliai di ottimo umore, sentivo la zia Jenna trafficare al piano di sotto, si era svegliata di buon'ora per affrontare i preparativi in tutta tranquillità.
Dalla stanza di Jeremy non proveniva nessun rumore, a significare che stava ancora dormendo per mia fortuna, altrimenti ci saremmo trovati entrambi a litigare per chi avrebbe usufruito del bagno per primo.

...Mi ci infilai io per una doccia veloce, l'acconciatura mi avrebbe preso parecchio tempo quindi era meglio darsi da fare. Dopo la doccia iniziai ad arricciare i capelli in morbide onde, boccoli setosi mi incorniciavano l'ovale...raccolsi i laterali appuntandoli dietro la nuca con i pettinini a gioiello con le pietre verdi e avorio.
Passai sul viso un velo ci cipria, sulle palpebre una leggera sfumatura d'ombretto verde, tanto mascara nero sulle ciglia per rendere lo sguardo più profondo e misterioso...un gloss rosa perla completava il make up.

Procedetti con l'indossare il sottogonna e il bustino a balconcino, l'effetto sul punto del seno era strabiliante, lo rendeva più alto e sodo e anche molto provocante.
Con i collant autoreggenti in pizzo, potevo sembrare una ballerina di "BURLESQUE", per gioco lanciai uno sguardo sensuale allo specchio, con le labbra lucide e arricciate schioccai un languido bacio al mio riflesso.
Giocare a fare la Diva, mi faceva tornare bambina, quando mi defilavo in camera di mia madre e indossavo i suoi abiti da sera in cui cadevo dentro, le sue scarpe col tacco alto che mi facevano traballare ad ogni passo, le sue collane di perle...poi scendevo rumorosamente le scale, andavo di fronte a mio padre seduto in poltrona a
leggere il suo quotidiano e gli chiedevo: <Papi, sono bella come la mamma così?>, e lui stupìto e al tempo stesso divertito, mi rispondeva: <No, lo sei molto di più mia cara...sei la mia Principessa!> e mi faceva sedere sulle sue ginocchia.
Quel calore...e il suo odore che sapeva di buono...non lo avrei mai dimenticato.

Il mio viso prima da femme fatale, sembrava ora di porcellana, bastava qualche pensiero a far cambiare repentinamente il mio umore....Ma oggi non potevo permettermi di essere triste, lo avevo promesso a Jeremy ma soprattutto a me stessa. Ero viva e questo era il dono più prezioso che la vita mi aveva fatto...non potevo non esserle grata.

Infilai la nuvola d'organza e chiffon bianco a fiorellini verdi con la gonna lunga e ampia, la difficoltà più grande era chiuderlo sulla schiena, con tutti quei gancetti.
Corsi in camera di Jeremy e lo trovai vestito di tutto punto che disfaceva il nodo del cravattino,venuto male. Indossava un abito spezzato con pantaloni chiari aderenti, gilet dello stesso colore, giacca Rendingote lunga e avvitata marrone bruciato e stivali di cuoio.....<Hai bisogno di una mano con il cravattino>?...Lascia fare a me!...Ma prima allacciami i gancetti del vestito!>, <Ok girati!>, li chiuse uno ad uno, mi girai e disse <Sei bellissima!>, <Bhè anche tu non sei male!> gli risposi mentre gli rifacevo il nodo al cravattino.
<Stasera faranno a gara per ballare con te!> gli dissi con orgoglio, <E gli uomini faranno a pugni per un tuo sguardo!>........<Adulatore!>.......<Incantatrice!>, lo scambio di batture ci fece ridere di gusto.

<Hey voi due...siete pronti?...E' quasi ora di andare!>, la zia Jenna irruppe dal piano di sotto.
<Si zia!...Due minuti e siamo da te!> risposi.
<Elena hanno suonato alla porta, deve essere arrivato il tuo Cavaliere!>
<Si...scendo!>, corsi in camera a prendere la poscette e scesi le scale lentamente per non inciampare nell'abito.

