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tenshinaPosted: 10/11/2011, 10:23
Fufu ti ringrazio!
Mi avete resa felice con tutti i vostri commenti!
Mi impegnerò per scrivere ancora...
Grazie, grazie e ancora grazie!!
fufu1973Posted: 10/11/2011, 09:56
Tenshina sei stata veramente bravissima!!!! complimenti ancora, veramente!
mi è piaciuto molto questo ultimo capitolo, l'idea dei flash back mi è piaciuta!
la lettura era scorrevole, non mi sono mai dovuta fermare per rileggere qualche frase!
spero veramente di avere l'opportunità di leggere altre ff scritte da te, Laura ha ragione, coltiva questo dono che hai!!!!
tenshinaPosted: 10/11/2011, 09:41
Siamo arrivati alla fine dello scritto...
Ho scelto di non scrivere delle singole scene al presente (mi sembrava troppo macchinoso), ma di farle raccontare in vari flashback dai personaggi che le hanno vissute.
Pertanto, l'epilogo è il "capitolo" piu' lungo che ho scritto.

_______________________________________________________________________


EPILOGO

2 mesi dopo…

Eisuke Hayami era seduto sulla sua sedia a rotelle nella platea dello Shuttle X. Osservava rapito le prove della nuova Dea Scarlatta. Non credeva ai propri occhi: oramai erano innumerevoli le volte in cui l’aveva vista rappresentare il capolavoro scomparso… eppure… ogni volta era come la prima.
Aveva visto la ragazza alla competizione preliminare, l’aveva vista nelle successive prove una volta che Chigusa Tsukikage le aveva assegnato i diritti di rappresentazione e l’aveva vista di fronte al pubblico.
Ogni volta veniva rapito fuori dal suo corpo e con lo sguardo incantato veniva condotto nella magica Valle dei Susini.
La Dea Scarlatta lo prendeva per mano, gli parlava del suo amore umano e del suo sacrificio. Ogni volta riviveva la sua intera esistenza. Era incredibile!
Non perdeva occasione di osservare la giovane, soprattutto dopo che la Daito aveva ottenuto la delega per l’allestimento dello spettacolo.
Ricordava ancora quando la candidata vincitrice aveva scelto loro: Chigusa Tsukikage non aveva battuto ciglio. Doveva aspettarselo.
Di lì a poco le prove si sarebbero concluse. Attese pazientemente.

Saeko Mitsuki era in giro per Tokyo in uno dei suoi rari giorni liberi. Doveva incontrarsi con il suo compagno. Già da tempo aveva quella relazione che si era cementata anche grazie alle vicende sentimentali del suo principale.
Si era detta che se lei aveva avuto la possibilità di incontrare una persona che la faceva sentire accettata per quello che era, che non pretendeva che si comportasse in modo diverso da come sentiva, che l’attraeva nel profondo e che era in grado di farla sentire ‘a casa’ in ogni parte del mondo si trovasse, allora non doveva buttarla al vento.
Avevano così deciso che avrebbero sempre cercato di superare i problemi che si sarebbero presentati: non avrebbero abbandonato la nave al primo cenno di tempesta.

Masumi Hayami stava per lasciare l’ufficio.
Da quando si era sposato non aveva più orari di lavoro massacranti.
Andava presto in azienda, ma non vedeva l’ora di tornare a casa da sua moglie. Aveva atteso talmente tanto, che ora ogni minuto lontano da lei gli sembrava un’eternità.
Ogni sera tornava a casa e la trovava lì, accogliente con i suoi dolci occhi innamorati ed il suo caldo sorriso di benvenuto.
Solo lei era in grado di riscaldare la fredda dimora della famiglia Hayami.

