Masquerade

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tenshina
view post Posted on 13/10/2011, 08:28 by: tenshina
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Stregone/Strega quasi professionista

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CAPITOLO 8

Masumi fu sollevato dalla comprensione di Maya. Non avrebbe mai sperato tanto: temeva di aver reciso il sottile filo scarlatto che li legava con la latitanza che si era imposto e, invece, Maya aveva compreso che il suo invito l’aveva posto di fronte a degli interrogativi.
Finalmente libero di agire chiamò la sua segretaria: era l’unica di cui si potesse fidare in quel frangente.
Mitsuki comparve solerte. Aspettava la chiamata del suo principale da un momento all’altro, visto che quella mattina non l’aveva ancora convocata. Entrò con il solito plico di riviste e corrispondenza ed il solito blocco di appunti.
Con aria sorniona Masumi Hayami iniziò ad elencarle le commissioni per quella giornata. Iniziò dall’ordinaria amministrazione: appuntamenti, lettere da scrivere, contratti da perfezionare. Con sguardo attento passò a quelle più impegnative – “Infine signorina Mitsuki, passando a quel ballo in maschera a cui accennava qualche giorno fa, non potendo esimermi dal partecipare, dovrei procurarmi dei costumi.”
“Costumi, signore? Ha forse intenzione di cambiarsi d’abito?”
La battuta provocò un minimo volgersi all’insù degli angoli della bella bocca – “No, signorina Mitsuki. Non ho intenzione di cambiarmi d’abito, ma ho intenzione di andare accompagnato!”
La risposta dell’uomo non la colse di sorpresa, ma male interpretò le sue parole – “Pensavo che la signorina Takamiya non avesse intenzione di affidarsi a sarti che non fossero i suoi personali.” C’erano arrivati finalmente. “Infatti non andrò con la signorina Shiori.”
Mitsuki restò per qualche istante a bocca aperta: “Ma allora…”
Subito si riprese con uno scintillio negli occhi che la diceva lunga – “Sì signore, mi dica pure!”
La successiva mezz’ora fu dedicata alla definizione dei dettagli. Per i sarti sarebbe stata una bella sfida: realizzare due abiti in stile rinascimentale con quei tessuti e quel pregio in pochi giorni avrebbe richiesto un impegno non indifferente.
Prima di congedarsi, Mitsuki prese coraggio e chiese: “Ha finalmente deciso di lottare, signore?”
“Ho deciso di vedere se ci sono speranze per cui valga la pena di lottare” – lo sguardo dell’uomo era sereno, nulla a che vedere con quello tormentato e sofferente che aveva caratterizzato il suo volto negli ultimi mesi.
“E’ comunque un bel passo avanti, signore. E sono sicura che di «speranze» ne troverà parecchie!”
“Ah, signorina Mitsuki! Lei e le sue assurde congetture! Chissà quante volte le dovrò ripetere che quella ragazza mi odia! Voglio solo cercare di capire la natura dei suoi sentimenti per il donatore di rose”
“Si, certo signore! Chissà quante volte le dovrò ripetere io, invece, che probabilmente avrà delle sorprese!”
“Vada, signorina Mitsuki, vada!”
Con il sorriso sulle labbra, Mitsuki si congedò: “Con permesso.”

Masumi Hayami, di nuovo solo, sorrise con soddisfazione, ché non capitava spesso di sorprendere la sua collaboratrice. Pensò di contattare Hijiri quella sera stessa: gli spiaceva arrivare a tanto, ma avrebbe dovuto fare in modo di evitare la presenza di Shiori la sera del ballo in maschera e avrebbe approfittato dell’occasione per far investigare dall’interno il suo uomo.
 
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