Masquerade

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tenshina
view post Posted on 7/11/2011, 09:58 by: tenshina
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Stregone/Strega quasi professionista

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Che bello che mi hai lasciato il commento! Pensavo di averti persa! Mi eri mancata!!!
Sono contenta che l'attesa dei miei brevi capitoli sia valsa la pena per la rivelazione finale.
Manca poco ormai per l'epilogo.
Ebbene sì, è il mio primo scritto... e spero che non sia l'ultimo ma aspetto l'ispirazione. Non ho mai scritto ma leggo tantissimo.
Ti ringrazio ancora. Spero che i prossimi, ultimi capitoli continuino a piacerti.

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CAPITOLO 26

Dopo alcuni minuti in cui i due stavano stretti, con i loro cuori che battevano all’unisono l’un contro l’altro ed i loro respiri che si confondevano leggeri, sempre tenendola, Masumi sospirò:
“Quando… quando è successo? Come è stato possibile?”
Nel suo animo stava ancora ringraziando il cielo ché non credeva veramente di avere Maya tra le braccia.

Con voce rotta dall’emozione, finalmente Maya poté dare libero sfogo al suo cuore:
“Alla premiazione di Lande Dimenticate l’ammiratore mi mandò un messaggio complimentandosi con me e citando il colore azzurro della sciarpa usata durante lo spettacolo. Quella sciarpa si rovinò la sera della prima, la utilizzammo solo allora. Solo un uomo poteva averla vista. Un uomo che aveva sfidato perfino un tifone per venire allo spettacolo e mantenere la sua promessa. Eri tu… ed era il mio ammiratore.”
La voce le si incrinò mentre poche lacrime scesero lungo le sue guance.
Masumi le asciugò con una leggera carezza della sua mano.
Non voleva interromperla. Intuiva, sapeva, che c’era dell’altro.
“Poi venne l’anniversario della morte di mia madre e trovai un tuo mazzo di rose sulla sua tomba. Avevi dimenticato anche la tua stilografica. Era la certezza che mi mancava. Feci in modo di fartela restituire e tu la mettesti nel taschino.”
Sorrideva Maya. Dimentica del dolore che aveva sofferto. Masumi l’aveva abbracciata, non l’aveva respinta. Ora voleva realmente rivelargli tutto.
“Passai giorni terribili” – si interruppe, ma subito continuò perché non voleva che l’uomo continuasse ad angustiarsi – “non riuscivo a credere che quella persona tanto gentile fossi tu. Allora rimisi in discussione tutto quello che sapevo di te, ricordai tutti i nostri incontri. Ricordai anche come mi stupivo ogni volta che l’ammiratore mi aiutava: come faceva a sapere che avevo bisogno del suo aiuto?!
“E allora capii.
“Capii che eri stato tu, eri sempre stato tu, tu che mi aiutavi come donatore di rose e mi ostacolavi come Masumi Hayami. Eppure, ogni volta che mi ostacolavi ne venivo fuori più forte e più brava.
“E capii quanto dovevi aver sofferto tu stesso per la morte della mamma. Ripensai a tutte le volte in cui ti avevo accusato ingiustamente, mentre tu, imperterrito, continuavi a starmi accanto. Come hai potuto resistere?! Come puoi resistere?!”
“Maya! Basta! Non preoccuparti! Ora è tutto passato! Non sentirti in colpa. Lo sai! Sono un affarista senza scrupoli. Non ho fatto nulla che non avessi previsto di fare. Ogni volta volevo farmi odiare da te perché sapevo che avresti tirato fuori il meglio solo sfidandomi! Quindi, non pensare neanche per un momento di sentirtene responsabile. La tua stessa esistenza per me è diventata indispensabile. Tu mi hai fatto riscoprire di avere un cuore. Ogni nostro incontro è un segno indelebile nella mia mente.”
“Eppure… eppure ti stai per sposare…” – non era riuscita a trattenersi. La sua gelosia aveva avuto il sopravvento.
Con una languida carezza sulla schiena l’uomo rispose: “Non temere. Farò in modo di liberarmi di quel fidanzamento. Doveva essere un matrimonio per fondere le due famiglie ed i due patrimoni. Ma ora che so…” – e la guardò con i suoi veri occhi, non più quelli rassegnati della Valle, non più quelli beffardi di Masumi Hayami, ma quelli dolci e appassionati di Masumi – “ora che so, non ho più intenzione di prestarmi al loro giochetto. Avevo già iniziato a muovermi. Si tratterà solo di accorciare leggermente i tempi. Fidati di me, ragazzina”

L’uomo sorrise tra sé. Non aveva resistito. Voleva vedere se il temperamento “vivace” di Maya c’era ancora. Non conosceva altro modo. Ed infatti, la sua reazione non tardò ad arrivare…
“Ancora?! Pensavo di essere stata chiara: non sono più una ragazzina mio caro Presidente! Si rende conto di quanto mi ha fatto penare questa sera per portarla a rivelarsi? Mi sono dovuta impegnare parecchio, sa?”
Ed eccola lì, la sua risata, quella forte, sincera, quella che faceva ad ogni sua gaffe. Quella che le faceva mancare alcuni battiti al cuore. Quella che la faceva tremare nel profondo. Quella che lo faceva apparire ancora come un ragazzino.
“Hai ragione! Ho visto… ti sei divertita parecchio a tendermi la trappola?!”
“Beh… in quel momento no. Non sapevo cosa sarebbe successo. Ma ora… devo ammettere che sì, è stato divertente…” – e sorrise con il suo sguardo birichino da ragazzina.
Masumi si finse arrabbiato. La costrinse contro la balaustra, imprigionandola tra le sue braccia senza ancora toccarla. Si abbassò, come aveva fatto alla fine del valzer.
“E ora? Ora ti stai divertendo?” – la voce bassa dell’uomo le richiamò i brividi; le gambe sembravano volerle cedere; le solite farfalle le stavano volando nello stomaco.
“Sì, direi di sì.” – la giovane donna sospirò fremente.
“Bene…” – l’uomo sembrava volerla ammaliare. Voleva assaggiare di nuovo le sue dolci labbra. Questa volta lei sarebbe stata con lui. Si avvicinò lentamente al suo viso.
Maya tremava d’aspettativa! Stava veramente succedendo! Masumi ricambiava i suoi sentimenti. E ora sembrava intenzionato a baciarla.
“Ti amo…” – singhiozzò lei.
“Ti amo… ragazzina” – con il tono talmente dolce che Maya avrebbe voluto continuare per sempre ad essere chiamata in quel modo.
Alla fine le loro labbra di incontrarono.
Dolci e pazienti quelle di Masumi, titubanti ed arrendevoli quelle di Maya. Tanti piccoli baci all’inizio: sulle labbra, sulle gote, ancora sulle labbra.
La stava baciando come se volesse accarezzarla. Piano portò le mani alla sua vita e la strinse a sé.
Ora non l’avrebbe più lasciata fuggire.
Mai più.
Troppe volte era corsa via. Troppe volte l’aveva lasciata andare.
In un sospiro, Maya schiuse leggermente le labbra. L’uomo l’accarezzò ed approfondì il bacio.
Quello che fino a quel momento era una tranquilla esplorazione dei sensi, divenne, come in una spirale, un vortice caldo di emozioni. Le labbra si muovevano le une sulle altre; le lingue si intrecciavano. Non erano mai sazi, mai paghi.
Le piccole mani di Maya erano aggrappate al suo petto e si alzarono fino ad intrecciarsi dietro la sua nuca.
Eccola dunque la passione che entrambi avevano coltivato per anni.
 
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