Mentre Eisuke stava aspettando la giovane attrice, ripensò divertito alla mattina in cui suo figlio si presentò nella sua stanza con una cartelletta piena di resoconti economico-finanziari sul gruppo Takamiya.
“Non ho intenzione di fondere le imprese Hayami e la Daito Art Production con un gruppo che sta rischiando il fallimento. Ti sei fidato troppo degli analisti e della tua ‘amicizia’ con l’imperatore. Le voci non si sono ancora sparse, ma sarà solo questione di tempo. Non voglio che la nostra liquidità vada a far fronte ad impegni non mantenuti per colpa del ‘vizietto’ del padre di Shiori.” – disse tutto d’un fiato.
Il vecchio, con sguardo vivo, restò in silenzio.
Infine rispose con un laconico: “E allora?”
Il figlio comprese in quel momento che Eisuke Hayami era ben consapevole della situazione del gruppo Takamiya.
“Se sapevi tutto, perché hai acconsentito alla fusione ed al matrimonio?” – chiese Masumi con impazienza.
“Al di là del fatto che il gruppo Takamiya, pur nella difficile situazione finanziaria in cui versa, è comunque un buon investimento, ero giunto alla conclusione che fosse tempo che ti trovassi una moglie. Non voglio che ti ritrovi alla mia età senza nessuno accanto perché sei stato accecato dal lavoro.” – sospirò profondamente il vecchio, come se si decidesse a fare un passo importante – “Ho commesso molti errori nella mia vita e molte conseguenze ricadono anche su di te. Volevo provare a riparare.”
Masumi non riusciva a capire se l’uomo che aveva odiato dalla fine precoce della sua infanzia stesse mentendo o se finalmente stava rivelando di avere un cuore.
“Ammesso e non concesso che quello che dici sia vero, padre, perché i Takamiya? Perché Shiori?”
“Perché quando ho avuto modo di conoscerla mi è sembrata una bella signorina aggraziata, molto dolce e gentile, del tipo che poteva sciogliere il tuo gelo…”
Masumi non sapeva se ridere o piangere. Il vecchio generale non si era mai comportato da padre e, per una volta che ci provava, stava per farlo finire in una trappola.
Con un mesto sorriso il figlio gli rivelò: “Non sembra che tu sia un giudice affidabile in fatto di donne: ti vorrei far notare che Shiori è ben consapevole che io non l’amo, che tuttavia accetta il matrimonio per salvare le finanze di famiglia e che intende prendere il buono che dalla nostra unione verrà, ivi compreso il maggiordomo.” – si fermò un attimo per vedere l’effetto che le sue parole avrebbero prodotto sul volto del genitore. Sembrava averlo realmente stupito, pertanto continuò: “Visto e considerato che ho prove circostanziate sia della situazione finanziaria del gruppo Takamiya, sia delle intenzioni di quella persona tanto dolce e gentile che è la mia fidanzata, ti informo che intendo sciogliere l’atto preliminare stipulato nell’uno e nell’altro verso. Inoltre, ho le carte in regola per non far pagare nessuna penale alla Daito, vista la falsificazione dei libri contabili che ci sono stati consegnati al momento della trattativa e della firma.”
“Bene” – concluse il vecchio – “Raramente ti ho visto tanto deciso. Hai la mia benedizione… ad un paio di condizioni.”
Eisuke immaginava il cervello del figlio arrovellarsi per trovare una soluzione a tutte le possibili richieste che lui gli avrebbe avanzato: era proprio suo figlio.
“La prima è che voglio essere presente quando lo comunicherai all’imperatore ed alla sua delicata nipotina. Non vorrei proprio perdermi lo spettacolo.” – un breve sorriso sarcastico accompagnò la sua richiesta.
Masumi attese un attimo e fece un breve cenno di assenso con il capo.
“La seconda” – proseguì in tono piatto – “è che non appena ti sarai liberato da questo impegno porterai a casa la signorina Kitajima nella veste ufficiale di tua fidanzata.”
Ah! Ah! Vide il figlio sobbalzare dalla poltrona. Era troppo concentrato a trovare una contromossa ad un suo eventuale attacco, per aspettarsi di vedere le proprie carte scoperte in modo tanto sfacciato.
“Ma padre… cosa dici??”
“Masumi, ti conosco molto bene, contrariamente a quello che credi. Ho visto che questo matrimonio non ti entusiasmava e che, nonostante questo, l’avevi accettato passivamente. Ora ti presenti da me con tutte le carte in regola per mandarlo a monte. L’unico pensiero è che sei innamorato e che solo recentemente… diciamo ad esempio dalla sera del ballo in maschera? hai scoperto di essere ricambiato. Se consideriamo che hai corteggiato nell’ombra la signorina Kitajima da quando non era nemmeno adolescente e ti sei premurato ben bene di farti invece odiare come Masumi Hayami, allora deduciamo che lei ti abbia scoperto ed abbia concluso che ricambia i tuoi reali sentimenti. Quindi… quando pensi di portarla a casa?”
“Credo… padre…” – si vedeva che stava cercando di riprendersi dal colpo – “che sarebbe il caso di aspettare l’esito dello spettacolo dimostrativo.”
“Concordo. E ora vai e fai quello che devi.”
Masumi si alzò e fece per andarsene. Si fermò, girandosi ancora a guardare suo padre: “Grazie.”
“Figlio, ho fatto ben poche cose degne di un padre nella vita che ho vissuto con te… spero alla fine di riuscire in parte a rimediare”.
Vide il figlio portarsi una mano alla fronte mentre si avvicinava alla porta. Una piccola lacrima fece capolino nei suoi occhi. Quasi non si rendeva conto di cosa fosse.
I suoi ricordi furono interrotti da una piccola mano ornata da una sottile vera d’oro giallo che si appoggiava sulla sua spalla.
“Vogliamo andare? Masumi rientrerà tra poco a casa!”
“Sì, Maya. Andiamo a casa.”

