Masquerade

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tenshina
view post Posted on 31/10/2011, 12:28 by: tenshina
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Stregone/Strega quasi professionista

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CAPITOLO 21

La vide bloccarsi.
Passarono un paio di secondi prima che la donna si girasse con occhi furenti:
“Se ancora non ha capito, io sono…”
“Lei è ‘cosa’ signorina?” – il tono più dolce.
Aveva colto il momento in cui gli occhi della giovane avevano afferrato che non era l’individuo inopportuno di prima. Ma ora, come l’avrebbe accolto?

Maya si girò di scatto.
Ma cosa aveva quella sera attaccato alla schiena? Un cartello con scritto “Vi prego, sono sola fatemi compagnia?”
Ad ogni festa a cui era andata aveva fatto da tappezzeria, tranne naturalmente quando il signor Hayami pensava a curare le sue pubbliche relazioni ed anche lì non si poteva certo affermare che lo facesse per farle avere successo con l’altro sesso. Possibile che il solo vestito fosse in grado di provocare tutto questo?
“Se non ha ancora capito, io sono…”
La parole le morirono in bocca!
Non era possibile… era lui! Finalmente era lui! L’aveva raggiunta. Doveva averla sentita battibeccare con lo sconosciuto ed il sorriso divertito che vedeva aleggiare sulle sue labbra bastò a darle la conferma.
“Lei è ‘cosa’ signorina?”

Cos’è questo sguardo? Pensavo che dovessi battibeccare! Invece come mai la sua furia si è subito spenta? Forse non vuole essere scortese con uno sconosciuto?! Si deve essere così!
“Io sono… molto felice di incontrarla. Finalmente. Non sa da quanto tempo aspettavo che si palesasse a me…”
Come? Come può aver capito che sono io l’ammiratore? Non le ho detto nulla, non sa che aspetto lui abbia. Il mio costume non richiama in alcun modo il suo!
Masumi non riusciva a credere alle sue orecchie, ma i suoi occhi gli confermavano ciò che aveva udito. Le mani giunte della ragazza, il profondo inchino in cui si era profusa ed il suo sguardo, tanto simile (eppur diverso) a quando dava vita ad Akoya innamorata non gli lasciavano dubbi: lei sapeva che aveva di fronte il suo donatore di rose, il suo ammiratore.
“Non capisco signorina! Chi pensa che io sia?”
Gli era venuto spontaneo. Non aveva resistito. Lei l’aveva preso in contropiede.

Maya senza farsi demoralizzare da quell’interrogativo espresso, sembrava, per confonderla rispose:
“Lei è il mio prezioso ammiratore! Lei è colui che dal mio primo spettacolo mi è stato vicino e mi ha aiutata in tutti i modi possibili, a volte anche senza che me ne rendessi conto. Lei è colui a cui debbo ciò che sono ora. Non mi sbaglio!”
Dopo che aveva rialzato la schiena dall’inchino, aveva visto l’incertezza comparire nei suoi occhi azzurri – sì, finalmente era lo sguardo giusto!
Aveva immaginato che non si sarebbe aspettato un simile riconoscimento da parte sua, ma per una volta voleva essere lei a spiazzarlo.
Quando l’aveva visto, aveva concluso che tutti i suoi interrogativi su come comportarsi o quale atteggiamento assumere erano spariti di colpo: avrebbe detto e fatto quello che il momento le avrebbe ispirato. Non c’era un copione da seguire stavolta. Avrebbe seguito la marea delle sue emozioni.
Per questo si era voluta prendere una piccola soddisfazione.

