Le Rose Viola

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LauraHeller
view post Posted on 6/11/2011, 15:26 by: LauraHeller
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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"Le rose viola"



di Laura Heller S.

Mi sento fluttuare nell'aria.
La mia sicurezza è evaporata in un istante.
Ed io - il mio essere - insieme con <lei>.
Non mi resta che dondolarmi accidiosamente in questo torpore riservato ai pusillanimi.
La sofferenza destinata ad essi non è la perdita della persona amata, ma la violenza che si procurano da soli.
Credendo di essere generosi, accettano una vita piena di apparenze.
Accettano la sola apparenza, relegando la verità in un angolo buio dello spirito, alla stanza dei tesori cui non ha accesso nessuno, a parte il suo padrone.
E' stato così per mio padre.
Sarà così anche per me.
Un giorno, mio figlio adottivo vi penetrerà sospinto dalla curiosa ansia di vivere e scoprire.
Ed io lo strattonerò e rimbrotterò duramente, così come il mio patrigno ha fatto venticinque anni fa con me.
Si segue la sorte del proprio padre.
Le colpe di un genitore ricadono sul figlio.
Se si è sfortunati come me, anche il suo destino.
So già che diverrò l'uomo d'affari più stolto e temibile che vi sia in circolo.
Eppure, mi ero illuso che potesse andare diversamene.
C'è stato un momento, nel quale ho realizzato la possibilità di diventare "altro", di abbracciare un destino non scritto da terzi.
Perché non è accaduto?
Perché mi sono fermato sulla soglia di casa Takamiya senza più voltarmi indietro.
La mia sicurezza iniziale è scemata davanti ad un volto infranto ed ora sono qui, senza il mio amore, più <infranto> che mai io stesso, più vuoto che mai.
Persi i profumi, percepisco solo le spine di quelle rose scarlatte, divenute viola per effetto del tempo passato.
Il segno del lutto che mi porto addosso è ben più grave di quello che ho provato varcando il cancello della proprietà di Shiori.
Sono stato uno stupido!
Uno stupido!
Sono passati dei mesi da quel giorno.
Non mi sono sposato, ché Shiori è ancora in condizioni precarie o, per lo meno, finge di esserlo.
Il pensiero di Maya e dello spettacolo che stasera deciderà della sua sorte artistica non mi ha mai abbandonato.
Tramite Mitzuki, ho fatto in modo che il donatore di rose scarlatte non venisse meno ai suoi <doveri> di tutore.
Sono tornato ad essere un fantasma, un'ombra oscura, ma, per lo meno, ho l'illusione di esserle ancora vicino più di chiunque altro.
Fino a che Sakurakoji o qualcun altro deciderà di occuparsi di lei personalmente, dandomi il colpo di grazia.
L'angoscia di saperla in mano ad altri, di sentirla lontana e trepidante per qualcuno che non sono io mi uccide.
Mi eliminerà fisicamente, nel momento in cui diverrà realtà.
Lei amava me.
Sulla nave, il suo cuore batteva all'unisono col mio.
In questo stato di torpore in cui verso, preda dei ritmi involontari provocati dall'alcool e dal fumo che appesta il salone della mia casa, il mio sguardo corre alle cime degli abeti che circondano la struttura esterna della residenza montana degli Hayami.
Sono scosse da un vento caldo inusuale per questo inizio novembre funestato dalle piogge.
L'acqua, pur abbondante, non riesce ad avere la meglio sul fango che mi circonda.
Ho affondato i piedi nella mota, cercando pozza profonde in cui poter scomparire.
Sono rientrato a casa senza togliere le scarpe, avvertendo solo l'umidità <fisica> che proviene dal contatto con la terra bagnata.
I miei piedi sono caldi.
Ci si culla bene nello schifo assoluto e, quando si è soli come lo sono io, persino il fango apporta un qualche giovamento: ti abbraccia, ti avvolge come una barriera.
Perché il nemico numero uno è diventato, per paradosso, l'amore.
E solo il fango può aiutarti a vivere.
Tu lo sai, Masumi.
Lei, forse, starà cercandomi con lo sguardo.
La immagino dietro le quinte, con entrambe le mani a reggere il pesante drappo rosso del sipario, ma io non ci sono.
Non ci sarò stasera e non ci sarò neppure, nell'eventualità in cui dovesse aver la meglio su Ayumi, neppure al debutto ufficiale.
Me ne starò qui, a Nagano, dove certamente ella non mi verrà mai a cercare.

Le avevo dato appuntamento al mare, ma il mare è per gli amanti e noi, mio malgrado, non lo saremo mai.



 
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