Chigusa Tsukikage era tornata a Nara. Aveva atteso fino alla prima messa in scena de La Dea Scarlatta e poi, affidandosi a Genzo, era tornata nella sua terra.
Ora si trovava a casa, adagiata in una comoda poltrona di vimini sotto il portico, a respirare la fresca e pulita aria delle sue montagne.
Aveva apprezzato entrambe le prove delle sue allieve, ma come aveva detto a Genzo tempo prima, Maya era avvantaggiata.
L’aveva visto già alla prima scena: nei suoi occhi bruciava un fuoco che Ayumi ancora non conosceva. Maya brillava della stessa luce di cui aveva brillato lei nella sua giovinezza. I suoi movimenti, i suoi occhi, il suo sorriso, la sua voce, tutto faceva pensare che provasse nel suo cuore il vero amore di anime. Ayumi aveva invece fatto risaltare le sue capacità interpretative e la sua eleganza. Aveva dato vita ad una Dea scesa in terra che non si era liberata della sua divinità e non era stata catturata nel profondo dal sentimento umano dell’amore. Il suo era stato uno spettacolo esteticamente accattivante. Ma solo quello.
Le sue stesse reazioni le aveva colte anche nel pubblico. Ayumi aveva destato la meraviglia per i suoi movimenti e la sua grazia. Maya aveva catturato il loro favore facendo vivere a tutti gli stessi sentimenti che albergavano nel suo cuore.
La vecchia attrice sorrise nel buio.
Ricordava l’imbarazzo misto alla gioia con cui Maya le si era presentata dopo il verdetto.
La donna le aveva riservato un aperto sorriso di approvazione e l’aveva lodata per i risultati che aveva conseguito. Maya aveva pianto silenziose lacrime di riconoscenza rifugiandosi nell’abbraccio di colei che considerava una seconda madre.
“Signora… signora… la ringrazio per tutto! Per tutto! Se non fosse stato per lei, non avrei mai potuto nemmeno iniziare il percorso che mi ha portato fin qui” – singhiozzò.
“Maya, in un modo o nell’altro ci saremmo incontrate. Il fuoco del teatro già ardeva in te. Era solo questione di tempo.” – si interruppe per poi continuare – “Inoltre, quello che hai fatto oggi non te l’ho insegnato io. Oggi hai recitato seguendo i sentimenti che vivono in te. Hai incontrato anche tu la tua anima compagna. Sei fortunata. Rallegratene.”
Maya si allontanò arrossendo e abbassando lo sguardo.
“Sì, signora Tsukikage. L’ho incontrata. E’ una persona gentile e generosa, anche se non sembra. Si è sacrificato nell’ombra pensando che non lo ricambiassi. Mi è sempre stato accanto e io non l’ho riconosciuto per molto tempo!”
L’alta figura in nero rimase immobile.
Maya stava parlando del suo ammiratore? L’aveva infine incontrato?
“Sono contenta per te, Maya. Quando avrò modo di conoscere questa persona?”
“Ecco… lei lo conosce già, signora.” – Maya sembrava sempre più imbarazzata. La donna non capiva per quale motivo.
“Da come vi comportate, non mi sembrava che amassi Sakurakoji.”
“Infatti…” – rispose sinteticamente Maya.
“Ma allora… non sarà? Non dipenderà da tutto questo l’annullamento del matrimonio di Masumi Hayami?”
Maya lasciò andare un leggero sospiro: “Sì, signora. Vede è stato Masumi che mi ha sostenuta in tutti questi anni nell’ombra. E’ lui che mi mandava sempre i mazzi di rose scarlatte. Lui che mi ha indirizzata per farmi migliorare. L’ho scoperto dopo Lande Dimenticate.” – disse tutto d’un fiato ché non voleva che la signora iniziasse a parlare di intrighi e pregiudizi.
“Non credevo fosse possibile. Alla Valle l’avevo visto diverso dal solito, senza più il ghiaccio che gli bruciava negli occhi. Ora capisco perché.” – si sedette in una poltrona vicina – “E’ stato merito tuo, Maya! Tu hai cambiato quell’uomo. Gli hai ridato l’anima.”
Un lieve cenno di diniego col capo: “No, signora Tsukikage. Masumi ha avuto sempre un’anima gentile. Era solo troppo ferito.”
“Capisco. Quindi immagino che i diritti di rappresentazione li lascerai a lui!”
Altro cenno di diniego: “No. Masumi mi ha proposto di cedere il solo allestimento della Dea Scarlatta alla Daito con contratti annuali, in modo da tutelarmi pienamente. Non vuole che si pensi ad un suo interesse economico nella nostra relazione. Inoltre avrò un ruolo decisivo nelle scelte della messa in scena.”
“Bene” – sospirò di sollievo la donna – “Quando vi sposerete?”
Maya arrossì di nuovo. Questa volta fino alle orecchie.
“Ecco… pensavamo dopo la prima messa in scena. Ritarderemo poi il viaggio di nozze fino alla fine delle repliche.”
Il flusso dei ricordi fu interrotto dal buon Genzo che la invitava a rientrare.
“Che ti dicevo Genzo? Maya ci ha sorpreso veramente!” – disse guardandolo con dolcezza.
“E’ vero, signora! Ha proprio ragione!”
“Genzo, il mio tempo sta finendo… lo sento. Ma, grazie a te e a quelle ragazze, i miei ultimi anni sono stati piacevoli.”
“Signora!” – Genzo, commosso, l’aiutò a rientrare in camera e a sdraiarsi per la notte.