Matt stava seduto impaziente sul morbido sofà, conversando del più e del meno con la zia Jenna, arrivata in fondo alle scale, scharì la voce per palesare la mia presenza.
Con fare civettuolo improvvisai un inchino verso la sua persona, lui esordì dicendo <Elena sei un incanto!>, si alzò in piedi e venne nella mia direzione....<Anche tu sei molto elegante!> ricambiai il complimento con sincerità, poichè indossava un completo blu avion con gilet in tinta, camicia bianca con il colletto inamidato, abbellita da un Ascot di seta celeste che si intonava perfettamente ai suoi occhi vivaci, le scarpe di vernice lo rendevano un perfetto gentiluomo dell'epoca.

<Vogliamo andare?> disse, <Ma certo!> risposi...e mi appoggiai al suo braccio.
<Zia voi venite con noi?>,
<No cara andate pure, aspetterò Jeremy che è sempre il solito ritardatario!....Comunque ha ragione Matt....sei bellissima vestita così!>,
<E tu zia, sei splendida...e quel vestito rosa ti dona moltissimo!...Oggi sarai corteggiata da tutti!>,
<Spero di no, altrimenti mi riporterai a casa ubriaca fradicia, a forza di accettare drink da chiunque si farà avanti!>, scoppiammo in una sonora risata....
<E ora sparisci!...Ci vediamo dopo!>,
<Ok....Ti voglio bene!>,
<Anch'io cara.......anch'io!>.


CONTINUA....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:39
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 11/3/2011, 14:30




12° CAPITOLO


"VERSO LA TENUTA LOOCKWOOD"



Ci avviammo con l’auto di Matt, uno spazioso SUV della Ford, bianco con finiture cromate.
Mi aiutò a salire, sospingendo all’interno il pomposo vestito e si accomodò alla guida, con galanteria disse: <Oggi sarò l’uomo più invidiato della festa!>, <E io la più fortunata!>, sapevo che a suo modo mi stava corteggiando ma ciò non mi dispiaceva affatto….anzi tutto questo mi faceva sentire viva.

Arrivammo quasi subito…
La tenuta dei Loockwood era appena ad un isolato da casa mia, in cima alla strada su di una collina, dalla quale potevi vedere la valle e le sue abitazioni.
Il parcheggio era già pieno di vetture…ma soltanto una di esse catturò la mia attenzione. Una “Porsche 550 Spyder”, nera metallizzata con cerchi e finiture argento. Un bellissimo esemplare d’auto d’epoca e anche l’unica.
In mezzo a tanta modernità, spiccava per la sua linea retrò e di prestigio…e anche per la sua storia infausta.
Infatti qui in America rimase famosa per aver provocato la morte dell’indimenticabile “James Dean”, attore maledetto e tormentato che fece di quest’auto un’ emblema di aggressività e trasgressione.
….Forse il suo proprietario era un’ estimatore del genere o forse soltanto un’ appassionato di auto storiche….pensai.

L’interesse non passò inosservato, infatti Matt disse <Vedo che ti piacciono le auto d’epoca!...Effettivamente questa è veramente bellissima!>, <Si lo è davvero! Non capita spesso di vederne in giro…>, <Forse perché non sono tanti a potersela permettere!>, <Si è vero!>, tagliai corto e ci incamminammo verso l’entrata della villa.

Il viale d’ingresso era circondato da splendidi prati inglesi, il profumo dell’erba appena tagliata e le siepi potate ad arte, attestavano che i giardinieri si erano dati un gran da fare.
La location non poteva essere più perfetta di così e le tante persone trasformate in “personaggi” per l’occasione, la rendevano veramente unica.
Nobildonne e Gentiluomini passeggiavano e sostavano in ogni dove di quel magnifico giardino, seduti sui prati e sulle panchine di marmo coperti ad occhi indiscreti dagli ombrellini parasole.
All’ombra di qualche albero e tutt’intorno, era un allegro brusire di voci.
La grande casa colonica, maestosa con la doppia scala d’accesso e le colonne, rifletteva di scintillante bagliore sotto il sole di questa giornata.

