Masquerade

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tenshina
view post Posted on 8/11/2011, 09:43 by: tenshina
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Stregone/Strega quasi professionista

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Grazie a te Laura per l'incoraggiamento che mi dài.
Scrivendo, il mio piu' grande timore era quello di non riuscire a comunicare emozione nel lettore (oltre naturalmente a non riuscire a caratterizzare in modo naturale i personaggi).
Invece, vedo dai commenti, che è andata bene!
Quindi grazie ancora. Spero di riuscire a cimentarmi ancora in altri racconti... spero!
Manca poco ormai alla conclusione. Un paio di capitoli e l'epilogo.

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CAPITOLO 27

Rimasero ancora, per lungo tempo, sulla terrazza.
Niente poteva distrarli. Neppure la frescura di quella notte di inizio dicembre.
A tratti si tenevano per mano e si raccontavano.
Altre volte si abbracciavano stretti per sentirsi ancora più vicini. Non smettevano mai di guardarsi, ancora increduli.

Il ballo stava ormai giungendo al termine. Decisero quindi di concedersi un ultimo giro in pista prima di lasciare la sala. Entrambi rimisero la propria maschera e, mano nella mano, rientrarono.
Masumi si diresse con Maya nei pressi dell’orchestra. La ragazza non sentì le sue parole, ma alle prime note che si alzarono nell’aria comprese. Stavano suonando ancora il valzer delle Rose del Sud, quello che aveva segnato l’inizio della serata. Abbracciati l’una all’altro, guardandosi, senza più timore o tormento, danzarono.
La pista era oramai pressoché deserta. Erano gli unici a godere di quei momenti.
Alla fine, fermandosi, Masumi si chinò sulla mano di Maya, accolta tra le proprie e, baciandogliela, sussurrò un “Grazie” che suonava dolce come il miele.
La giovane lo guardò adorante.
Si diressero entrambi verso l’uscita, con l’intento di recuperare i propri mantelli.
Vennero fermati dall’uomo che Maya aveva incontrato all’inizio della serata.
Lo sconosciuto la stava infatti apostrofando: “Allora era vero che non era da sola… speravo fosse una scusa e che avrei potuto parlarle durante la serata!”
Doveva essere alticcio perché non considerava minimamente la presenza di Masumi al suo fianco. Con uno sguardo d’intesa, egli chiese a Maya il permesso di intervenire: era da prima che voleva rimettere a posto quel giovinastro.
“Ragazzo… la signora è evidentemente occupata. Vada a cercare compagnia altrove!” – la maschera rivelava solo gli occhi di ghiaccio, ma sarebbe stato sufficiente anche solo il tono della voce per farlo allontanare… se fosse stato sobrio.
“Ma la signora potrebbe non essere dello stesso parere…” – insistette infatti.
“Non mi faccia essere scortese. Se vuole la risposta della signora, si ripeterà l’imbarazzante scena dell’inizio della serata! Se la ricorda?! Io sì e credo che lo stesso possa valere per molti altri qui intorno. Inoltre, se vuole continuare a lavorare in ambito cinematografico anche in futuro, le consiglio di andarsene. Non le conviene avermi per nemico!”
La minaccia neanche tanto velata alla sua carriera lo fece desistere finalmente.

Masumi e Maya recuperarono i mantelli dal guardaroba e, uscendo nel freddo della sera, trovarono l’autovettura del giovane ad attenderli. Si accomodarono sul sedile posteriore, mentre l’autista partiva alla volta dell’abitazione della donna.
“Lo sa che è proprio cattivo, signor Presidente? Minacciare così quel pover’uomo solo perché ha provato a parlarmi!” – scherzò lei.
“Ti stai prendendo gioco di me, vero? Ti diverti a vedermi geloso. Sapessi quante volte lo sono stato e non potevo fare niente… ogni volta era peggio!” – ribatté lui serio.
Con sguardo sognante Maya chiese: “Quante?”
“Se te lo dicessi, mi prenderesti per pazzo!”
“Dimmelo, ti prego!” mormorò.
“Sono stato geloso praticamente di tutti i tuoi partner di scena… lo sono stato pazzamente del tuo primo amore… non hai notato come abbia smesso di lavorare nel mondo dello spettacolo Shigeru Satomi dopo che ti ha abbandonata? Non ti sei mai chiesta il perché?”
Gli occhi le si illuminarono. Saperlo innamorato da tanto tempo la rendeva felice. Quanto tempo aveva perso dietro alle sue scaramucce!
“Ma allora è proprio perfido!” – sorrise. Poi continuò in tono più serio – “Comunque non provo rancore nei suoi confronti. Neanche all’epoca ne provai. Anche lui non fu altro che un’infatuazione. Solo più seria di quella che ebbi per Sakurakoji quando avevo 14 anni!”
Masumi colse la palla al balzo. Era quello di cui era stato più geloso in assoluto. Meglio metterci una pietra sopra: “Ho saputo che l’hai respinto. Come l’ha presa?”
Lei lo guardò stupita: “Ma come fai a sapere sempre tutto? E comunque sembra essersi ripreso….”

In quel mentre arrivarono sotto casa di Maya.
Le prese entrambe le mani portandosele al viso. Le baciò per poi baciare lei.
Prima di aiutarla a scendere la rassicurò:
“Non ti preoccupare. Continua le prove con tranquillità in vista dello spettacolo dimostrativo. Mi sto già muovendo. Ti prometto che presto, il prima possibile, saremo insieme alla luce del sole. Abbi fiducia in me!” – si zittì un attimo per subito dopo riprendere – “Dèi, già mi manchi!”
“Non temere” – lo rassicurò lei – “ti aspetterò. Vieni presto!”

Con un ultimo struggente bacio si augurarono la buonanotte.
Masumi attese finché la ragazza non rientrò, poi ordinò all’autista di condurlo a casa.
Sapeva che avrebbe dovuto sentirne la mancanza per qualche tempo, ma sperava di risolvere la questione con la famiglia Takamiya entro breve, soprattutto dopo le informazioni che aveva già raccolto Hijiri. Non poteva rischiare di coinvolgere Maya in uno scandalo.
Ora sapeva. Sapeva che Maya lo amava, che l’aveva accettato per quello che era. Se ne rendeva conto al solo parlarle. Si sentiva leggero e rilassato quando era con lei: si sentiva libero, finalmente.
La partita si stava avvicinando alla chiusura, ma non era ancora finita. Troppe erano ancora le incognite da risolvere: il suo sguardo divenne freddo e calcolatore.
Tornò ad essere Masumi Hayami. Mandò un messaggio al suo collaboratore: “Accelera i tempi”. Sorrise.

Rientrò a casa che il buio della notte stava lasciando il posto alle prime luci dell’alba all’orizzonte. Le stelle stavano lentamente sbiadendo. Di lì a poco avrebbe dovuto recarsi a lavoro, ma non sentiva la stanchezza. Come avrebbe potuto?!
Salì in camera, si spogliò del costume. Si concesse pochi momenti di relax sotto una doccia bollente e si rivestì pronto per scendere a fare colazione con suo padre.
Il suo pensiero non abbandonava i momenti che aveva vissuto quella sera. Un alone di dolcezza gli sembrava che lo avvolgesse.
Sorrise. Che effetto devastante aveva Maya su di lui!

Edited by tenshina - 8/11/2011, 18:19
 
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