Shiori Takamiya girava le strade di Ginza alla ricerca di qualche nuovo abito. Ancora non si capacitava di quello che era avvenuto negli ultimi due mesi.
Aveva dato per scontato di aver accalappiato lo scapolo più ricercato della buona società nipponica ed invece poco prima delle nozze Masumi aveva annullato tutto. Si era opposta con tutte le sue forze quando aveva visto suo nonno capitolare di fronte alle prove della frode contabile del gruppo Takamiya. Aveva pianto, era svenuta… le aveva provate tutte. Eppure, quando era svenuta, Masumi non si era degnato nemmeno di soccorrerla e avrebbe rischiato di finire per terra se non avesse deciso di buttarsi dalla parte del divano dello studio.
Inoltre i suoi strepiti non avevano fatto altro che indurre Masumi a tirare fuori una registrazione compromettente in cui lei provava a sedurre Takeshi, il loro giovane maggiordomo.
Suo nonno era rimasto attonito dall’imbarazzo e dal trovarsi di fronte aspetti della nipote che non si immaginava.
Lei aveva mandato a chiamare il maggiordomo, sperando in una sua smentita.
Dopo lunghi minuti di attesa e di pesante silenzio, un cameriere si era presentato dicendo che non lo si trovava da nessuna parte e che l’uomo aveva liberato perfino la sua stanza.
Era stato tutto così sconvolgente che non aveva potuto ribattere nulla. Inoltre avevano dovuto sottostare alle condizioni della famiglia Hayami, pena la denuncia della frode alle autorità.
Il vecchio Eisuke sembrava essersi goduto lo spettacolo.
Dopo qualche settimana, ricordava Shiori, seppe che Masumi aveva annunciato il fidanzamento e l’immediato matrimonio con la nuova Dea Scarlatta. Tutti i suoi ‘amici’ si erano premurati di avvisarla.
Quella piccola ragazzina impudente!!
In un moto di stizza batté un tacco. Un passante si voltò stupito dall’atteggiamento di quella donna all’apparenza tanto elegante e sofisticata.
Shiori si scusò a mezza bocca notando in quel mentre la segretaria del suo ex-fidanzato al tavolino di un ristorante con un bell’uomo, vestito con un completo di alta sartoria.
Dalla posizione in cui era lo vedeva solo di spalle, ma provò invidia per quella donna che lei riteneva quasi scialba.
La sagoma dell’uomo aveva un che di familiare, ma non se ne curò e continuò per i suoi acquisti. Quei plebei non meritavano certo la sua considerazione!


fufu1973Posted: 9/11/2011, 14:28
CITAZIONE
Fufu temo di scontentarti...

Tenshina non mi scontenti!! il mio era un capricetto in più, la storia è perfetta così come la stai scrivendo tu!
questo capitolo è stato molto divertente, Maya che vuole raccontare tutto ma ce si deve reprimere, ma le amiche non ci cascano e Rey è sempre stata una cara amica e Mitzuki, mitica segretaria, lei è quella che mi ha più divertito, e Masumi è stato fantastico, il sadichello che piace a me, la tenuta due ore sui carboni ardenti, fantastico!
e Mitzukina alla fine si è tolta la soddisfazione di dire il famoso "l'avevo detto io!"
tenshinaPosted: 9/11/2011, 10:30
Fufu temo di scontentarti...
Oggi posto l'ultimo capitolo prima dell'epilogo e l'incontro serio non l'ho neanche accennato... ero un pochino intimidita dall'argomento.

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CAPITOLO 28

Dall’altra parte della città, in un piccolo appartamento di periferia che niente aveva a che vedere con la solenne villa della famiglia Hayami, Maya uscì dalla sua camera per fare colazione con Rei con un sorriso raggiante.
Sentiva di camminare ad un metro da terra. Non ricordava di avere mai provato una sensazione del genere.
Non sapeva cosa avrebbe raccontato all’amica. Avrebbe voluto dirle tutto, in fondo la ragazza le era sempre stata vicina, ma sapeva che non sarebbe stato sicuro per Masumi.
Si inginocchiò ad un lato del kotatsu ed iniziò a mangiare silenziosamente. Gli occhi le brillavano anche se cercava di apparire come al solito.

Rei la guardava con interesse: non era triste, quindi doveva aver incontrato l’ammiratore. Lei si era preparata a doverla consolare, ma evidentemente non ce ne sarebbe stato bisogno.
Inoltre sembrava quasi che l’amica si stesse trattenendo: aveva gli occhi brillanti e cercava di non sorridere. Senza potersi fermare, Rei se ne uscì con un “Si è rivelato, vero? Sei riuscita ad incontrarlo! … E… Ti ricambia!!”
“Come? Cosa?” – Maya era interdetta. Veramente era così trasparente fuori dal palcoscenico? Eppure si era impegnata per mostrarsi indifferente.
Rei rise. E rise di gusto.
“Scusa Maya, ma dovresti proprio vederti! Hai una faccia adesso!!” – e rideva. Poi si interruppe – “A parte gli scherzi, non devi stupirtene. Siamo amiche da tanto tempo, è normale che io ti conosca e ti capisca. Sono contenta per te.”
“Perdonami Rei, ma io non so se…” – incominciò Maya.
“Non sai se puoi dirmi di chi si tratta? Non preoccuparti, io una mia idea me la sono fatta quando ti ho vista stamattina. Ed il fatto che tu non sappia se puoi dirmelo o meno me la conferma. Così, facciamo finta per ora che tu ieri sera non sia andata al ballo in maschera, non abbia incontrato il tuo ammiratore, non abbia capito di chi si tratta, non ti ricambi. In questo modo” – continuò lei – “non sarai costretta a dirmi cose che non sai se puoi rivelarmi. A me basta che tu stia bene. Quando potrai, me ne parlerai.”
“Grazie Rei.” – poté solo aggiungere la ragazza.