<Elena, andiamo a salutare i Loockwood?>, <Ma certo Matt, andiamo!>, salimmo una delle scale che portava all’ingresso principale della casa dove nella terrazza antistante, allestita con tavolini e poltroncine in vimini, se ne stavano beatamente seduti, tanti ospiti a discorrere, fumare e sorseggiare aperitivo.
In diversi angoli della tenuta c’erano lunghe tavole imbandite con ogni ben di Dio, dall’antipasto al dolce, per il servizio a buffet. I camerieri giravano senza sosta tra gli invitati, offrendo calici colmi di Champagne pregiato e ritirando coppe vuote di cristallo.

Nell’atrio luminoso i Loockwood facevano gli onori di casa, dando a tutti il loro benvenuto.
Anche Tayler stringeva ogni mano gli venisse offerta, accanto al padre “il sindaco Loockwood” e sua moglie.
Finalmente ci vide, <Hey ragazzi siete arrivati! Elena sei veramente stupenda così!>, indicò l’abito.
<E’ un piacere essere qui, mi sento come Cenerentola al ballo!>,
<Con la differenza che non devi correre via allo scoccare della mezzanotte!>,
<Credo di no, sempre che a Matt vada bene!>,
e lui: <Certo che si, e poi quella è l’ora in cui ci saranno i fuochi d’artificio e non possiamo davvero perderli!>.

Dialogammo affabilmente sullo svolgimento della giornata…..un’ orchestra accompagnava magistralmente il passare delle ore con opere sinfoniche del secolo scorso.
Vennero nella nostra direzione due ragazze, una bionda e una mora, di bell’aspetto entrambi ma molto diverse tra loro….anche nel modo di fare….
Matt e Tayler le salutarono all’unisono, <Ciao ragazze, state arrivando ora?>, la moretta rispose <Veramente si, Caroline si fa sempre attendere!> disse alquanto scocciata.....la bionda non esitò a rispondere <Dai Bonny, hai dovuto aspettarmi soltanto mezz’ora in più!>, <Si, ma questo perché hai dovuto cambiare abito all’ultimo minuto!>, <Certo…l’altro lo avevo indossato due anni fa e quindi era già stato visto da tutti, me n’ero completamente dimenticata!>

Tayler esordì <Caroline non ti smentisci mai!>, Matt rivolto a me disse, <Elena posso presentarti Caroline Forbs e Bonnie Bennet?...Nostre amiche e compagne di liceo.”, offrì la mia mano per una stretta amichevole all’una e all’altra.
La stretta di Bonnie fu accompagnata da un caloroso sorriso mentre quella di Caroline fu una stretta vigorosa…fin troppo, accompagnata da un viso severo e altezzoso.


CONTINUA.....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:39
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 13/3/2011, 19:18




Sono tornata ora e non ho fatto in tempo a postare il seguito, ma ho scritto ancora tanti capitoli....da domani posterò di nuovo con continuità. Un saluto a tutti coloro che nell'ombra seguono questa mia ff...baciotti. ;) :rolleyes:
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 14/3/2011, 14:27




13° CAPITOLO



"NUOVE CONOSCENZE E NUOVI INCONTRI..."



<piacere io sono Elèna Jilbert!>,
<Si, sappiamo chi sei, tuo fratello ci ha già parlato di te...ma non immaginavo fossi così....> Caroline non a caso fece una pausa, lasciando intendere qualcosa...
Rimasi un po spiazzata, non capivo se fosse un complimento, oppure no.
Bonnie addrizzò il tiro dicendo <Tuo fratello ha tessuto talmente tanto le tue lodi, descrivendoti così bene, che non potevi che essere bellissima!>, <Grazie Bonnie sei gentile!>, <No, soltanto sincera....vero Caroline?>, la esortò a cambiare atteggiamento con una gomitata. <Si Certo...come no?...E poi se Matt l'ha scelta come sua dama per quest'oggi, non può essere che così!>, lo disse con aria stizzita e questo evidenziava una latente gelosia.