Con voce calma l’uomo le chiese come potesse esserne certa.
Maya lo guardò, pensando a come formulare la sua risposta. Dopo un breve momento e guardandolo dritto negli occhi rispose:
“Ne sono certa perché anche questa sera, come ha sempre fatto, mi ha seguita da vicino nel caso avessi avuto bisogno. Me l’ha fatto capire il suo saluto.” – e, con un leggero rossore, ammise – “Immagino abbia assistito al mio poco decoroso battibecco con quell’individuo!”
“Rag… Maya, la devo ringraziare per la sua strenua difesa della mia persona. Inoltre, mi ha stupito. Non è facile, gliel’assicuro. Ma lei l’ha fatto ben due volte questa sera. Speravo che sarei stato io a sorprenderla, invece prima ho visto come ha liquidato un corteggiatore inopportuno e poi ho saggiato sulla mia povera pelle il suo spirito d’osservazione! Decisamente non è più una bambina.”
“Ma lei mi ha sorpresa così tante volte che per una volta ho voluto farlo io. Volevo anche ringraziarla per tutti i suoi doni: sono magnifici. Quasi non mi riconoscevo!”
Ed ecco ricomparire la ragazzina gioiosa…
Masumi non capiva! Dove era stata nascosta quella Maya così aperta?! Pur riconoscendo che era cresciuta, immaginava comunque di trovarsi di fronte una ragazza impacciata come l’aveva sempre ricordata. Invece aveva incontrato una giovane dal piglio deciso.
La serata si stava svolgendo in un modo del tutto inaspettato.
“Maya devo essere io a ringraziarla: ogni personaggio a cui ha dato vita mi ha rubato il fiato. Lei è quello che è oggi perché mai si è arresa in passato. I miei aiuti sono stati ben poca cosa. Come ben poca cosa è l’abito che le ho donato stasera. Indosso ad un’altra donna non avrebbe dato lo stesso risultato!”
Vide i suoi occhi dietro la maschera allargarsi per lo stupore e vide le piccole labbra tremare leggermente. Si chiese se non avesse esagerato!
Non voleva pensasse che la stava adulando. Credeva ad ogni lettera che aveva pronunciato… come poteva essere altrimenti?
Sperando di togliersi d’impaccio le porse una mano invitandola a ballare.
Lei accettò chinando lievemente il capo e appoggiando le sue dita nel palmo lo seguì al centro della pista da ballo insieme alle altre coppie.


CAPITOLO 22
Con la mano posta in quella dell’uomo, Maya si diresse verso la pista da ballo. La mano di Masumi scivolò sulla sua vita sottile, mentre quella della giovane si appoggiava sulla sua spalla. Sembravano aver trovato armoniosamente il loro posto nell’universo, lì, l’una nelle braccia dell’altro.
Masumi si muoveva con passo sicuro intorno alla pista. Maya lo seguiva lasciandosi guidare.
La ragazza ancora ripensava al breve dialogo che avevano avuto. Sembrava quasi che il signor Hayami l’avesse considerata una donna. Era gentile il signor Hayami quella sera. Ed affascinante. Proprio come se lo ricordava al loro primo incontro. Lei così spaurita. Lui così sicuro di sé. Non era cambiato. Lei invece si era fatta donna: certo, a volte non se ne rendeva conto e le sembrava di essere ancora una bambina, ma i suoi pensieri ed i suoi sentimenti erano maturati, grazie a lui.
Alzò lo sguardo con occhi sognanti: voleva guardargli il viso, ma sapeva che avrebbe incontrato solo una maschera. Diversa da quella che indossava di solito come Presidente della Daito Art Production, ma era comunque una maschera. Tutte le loro vite sembravano essere segnate dalle maschere che indossavano.
Lo trovò intento a fissarla: solo gli occhi erano rivelati dalla maschera. Quei favolosi occhi azzurri che la scrutavano come non ricordava avessero mai fatto.
Li ricordava beffardi nelle loro scaramucce; preoccupati e colpevoli dopo la morte di sua madre; pensierosi e nostalgici il giorno del giro in barca; titubanti la sera dell’appuntamento; infuocati la notte al tempio. Arrossì e riabbassò lo sguardo al ricordo ed al pensiero che aveva formulato: ringraziò il velo della maschera che nascondeva il suo imbarazzo.
Poi ricordò che quella era la sua occasione quindi, decisa, rialzò il volto: ed eccoli ancora lì quegli occhi!
L’abbraccio dell’uomo si strinse iniziando i giri vorticosi del valzer. Maya non staccò più i suoi occhi dallo sguardo di zaffiro dell’uomo.
Mai coppia appariva più affiatata! Sembrava di ammirare un unico corpo che girava e girava leggero sul lucido pavimento.

Masumi passò i brevi minuti del ballo ad osservare la ragazza.
Scrutava con attenzione il volto tanto amato. Avrebbe voluto che nessuna maschera potesse offuscarne la vista, ma allo stesso tempo ringraziava quell’artificio che gli avrebbe permesso di passare quella magica serata insieme a lei.
Non sapeva neanche lui cosa sperava di vedere nei suoi occhi. Inizialmente aveva tenuto il volto basso, forse presa dalla sua timidezza proverbiale. Poi si era accinta ad alzarlo ma, evidentemente, non si aspettava di incrociare il suo sguardo perché l’aveva quasi subito riabbassato.
Infine, decisa, gli aveva puntato in viso i suoi caldi occhi color del cioccolato senza più riabbassarli. Approfittando del momento, l’uomo strinse la presa sul suo corpo sottile ed iniziò una serie di giri vorticosi che Maya seguì con entusiasmo.
Avrebbero avuto tutta la sera per parlare. Per ora, decise, avrebbe semplicemente goduto di quel momento insieme.

 
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