Masumi scese nel solarium per fare colazione con suo padre. Si muoveva in modo compassato, simulando una stanchezza che non provava.
Si sedette dall’altro capo del tavolo rispetto all’anziano genitore. Eisuke lo stava guardando con molto interesse: non era mai successo che suo figlio tornasse da un evento mondano all’ora a cui era tornato quella mattina. Di solito assicurava la sua presenza per il minimo indispensabile ad intessere nuove relazioni d’affari o a consolidare quelle già in essere.
Rise fra sé. E così aveva avuto ragione. Suo figlio finalmente si era mosso e, a giudicare da come si sforzava di apparire dimesso quella mattina, doveva anche aver raggiunto ottimi risultati.
“Allora, come è andato il ballo in maschera ieri sera?” – chiese con voce piana il vecchio.
“Bah… come sempre. C’erano le solite facce note: attori per lo più, produttori, registi…”
“Come mai sei tornato tanto tardi allora? In genere ti defili subito!”
Masumi si aspettava anche quella domanda: “Volevo parlare un po’ con tutti. In fondo non capita spesso di avere tutti riuniti ad un unico evento.”
“Immagino” – chiosò Eisuke – “Hai concluso qualcosa?”
Fortunatamente il giovane aveva pensato anche a quello. Si era fatto prendere un appuntamento nel primo pomeriggio del giorno prima con il presidente di una casa di produzione americana che sapeva sarebbe stato presente al ballo. Avevano raggiunto l’accordo per incaricare la Daito Art Production della distribuzione in Giappone dei suoi film. Ne parlò quindi al padre.
“Molto bene. Le candidate alla Dea Scarlatta erano presenti?”
Ecco, questa invece non se l’aspettava. Impiegò qualche secondo per rispondere: “No, non mi sembra di averle viste” – sostenne pensoso – “Immagino siano impegnate nelle prove. I tempi stringono!”
Suo padre sogghignò con soddisfazione.
Suo figlio lo scambiò per un ghigno di crudeltà. Sapeva a cosa stava pensando: se Maya Kitajima avesse vinto i diritti di rappresentazione e non li avesse ceduti alla Daito avrebbe dovuto distruggerla.
Ma questo non sarebbe mai successo. Mai.
Terminata velocemente la colazione si alzò e si diresse in ufficio. Voleva stare il meno possibile sotto lo sguardo indagatore del generale.

Andando in ufficio, l’uomo pensò a come affrontare la sua segretaria. Metterla a parte degli avvenimenti significava condannarsi ad una vita di “Gliel’avevo detto!” o “Erano anni che glielo dicevo!”. Ma non poteva neanche evitarlo… d’altra parte gli era stata molto utile.
Entrando nel disimpegno del suo ufficio la trovò già alla sua postazione. Stava evidentemente morendo dalla curiosità: la vide trepidante appena appoggiata sulla sedia, agguantare il block-notes e prepararsi a seguirlo.
Masumi alzò una mano: “Non ancora signorina Mitsuki, la chiamo io quando sarà il momento.”
Se proprio devo subire le sue frecciatine, per lo meno mi voglio divertire prima.

Mitsuki si rassegnò e si risedette.
Aveva visto il signor Hayami entrare con passo spedito e sguardo sereno. Qualcosa ‘doveva’ essere successo! Lei pensava che l’avrebbe resa partecipe, ma l’atteggiamento dell’uomo non sembrava andare in quella direzione.
Giocherellò con le matite e le penne per un bel pezzo.
Sicuramente non sarebbe riuscita a portare avanti nessun lavoro tant’era la curiosità.
Passò poi a temperare tutte le matite e a riordinare meccanicamente pile di documenti già perfettamente organizzati.
Dopo ben due ore il suo principale la chiamò all’interfono:
“Venga signorina Mitsuki, altrimenti non concluderà niente tutt’oggi!”
Svelta, entrò nell’ufficio della Presidenza e restò in attesa di fronte alla scrivania.
Non si vedeva fumo nell’aria. Come poteva essere che Masumi Hayami non avesse fumato neppure una sigaretta in due ore di permanenza?
Vedendola annusare leggermente l’aria la informò: “Non ho fumato perché non ne sento il bisogno!”
“Ah” – fece la segretaria – “e questo cambiamento dipenderebbe da…?”
“Lo sa da cosa dipende signorina!”
“Non credo di saperlo.” – insistette lei.
“Come ho fatto a sopportarla per tutti questi anni? Me lo sa dire?” – un lento sorriso iniziava a formarsi sulle labbra dell’uomo.
“Forse mi sopporta perché a volte do voce alla sua coscienza e… visto il risultato deduco che avevo ragione anche riguardo ai sentimenti di Maya.”
Ed eccolo, il suo incubo divenuto realtà.
“Sapevo che se le avessi detto che aveva ragione avrei dovuto fare i conti con i suoi commenti ogni volta che si fosse entrati in argomento…”
La donna aveva gli occhi che le brillavano, da dietro le lenti ambrate.
“Signor Hayami, mi lasci dire che la mia più grande soddisfazione è vederla finalmente vivere le sue emozioni. Le rose che aveva nel suo cuore avevano bisogno di sbocciare alla luce del sole.”
Masumi la guardò grato. Sapeva che poteva fidarsi di lei. Risolsero alcune questioni di carattere lavorativo ed infine le raccontò per sommi capi quello che era avvenuto.
Lei gli pose alcune domande sul suo fidanzamento e l’uomo la rassicurò che tutto stava andando come doveva andare.
fufu1973Posted: 8/11/2011, 12:53
mamma che sogno di serata!!!!!!
lui me lo vedo... bello come il sole,(giacca e pantaloni di vigogna.. scherzo!) romantico, innamorato perso, stà Maya che cu....fortuna!!!!
Ora sistemiamo la cozza e poi.. Tenshina..
ci sarà un'accenno di "incontro serio" tra questi due?:wub:
niente di hard, non sono una maniaca, romantico ma....io al posto di Maya non vedrei l'ora!!! :shifty:
tenshinaPosted: 8/11/2011, 09:43
Grazie a te Laura per l'incoraggiamento che mi dài.
Scrivendo, il mio piu' grande timore era quello di non riuscire a comunicare emozione nel lettore (oltre naturalmente a non riuscire a caratterizzare in modo naturale i personaggi).
Invece, vedo dai commenti, che è andata bene!
Quindi grazie ancora. Spero di riuscire a cimentarmi ancora in altri racconti... spero!
Manca poco ormai alla conclusione. Un paio di capitoli e l'epilogo.