Lo sguardo di Matt era tra l'imbarazzato e l'infastidito, volli spegnere subito questo astio inopportuno, gettando acqua sul fuoco....<Caroline credimi, Matt è stato soltanto gentile, mi ha invitata per buona educazione e per farmi sentire a mio agio...visto che non conosco ancora nessuno in questa città...e lui e Tayler sono state le prime persone che ho avuto il piacere d'incontrare!>,
lei puntualizzò, <Non volevo sembrarti scortese, scusami, non mi devi nessuna spiegazione poichè io e Matt siamo soltanto amici....vero Matt?>, <Si,....bhè...io....soltanto amici....>, capì che ad entrambi sarebbe piaciuto cambiare questo status e questa giornata poteva essere perfetta per provarci...

Rivolta a Bonnie dissi, <Hey Bonnie che ne dici di accompagnarmi alla Toilette delle Signore ad incipriarmi il naso?....Si dice così nooo?>, con un sorriso sornione la presi sotto braccio e feci per allontanarmi.
Lei si rivolse a me dicendomi <Elena sei stata molto arguta a capire la situazione, Caroline è presa da Matt e sperava nel suo invito a questa festa, non ce l'aveva con te ma con lui in realtà!>, <Mi dispiace, ma non potevo saperlo...ma puoi dire a Caroline di stare tranquilla, io e Matt siamo soltanto buoni amici e non mi interessa travare un fidanzato...per ora!>

....Mentre dicevo così, notai due magnifici occhi azzurri puntati verso di me, mi guardava con un sorriso sghèmbo e un'aria da canaglia, se ne stava poggiato addosso ad una colonna, con i piedi incrociati e le braccia conserte e la testa leggermente chinata da un lato, come a voler guardare meglio attraverso le persone che gli passavano davanti.

Lo guardai di rimando, abbassando lo sguardo di fronte la sua insistenza, sembrava volesse spogliarmi con gli occhi....quegli occhi talmente particolari nel taglio e nel colore che facevano imbarazzo al solo incrociarli.
Il viso sembrava scolpito nella pietra, tanto era perfetto, neanche le statue riprodotte dai migliori artisti che adornavano gli angoli della casa, erano più belle di lui.....Era l'uomo più affascinante che avessi mai visto e stava guardando proprio me.

Me ne accorsi perchè provai a cambiare direzione, ma il suo sguardo continuava a seguirmi, lo potevo sentire come fuoco ardente attraverso la stoffa dell'abito...anche ora che gli davo la schiena.
<Bonnie, conosci quell'uomo?...Quel bellimbusto poggiato alla colonna, vicino la porta d'ingresso...>, si girò per vedere meglio...<Quale Elena? Io non vedo nessuno!>, <Ma come può essere?...Era li un attimo fa....> e mi girai verso il punto in cui sapevo fosse l'estraneo.

<Ma dove può essere....come può....scusami Bonnie devo essermi sbagliata!>, ma io sapevo di non essermi sbagliata, lo avevo visto davvero, ne ero sicurissima, mi sentivo ancora il suo sguardo addosso, non poteva essere soltanto una sensazione....era difficile dimenticarsi di quel sorriso e quello sguardo.....anzi era IMPOSSIBILE!
....
Salimmo le scale per andare alla Toilette del piano di sopra, con gli abiti leggermente tirati su per non inciampare...anche Bonnie aveva un bellissimo abito lungo e ricamato sul davanti di un giallino chiaro che con la sua carnagione olivastra si sposava a meraviglia. Era proprio una bella ragazza, gli occhi grandi e verdi e le labbra carnose, i capelli raccolti a treccia e girati a chignon sulla nuca le davano un'aria sofisticata.
Al collo portava un particolare ciondolo a forma di stella a cinque punte, una scelta singolare abbinato a quel tipo di abito.

