Masquerade

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tenshina
view post Posted on 18/10/2011, 09:01 by: tenshina
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Stregone/Strega quasi professionista

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CAPITOLO 11

Quella voce… quel tono… non poteva essere lui! Eppure… eppure!
“Ragazzina!”
L’appellativo lasciato sospeso nella fredda aria della sera. Maya lasciò che quella parola le scivolasse addosso andando a colmare la mancanza di lui che aveva sentito. Era tornato come suo ammiratore segreto ed era tornato come Masumi Hayami.
Lentamente, lentamente si girò.
Lo vide lì, con il suo impermeabile, appoggiato alla sua lussuosa auto. Quanto aveva desiderato rivederlo: era più bello di come lo ricordava. Le bionde ciocche gli incorniciavano i tratti delicati del viso. Gli occhi, così azzurri e profondi, le stavano rivolgendo un muto sorriso. La bocca virile era piegata nell’abituale smorfia ironica. Una mano guantata alzata a mo’ di saluto.
E ora? Ora cosa doveva dire?!
Decise di lasciare a lui la parola. Semplicemente lo salutò inchinandosi profondamente: “Buona sera signor Hayami!”. Non voleva battibeccare come al solito. Non sapeva se ne avrebbe avuto la forza. Gli rivolse un sorriso che voleva essere tranquillizzante.

Fortuna era appoggiato all’auto, altrimenti avrebbe vacillato.
Cos’era quell’inchino? Cosa quel sorriso? Possibile non abbia intenzione di sbraitarmi contro?
Fu curioso. Decise di testare il terreno.
“Ragazzina, come mai quell’inchino? Non ci sono mai state queste formalità tra noi!”

Uff… ma proprio non può evitare di provocarmi? Perché deve rendere vani i miei sforzi?
Cercò di essere paziente.
“E’ vero signor Hayami. Però aveva ragione quando mi consigliò di essere educata nel nostro ambiente. Sto cercando di seguire i suoi consigli.” Ed era vero.
Fu spiazzato una seconda volta nel giro di pochi istanti.
“E da quando segue i miei consigli?”
Ecco! Ora ne ho la conferma: il suo è un vizio.
“Da quando ho capito che sono corretti, signor Hayami. Non sono più una ragazzina. Riesco a pensare con la mia testa, sa?”

Rise tra sé e sé. Ecco che finalmente la sua ragazzina impertinente tornava a fare capolino.
“Bene, ne sono felice ragazzina” – calcando volutamente su quel termine da lei tanto odiato.
Da quanto tempo era che non si divertiva più con lei in quel modo? Nemmeno lo ricordava più, tanto era stato buio il tempo che aveva trascorso cercando la via da percorrere.
“Ci sono altri miei consigli che sente di dover mettere in pratica?” – La guardava con occhi ridenti.

Ma perché il signor Hayami si ostina a prendermi in giro? Eppure sono tanto felice di vederlo… possibile che lui non pensi ad altro che a divertirsi alle mie spalle?
“No, signor Hayami. Questo è l’unico suo sconsiglio che mi sento di seguire. Ma cosa ci fa da queste parti, signor Hayami?”
Questa volta era stata lei a sottolineare il suo appellativo.

Sempre più divertente!
“Sono venuto a vedere come procedono le prove dei nostri rivali. Mi erano giunte voci preoccupanti sulla sua interpretazione. Ma a quanto ho potuto vedere, erano prive di fondamento!”
Non poteva certo dirle che guadarla solo sulle immagini del suo album non gli bastava più…

“La ringrazio signor Hayami per la sua attenzione. Sì, ora non si deve più preoccupare!”
E’ venuto a vedere me, solo me, non la compagnia!
“Ragazzina… significa forse che mi sarei dovuto preoccupare prima? Non si faccia distrarre da cose superflue! Le va di seguire questo mio consiglio?”
Gli occhi dell’uomo brillavano, ché ben sapevano quali erano state le preoccupazioni della giovane donna.
“Signor Hayami, come le ho detto, decido io quali consigli seguire e decido sempre io quali sono le questioni superflue. Il mio ammiratore non è tra queste”.
Il tono, partito battagliero, si addolcì alla fine. I suoi occhi fiammeggianti si mitigarono in un caldo sole primaverile. La piccola mano si era stretta al petto.
Signor Hayami, perché? Perché mai fa queste domande se non ha intenzione di rivelarsi?!

L’uomo contemplava la piccola ed appassionata figura. Ora che ce l’aveva dinanzi, capiva quanto le era mancata e quanto la voleva. Era inutile chiamarla “ragazzina”. Non lo era più da tempo.
“E’ tardi, ragazzina. Non le andrebbe di essere accompagnata in auto?” – aveva parlato prima ancora di pensare. L’unico suo intento era di passar ancora un po’ di tempo con lei. Sinceramente, non credeva che avrebbe accettato.
 
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