____________________________________________________________________

CAPITOLO 27

Rimasero ancora, per lungo tempo, sulla terrazza.
Niente poteva distrarli. Neppure la frescura di quella notte di inizio dicembre.
A tratti si tenevano per mano e si raccontavano.
Altre volte si abbracciavano stretti per sentirsi ancora più vicini. Non smettevano mai di guardarsi, ancora increduli.

Il ballo stava ormai giungendo al termine. Decisero quindi di concedersi un ultimo giro in pista prima di lasciare la sala. Entrambi rimisero la propria maschera e, mano nella mano, rientrarono.
Masumi si diresse con Maya nei pressi dell’orchestra. La ragazza non sentì le sue parole, ma alle prime note che si alzarono nell’aria comprese. Stavano suonando ancora il valzer delle Rose del Sud, quello che aveva segnato l’inizio della serata. Abbracciati l’una all’altro, guardandosi, senza più timore o tormento, danzarono.
La pista era oramai pressoché deserta. Erano gli unici a godere di quei momenti.
Alla fine, fermandosi, Masumi si chinò sulla mano di Maya, accolta tra le proprie e, baciandogliela, sussurrò un “Grazie” che suonava dolce come il miele.
La giovane lo guardò adorante.
Si diressero entrambi verso l’uscita, con l’intento di recuperare i propri mantelli.
Vennero fermati dall’uomo che Maya aveva incontrato all’inizio della serata.
Lo sconosciuto la stava infatti apostrofando: “Allora era vero che non era da sola… speravo fosse una scusa e che avrei potuto parlarle durante la serata!”
Doveva essere alticcio perché non considerava minimamente la presenza di Masumi al suo fianco. Con uno sguardo d’intesa, egli chiese a Maya il permesso di intervenire: era da prima che voleva rimettere a posto quel giovinastro.
“Ragazzo… la signora è evidentemente occupata. Vada a cercare compagnia altrove!” – la maschera rivelava solo gli occhi di ghiaccio, ma sarebbe stato sufficiente anche solo il tono della voce per farlo allontanare… se fosse stato sobrio.
“Ma la signora potrebbe non essere dello stesso parere…” – insistette infatti.
“Non mi faccia essere scortese. Se vuole la risposta della signora, si ripeterà l’imbarazzante scena dell’inizio della serata! Se la ricorda?! Io sì e credo che lo stesso possa valere per molti altri qui intorno. Inoltre, se vuole continuare a lavorare in ambito cinematografico anche in futuro, le consiglio di andarsene. Non le conviene avermi per nemico!”
La minaccia neanche tanto velata alla sua carriera lo fece desistere finalmente.

Masumi e Maya recuperarono i mantelli dal guardaroba e, uscendo nel freddo della sera, trovarono l’autovettura del giovane ad attenderli. Si accomodarono sul sedile posteriore, mentre l’autista partiva alla volta dell’abitazione della donna.
“Lo sa che è proprio cattivo, signor Presidente? Minacciare così quel pover’uomo solo perché ha provato a parlarmi!” – scherzò lei.
“Ti stai prendendo gioco di me, vero? Ti diverti a vedermi geloso. Sapessi quante volte lo sono stato e non potevo fare niente… ogni volta era peggio!” – ribatté lui serio.
Con sguardo sognante Maya chiese: “Quante?”
“Se te lo dicessi, mi prenderesti per pazzo!”
“Dimmelo, ti prego!” mormorò.
“Sono stato geloso praticamente di tutti i tuoi partner di scena… lo sono stato pazzamente del tuo primo amore… non hai notato come abbia smesso di lavorare nel mondo dello spettacolo Shigeru Satomi dopo che ti ha abbandonata? Non ti sei mai chiesta il perché?”
Gli occhi le si illuminarono. Saperlo innamorato da tanto tempo la rendeva felice. Quanto tempo aveva perso dietro alle sue scaramucce!
“Ma allora è proprio perfido!” – sorrise. Poi continuò in tono più serio – “Comunque non provo rancore nei suoi confronti. Neanche all’epoca ne provai. Anche lui non fu altro che un’infatuazione. Solo più seria di quella che ebbi per Sakurakoji quando avevo 14 anni!”
Masumi colse la palla al balzo. Era quello di cui era stato più geloso in assoluto. Meglio metterci una pietra sopra: “Ho saputo che l’hai respinto. Come l’ha presa?”
Lei lo guardò stupita: “Ma come fai a sapere sempre tutto? E comunque sembra essersi ripreso….”