<Bonnie mi piace il monile che porti al collo...ha un significato speciale per te?....Forse è il regalo di qualche spasimante....>, <No ma che dici....è un ciondolo indossato da tutti i membri della mia famiglia, regalatomi da mia nonna....come talismano scaccia guai...diciamo....>, rimase un po sul vago, così incalzai <....Come un portafortuna?>, <Si più o meno!>. Ora eravamo entrambe vicine alla ringhiera che affacciava sul maestoso atrio della casa, la visuale era ottima per individuare e cercare tra la folla chi volevamo trovare....

<Guarda Elena ci sono tua zia Jenna e tuo fratello Jeremy!>,
<Dove?>,
<Proprio li vicino al quadro di Abramo Lincoln!> e con l'indice indicò la posizione....<E li ci sono Matt e Caroline che discorrono amabilmente....> constatò lei.....le risa di Caroline non lasciavano dubbi.
<Allora la strategia della Toilette ha funzionato!> dissi a Bonnie in modo compiaciuto.
<Per fortuna, altrimenti mi sarei dovuta sorbire le pazzie di Carol per tutta la giornata!>
...ridemmo divertite.


CONTINUA.....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:40
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 15/3/2011, 12:30




14° CAPITOLO




"GHIACCIO BOLLENTE"




I miei occhi però non smettevano di muoversi da una parte all'altra della sala, continuavano a cercare impaziente il "tipo" incrociato poco prima...non poteva essere sparito nel nulla!
<Elena, ho visto una persona che vorrei salutare, ti spiace si ti lascio un attimo?> disse Bonnie,
<No figurati, ci vediamo dopo al tavolo degli aperitivi....>
<Daccordo...allora a dopo!> e scese le scale per tornare di sotto.
Io rimasi ancora un po li per continuare la perlustrazione della stanza, in attesa di ritrovare "L'uomo del Mistero".

In una frazione di secondo, due belle mani si poggiarono circondandomi tutta, sulla corrimano in ferro battuto...
alle mie spalle potevo sentire il calore di un ampio torace...un alito caldo vicino al mio orecchio disse <Stà forse cercando me?>, mi girai di scatto, con il cuore in gola e mi tuffai nelle iridi più azzurre che avessi mai visto prima, quel sorriso beffardo disegnato sulle labbra, attirò il mio sguardo troppo a lungo per non essere notato...il viso mi si imporporò e la vena del collo la sentì pulsare in modo incontrollato.

Ero sicura se ne fosse accorto perchè ora quelle stesse iridi stavano fissando il mio collo nudo che stava facendo trasparire il mio stato d'animo.
<Posso offrirle da bere?> disse con voce profonda e sensuale,
<Non dovremmo prima conoscerci?>...
<Ha ragione mi scusi, la sua bellezza mi ha fatto per un attimo dimenticare le buone maniere!>,
ora il mio imbarazzo era pari alla sua sfacciataggine...
<Io sono Damon Salvatore e sono onorato di fare la sua conoscenza....Miss Elèna Jilbert!", mentre pronunciava il mio nome, mi prese la mano sinistra con la sua e la sfiorò con le labbra, quel leggero contatto mi infiammò e turbò insieme, le parole uscirono come un sussurro....
<Ma come fa...a....>,
<A sapere il suo nome?> terminò lui,
<Si! Come....quando.....>, la confusione mentale mi aveva tolto la parola.
<L'ho sentita prima, presentarsi ai Loockwood!>,
<Ma io non l'ho vista....>,
<Io invece si, è difficile non notarla....lei è la più bella della festa!>,
<La ringrazio....ma in realtà non l'ho vista neanche salire, per venire di sopra....>,
<Allora ammette che mi stava cercando con lo sguardo!>,
<No, io.....io....l'avevo notata vicino alla colonna e poi io e la mia amica abbiamo sostato qui accanto alla scala, sin'ora e lei non....>, ora il suo sguardo era divertito e mi infastidì non poco.

