Masquerade

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tenshina
view post Posted on 12/10/2011, 09:01 by: tenshina
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Stregone/Strega quasi professionista

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CAPITOLO 7

Le prove procedevano con ritmo sostenuto, concentrandosi sulle scene dove Isshin non era presente.
Maya aveva dato un’impressione totalmente diversa dal giorno prima. Sembrava riuscire ad esprimere in Akoya tutto il sentimento che fino ad allora aveva tenuto stretto nel suo cuore. Gli altri attori erano in fibrillazione, perché per la prima volta iniziavano a credere che Ayumi Himekawa ed Hajime Onodera non avrebbero avuto una vittoria facile.
Maya sapeva da cosa derivava quel cambiamento: lei non poteva aspirare ad essere ricambiata dal signor Hayami, ma la sola volontà dell’uomo di incontrarla con la maschera del suo ammiratore aveva acceso in lei la speranza di poter comunque parlare al vero signor Hayami, quello che l’aveva protetta ed aiutata, senza sarcasmo e cinismo.
Questa nuova speranza aveva generato determinazione, anche nell’interpretare Akoya. Mai aveva dimenticato la promessa fatta all’uomo di creare una dea che potesse farlo credere di nuovo.

Concluse le prove, la ragazza se ne andò svelta verso casa, impaziente di incontrare il signor Hijiri, che sicuramente la stava aspettando. Durante la lunga giornata aveva spesso pensato al suo partner di scena. L’aveva ferito e lo sapeva, ma non poteva comunque continuare a dargli delle illusioni. Se avesse ritardato ancora il momento della verità l’avrebbe fatto soffrire ancor di più.
Accelerò il passo mentre la sera cedeva il posto alla notte. Aveva deciso di fidarsi del suo amico e delle parole del signor Kuronuma.
Finalmente arrivò a casa. Avvicinandosi alle scale, vide un’ombra muoversi nel buio. Attese: non voleva attirare l’attenzione di qualche sconosciuto sulla figura del signor Hijiri.
L’alta sagoma dell’uomo si fece avanti. Aveva negli occhi un caldo sorriso d’affetto.
“Buonasera signorina Maya. Come sta?”
“Molto bene signor Hijiri, sì, oggi sto molto bene!” – esclamò la ragazza.
L’uomo sapeva che non mentiva: lo vedeva nei lucenti occhi della donna.
“Ha letto la lettera che il mio datore di lavoro le ha recapitato ieri?”
“Sì, signor Hijiri, certo. Non avrei potuto farne a meno neanche volendo.”
“Signorina Maya, sono felice di constatare che il suo affetto e la sua stima per il suo ammiratore non sono scemati in queste ultime settimane…”
Maya lo guardò leggermente stranita – “No, signor Hijiri. Mai potrei far perdere il mio affetto al mio ammiratore. Può sicuramente rassicurarlo sul fatto che nessun evento potrebbe mai farmi ricredere sulla sua persona.” Le parve di cogliere del sollievo nei suoi begli occhi.
“Questo mi fa piacere. Cosa pensa di rispondere al messaggio del mio datore di lavoro?”
Maya senza indugiare trasse dalla piccola borsa una bianca busta. La consegnò ad Hijiri. “La prego, la dia al mio ammiratore!”
“Certamente signorina, sarà contento di leggere le sue parole.”
Una volta congedatosi e risalito in macchina, chiamò Masumi Hayami.

Masumi era rientrato a casa e aveva cenato con un leggero piatto di verdure. Si era poi appartato in camera, affacciandosi sul nudo terrazzo per fumare le sue Vogue. Sapeva di mettere a rischio la sua salute, ma fumare il sottile cilindro bianco intontiva i suoi nervi come il bicchiere di scotch che abitualmente beveva prima di andare a letto.
Rispose al cellulare sapendo già di chi potesse trattarsi. Ascoltò le parole del suo collaboratore: il resoconto puntuale dell’incontro con la sua ragazzina. Rimasero d’accordo che si sarebbero incontrati la mattina successiva al solito posto.

La notte passò per entrambi. Tranquilla per Maya, soddisfatta perché aveva potuto scrivere quelle poche righe al signor Hayami. In attesa per Masumi, che aspettava l’incontro del mattino successivo.

Il giovane uomo si svegliò prima del solito, recandosi all’appuntamento. Il parcheggio era pressoché deserto a quell’ora. Solo la macchina di Hijiri era parcheggiata in un angolo buio dell’area sotterranea. Masumi si avvicinò abbassando il finestrino.
Il suo collaboratore fece altrettanto e gli passò una cartelletta, all’interno della quale sapeva esserci la lettera di Maya.
Entrambi lasciarono il parcheggio prendendo la propria strada.
Masumi Hayami si recò in ufficio tenendo la cartella sottobraccio. Nessuno se ne sarebbe chiesto il perché: era solito portarsi il lavoro a casa.
Entrato nell’ambiente discreto del suo ufficio, si chiuse la porta alle spalle e si accomodò nell’ampia poltrona in pelle della sua scrivania.
Prese il pregiato stiletto in argento intarsiato che utilizzava come tagliacarte ed aprì la leggera busta, tanto semplice quanto simile alla sua ragazzina. La carta era segnata dalla sottile grafia che aveva imparato ad amare. Lesse con attenzione e trasporto, parole schiette e vere. Quanto avrebbe voluto che il sentimento che traspariva da esse fosse rivolto anche a Masumi Hayami e non solo alla sua ombra scarlatta, al suo alter ego. Rise, scoprendosi una volta di più geloso… geloso di se stesso. Già… oramai era un’abitudine. Era geloso del suo partner Sakurakoji, che i giornalisti vedevano come suo partner anche nella vita. Era geloso delle sue amiche, che potevano stare con lei e godere dei suoi sinceri sorrisi. Era geloso del vento che accarezzava i suoi lunghi capelli color del caldo cioccolato. Era geloso di tutto ciò su cui si posava il suo sguardo, perché sapeva che i suoi occhi non avrebbero mai guardato lui con i sentimenti della benevolenza e dell’affetto. Lui poteva ricordare quegli sguardi appassionati e caldi solo quando lei era sul palcoscenico e si rivolgeva ai suoi co-protagonisti. Mai avrebbe potuto sperare di ricevere altro che lampi di disprezzo e dardi rabbiosi.

Mio caro donatore di rose,
il mio cuore è sollevato dal sapere che lei è ancora al mio fianco. La tristezza e lo sconforto che mi hanno colta dal giorno del nostro mancato appuntamento si sono disciolti come neve al sole.
D’altro canto, mi rendo conto di averla costretta a compiere una scelta sofferta. La mia anima trabocca di gratitudine e felicità, al pensiero di poterla incontrare al ballo a cui mi ha gentilmente invitata.
Accetto quindi con piacere e non vedo l’ora che arrivi quella sera.
Senza mai stancarmi di comunicarle il mio affetto e la mia gratitudine, la saluto.
Maya Kitajima.
 
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52 replies since 4/10/2011, 13:01   888 views
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