In quel mentre arrivarono sotto casa di Maya.
Le prese entrambe le mani portandosele al viso. Le baciò per poi baciare lei.
Prima di aiutarla a scendere la rassicurò:
“Non ti preoccupare. Continua le prove con tranquillità in vista dello spettacolo dimostrativo. Mi sto già muovendo. Ti prometto che presto, il prima possibile, saremo insieme alla luce del sole. Abbi fiducia in me!” – si zittì un attimo per subito dopo riprendere – “Dèi, già mi manchi!”
“Non temere” – lo rassicurò lei – “ti aspetterò. Vieni presto!”

Con un ultimo struggente bacio si augurarono la buonanotte.
Masumi attese finché la ragazza non rientrò, poi ordinò all’autista di condurlo a casa.
Sapeva che avrebbe dovuto sentirne la mancanza per qualche tempo, ma sperava di risolvere la questione con la famiglia Takamiya entro breve, soprattutto dopo le informazioni che aveva già raccolto Hijiri. Non poteva rischiare di coinvolgere Maya in uno scandalo.
Ora sapeva. Sapeva che Maya lo amava, che l’aveva accettato per quello che era. Se ne rendeva conto al solo parlarle. Si sentiva leggero e rilassato quando era con lei: si sentiva libero, finalmente.
La partita si stava avvicinando alla chiusura, ma non era ancora finita. Troppe erano ancora le incognite da risolvere: il suo sguardo divenne freddo e calcolatore.
Tornò ad essere Masumi Hayami. Mandò un messaggio al suo collaboratore: “Accelera i tempi”. Sorrise.

Rientrò a casa che il buio della notte stava lasciando il posto alle prime luci dell’alba all’orizzonte. Le stelle stavano lentamente sbiadendo. Di lì a poco avrebbe dovuto recarsi a lavoro, ma non sentiva la stanchezza. Come avrebbe potuto?!
Salì in camera, si spogliò del costume. Si concesse pochi momenti di relax sotto una doccia bollente e si rivestì pronto per scendere a fare colazione con suo padre.
Il suo pensiero non abbandonava i momenti che aveva vissuto quella sera. Un alone di dolcezza gli sembrava che lo avvolgesse.
Sorrise. Che effetto devastante aveva Maya su di lui!

LauraHellerPosted: 7/11/2011, 21:39
E, invece, penso seriamente dovresti cimentarti, Tenshi. Anche in racconti più lunghi. Sei molto brava e si vede anche che sei una lettrice. Lo si percepisce da come scrivi, da come esprimi certi contenuti. Esercitandoti quotidianamente, raggiungerai quei livelli d'eccellenza che a molti scrittori di fanfictions, purtroppo, sono negati.
Mi è piaciuta molto la scena del loro contatto fisico: non si vede nulla, ma comunichi comunque una sensualità spaventosa. Per lo meno, io "l'ho vista".
Grazie di aver postato un racconto così curato sul nostro forum.
E---aspetto il seguito!
fufu1973Posted: 7/11/2011, 13:54
e vaiiii!!!!!!!!!!questa serata è un sogno!!!che sera, marò...!!!
CITAZIONE
Pensavo di averti persa!

ma scherzi!!!i complimenti che ti faccio sono sinceri, figurati se mollo, voglio leggere quello che succederà, assolutamente!
negli ultimi tempi non riesco a essere presente nel forum come piacerebbe a me, la mia vita è un pò incasinata, ma anche se poco, ci sono, e continuerò a seguirti con grande piacere!!!
tenshinaPosted: 7/11/2011, 09:58
Che bello che mi hai lasciato il commento! Pensavo di averti persa! Mi eri mancata!!!
Sono contenta che l'attesa dei miei brevi capitoli sia valsa la pena per la rivelazione finale.
Manca poco ormai per l'epilogo.
Ebbene sì, è il mio primo scritto... e spero che non sia l'ultimo ma aspetto l'ispirazione. Non ho mai scritto ma leggo tantissimo.
Ti ringrazio ancora. Spero che i prossimi, ultimi capitoli continuino a piacerti.

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CAPITOLO 26

Dopo alcuni minuti in cui i due stavano stretti, con i loro cuori che battevano all’unisono l’un contro l’altro ed i loro respiri che si confondevano leggeri, sempre tenendola, Masumi sospirò:
“Quando… quando è successo? Come è stato possibile?”
Nel suo animo stava ancora ringraziando il cielo ché non credeva veramente di avere Maya tra le braccia.