<Perchè questo sorriso?...Si stà forse prendendo gioco di me?>,
<No....mi piace vederla imbarazzata, perchè quando arrossisce è ancora più bella!>,
<Oh la smetta di fare così!>,
<Così come?>,
<Come se lei avesse la verità in tasca!....E la finisca di adularmi!...Non sò dove vuole andare a parare, ma le dico che stà perdendo il suo tempo!>,
<Io credo che corteggiare una bella donna, non è mai del tempo perso....non crede?>,
<Questa volta lo è....e adesso se vuole scusarmi....>,
feci per andarmene e uscì dal suo raggio d'azione, non abbastanza velocemente, poichè lui fulmineo mi riprese per un braccio e disse <Se in qualche modo l'ho offesa mi scuso....>,
...
<Ok, scuse accettate!...Se adesso vuole lasciarmi....>,
<Prima mi dica che accetterà di danzare con me!>,
<Non credo sia una buona idea!>, insistette....
<Le chiedo un solo ballo, per sotterrare l'ascia di guerra, non può rifiutare! Non sarebbe patriottico da parte sua negarsi ad un'esponente, nonchè discendente di una delle famiglie di Padri Fondatori di questa città!>, disse con orgoglio misto ad ironia...

risposi <E va bene!...Un ballo posso concederglielo "Di grazia", ma basta che si tolga dalla faccia quell'espressione insolente e arrogante!>,
<Farò del mio meglio!> accomapagnando le parole con un mezzo inchino e una sonora risata,
allorchè girai i tacchi e me ne andai...

Scesi le scale con i suoi magnetici occhi azzurri, ancora incollati sulla schiena.


CONTINUA.....


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:40
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 16/3/2011, 11:37




15° CAPITOLO



"CHIARIMENTI E BUONI SENTIMENTI"



Mi diressi verso il punto in cui la zia e Jeremy stavano intrattenendosi con alcune persone, mi videro arrivare, ....ero ancora colorita in viso e non poteva sembrare una casualità, per quanto cercassi di mascherare il mio nervosismo, sia Jeremy che zia Jenna si scusarono con le persone con cui stavano discorrendo e mi vennero incontro un po preoccupati...

Esordirono prima uno e poi l'altro:
<Cara che ti è successo? Sembri accaldata come dopo una corsa!>,
<Si Elena, hai una faccia! Sembri agitata...è successo qualcosa?>,
<No,no...è tutto a posto!>, ma Jeremy incalzò,
<Non me la racconti giusta, ti ho vista parlare con un tipo che non ho mai notato da queste parti....se ti ha infastidita io.....>,
<No Jeremy, non mi ha infastidita affatto, anzi è stato molto gentile, mi ha chiesto soltanto un ballo e io ho accettato...tutto qui!>,
<Sei sicura che è tutto qui?>,
<Ma certo! Sta tranquillo!>, mentì spudoratamente, non mi andava di dire a Jeremy e Jenna che quel tipo, mi turbava e non poco. Non solo per il suo aspetto fisico che mi attraeva in modo ineluttabile...come una falena con la luce, rischiando di rimanere folgorata...ma anche per ciò che mi aveva trasmesso la sua vicinanza, come pur il suo sguardo soltanto.

Quell'uomo era incredibilmente attraente e avvolto nel più totale mistero per quanto mi riguardava...un mistero che forse era meglio non provare a scoprire....
Non volevo e non potevo rimanere coinvolta da un individuo del genere, sentivo odore di "sofferenza"...e conoscendolo bene, sapevo anche fosse meglio evitarlo.

Mi congedai da mio fratello e mia zia, dicendo loro che sarei andata a prendere una boccata d'aria, sentivo di averne realmente bisogno, una volta fuori inspirai a pieni polmoni l'aria frizzante di quella splendida giornata di Settembre, il sole era ancora caldo....offrì il viso ai suoi raggi, beandomi del suo calore....

<Hey bellezza, ma che fine avevi fatto?>, Matt con Caroline al seguito mi si parò di fronte,
<Scusate ragazzi, sono stata trattenuta da alcune persone.....non volevo essere scortese!>,
<Ma figurati è tutto Ok! Noi abbiamo già mangiato qualcosa e tu?>,
<No, io non ho molto appetito...forse più tardi!>,
Caroline un pò a disagio disse <A proposito di scortesia.....volevo scusarmi con te per prima, mi vergogno molto, chissà cosa avrai pensato di me....>,
<...Soltanto che sei una ragazza vivace senza peli sulla lingua, e questo mi piace molto!>,
<Allora amiche come prima?>,
<No,....più di prima!>, ci scambiammo un sorriso sincero e una stretta di mano.

<Che succede qui?...Festeggiata senza di me?>, arrivò Bonnie insieme a Jeremy,
<Sorella, vedo che hai già conosciuto tutta la compagnia!>,
<Si, proprio quest'oggi e sarei felice se potessi farne parte....>, Bonnie rispose prontamente,
<Ma certo che puoi! Da oggi sei a tutti gli effetti "Una di noi", sono sicura che diventeremo grandi amiche!>, ....con fervore mi travolse in un caloroso abbraccio...che divenne di gruppo...
Che bella sensazione sentirsi di nuovo circondati d'affetto e da calore umano. per un attimo mi fecero dimenticare lo strano incontro di pocanzi.
...

Il pomeriggio trascorse in allegria, tra risate e qualche drink, mi sentivo sollevata, poichè dello straniero non vi era più traccia...forse aveva deciso di andarsene e rinunciare anche al ballo che gli avevo accordato.
Una parte di me però era infastidita e delusa al pensiero che fosse andato via senza nemmeno salutarmi.

Ovunque vedevo giovani coppie scambiarsi languidi sguardi, elargire sorrisi, tenersi per mano, passeggiare vicini...notando bene anche nel nostro gruppo si sentiva un sentimento più forte della semplice amicizia che spingeva prepotentemente per venire fuori.

Matt e Caroline uno accanto all'altro con la spalla si sfioravano e ogni tanto si guardavano imbarazzati ma contenti, anche Jeremy e Bonnie parlavano fitto fitto e gli occhi di lui si concentravano insistentemente sul bel viso di lei che lo ricambiava con sguardi gentili e di tenerezza....e credo non solo perchè lo vedesse più giovane di lei di qualche anno, ma proprio perchè Jeremy era un ragazzo amabile e dolce, bello dentro come fuori e Bonnie con la sua sensibilità lo aveva capito.


CONTINUA.......


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:41
 
Top
L@dygemy
view post Posted on 17/3/2011, 11:44




16° CAPITOLO


"IL BALLO DEI PADRI FONDATORI"




Anche Tayler non troppo lontano da noi, seduto in un gazebo, si accompagnava ad una giovane ragazza attraente che sapevo essere la sorella di Matt.
Il suo nome era Vicki Donovan ed era molto diversa dal fratello, nel carattere e nell’aspetto… “lui” educato e tranquillo, “lei”, esuberante ed ansiosa di vivere.

Jeremy mi aveva raccontato anche di lei nei pomeriggi trascorsi in Ospedale e l’idea che mi ero fatta, era di una ragazza superficiale, un po’ troppo disinibita…visto che qualche tempo prima aveva provato a sedurre proprio Jeremy, allettandolo anche con cose poco lecite.
Di questo fatto, credo che Matt ne fosse allo scuro e Jeremy se ne vide bene da andarglielo a dire.

Ora, era a tutti gli effetti la compagna di Tayler, ed era sua la responsabilità di certe azioni sconsiderate.
Ero sollevata dal fatto che mio fratello non fosse caduto in tentazione, visto anche il brutto periodo che aveva passato con la morte dei nostri genitori.