Con voce rotta dall’emozione, finalmente Maya poté dare libero sfogo al suo cuore:
“Alla premiazione di Lande Dimenticate l’ammiratore mi mandò un messaggio complimentandosi con me e citando il colore azzurro della sciarpa usata durante lo spettacolo. Quella sciarpa si rovinò la sera della prima, la utilizzammo solo allora. Solo un uomo poteva averla vista. Un uomo che aveva sfidato perfino un tifone per venire allo spettacolo e mantenere la sua promessa. Eri tu… ed era il mio ammiratore.”
La voce le si incrinò mentre poche lacrime scesero lungo le sue guance.
Masumi le asciugò con una leggera carezza della sua mano.
Non voleva interromperla. Intuiva, sapeva, che c’era dell’altro.
“Poi venne l’anniversario della morte di mia madre e trovai un tuo mazzo di rose sulla sua tomba. Avevi dimenticato anche la tua stilografica. Era la certezza che mi mancava. Feci in modo di fartela restituire e tu la mettesti nel taschino.”
Sorrideva Maya. Dimentica del dolore che aveva sofferto. Masumi l’aveva abbracciata, non l’aveva respinta. Ora voleva realmente rivelargli tutto.
“Passai giorni terribili” – si interruppe, ma subito continuò perché non voleva che l’uomo continuasse ad angustiarsi – “non riuscivo a credere che quella persona tanto gentile fossi tu. Allora rimisi in discussione tutto quello che sapevo di te, ricordai tutti i nostri incontri. Ricordai anche come mi stupivo ogni volta che l’ammiratore mi aiutava: come faceva a sapere che avevo bisogno del suo aiuto?!
“E allora capii.
“Capii che eri stato tu, eri sempre stato tu, tu che mi aiutavi come donatore di rose e mi ostacolavi come Masumi Hayami. Eppure, ogni volta che mi ostacolavi ne venivo fuori più forte e più brava.
“E capii quanto dovevi aver sofferto tu stesso per la morte della mamma. Ripensai a tutte le volte in cui ti avevo accusato ingiustamente, mentre tu, imperterrito, continuavi a starmi accanto. Come hai potuto resistere?! Come puoi resistere?!”
“Maya! Basta! Non preoccuparti! Ora è tutto passato! Non sentirti in colpa. Lo sai! Sono un affarista senza scrupoli. Non ho fatto nulla che non avessi previsto di fare. Ogni volta volevo farmi odiare da te perché sapevo che avresti tirato fuori il meglio solo sfidandomi! Quindi, non pensare neanche per un momento di sentirtene responsabile. La tua stessa esistenza per me è diventata indispensabile. Tu mi hai fatto riscoprire di avere un cuore. Ogni nostro incontro è un segno indelebile nella mia mente.”
“Eppure… eppure ti stai per sposare…” – non era riuscita a trattenersi. La sua gelosia aveva avuto il sopravvento.
Con una languida carezza sulla schiena l’uomo rispose: “Non temere. Farò in modo di liberarmi di quel fidanzamento. Doveva essere un matrimonio per fondere le due famiglie ed i due patrimoni. Ma ora che so…” – e la guardò con i suoi veri occhi, non più quelli rassegnati della Valle, non più quelli beffardi di Masumi Hayami, ma quelli dolci e appassionati di Masumi – “ora che so, non ho più intenzione di prestarmi al loro giochetto. Avevo già iniziato a muovermi. Si tratterà solo di accorciare leggermente i tempi. Fidati di me, ragazzina”

L’uomo sorrise tra sé. Non aveva resistito. Voleva vedere se il temperamento “vivace” di Maya c’era ancora. Non conosceva altro modo. Ed infatti, la sua reazione non tardò ad arrivare…
“Ancora?! Pensavo di essere stata chiara: non sono più una ragazzina mio caro Presidente! Si rende conto di quanto mi ha fatto penare questa sera per portarla a rivelarsi? Mi sono dovuta impegnare parecchio, sa?”
Ed eccola lì, la sua risata, quella forte, sincera, quella che faceva ad ogni sua gaffe. Quella che le faceva mancare alcuni battiti al cuore. Quella che la faceva tremare nel profondo. Quella che lo faceva apparire ancora come un ragazzino.
“Hai ragione! Ho visto… ti sei divertita parecchio a tendermi la trappola?!”
“Beh… in quel momento no. Non sapevo cosa sarebbe successo. Ma ora… devo ammettere che sì, è stato divertente…” – e sorrise con il suo sguardo birichino da ragazzina.
Masumi si finse arrabbiato. La costrinse contro la balaustra, imprigionandola tra le sue braccia senza ancora toccarla. Si abbassò, come aveva fatto alla fine del valzer.
“E ora? Ora ti stai divertendo?” – la voce bassa dell’uomo le richiamò i brividi; le gambe sembravano volerle cedere; le solite farfalle le stavano volando nello stomaco.
“Sì, direi di sì.” – la giovane donna sospirò fremente.
“Bene…” – l’uomo sembrava volerla ammaliare. Voleva assaggiare di nuovo le sue dolci labbra. Questa volta lei sarebbe stata con lui. Si avvicinò lentamente al suo viso.
Maya tremava d’aspettativa! Stava veramente succedendo! Masumi ricambiava i suoi sentimenti. E ora sembrava intenzionato a baciarla.
“Ti amo…” – singhiozzò lei.
“Ti amo… ragazzina” – con il tono talmente dolce che Maya avrebbe voluto continuare per sempre ad essere chiamata in quel modo.
Alla fine le loro labbra di incontrarono.
Dolci e pazienti quelle di Masumi, titubanti ed arrendevoli quelle di Maya. Tanti piccoli baci all’inizio: sulle labbra, sulle gote, ancora sulle labbra.
La stava baciando come se volesse accarezzarla. Piano portò le mani alla sua vita e la strinse a sé.
Ora non l’avrebbe più lasciata fuggire.
Mai più.
Troppe volte era corsa via. Troppe volte l’aveva lasciata andare.
In un sospiro, Maya schiuse leggermente le labbra. L’uomo l’accarezzò ed approfondì il bacio.
Quello che fino a quel momento era una tranquilla esplorazione dei sensi, divenne, come in una spirale, un vortice caldo di emozioni. Le labbra si muovevano le une sulle altre; le lingue si intrecciavano. Non erano mai sazi, mai paghi.
Le piccole mani di Maya erano aggrappate al suo petto e si alzarono fino ad intrecciarsi dietro la sua nuca.
Eccola dunque la passione che entrambi avevano coltivato per anni.