......La festa di commemorazione stava proseguendo nel migliore dei modi, ogni persona in costume, i colori della bandiera ovunque, le operette e il “DIXIE” L’Inno dei soldati Americani, suonati con Maestria dall’Orchestra, ci riportava indietro nel tempo e questa atmosfera ci induceva a comportarci come “Signore” e “Gentiluomini” dell’epoca.
Era tutto così bello e surreale sentirsi come gli interpreti di storie famose, vissute da personaggi realmente esistiti in un passato sempre presente.

L’Attenzione di tutti venne attirata dalla voce autorevole del Sindaco Loockwood che al microfono esordi dicendo:
<Gentili Signore e Spettabili Signori, sono lieto di invitarvi nel salone centrale, per dare inizio al ballo che si terrà in memoria dell’Unità degli Stati Confederati.
Le danze verranno aperte come usanza, da uomini e donne, rappresentanti di ogni famiglia fondatrice, ognuno di loro sceglierà la propria Dama e il proprio Cavaliere e prenderanno posto al centro della Sala.
Alla fine, tutti gli invitati potranno parteciparvi. Allo scoccare della mezzanotte, la festa si concluderà con lo spettacolo pirotecnico da non perdere! Grazie a tutti per l’attenzione, Vi auguro Buon divertimento e buon proseguimento di serata!
>.

Ci avviammo tutti verso il salone centrale, il brusio concitato, attestava che tutti quanti aspettavano questo momento con ansia….in fondo, non c’era nulla di meglio che avere la possibilità di tenere l’amata o l’amato fra le proprie braccia. Infatti ogni singolo discendente delle Famiglie di Padri Fondatori, iniziarono uno per uno a farsi avanti, chiedendo a voce alta, di fronte l’intera Comunità, il nome della Dama o del Cavaliere che avrebbero invitato per aprire le danze.

….Iniziò il Sindaco Loockwood:
<Io Richard Loockwood, scelgo la qui presente Signora Loockwood...> e così dicendo prese per mano sua moglie e si avviarono al centro del Salone.
Continuò suo figlio:
<Io Tayler Loockwood, scelgo la Signorina “Miss Vicki Donovan”, mise anche lei la mano nella sua e si avvicinarono alla prima coppia.
Anche Caroline come discendente di una delle Famiglie di Padri Fondatori, fece la sua scelta:
<Io Caroline Forbs scelgo come mio Cavaliere Mr Donovan…se lui lo vuole….>, Matt non se lo fece ripertere due volte e le andò di fronte con uno smagliante sorriso….
Ora era il turno di Jeremy,
<Io Jeremy Jilbert scelgo come mia Dama “Miss Bonnie Bennet”…>, Bonnie sembrava commossa e felice e si posizionò davanti a lui prendendogli la mano.

Gli invitati si susseguirono nella sala uno dopo l’altro e la formazione delle coppie per ballare la “Quadriglia”, ora era quasi al completo. Gli altri avrebbero atteso la fine di questa danza per iniziare a loro volta.
…..Ero sicura che avrei dovuto attendere anche io il ballo successivo, in quanto nessun Cavaliere si era fatto avanti per chiedermi in Dama.
Mi spostai ad un lato della Sala come ogni persona esclusa, dove la visuale era abbastanza buona, per vedere tutti i miei amici improvvisarsi danzatori.

Un attimo prima che la musica avesse inizio, una voce forte e decisa da dietro le mie spalle disse:

< Io DAMON SALVATORE, discendente da una delle più antiche Famiglie di Padri Fondatori di questa Comunità, scelgo come mia Dama, la qui presente “Miss Elèna Jilbert”>.


CONTINUA…..


Edited by L@dygemy - 30/3/2011, 22:42
 
Top
93 replies since 2/3/2011, 20:44   1299 views
  Share